Si sa che la cruda quotidianità rappresenta sempre il più severo banco di prova delle passioni vere e la cronaca dei nostri giorni sembra tutt’altro che ospitale per i cultori di quella sorta di sport estremo in cui sembra essersi ormai trasformata la frequentazione dei libri. Leggi, compulsi, ricerchi, sottolinei, glossi, assapori volumi diversi (cartacei o elettronici) in base a una consolidata e gustosa pratica che non avvertiresti alcun bisogno di giustificare, se non fosse che coi tempi che corrono potresti perfino rischiare di sentirti una bestia rara.
Apologeti dell’università in “formato Ikea” (per carità, si studi solo ciò che “serve”), librerie storiche e teatri prestigiosi che chiudono, un pubblico di lettori ridotto a percentuali nazionali in caduta libera, titoli e competenze da curriculum clamorosamente sminuiti da un inqualificabile ministro del Lavoro in favore del solito e stantio “pappa e ciccia” da calcetto, esempi di (cosiddetto) intrattenimento televisivo da regressione neanderthaliana: tutto congiura per far apparire quanto mai negletto e squalificato il ruolo dei libri o di quella “cultura” che da sempre essi veicolano.
In un simile contesto, alcuni interrogativi solo apparentemente ingenui circa il valore della lettura o delle biblioteche, la loro specifica utilità o le funzioni alle quali esse assolvono riacquistano tutta la loro poderosa densità rivoluzionaria, soprattutto se a porre la questione è uno degli autori più trascinanti e irresistibili della storia della letteratura, come Federico Garcia Lorca, gigante della poesia e del teatro europeo, fucilato a soli 38 anni dai sicari franchisti.
Nel recentissimo saggio intitolato E poi libri, e ancora libri (Lindau, Torino 2017), Lucilio Santoni traduce il discorso inedito pronunciato dal poeta spagnolo per l’inaugurazione della biblioteca del villaggio natale di Fuente Vaqueros, affiancando ad esso una propria stimolante riflessione circa i risvolti sociali, esistenziali ed emotivi del nostro rapporto con i libri. Più esattamente, Santoni delinea, attraverso un gioco di fluide associazioni e rapsodici rimandi, una sorta di galleria di presenze letterarie che costituiscono la sua personale biblioteca d’elezione, popolata di tutti quegli autori con cui ciascun lettore, sulla base delle sue preferenze ed assonanze individuali, intrattiene silenziosi dialoghi che talvolta durano una vita.
Il discorso pronunciato in occasione di una cerimonia pubblica in un paesino andaluso avrebbe potuto limitarsi a uno di quei tanti retorici discorsetti di prammatica che anche oggi può capitarci di ascoltare ad un qualsiasi taglio di nastro. Invece, la voce palpitante di Lorca riesce, da par suo, a solleticare le papille dell’immaginazione, a levarsi aerea oltre ogni plumbea pretesa di ammaestramento e a tratteggiare con pochi sapienti tocchi tutto l’incanto delle pagine scritte, fatte di folgorazioni, scoperte, novità, provocazioni, dove l’oggetto-libro è descritto come un vero e proprio genere di prima necessità, nonché come una “pietra lanciata in uno stagno immobile”.
Il libro appare insomma come un moltiplicatore portatile della fantasia, uno strumento che ci trasmette informazioni – spesso anche sconvenienti o poco note– sul mondo esterno, ma al tempo stesso ci consente di forgiare o ipotizzare universi alternativi, realtà futuribili che mettano in discussione il presente. Altrimenti perché mai così puntualmente attraverso i secoli, il potere costituito, sia politico che religioso, si sarebbe dato così tanta pena di proibire o bruciare cumuli enormi di “pericolosi” volumi? E poi penso alla sintesi folgorante di Auden: “A real book is not one that we read, but one that reads us”, poiché un libro è innanzitutto ed essenzialmente un antico ma efficacissimo dispositivo che agevola la conoscenza di sé e l’elaborazione delle proprie emozioni (meglio ancora se torbide, inconfessate o disturbanti: Nabokov docet).
