Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sì al rafforzamento della difesa, ma senza toccare i fondi di coesione; no all'invio di truppe italiane in Ucraina, tema che "non è mai stato all'ordine del giorno", come pure l'esercito comune europeo; Europa e Usa devono restare uniti, perché è "inimmaginabile" costruire delle "efficaci garanzie di sicurezza" dividendo le due sponde dell'Atlantico; e sui dazi, bisogna evitare "rappresaglie'' e trovare "soluzioni di buonsenso" provando a scongiurare una guerra commerciale con Donald Trump. Davanti alla platea di Palazzo Madama, la premier Giorgia Meloni ha tracciato ieri la linea che il governo italiano porterà al tavolo del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo, dove si parlerà di Ucraina e del maxi-piano di riarmo targato Ursula von der Leyen. Una posizione, quella dell'esecutivo, sintetizzata nella risoluzione in 12 punti della maggioranza, frutto di un paziente lavoro di mediazione che ha visto protagonista il ministro degli Affari Ue Tommaso Foti, oltre ai capigruppo del centrodestra.
Alla sinistra della premier ha preso posto il ministro degli Esteri Antonio Tajani; alla destra, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Assente il vicepremier leghista Matteo Salvini, all'estero per impegni istituzionali. Ma il ministro delle Infrastrutture ha tenuto in mattinata ad augurare 'in bocca al lupo' a Meloni in una telefonata che i rispettivi staff definiscono "cordiale e amichevole". I due, si leggeva in una nota, hanno scherzato "sugli ennesimi retroscena che raccontano di presunti litigi" nel governo: la Lega è "il collante della maggioranza", ribadiva Salvini a Meloni durante il colloquio.
Meloni ha preso la parola in Aula sottolineando l'importanza dell'attuale momento storico, "decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente". E' partita dai temi economici ed energetici, il capo del governo: competitività (l'Europa non deve rassegnarsi "al ruolo di gregario"); decarbonizzazione "sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini"; automotive, settore "strategico" che "non può essere abbandonato al proprio destino"; semplificazione, perché - ha messo in guardia Meloni - "se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, non sopravviverà"; sicurezza ed interconnessioni energetiche, nell'ottica del Piano Mattei caro all'Italia; completamento dell'Unione dei mercati dei capitali per stimolare gli investimenti privati.
Non è formalmente nell'agenda del Consiglio europeo, ma il tema dei dazi americani aleggia sul prossimo summit Ue e anche sull'Aula di Palazzo Madama. Meloni non è sfuggita alla questione, vista la sua delicatezza per una Nazione esportatrice come l'Italia: il quadro "è complesso", ha ammesso la premier, ma bisogna lavorare "con concretezza e pragmatismo" per trovare un'intesa con gli Usa di Trump, evitando "rappresaglie" e scongiurando, così, una "guerra commerciale" che secondo Meloni "non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa".
Migranti e Medio Oriente sono altri due argomenti affrontati da Meloni nel suo discorso: l'Italia, ha detto la leader di Fdi, segue "con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi alla Corte di Giustizia, relativo ai trattenimenti in Albania" e auspica "che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio". Meloni poi non ha nascosto la sua "grande preoccupazione" per la ripresa dei combattimenti a Gaza, così come per la situazione in Siria.
A proposito del conflitto russo-ucraino, Meloni ha ricordato il "massimo sostegno" che il governo sin dall'inizio della guerra ha garantito a Kiev: una scelta di campo "rimasta immutata", ha rivendicato, "non soltanto per Fratelli d'Italia, ma per l'intera maggioranza di centrodestra". Meloni ha salutato con favore la nuova fase di negoziati, dichiarando il suo sostegno per "gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump".
