Il Movimento 5 stelle chiederà il mandato per governare anche se dovesse arrivare in testa alle elezioni senza raggiungere il 40 per cento delle preferenze. Per la prima volta è il vicepresidente della Camera M5s Luigi Di Maio a parlare dello scenario post elezioni politiche e in particolare dell’eventualità che i grillini arrivino in testa senza però avere abbastanza seggi per governare da soli. “Siamo tra le prime forze politiche del Paese”, ha detto intervistato da Corriere Live, “probabilmente siamo anche sottostimati. Noi vogliamo arrivare al governo, vogliamo arrivarci con il 40 per cento nel caso non fosse possibile chiederemo un mandato al presidente della Repubblica, e ci presentiamo alla Camere con il meccanismo della fiducia, e poi vedremo, ma noi chiederemo il mandato per governare”.
Il deputato, da molti indicato come probabile candidato presidente del Consiglio per il M5s, anche se comunque dovrà prima essere investito con un voto online tra gli iscritti M5s, ha anche ribadito che la squadra e il programma saranno presentati prima del voto: “Il programma M5s lo faremo con persone in carne ed ossa: presenteremo i nostri ministri e sarà la nostra squadra di governo. Il caso di Roma ci insegna che la squadra deve essere presentata prima delle elezioni. Questo aiuta anche noi ad essere più compatti”. Per quanto riguarda la linea politica del Movimento, il deputato ha detto: “Vedo che ci accomunano spesso alla famiglia dei partiti nuovi emergenti a livello europeo: ma noi siamo diversi, noi siamo un unicum”. E ha specificato: “Il M5s non ha alcuna affinità con Marine Le Pen. Per Di Maio, quello che sarà il presidente della Repubblica o capo del governo di Francia e Germania sarà per il M5s al governo solo un interlocutore”.
Di Maio ha anche parlato del caso Genova e di come si comporterà il Movimento dopo la decisione del tribunale di accogliere il ricorso della candidata scomunicata Marika Cassimatis. “Nei prossimi giorni”, ha detto, “saranno prese decisioni dal Movimento che risponderanno anche alla domanda se ci presenteremo con un altro candidato a Genova. Vedremo l’evolversi della vicenda”. L’altra polemica di giornata, di cui si è occupato Di Maio, è la richiesta di rinvio a giudizio per tre deputati M5s per il caso firme false in Sicilia. “Il Movimento 5 Stelle, anche in questi casi, arriva prima dei rinvii a giudizio”, ha detto, “visto che i parlamentari coinvolti nella vicenda sono già stati sospesi in autunno. C’è un codice etico che prevede tutto quello che riguarda le condanne in primo grado. Da noi non si aspetta il terzo grado di giudizio. C’è il rinvio a giudizio e la condanna in primo grado che preclude la possibilità di restare nel Movimento”.
Infine una battuta su Silvio Berlusconi e l’adozione degli agnellini dei giorni scorsi: “E’ una trovata mediatica”, ha concluso Di Maio, “per provare a reinserirsi nel battage mediatico”. Ma anche detto di non aver timore per una nuova discesa in campo dell’ex Cavaliere:”Penso che Berlusconi il Paese lo abbia già governato ed è anche per lui, non solo per lui, che stiamo pagando ancora il conto. Non credo che gli agnellini cambino la situazione”. Per Di Maio niente agnello a Pasqua: “La mia fidanzata è vegana, io non lo sono ma dopo il ricovero in ospedale mi hanno messo a dieta”.