E mentre leggo Lorca, colui che riuscì a dotare di vesti immaginifiche perfino la dittatura, personificandola nella figura femminile arcigna e spietata di Bernarda Alba (strepitosa pièce teatrale rappresentata anche lo scorso anno a Parigi in un interessante allestimento della comédie française per la regia di Lilo Baur), mi ritrovo a sorprendermi di come attraverso la sua scrittura anche la storia trita e ritrita dei libri e delle biblioteche, dalle tavole ai papiri, fino ai caratteri mobili di Gutenberg, riesca quasi a trasudare brividi di feticistica sensualità, a restituire il senso di un gusto autentico, viscerale, del pensare ed immaginare liberamente attraverso la carta.
E allora non posso fare a meno di ricordare con empatia, tutti quei diciottenni allergici alla lettura che recentemente si sono rivenduti via internet il bonus governativo erogato per l’acquisto dei libri, e mi chiedo come le cosiddette istituzioni potessero illudersi di “turlupinarli” con un’ipocrisia simile, quando è ormai noto anche al meno sveglio degli adolescenti che il livello di istruzione richiesto per la più anonima e mal pagata delle posizioni impiegatizie è, con la sua trafila di lauree, master e lingue straniere, sproporzionatamente superiore a quello di una classe politica nazionale il cui standard medio di competenza e cursus accademico appare (tra ministri non laureati, senatori parodiati per manifesto analfabetismo e così via) uno dei più scadenti d’Europa.
Chiunque abbia la fortuna di interagire con bimbi o ragazzi di giovane età sa bene che obblighi o discorsetti edificanti esercitano una persuasione mille volte inferiore a quella degli esempi concreti, della condivisione emotiva o della diretta visione della realtà. La molla più potente e infallibile per motivare gli esseri viventi ad un determinato comportamento è di solito quella di cui l’evoluzione stessa ci ha dotati, ovvero il piacere, la gioia o la gratificazione: mi chiedo allora se, forse, una breve esposizione intensiva a quelle pagine di Lorca possa magari arrivare a smuovere qualcosa in qualcuno dei diciottenni di cui sopra.
E magari potremmo provare a guardare affettuosamente negli occhi uno di loro e a domandargli: con quale consapevolezza di te stesso arderai di amore o ti consumerai di passione se non ti sei mai confrontato con Shakespeare, Catullo, Baudelaire e simili? Come cercherai di orientarti tra le movenze viscide e subdole dei tanti poteri che ti sovrastano senza aver mai letto Nietzsche, Marx, Foucault, Freud, Beaumarchais, Machiavelli e infiniti altri?
Forse irrobustendo la qualità dei tuoi pensieri, il pungolo delle tue curiosità, l’ampiezza del tuo sguardo sul mondo, non sarai più disposto ad accontentarti di una scadentissima pseudoretorica politica a base di penose metafore calcistiche e giubbotti (veri o virtuali) di Fonzie. E non temere che i libri possano estraniarti dalla vita reale, perché al contrario potrà spesso accaderti che attraverso quelle pagine tu intraveda in anticipo vicende e sentimenti che soltanto dopo ti capiterà di sperimentare in prima persona: “la vie m’a éclairci les livres” (la vita mi ha chiarito i libri), ha scritto Marguerite Yourcenar. E, credimi, aveva dannatamente ragione.
Yamina Oudai Celso
Ricercatrice e giornalista
Cultura - 13 Aprile 2017
Federico Garcia Lorca, ovvero come la vita spiega i libri (e non il contrario)
Si sa che la cruda quotidianità rappresenta sempre il più severo banco di prova delle passioni vere e la cronaca dei nostri giorni sembra tutt’altro che ospitale per i cultori di quella sorta di sport estremo in cui sembra essersi ormai trasformata la frequentazione dei libri. Leggi, compulsi, ricerchi, sottolinei, glossi, assapori volumi diversi (cartacei o elettronici) in base a una consolidata e gustosa pratica che non avvertiresti alcun bisogno di giustificare, se non fosse che coi tempi che corrono potresti perfino rischiare di sentirti una bestia rara.
