Ci sono quattro indagati nella nuova Parentopoli sugli appalti della sanità campana. Si tratta del provveditore dell’Asl Napoli 1, Loredana Di Vico, e dei fratelli Vincenzo, Rosario e Claudia Dell’Accio. Sono in corso perquisizioni e sequestri tra Napoli, Salerno, Caserta e Milano. Secondo l’ipotesi accusatoria di turbativa d’asta formulata dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza, agli ordini del colonnello Giovanni Salerno, e ribadita dal pm di Napoli Valter Brunetti, la dottoressa Di Vico avrebbe manipolato le procedure di aggiudicazione delle forniture di apparecchi elettromedicali all’Asl più grande del meridione, per favorire le imprese Lga srl, Maflamed srl, Vicamed srl, Soteme srl, Fed Medical Srl, Euromed sas, gestite di fatto da Vincenzo Dell’Accio, il compagno del provveditore.
Il presunto meccanismo fraudolento poggiava su un assunto: far risultare le società di Dell’Accio “fornitrici esclusive” di prodotti elettromedicali e di consumo utili all’Asl, in modo da aggirare gli obblighi ordinari di messa a gara, e così affidare direttamente le commesse alle società del compagno del provveditore agli acquisti, intorno alle quali avevano rapporti economici anche i due fratelli Dell’Accio indagati. Ma il lavoro della Finanza avrebbe appurato che sul mercato operava direttamente la casa madre, per la vendita degli stessi prodotti, a costi molto più bassi. Viene contestato un incremento dei costi sino al 300% che se quegli stessi beni fossero stati acquistati con gara pubblica, presso altri rivenditori o direttamente presso la stessa multinazionale produttrice che agisce sul territorio attraverso propri agenti.
In questo modo, secondo l’informativa agli atti della Procura, sarebbero stati acquistati beni a prezzi “fuori mercato” per almeno due milioni di euro nell’ultimo triennio. Le società di Dell’Accio sarebbero state schermate da prestanome e protette dalla complicità di alcuni agenti delle più note multinazionali del settore. Le perquisizioni della Finanza seguono di un mese i provvedimenti cautelari eseguiti nei confronti di figure di spicco dell’ospedale oncologico Pascale di Napoli e anche lì l’inchiesta della Procura – pm Celestina Carrano ed Henry John Woodcock – avrebbe rivelato l’esistenza di un meccanismo per favorire la moglie di un primario nell’aggiudicazione delle forniture di alcuni apparecchi elettromedicali attraverso la dichiarazione di ‘infungibilità’, ovvero dichiarando il prodotto da acquistare “non sostituibile con un altro della stessa specie”.
Nel mirino degli inquirenti ci sono alcune forniture agli ospedali San Giovanni Bosco, Ascalesi, San Paolo e San Gennaro. Si fa riferimento, tra l’altro, all’acquisto di un radio bisturi costato 291.000 euro, di un apparecchio per laringoscopie a fibre ottiche costato 28.000 euro, e di materiale per ‘implementazione sistema video’ per 85.000 euro. Prezzi che la sezione reati contro la pubblica amministrazione della Procura, guidata dall’aggiunto Alfonso D’Avino, ritiene in qualche modo ‘gonfiati’. Nel fascicolo dell’inchiesta si fa riferimento ad un sequestro eseguito negli anni scorsi anche a carico di Claudia Dell’Accio, sorella di Vincenzo Dell’Accio, il compagno del provveditore Di Vico, nell’ambito di un’altra indagine sulle ‘doppie fatturazioni’, beni e servizi fatti pagare due volte all’Asl. Il presunto danno alle casse pubbliche, da coprire attraverso il sequestro per equivalente, fu calcolato in circa due milioni e mezzo di euro.
