“L’indizio apparente se ne va”, dice l’avvocato Federico Bagattini che assiste Tiziano Renzi. Quasi un sospiro di sollievo. E non solo per il babbo, ma forse anche il figlio Matteo (“sto andando a casa perché voglio portare i miei figli a cena dal nonno”, ha detto a Porta a Porta), e a qualche dem: “Pian piano la verità viene fuori. Fiducia nella magistratura”, twitta il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. Eppure la conversazione riportata in modo distorto in un’informativa agli atti dell’inchiesta Consip non è l’unica carta in mano ai magistrati di Roma. Che anzi, quella frase (“Renzi l’ultima volta che l’ho visto…”) non l’hanno neanche contestata a Tiziano Renzi durante il suo interrogatorio del 3 marzo scorso da indagato: è accusato di traffico di influenze illecite.

Ma se pure non è stato Romeo ad aver parlato di un incontro, altri atti di questa inchiesta fanno riferimento a papà Renzi: intercettazioni combinate con i “pizzini” scritti dall’imprenditore napoletano mentre conversava con l’imprenditore Carlo Russo e poi gettati nella spazzatura ma recuperati dai carabinieri del Noe. In uno di questi “pizzini” c’è scritto:“30.000 per mese – T.” e “5.000 ogni 2 mesi R.C.”, che secondo l’impostazione degli investigatori sono rispettivamente Tiziano Renzi e Carlo Russo. La frase – sempre per gli investigatori – era riferita a un pagamento ipotizzato, ma mai effettuato.

Che quei “pizzini” li abbia scritti Romeo non ha dubbi la Procura di Roma: i consulenti del pm Mario Palazzi in una perizia calligrafica parlano di “massimo livello di confidenza” con la scrittura dell’imprenditore campano.

Oltre ai “pizzini”, ci sono le dichiarazioni – da riscontrare – di Alfredo Mazzei: anche il commercialista ed esponente del Pd parla di un incontro tra Romeo e Tiziano Renzi. Il padre dell’ex premier ha sempre negato di aver incontrato Romeo. In un’intervista a Repubblica del 3 marzo Mazzei ai cronisti che gli chiedevano di una cena tra Russo, Romeo e Tiziano Renzi, risponde: “Da quel che mi disse Alfredo, cenarono o pranzarono insieme. (…) Romeo mi riferì che si videro in una sorta di ‘bettola’, una trattoria senza pretese”.

Ma la principale grana per Tiziano Renzi riguarda la testimonianza di Luigi Marroni. L’ad di Consip non ha risposto alle domande dell’avvocato di Tiziano Renzi che lo aveva convocato per le sue indagini difensive. La sua è una delle versioni da verificare. Ai pm Marroni ha rivelato: “Tiziano Renzi, qualche mese dopo il mio insediamento in Consip (…) mi chiese (…) di incontrarlo di persona perché voleva parlarmi. (…) Mi recai a Firenze e lo incontrai per strada, nella zona del Bargello. Tiziano Renzi mi disse subito che mi aveva chiesto quel incontro perché voleva chiedermi di ricevere un suo amico imprenditore a nome Russo che voleva partecipare a delle gare d’appalto indette da Consip; Tiziano Renzi mi chiese di fare il possibile per assecondare le richieste del Russo”.

Stando al racconto di Marroni l’incontro con l’imprenditore di Scandicci ci fu: “Russo mi disse in concreto che tramite una società, di cui non ricordo il nome ma disse che era a lui riferibile, stava partecipando alla gara d’appalto di Consip (…) (credo potesse trattarsi proprio della gara Fm4…) e in modo esplicito mi chiese di attivarmi sulla commissione da me nominata al fine di aumentare il punteggio tecnico relativo all’offerta presentata dalla società da lui segnalata di modo da favorirlo; Carlo Russo per rafforzare la sua richiesta, mi disse in modo esplicito che questo affare non interessava solo lui ma dietro la società che lui stava rappresentando vi erano gli interessi di Denis Verdini”.

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