Apologeti dell’università in “formato Ikea” (per carità, si studi solo ciò che “serve”), librerie storiche e teatri prestigiosi che chiudono, un pubblico di lettori ridotto a percentuali nazionali in caduta libera, titoli e competenze da curriculum clamorosamente sminuiti da un inqualificabile ministro del Lavoro in favore del solito e stantio “pappa e ciccia” da calcetto, esempi di (cosiddetto) intrattenimento televisivo da regressione neanderthaliana: tutto congiura per far apparire quanto mai negletto e squalificato il ruolo dei libri o di quella “cultura” che da sempre essi veicolano.
In un simile contesto, alcuni interrogativi solo apparentemente ingenui circa il valore della lettura o delle biblioteche, la loro specifica utilità o le funzioni alle quali esse assolvono riacquistano tutta la loro poderosa densità rivoluzionaria, soprattutto se a porre la questione è uno degli autori più trascinanti e irresistibili della storia della letteratura, come Federico Garcia Lorca, gigante della poesia e del teatro europeo, fucilato a soli 38 anni dai sicari franchisti.
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Il discorso pronunciato in occasione di una cerimonia pubblica in un paesino andaluso avrebbe potuto limitarsi a uno di quei tanti retorici discorsetti di prammatica che anche oggi può capitarci di ascoltare ad un qualsiasi taglio di nastro. Invece, la voce palpitante di Lorca riesce, da par suo, a solleticare le papille dell’immaginazione, a levarsi aerea oltre ogni plumbea pretesa di ammaestramento e a tratteggiare con pochi sapienti tocchi tutto l’incanto delle pagine scritte, fatte di folgorazioni, scoperte, novità, provocazioni, dove l’oggetto-libro è descritto come un vero e proprio genere di prima necessità, nonché come una “pietra lanciata in uno stagno immobile”.
Il libro appare insomma come un moltiplicatore portatile della fantasia, uno strumento che ci trasmette informazioni – spesso anche sconvenienti o poco note– sul mondo esterno, ma al tempo stesso ci consente di forgiare o ipotizzare universi alternativi, realtà futuribili che mettano in discussione il presente. Altrimenti perché mai così puntualmente attraverso i secoli, il potere costituito, sia politico che religioso, si sarebbe dato così tanta pena di proibire o bruciare cumuli enormi di “pericolosi” volumi? E poi penso alla sintesi folgorante di Auden: “A real book is not one that we read, but one that reads us”, poiché un libro è innanzitutto ed essenzialmente un antico ma efficacissimo dispositivo che agevola la conoscenza di sé e l’elaborazione delle proprie emozioni (meglio ancora se torbide, inconfessate o disturbanti: Nabokov docet).
E mentre leggo Lorca, colui che riuscì a dotare di vesti immaginifiche perfino la dittatura, personificandola nella figura femminile arcigna e spietata di Bernarda Alba (strepitosa pièce teatrale rappresentata anche lo scorso anno a Parigi in un interessante allestimento della comédie française per la regia di Lilo Baur), mi ritrovo a sorprendermi di come attraverso la sua scrittura anche la storia trita e ritrita dei libri e delle biblioteche, dalle tavole ai papiri, fino ai caratteri mobili di Gutenberg, riesca quasi a trasudare brividi di feticistica sensualità, a restituire il senso di un gusto autentico, viscerale, del pensare ed immaginare liberamente attraverso la carta.
E allora non posso fare a meno di ricordare con empatia, tutti quei diciottenni allergici alla lettura che recentemente si sono rivenduti via internet il bonus governativo erogato per l’acquisto dei libri, e mi chiedo come le cosiddette istituzioni potessero illudersi di “turlupinarli” con un’ipocrisia simile, quando è ormai noto anche al meno sveglio degli adolescenti che il livello di istruzione richiesto per la più anonima e mal pagata delle posizioni impiegatizie è, con la sua trafila di lauree, master e lingue straniere, sproporzionatamente superiore a quello di una classe politica nazionale il cui standard medio di competenza e cursus accademico appare (tra ministri non laureati, senatori parodiati per manifesto analfabetismo e così via) uno dei più scadenti d’Europa.