Cronaca
Napoli, parentopoli all’Asl 1: “Favorite le imprese del compagno del provveditore”. Quattro indagati
La dottoressa Loredana Di Vico avrebbe manipolato le procedure per la fornitura di apparecchi elettromedicali all’Asl più grande del meridione per favorire le imprese gestite di fatto da Vincenzo Dell’Accio, compagno del provveditore. Un giro di affari calcolato in due milioni di euro in tre anni, con ricarichi fino al 300% per i conti della Azienda sanitaria
Ci sono quattro indagati nella nuova Parentopoli sugli appalti della sanità campana. Si tratta del provveditore dell’Asl Napoli 1, Loredana Di Vico, e dei fratelli Vincenzo, Rosario e Claudia Dell’Accio. Sono in corso perquisizioni e sequestri tra Napoli, Salerno, Caserta e Milano. Secondo l’ipotesi accusatoria di turbativa d’asta formulata dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza, agli ordini del colonnello Giovanni Salerno, e ribadita dal pm di Napoli Valter Brunetti, la dottoressa Di Vico avrebbe manipolato le procedure di aggiudicazione delle forniture di apparecchi elettromedicali all’Asl più grande del meridione, per favorire le imprese Lga srl, Maflamed srl, Vicamed srl, Soteme srl, Fed Medical Srl, Euromed sas, gestite di fatto da Vincenzo Dell’Accio, il compagno del provveditore.
Il presunto meccanismo fraudolento poggiava su un assunto: far risultare le società di Dell’Accio “fornitrici esclusive” di prodotti elettromedicali e di consumo utili all’Asl, in modo da aggirare gli obblighi ordinari di messa a gara, e così affidare direttamente le commesse alle società del compagno del provveditore agli acquisti, intorno alle quali avevano rapporti economici anche i due fratelli Dell’Accio indagati. Ma il lavoro della Finanza avrebbe appurato che sul mercato operava direttamente la casa madre, per la vendita degli stessi prodotti, a costi molto più bassi. Viene contestato un incremento dei costi sino al 300% che se quegli stessi beni fossero stati acquistati con gara pubblica, presso altri rivenditori o direttamente presso la stessa multinazionale produttrice che agisce sul territorio attraverso propri agenti.
In questo modo, secondo l’informativa agli atti della Procura, sarebbero stati acquistati beni a prezzi “fuori mercato” per almeno due milioni di euro nell’ultimo triennio. Le società di Dell’Accio sarebbero state schermate da prestanome e protette dalla complicità di alcuni agenti delle più note multinazionali del settore. Le perquisizioni della Finanza seguono di un mese i provvedimenti cautelari eseguiti nei confronti di figure di spicco dell’ospedale oncologico Pascale di Napoli e anche lì l’inchiesta della Procura – pm Celestina Carrano ed Henry John Woodcock – avrebbe rivelato l’esistenza di un meccanismo per favorire la moglie di un primario nell’aggiudicazione delle forniture di alcuni apparecchi elettromedicali attraverso la dichiarazione di ‘infungibilità’, ovvero dichiarando il prodotto da acquistare “non sostituibile con un altro della stessa specie”.
Nel mirino degli inquirenti ci sono alcune forniture agli ospedali San Giovanni Bosco, Ascalesi, San Paolo e San Gennaro. Si fa riferimento, tra l’altro, all’acquisto di un radio bisturi costato 291.000 euro, di un apparecchio per laringoscopie a fibre ottiche costato 28.000 euro, e di materiale per ‘implementazione sistema video’ per 85.000 euro. Prezzi che la sezione reati contro la pubblica amministrazione della Procura, guidata dall’aggiunto Alfonso D’Avino, ritiene in qualche modo ‘gonfiati’. Nel fascicolo dell’inchiesta si fa riferimento ad un sequestro eseguito negli anni scorsi anche a carico di Claudia Dell’Accio, sorella di Vincenzo Dell’Accio, il compagno del provveditore Di Vico, nell’ambito di un’altra indagine sulle ‘doppie fatturazioni’, beni e servizi fatti pagare due volte all’Asl. Il presunto danno alle casse pubbliche, da coprire attraverso il sequestro per equivalente, fu calcolato in circa due milioni e mezzo di euro.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".