E' l'unità tra Ue e Usa, il concetto che l'inquilina di Palazzo Chigi si è sforzata di rimarcare: "Non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l'Europa e gli Stati Uniti". E' giusto, ha osservato Meloni, "che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la Nato" e chi prova a scavare "un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori". La presidente di Fratelli d'Italia ha poi ribadito quanto già dichiarato in diversi consessi, nelle ultime settimane: l'invio di truppe italiane in Ucraina "non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee - proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia - sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Altro grande tema in discussione è stato il potenziamento della difesa del Vecchio Continente. Meloni è tornata a bocciare il nome del piano 'ReArm Europe', definendolo "fuorviante per i cittadini". Ma la questione posta da Meloni non è soltanto semantica. L'annuncio dello stanziamento di 800 miliardi per la difesa da parte della Commissione Ue è "roboante" rispetto alla realtà, ha sottolineato Meloni, perché quelle non sono "risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa né risorse aggiuntive europee". A questo proposito, la premier ha ricordato il fermo 'no' del governo all'ipotesi di spostare i fondi di coesione destinati alle aree svantaggiate del Sud sul settore difesa.
I conti pubblici vanno preservati, nonostante il loro stato di salute sia "molto buono" e una manovra correttiva non sia "nei radar" del governo. Per questo, ha spiegato, l'Italia "valuterà con grande attenzione l'opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal piano" che prevedono anche il ricorso a deficit aggiuntivo.
La strada indicata dal governo italiano va nella direzione di un meccanismo di garanzie pubbliche europee sul modello 'InvestEu' "per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa".
Due i passaggi più applauditi del discorso di Meloni: il riferimento a Papa Francesco, al quale la premier ha augurato una pronta guarigione, e la solidarietà nei confronti del Capo dello Stato Sergio Mattarella, più volte attaccato dal Cremlino. La citazione di Pericle ha chiuso l'intervento della presidente del Consiglio: "La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio".
Nonostante le fibrillazioni che hanno attraversato il centrodestra negli ultimi giorni, le comunicazioni di Meloni non hanno deluso le aspettative della Lega. Il Carroccio - sotto i riflettori per il suo voto contrario al piano von der Leyen a Strasburgo - ha espresso il suo apprezzamento per un discorso che "va nella giusta direzione, fortemente auspicata da Salvini", ossia: "Niente truppe italiane in Ucraina e nessuna ipotesi di esercito europeo, nessun taglio ai fondi per lo sviluppo e nessun accenno a un debito comune europeo, massimo sostegno all'impegno di Donald Trump per la pace e investimenti per la sicurezza in Italia". La risoluzione di maggioranza alla fine è passata con 109 sì, 69 contrari e 4 astenuti. Oggi il bis alla Camera dei deputati. (di Antonio Atte)
Francesco De Palo
Giornalista freelance e scrittore
Mondo - 12 Aprile 2017
Grecia, la crisi ha molti padri: parliamo dell’ultimo, Tsipras?
Non c’è destra, sinistra, centro o socialismo in ciò che sta accadendo in Grecia. Non sono le idee o i partiti a dover bere una volta per tutte una buona dose di cicuta: ma la mediocrità di uomini che ingannano, fuorviano, illudono, per poi, un attimo dopo, fare peggio dei propri nemici. Dopo 4 tagli in sei anni a stipendi, pensioni e indennità ecco un’altra sforbiciata alle pensioni, grazie alla riforma firmata dal ministro del lavoro Georgios Katrugalos che si scontra con nessun provvedimento per favorire invece nuova occupazione. Un altro taglio del 25% a partire dal 2019 e del 15% per chi ha fatto domanda nel 2016.
Uno scenario che cozza con i proclami di Alexis Tsipras che, anche dopo una campagna elettorale condotta a suon di tuoni contro l’Ue (con slogan come “la Troika è il passato; il voto contro l’austerità è stato forte e chiaro; il futuro non è l’austerità; la speranza ha vinto”), inneggiava a una fantomatica griglia di nuove proposte per far uscire la Grecia dalla recessione. Invece resta immutata, nonostante sacrifici ai ceti medi e bassi e nonostante una guida incertissima per un Paese altrettanto incerto.
Sarebbe stato meglio scegliere delle due l’una: avrebbe dovuto o, in coerenza con quanto promesso agli elettori, fare una battaglia seria e potabile contro Bruxelles (con proposte credibili) oppure, stando agli impegni (forse?) presi in separata sede con Berlino, evitare almeno questo doppio ruolo di “Masaniello” nei giorni pari e coniglio in quelli dispari. Con nel mezzo la povera gente che affonda ogni giorno di più.