Chiunque abbia la fortuna di interagire con bimbi o ragazzi di giovane età sa bene che obblighi o discorsetti edificanti esercitano una persuasione mille volte inferiore a quella degli esempi concreti, della condivisione emotiva o della diretta visione della realtà. La molla più potente e infallibile per motivare gli esseri viventi ad un determinato comportamento è di solito quella di cui l’evoluzione stessa ci ha dotati, ovvero il piacere, la gioia o la gratificazione: mi chiedo allora se, forse, una breve esposizione intensiva a quelle pagine di Lorca possa magari arrivare a smuovere qualcosa in qualcuno dei diciottenni di cui sopra.
E magari potremmo provare a guardare affettuosamente negli occhi uno di loro e a domandargli: con quale consapevolezza di te stesso arderai di amore o ti consumerai di passione se non ti sei mai confrontato con Shakespeare, Catullo, Baudelaire e simili? Come cercherai di orientarti tra le movenze viscide e subdole dei tanti poteri che ti sovrastano senza aver mai letto Nietzsche, Marx, Foucault, Freud, Beaumarchais, Machiavelli e infiniti altri?
Forse irrobustendo la qualità dei tuoi pensieri, il pungolo delle tue curiosità, l’ampiezza del tuo sguardo sul mondo, non sarai più disposto ad accontentarti di una scadentissima pseudoretorica politica a base di penose metafore calcistiche e giubbotti (veri o virtuali) di Fonzie. E non temere che i libri possano estraniarti dalla vita reale, perché al contrario potrà spesso accaderti che attraverso quelle pagine tu intraveda in anticipo vicende e sentimenti che soltanto dopo ti capiterà di sperimentare in prima persona: “la vie m’a éclairci les livres” (la vita mi ha chiarito i libri), ha scritto Marguerite Yourcenar. E, credimi, aveva dannatamente ragione.
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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.
(Adnkronos) - La letteratura fantastica in Italia si prende sempre più spazio. Questo fine settimana si tiene a Roma la prima edizione di ‘Oblivion, fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale', dedicata alla letteratura di genere horror, fantasy, fantascienza e weird.
"È nato tutto da una pizza a San Lorenzo insieme a Claudio Kulesko, Paolo di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli", spiega all’Adnkronos Emmanuele Pilia, alla direzione editoriale dell’evento. "Volevamo ribadire il valore artistico letterario del mondo della letteratura fantastica, che in Italia ha poche piattaforme in cui fare rete e in cui avere dignità, e così ci siamo ispirati a eventi come ‘Stranimondi’ e ‘Marginalia’ che si svolgono a Milano, per creare qualcosa di simile", dice.
Alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere Testaccio di Roma, il 22 e il 23 febbraio, 45 case editrici indipendenti italiane propongono i propri libri e un programma ricco di incontri, che si terranno tra le 10 e le 20 di sabato e domenica. "Niente presentazioni classiche, ma piccole conferenze sui temi in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti gli editori", spiega Pilia. E così dalla crisi climatica al femminismo, dall’intelligenza artificiale alle relazioni affettive sono tantissimi gli argomenti che verranno affrontati da autori ed editori attraverso la lente della letteratura di genere.
Nell'anno che si è appena concluso si è registrato un calo del numero generale di lettori, eppure il fantasy è in controtendenza: le vendite nel 2024 sono cresciute del 27,1% da gennaio a ottobre, superando il milione di libri venduti. Gli italiani hanno riscoperto un genere considerato a lungo di ‘serie b’? “I lettori e le lettrici italiani – spiega Pilia – hanno sempre letto tanta letteratura fantastica, ma prima era meno monitorata. Pensiamo alla collana di successo ‘Urania’, che esce in edicola e non è tracciata. Però negli ultimi anni c’è stata sicuramente una crescita dell’ecosistema editoriale: ci sono più editor, più traduttori, sono nate molte case editrici di genere che hanno portato un ‘know how’ che prima era appannaggio di accademici. È aumentata la qualità, ma anche il discorso attorno al genere, con un grande lavoro di riscoperta del fantasy italiano".
