C’è il primo via libera (storico) della Camera alla legge sul Biotestamento, ma già preoccupa il passaggio al Senato. Montecitorio dopo 14 mesi di discussione ha approvato con 326 sì, 37 contrari e 4 astenuti il provvedimento che introduce per la prima volta in Italia le Disposizioni anticipate di trattamento del paziente, con la possibilità di chiedere di fermare nutrizione e idratazione artificiali (leggi la scheda). Hanno votato a favore Pd, M5s, Democratici e progressisti, Sinistra italiana, Alternativa libera, Psi, Civici e innovatori; per il No si sono espressi Udc, Idea, Fratelli d’Italia, Lega, Alternativa popolare e Forza Italia, che ha lasciato comunque libertà di coscienza (Prestigiacomo e Ravetto hanno votato sì). E’ stata bocciata la proposta del Movimento 5 stelle di inserire l’eutanasia. A fine febbraio è stato il caso di dj Fabo, costretto ad andare in Svizzera per scegliere di morire, a riportare il tema nel dibattito pubblico. La politica all’improvviso è tornata a parlare dell’urgenza di approvare la legge, salvo poi accogliere l’apertura dei lavori a marzo scorso con un’Aula praticamente vuota.
Per la presidente della Camera Laura Boldrini si tratta di “un importante e positivo atto di responsabilità”: “A nessuno”, ha dichiarato, “può sfuggire la delicatezza e la complessità di questioni che hanno implicazioni etiche, religiose, sociali, culturali. Si parla di vita, di morte, di dolore, cioè delle esperienze più profonde che toccano l’essere umano, da affrontare dunque con la massima cura”. E ha concluso dicendo che “la risposta non poteva più essere il silenzio distratto e imbarazzato che per troppo tempo il Parlamento ha riservato a questi temi”. Ma ora la vera preoccupazione è per il passaggio al Senato che potrebbe prendere molto tempo: “Da oggi”, ha detto in un comunicato l’associazione Luca Coscioni, “parte l’azione per impedire che sia vanificato il lavoro fin qui svolto. Come Associazione Luca Coscioni, chiediamo l’immediata discussione al Senato senza cedere alle manovre di chi vuole ritardare il passaggio della legge sperando nella fine della legislatura”. E’ stata annunciata una mobilitazione nazionale dall’uno al 14 maggio per l’immediata discussione al Senato.
Tra i critici, in prima fila, i componenti del mondo cattolico. “Oggi in Parlamento”, ha detto la portavoce nazionale di Alternativa popolare Valentina Castaldini, “è stata scritta una brutta pagina della nostra storia politica. Si è creato un asse improbabile tra Pd, Sinistra Italiana e M5s che litigano su tutto fuorché sul difendere quello che c’è di più caro e prezioso: la vita umana. Oggi un pezzo di politica ha abdicato al suo ruolo di difendere i diritti inalienabili”.
Nascono le Disposizioni anticipate di trattamento, ma senza Registro nazionale
Nel primo pomeriggio l’aula, con 313 sì, 59 no e 4 astenuti, ha approvato il punto centrale della legge che istituisce le Dat, Disposizioni anticipate di trattamento. Nel testo non è stato inserito il Registro nazionale delle Dat per mancanza di copertura dopo le osservazioni della Bilancio. Il Pd ha annunciato il deposito di un ordine del giorno, a prima firma Franco Vazio, che impegna il governo “ad individuare gli strumenti normativi più adeguati ed urgenti per dare soluzione alle problematiche descritte in premessa”. Vazio ha spiegato che probabilmente la questione sarà affrontata durante l’esame della legge di stabilità. Le Regioni potranno invece istituire propri archivi informatici per la raccolta e gestione dei dati. Le Dat saranno vincolanti per il medico a meno che appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, oppure qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all’atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso le Dat, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Si potrà indicare anche una persona di fiducia, che rappresenterà il malato nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Al fiduciario sarà rilasciata una copia delle Dat, redatte con atto scritto o con videoregistrazione.
Medico può non tenere conto delle disposizioni del paziente se “manifestamente inappropriate”
Il medico può non tener conto delle volontà lasciate da un pazienze se le “Dat appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all’atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”. Questa la modifica introdotta dall’aula della Camera al comma 5 dell’articolo 3 della legge sul testamento biologico con l’approvazione (269 sì e 112 no) di un emendamento del presidente della commissione Affari sociali Mario Marazziti. A favore della modifica si sono espressi Pd, Ap, Udc, Des-Cd, Scelta civica. Hanno votato contro la modifica il Movimento 5 stelle, Sinistra italiana, Mdp, Conservatori e riformisti. “Aumentiamo troppo la casistica – ha detto Matteo Mantero (M5s)– in cui il medico può disattendere le Dat e sempre meno esigibile il diritto del paziente di vedere rispettare le sue volontà”. Marazziti ha replicato: “Le Dat restano sempre vincolanti ma con questo emendamento evitiamo che diventino una gabbia per la stessa persona che le ha redatte quando non poteva immaginare la condizione clinica in cui si sarebbe trovata. Nello stesso tempo ridiamo anche una dignità alla professionalità del medico”. Marazziti ha fatto l’esempio concreto dello shock anafilattico: “Una persona lascia scritto che non vuole essere intubata. Ma se viene punto da un insetto, se viene intubato può tornare a giocare a calcio”. Donata Lenzi (Pd) ha sottolineato che nella legge sul fine vita approvata in Francia è stata inserita una norma che prevede che le direttive lasciate da un paziente non si applichino quando il medico le consideri inappropriate e che c’è una analoga normativa in Germania.
M5s propone di introdurre l’eutanasia: emendamento bocciato
Il Movimento 5 stelle ha chiesto che venissero inserite norme che permettano un trattamento eutanasico anche in Italia. L’emendamento, che ha ricevuto il parere contrario della relatrice Donata Lenzi (Pd), è stato respinto con 268 no, 84 sì e 23 astenuti. A favore della norma sull’eutanasia si è espressa anche Sinistra Italiana. Marisa Nicchi (Mdp), sottoscrivendo l’emendamento M5s, ha ricordato che in commissione Giustizia sono in calendario proposte di legge sulla regolamentazione dell’eutanasia “che dopo l’approvazione” del biotestamento “andranno sollecitate”. Cattolici e Lega hanno ribadito come “il vero obiettivo” della legge in esame sia quello di “aprire la strada all’eutanasia nel nostro Paese”. Hanno poi sottolineato che il Movimento 5 stelle con questo emendamento “ha mostrato più coerenze del Pd”. Immediata la replica della deputata Pd Ileana Argentin: “Qui sento parlare solo di autonomia del medico ma mai di violenza del medico. Io personalmente ho subito la violenza del medico. Quando non si ha la forza di respirare sapete cosa significa quando qualcuno vi costringe solo per il piacere di vincere una battaglia? Nessuno di noi vuole morire, l’eutanasia è una follia non solo per chi sta bene ma anche per chi sta male. Io amo la vita ma questo non vuol dire che io debba essere costretta a soffrire. Ognuno di noi ragiona con la propria testa. Se noi volevamo parlare di eutanasia avevamo i numeri per farlo. Non confondete le acque perchè è un vostro problema non nostro”.