Nel pamphlet Greco. Eroe d’Europa che ho scritto nel 2014, ho raccontato molto del malaffare ellenico e in maniera assolutamente trasversale. Senza sconti, anzi, con più di qualche reazione non benevola nei miei riguardi che, anche la traduzione in lingua greca, mi ha causato. Chi oggi si sente toccato da analisi, valutazioni di merito e semplici fatti messi in fila con oggettività, fa peggio dei predecessori.
Perché la Spagna, senza un governo, è riuscita con fatica a tirarsi fuori dalle sabbie mobili? Perché in quel Paese ci sono un Gran Premio di F1, un Motomondiale, marchi di moda che stanno macinando utili come Zara, Desigual, Stradivarius? Vogliamo parlare dell’Information and communication technology (Ict)? Prima Madrid ha recepito tutte le linee guida europee emesse e oggi, grazie all’Agenda digitale europea, può dire la sua: negli ultimi due lustri ha fatto segnare una delle più alte crescite in Europa con i 97 miliardi di euro del 2015, che rappresentano il 4,9% del Pil con 32.000 aziende e 453.000 posti di lavoro.
In Grecia, invece fiumi di parole sfociati in quel grande lago velenoso che si chiama retorica, grandi slogan contro la disuguaglianza, contro il neoliberismo (che poi in realtà non esiste, mentre invece ci sono, in antitesi, il liberismo e lo statalismo). Tra l’altro, di liberismo in Grecia forse non se n’è mai vista davvero nemmeno una goccia, dal momento che sindacati e caste sono lì immobili come totem da decenni, anch’essi causa dello status quo, producendo una classe dirigente al cui confronto gli amministratori di Alitalia sono degli statisti.
E la Grecia oggi? Niente tax free zone, niente facilitazioni ai pensionati stranieri come Valencia e Tenerife, zero liberalizzazioni o stimoli concreti alla ripresa. Tranne casi isolati, legati a nuovi investimenti stranieri come il mega stabilimento per le sigarette elettroniche di Philip Morris e le speranze legate alla scoperta del tartufo sulle Meteore e al probabile (e auspicabile) indotto dei containers legato a Cosco Cina che ha preso il Pireo, il resto è nulla.
“Prokorame mazì” (“procediamo insieme”), scrive il premier Tsipras sui sei per tre targati Syriza: ma di questo passo si finirà tutti nel burrone.
twitter@FDepalo
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Siria, Trump: ‘Assad? Un animale. Putin sostiene persona diabolica’. Mosca: ‘Assurdo smettere di appoggiare il leader siriano’
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Mondo
Da telefonata Trump-Putin primo passo per la pace: stop attacchi alle linee energetiche. Zelensky accetta, ma mette in guardia: “Mosca vuole solo indebolirci”
Politica
Meloni sminuisce il piano di riarmo Ue: ‘Un annuncio roboante rispetto a realtà’. E attacca: ‘Chi parla di tagli al welfare inganna i cittadini’
Zonaeuro
Von der Leyen spinge l’Ue verso lo scontro con la Russia: “Se vuole evitarlo, si prepari alla guerra”
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".
Washington, 19 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno in Arabia Saudita per colloqui su un cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo ha dichiarato a Fox News l'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff. Parlando poche ore dopo la lunga telefonata fra il presidente americano Donald Trump con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff ha affermato che i colloqui su un accordo di cessate il fuoco "inizieranno domenica a Gedda".
Riferendosi a un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero, Witkoff afferma: "Penso che entrambi siano ora concordati con i russi. Sono fiducioso che gli ucraini saranno d'accordo".
Ankara, 19 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dai media, la polizia turca ha arrestato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, uno dei principali avversari politici del presidente Recep Tayyip Erdogan, nell'ambito di un'indagine su presunti legami con corruzione e terrorismo. L'agenzia statale Anadolu Agency afferma che i procuratori hanno emesso mandati di cattura per circa altre 100 persone. Le autorità hanno chiuso diverse strade intorno a Istanbul e vietato le manifestazioni in città per quattro giorni, in un apparente tentativo di prevenire le proteste dopo l'arresto.