Non c’è una motivazione unica dietro alla cresciuta di interesse registrata negli ultimi anni: da un lato ci sono il successo di saghe letterarie e cinematografiche/televisive come ‘Harry Potter’, ‘Hunger Games’ o ‘Il trono di spade’, dall’altro c’è chi ritiene che il fantasy, con le sue metafore, sia uno strumento utile a interpretare il tempo presente. Emmanuele Pilia ci tiene a sottolineare l’aspetto più importante quando si devono avvicinare nuovi lettori: "Credo che l’idea moralistica che leggere sia utile e necessario abbia danneggiato la letteratura. Leggere è divertente, è bello, è fico. Si può paragonare a una partita di calcio o una cena fuori. Bisogna desacralizzare la lettura per darle valore e noi, con il nostro evento, abbiamo puntato tutto su questo concetto anche per avvicinare chi non ha ancora scoperto il fantastico".
La manifestazione, che beneficia del patrocinio del Comune di Roma, dell’Assessorato alla Cultura e del I Municipio, è completamente gratuito e non sarà solo un'occasione per i lettori, ma anche per chi sogna di lavorare nel campo. Nel corso della fiera infatti verrà assegnato il Premio di Racconti Brevi, "dedicato agli autori e alle autrici che vogliono esplorare i temi dell’horror, del fantasy, della fantascienza e del weird", si legge sul sito ufficiale, e che avranno così l'opportunità di sottoporre il proprio scritto a una giuria di editori esperti, presenti alla fiera. Sono previste anche diverse menzioni speciali, con relativi premi e targhe, per le opere che si distingueranno per originalità e stile. (di Corinna Spirito)
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - "La prima richiesta che facciamo al ministro della Salute Schillaci è quella di valutare e concludere la questione medico-legale istituendo una commissione super partes, che valuti prima di ogni iter, di ogni pratica, la questione, in modo tale che il numero delle denunce venga ridotto. Questo accade negli Stati Uniti, accade anche in Francia, quindi crediamo che debba essere applicato anche in Italia. Seconda cosa", serve "intervenire sulla questione delle nuove tecnologie, che ha un peso rilevantissimo anche sul fronte economico, quindi legiferare a livello centrale sulla congruità e sul numero, per esempio, dei robot e delle nuove tecnologie importanti e costose che vengono, diciamo, proposte. L'altra cosa è incentivare l'intelligenza artificiale. Tuttavia sappiamo che soltanto il 26% delle Asl in Italia ha investito in intelligenza artificiale". Così all'Adnkronos Salute il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Maurizio Brausi, in occasione del secondo congresso Cic, momento di confronto sul presente e il futuro della chirurgia, promosso oggi a Roma.
"La formazione per i giovani chirurghi è importantissima - continua Brausi - A questo proposito abbiamo ideato un questionario che è stato spedito a tutte le scuole di specialità. Abbiamo già raccolto più di 600 risposte sulla soddisfazione o meno che i nostri specializzandi hanno nelle varie scuole". Per far fronte alla carenza di professionisti, poi, "dobbiamo fare una programmazione diversa. Sappiamo che 3mila medici all'anno vanno in pensione e non vengono sostituiti - ricorda - e abbiamo anche un problema contingente degli specializzanti stessi: per diventare un chirurgo occorrono 11 anni, cosa che non aiuta". A questo si aggiunge "il problema dello stipendio che in Italia non è equiparato a quello europeo", e quello "delle denunce: ne arrivano circa 35mila-40mila all'anno per i chirurghi. Questo ovviamente è un fattore un po' negativo", che rende "più difficile la scelta della specialità". La prova lampante è sui "concorsi, soprattutto per l'ortopedia e anche per chirurgia generale: vanno deserti".
Altra cosa che interessa molto il Collegio, che rappresenta circa 47 società chirurgiche e 45 mila chirurghi italiani, è "l'uso delle nuove tecnologie e la loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale - conclude Brausi - Possiamo fare qualcosa per ridurre i costi, però occorre essere molto determinati e prendere decisioni sia a livello centrale che a livello regionale per razionalizzare, ad esempio, il numero di robot in Italia o il numero delle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale può ridurre nettamente il lavoro e dovrebbe essere applicata nelle varie Asl, vista l'applicazione incredibile che c'è nell'imaging, della radiologia, con la velocizzazione degli esami radiologici e diagnosi molto più sicure in accordo con le linee guida".
