Pochi euro in cambio di prestazioni sessuali con un 13enne romeno, ma secondo gli inquirenti ci sono almeno 15 ragazzini coinvolti. I carabinieri hanno arrestato Vincenzo Vinciguerra, 69enne barese, e Pasquale Marziliano, 74enne di Bitetto, nell’ambito di un’indagine su un presunto giro di prostituzione minorile nei pressi dello stadio San Nicola di Bari. I due sono in carcere con l’accusa di atti sessuali con un minore. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Bari, hanno in corso indagini su numerosi episodi che sembrano coinvolgere diversi minorenni, alcuni dei quali, come il 13enne già identificato, residenti nel campo rom del quartiere Carbonara. Nei due episodi contestati agli uomini, risalenti al 31 marzo e 2 aprile 2017, i due hanno convinto l’adolescente a salire a bordo della loro auto e, giunti in una campagna a Sannicandro, hanno compiuto atti sessuali con lui in cambio di 20 euro ciascuno. “Atti sessuali similari – si legge nell’imputazione – che ponevano in essere nei confronti del minore anche in precedenti occasioni di incontro, il tutto circuendo il minore mediante offerte di alimenti, dolciumi, sigarette al fine di rabbonirlo e ingraziarlo alle loro volontà concupiscenti”.
L’indagine è partita nel dicembre scorso sulla base di numerose segnalazioni fatte alla polizia municipale. I sopralluoghi effettuati nel campo rom nei pressi dello stadio, in coordinamento con gli uffici giudiziari del tribunale dei Minori “interessato a stabilire se vi fossero minorenni di etnia rom in precarie condizioni di vita o in stato di abbandono”, hanno consentito di identificare intere famiglie. La svolta è poi arrivata in concomitanza con il servizio della trasmissione televisiva Le Iene, quando due minori sono stati affidati a una struttura protetta e il campo rom sgomberato. “Due uomini adulti che si fanno forti del denaro e di piccoli regali per convincere un bambino bisognoso di soli 13 anni ad accompagnarsi a loro e a sottostare ai bisogni carnali e alle loro laide condotte per poi retribuirlo con banconote di modicissimo valore ed indurlo a sottomettersi alle loro richieste, – scrivono i magistrati – non possono che incarnare alla perfezione l’ideale degli orchi approfittatori, subdoli ed immorali che sfruttano la minorata difesa della loro vittima per dare concretezza ad istinti riprovevoli”.
Dalle indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali e da appostamenti, è emerso che i due anziani arrestati si intrattenevano con diversi minorenni nei pressi di un bar nel quartiere Poggiofranco di Bari, offrendo loro panini e bibite per poi allontanarsi con l’auto e appartarsi nelle campagne della provincia per compiere atti sessuali. Gli inquirenti baresi che hanno disposto l’arresto dei due anziani parlano di “elevata perversione degli indagati che hanno la disponibilità di un ampio panorama di giovani cui attingere a mo’ di riserva o serbatoio per appagare costantemente e senza soluzione di continuità i loro turpi desideri sessuali”. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, infatti, i due, temendo di essere scoperti, hanno deciso di distruggere le tracce dei loro incontri strappando le pagine di un’agenda su cui avevano annotato nomi e numeri di telefono di almeno una quindicina di ragazzi, molti minorenni. Negli ultimi 10 anni i due sono stati controllati dalla polizia vicino lo stadio una ventina di volte, spesso in compagnia di ragazzi molto giovani. Negli atti della magistratura barese si parla di “due personalità traviate: assidui e regolari frequentatori di soggetti di minore età, di nazionalità straniera (in particolare di etnia rom e estrazione est-europea), pronti a soddisfare i propri desideri carnali e le fantasie sessuali profittando della precaria condizione economica e del disagio vissuto dai ragazzini che, inconsapevoli o meno, venivano attirati dalla promessa e dalla dazione di denaro e/o di altre regalie (cibo, sigarette, ecc.)”.