La Turchia sta inoltre limitando l'accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, ha affermato l'osservatorio Internet Netblocks. L'arresto è avvenuto dopo una perquisizione della casa di Ekrem Imamoglu, un giorno dopo che un'università aveva invalidato il suo diploma di laurea, squalificando di fatto la popolare figura dell'opposizione dalla corsa alla presidenza. Avere una laurea è un requisito per candidarsi alle elezioni secondo la legge turca.
Il partito del sindaco, il principale partito di opposizione Republican People's Party, terrà le primarie domenica, dove Imamoglu dovrebbe essere scelto come candidato per le future elezioni presidenziali. Le prossime elezioni presidenziali in Turchia sono previste per il 2028, ma sono probabili elezioni anticipate. "Stiamo affrontando una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi scoraggerò", afferma Imamoglu in un messaggio video pubblicato sui social media. Accusa il governo di "usurpare la volontà" del popolo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sì al rafforzamento della difesa, ma senza toccare i fondi di coesione; no all'invio di truppe italiane in Ucraina, tema che "non è mai stato all'ordine del giorno", come pure l'esercito comune europeo; Europa e Usa devono restare uniti, perché è "inimmaginabile" costruire delle "efficaci garanzie di sicurezza" dividendo le due sponde dell'Atlantico; e sui dazi, bisogna evitare "rappresaglie'' e trovare "soluzioni di buonsenso" provando a scongiurare una guerra commerciale con Donald Trump. Davanti alla platea di Palazzo Madama, la premier Giorgia Meloni ha tracciato ieri la linea che il governo italiano porterà al tavolo del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo, dove si parlerà di Ucraina e del maxi-piano di riarmo targato Ursula von der Leyen. Una posizione, quella dell'esecutivo, sintetizzata nella risoluzione in 12 punti della maggioranza, frutto di un paziente lavoro di mediazione che ha visto protagonista il ministro degli Affari Ue Tommaso Foti, oltre ai capigruppo del centrodestra.
Alla sinistra della premier ha preso posto il ministro degli Esteri Antonio Tajani; alla destra, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Assente il vicepremier leghista Matteo Salvini, all'estero per impegni istituzionali. Ma il ministro delle Infrastrutture ha tenuto in mattinata ad augurare 'in bocca al lupo' a Meloni in una telefonata che i rispettivi staff definiscono "cordiale e amichevole". I due, si leggeva in una nota, hanno scherzato "sugli ennesimi retroscena che raccontano di presunti litigi" nel governo: la Lega è "il collante della maggioranza", ribadiva Salvini a Meloni durante il colloquio.
Meloni ha preso la parola in Aula sottolineando l'importanza dell'attuale momento storico, "decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente". E' partita dai temi economici ed energetici, il capo del governo: competitività (l'Europa non deve rassegnarsi "al ruolo di gregario"); decarbonizzazione "sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini"; automotive, settore "strategico" che "non può essere abbandonato al proprio destino"; semplificazione, perché - ha messo in guardia Meloni - "se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, non sopravviverà"; sicurezza ed interconnessioni energetiche, nell'ottica del Piano Mattei caro all'Italia; completamento dell'Unione dei mercati dei capitali per stimolare gli investimenti privati.
Non è formalmente nell'agenda del Consiglio europeo, ma il tema dei dazi americani aleggia sul prossimo summit Ue e anche sull'Aula di Palazzo Madama. Meloni non è sfuggita alla questione, vista la sua delicatezza per una Nazione esportatrice come l'Italia: il quadro "è complesso", ha ammesso la premier, ma bisogna lavorare "con concretezza e pragmatismo" per trovare un'intesa con gli Usa di Trump, evitando "rappresaglie" e scongiurando, così, una "guerra commerciale" che secondo Meloni "non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa".
Migranti e Medio Oriente sono altri due argomenti affrontati da Meloni nel suo discorso: l'Italia, ha detto la leader di Fdi, segue "con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi alla Corte di Giustizia, relativo ai trattenimenti in Albania" e auspica "che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio". Meloni poi non ha nascosto la sua "grande preoccupazione" per la ripresa dei combattimenti a Gaza, così come per la situazione in Siria.