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Mary Modaffari, presidente nazionale della Confederazione nazionale esercenti (Cne), associazione sindacale datoriale italiana, iscritta al registro dei lobbisti del Parlamento Europeo, è stata l' unica italiana entrata a far parte del direttivo del Seri ( sindacato europeo dei rappresentanti di interessi ) e contestualmente nominata a responsabile della gestione dei rapporti istituzionali esteri del Seri.
"Il Seri, acronimo di Sindacato europeo rappresentanti interessi presso il Parlamento Europeo è un’organizzazione sindacale europea composta da presidenti di varie sigle sindacali datoriali di tutta Europa. Il Seri è stato istituito per rappresentare e tutelare i diritti e gli interessi dei professionisti che operano al Parlamento Europeo come rappresentanti di interessi e dunque portavoce delle esigenze delle imprese associate presso le rispettive associazioni datoriali dei vari Paesi Europei. L' obiettivo è quello di fornire un supporto qualificato a livello istituzionale, promuovendo la valorizzazione delle competenze e delle specificità del lavoro che ogni rappresentante svolge al Parlamento Europeo. Le finalità principali includono la difesa dei diritti delle imprese, pmi e start-up in ambito parlamentare, la promozione di politiche di equità e sostenibilità nel mondo del lavoro e il rafforzamento delle relazioni tra il settore istituzionale europeo e partner internazionali presso Paesi extra Ue", afferma Modaffari.
"La mia priorità -continua- è consolidare e ampliare le relazioni internazionali del Seri coinvolgendo in primo luogo soprattutto l' Italia , dando dunque voce alle varie associazioni sindacali datoriali italiane aderenti al Seri creando nuove opportunità di collaborazione istituzionale e professionale. L’obiettivo è rendere il Seri un associazione sindacale europea dei rappresentanti di interessi autorevole e riconosciuta non solo a livello europeo ma globale. La prima tappa del mio programma è organizzare con lo staff del dipartimento del Seri che mi è stato assegnato, incontri con rappresentanti di istituzioni straniere, anche tramite tavoli tematici, su argomenti che hanno come obiettivo la crescita delle imprese e pmi tenendo conto dei punti di vista dei colleghi rappresentanti di interessi degli altri stati europei", spiega ancora.
"I punti centrali da trattare sono: commercio internazionale (limiti e prospettive future), sostenibilità, crescita economica, innovazione e tutela dei diritti umani, transizione digitale e particolare attenzione sull' utilizzo dell'Ia. In sostanza, il nostro obiettivo è quella di fungere da ponte tra le istituzioni europee e le imprese degli stati membri , promuovendo uno scambio continuo e costruttivo su temi di particolare rilevanza sociale, economica e culturale. Altresì attraverso l’internazionalizzazione sarà possibile consolidare nuove partnership, rendendo il Sindacato europeo dei rappresentanti di interessi un organo "influente" nei processi decisionali che riguardano il mondo del lavoro e delle imprese", spiega ancora.
"Sono davvero onorata ed orgogliosa di questo importante incarico che mi è stato conferito e ringrazio la presidenza nazionale per la fiducia accordatami. Da anni lavoro nel mondo sindacale, ho svolto l' attività di politica sindacale con grande responsabilità ed impegno, e pertanto metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze. Sono certa che riusciremo a portare benefici concreti ai nostri iscritti nonché il nostro obiettivo finale è poter dare supporto con le nostre proposte alle istituzioni europee ed alle rispettive commissioni", conclude Mary Modaffari.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Si è chiuso alle 13, come annunciato, il collocamento del nuovo Btp Più che ha registrato nel quarto e ultimo giorno di raccolta 39.759 contratti per un controvalore di 1.096.376.000 euro. Il dato porta il totale del collocamento a oltre 14,9 milioni di euro. L'attenzione adesso è per il dato definitivo sul rendimento che, nelle speranze dei sottoscrittori, potrebbe portare a qualche ritocco al rialzo.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.