“Se c’è stata falsificazione da parte di un carabiniere evidentemente è un fatto grave, ma io non vivo di complotti”. Così l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, ospite a Otto e mezzo (La7), dopo che il capitano del Noe di Napoli Giampaolo Scafarto è stato indagato per falso materiale e ideologico, perché avrebbe manipolato gli atti dell’inchiesta Consip: “La politica nei confronti della magistratura – ha aggiunto Renzi – non deve essere né timida né arrogante. Ma mi faccia dire qualcosa: a me possono dirmi di tutto, ma mi combattano con le armi della politica”. L’ex premier accusa il M5S di fare demagogia raccontando cose false sul caso Consip: “Ragioniamo di politica – Prosegue Renzi – Male non fare paura non avere”. “Lo dice anche Travaglio“, ribatte la Gruber. La controreplica dell’ex premier è pungente: “Una volta al giorno Travaglio può dire cose esatte. Avrebbe potuto chiedere scusa a mio padre per aver scritto cose false, ma lo farà in tribunale. Invece di fare Il fatto quotidiano fa il falso quotidiano. Il tempo del buonismo è finito, ho chiamato un avvocato, sono pronto a chiedere un risarcimento danni a tutti quelli che li hanno combinati. Per me la parte di quello che sta buono e zitto è finita, sono quello che va in tribunale e dice quello che c’è da dire”. Infine chiosa sulla questione Report e L’Unità: “Penso che Bonifazi abbia già querelato. È pura follia, l’unica risposta a questa cosa è una firma sotto una querela”.
Il direttore del Fatto, a nome della testata, ha replicato in una nota all’Ansa: “Con grave sprezzo del ridicolo, il signor Matteo Renzi a Otto e mezzo tenta di spostare l’attenzione dalle indagini – che coinvolgono suo padre e vari suoi amici – sul Fatto quotidiano, che ha l’unico torto di raccontarle”. “Con grave sprezzo della verità – aggiunge – il signor Renzi sostiene che mi sarei sottratto a un’udienza di conciliazione nella causa civile intentata da suo padre al Fatto quotidiano e al sottoscritto per alcuni articoli che riferivano spiacevoli (per lui) verità: si trattava invece di un’udienza di comparizione delle parti, che richiedeva esclusivamente la presenza degli avvocati. Con grave sprezzo del diritto, infine, il signor Renzi dimostra una scarsissima conoscenza della giurisprudenza (in cui peraltro risulterebbe laureato), asserendo che io sarei ‘scappato’ dal Tribunale di Firenze. Si informi presso i suoi avvocati o si trovi qualcuno che capisca di leggi e scoprirà che nelle cause civili non è prevista la presenza dei denunciati, ma solo dei loro avvocati, trattandosi di processi che si celebrano in camera di consiglio sulla base di atti scritti”.
Travaglio conclude ricordando di avere “una lunga esperienza di cause civili, intentatemi da personaggi ben più preoccupanti di lui e del suo babbo, per esempio dal suo co-riformatore costituzionale Silvio Berlusconi che a suo tempo ci provò più volte e uscì regolarmente sconfitto”. “Non ho avuto paura dei Berlusconi, dei Dell’Utri, dei Previti – dichiara il direttore del Fatto – figurarsi se mi spaventano le minacce di questo bulletto e della sua famigliola. Quando sarà denunciato da me e dal Fatto Quotidiano, da lui diffamato come ‘Falso quotidiano’, non mi meraviglierò della sua assenza dal tribunale né lo accuserò di ‘scappare’: preferirò credere che abbia finalmente deciso di mantenere la leggendaria promessa di ritirarsi a vita privata in caso di sconfitta al referendum costituzionale. Sconfitta che, casomai gli fosse sfuggita, si è verificata il 4 dicembre scorso”.