A proposito del conflitto russo-ucraino, Meloni ha ricordato il "massimo sostegno" che il governo sin dall'inizio della guerra ha garantito a Kiev: una scelta di campo "rimasta immutata", ha rivendicato, "non soltanto per Fratelli d'Italia, ma per l'intera maggioranza di centrodestra". Meloni ha salutato con favore la nuova fase di negoziati, dichiarando il suo sostegno per "gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump".
E' l'unità tra Ue e Usa, il concetto che l'inquilina di Palazzo Chigi si è sforzata di rimarcare: "Non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l'Europa e gli Stati Uniti". E' giusto, ha osservato Meloni, "che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la Nato" e chi prova a scavare "un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori". La presidente di Fratelli d'Italia ha poi ribadito quanto già dichiarato in diversi consessi, nelle ultime settimane: l'invio di truppe italiane in Ucraina "non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee - proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia - sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Altro grande tema in discussione è stato il potenziamento della difesa del Vecchio Continente. Meloni è tornata a bocciare il nome del piano 'ReArm Europe', definendolo "fuorviante per i cittadini". Ma la questione posta da Meloni non è soltanto semantica. L'annuncio dello stanziamento di 800 miliardi per la difesa da parte della Commissione Ue è "roboante" rispetto alla realtà, ha sottolineato Meloni, perché quelle non sono "risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa né risorse aggiuntive europee". A questo proposito, la premier ha ricordato il fermo 'no' del governo all'ipotesi di spostare i fondi di coesione destinati alle aree svantaggiate del Sud sul settore difesa.
I conti pubblici vanno preservati, nonostante il loro stato di salute sia "molto buono" e una manovra correttiva non sia "nei radar" del governo. Per questo, ha spiegato, l'Italia "valuterà con grande attenzione l'opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal piano" che prevedono anche il ricorso a deficit aggiuntivo.
La strada indicata dal governo italiano va nella direzione di un meccanismo di garanzie pubbliche europee sul modello 'InvestEu' "per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa".
Due i passaggi più applauditi del discorso di Meloni: il riferimento a Papa Francesco, al quale la premier ha augurato una pronta guarigione, e la solidarietà nei confronti del Capo dello Stato Sergio Mattarella, più volte attaccato dal Cremlino. La citazione di Pericle ha chiuso l'intervento della presidente del Consiglio: "La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio".
Nonostante le fibrillazioni che hanno attraversato il centrodestra negli ultimi giorni, le comunicazioni di Meloni non hanno deluso le aspettative della Lega. Il Carroccio - sotto i riflettori per il suo voto contrario al piano von der Leyen a Strasburgo - ha espresso il suo apprezzamento per un discorso che "va nella giusta direzione, fortemente auspicata da Salvini", ossia: "Niente truppe italiane in Ucraina e nessuna ipotesi di esercito europeo, nessun taglio ai fondi per lo sviluppo e nessun accenno a un debito comune europeo, massimo sostegno all'impegno di Donald Trump per la pace e investimenti per la sicurezza in Italia". La risoluzione di maggioranza alla fine è passata con 109 sì, 69 contrari e 4 astenuti. Oggi il bis alla Camera dei deputati. (di Antonio Atte)
Gaza, 19 mar. (Adnkronos) - Fonti di Gaza riferiscono che sono in corso attacchi aerei in diverse zone della Striscia, mentre i bombardamenti notturni sembrano proseguire a ritmo serrato. La difesa civile dell'enclave afferma che 13 persone sono state uccise negli attacchi durante la notte.
Sono stati segnalati attacchi da parte di aerei israeliani nei pressi di Khan Younis, nel sud di Gaza, nonché in diverse aree a sud di Gaza City, vicino all'estremità settentrionale della Striscia.
Quds news, un'emittente di Gaza legata ad Hamas, afferma che il bilancio delle vittime nella rinnovata offensiva israeliana è salito a 429. Le autorità sanitarie controllate da Hamas avevano precedentemente stimato il bilancio delle vittime a 408.