“L’Italia è il Paese di Masaniello”. Dei commi cancellati e dei passi indietro. Il pasticcio del governo sul depotenziamento dell’Anac è tutto in una battuta di Raffaele Cantone durante la registrazione del Faccia a Faccia, il programma condotto da Giovanni Minoli che andrà in onda stasera alle 22,30 su La7 e del quale sono state diffuse le anticipazioni. Il presidente dell’Anticorruzione parla dopo giorni di furibonde polemiche innescate dalla vicenda della riduzione dei poteri dell’Autorità che presiede da tre anni in fatto di appalti e terminata con un solenne impegno del governo a fare dietrofront. Scotta il tema dei poteri cancellati in sordina, sopprimendo il comma che nel testo originario del codice riformato consentiva all’Anac di intervenire su sospette irregolarità prima dei giudici. Vicenda spinosa che ha provocato irritazioni, accuse incrociate e tentativi degli esponenti più vicini al dossier appalti di scaricare la colpa sui tecnici. Ma parla anche di altro. Della Rai ad esempio, “il mio più grande insuccesso e mi pesa”. Il male peggiore dell’Italia? La riforma federale del titolo V, “fra le più criminogene del Paese”. Il giornalista incalza l’ospite passando dai temi professionali al vissuto privato che pure s’incrociano, quando Cantone ammette – ad esempio – che l’incarico al fratello da Romeo è stato “inopportuno”. Oppure quando parla di Masaniello, appunto, nel quale non si riconosce e dal quale anzi si sente distante, al punto da cercare “un antidoto nella normalità e nella famiglia”.
IL TAGLIO DEI POTERI: “RETROMARCE TIPICHE DEL NOSTRO PAESE”
Non attribuisce particolari colpe Cantone, non punta il dito, ma formula un j’accuse alla classe politica che farà discutere. Inserisce l’operazione in un preciso contesto, fatto di resistenze e interferenze che arrivano dall’alto: la riforma del codice, infatti, è stata “una rivoluzione copernicana, solo che poi si è fatta retromarcia su molte cose e non si è data la possibilità di attuarlo il codice. Io credo che fosse una buona riforma e il fatto di andare avanti e indietro è un classico del nostro Paese. Ci sono tante opere incompiute in tutta Italia. Il problema vero è che qualcuno ha pensato che bisogna fare realizzare opere pubbliche per smuovere l’economia non perchè davvero servono. E non smuovono nulla”.
CONSIP: “NESSUNA GUERRA TRA PROCURE”
Dagli appalti all’appalto: vicenda Consip. Cantone non entra nel merito ma chiarisce che dal suo punto di vista l’indagine non è figlia ne madre di una lotta tra le procure di Napoli e Roma. “Se le procure controllano fino in fondo la polizia è una garanzia per i cittadini” dice, riferendosi alla nota revisione degli aspetti investigativi che ha portato a indagare il carabiniere del Noe che aveva commesso errori ed omissioni nelle informative trasmesse ai pm campani (attribuendo la frase su Tiziano Renzi a Romeo invece che a Bocchino, omettendo che parte delle sospette inferenze dei servizi sulle indagini erano state fugate).
“MAGISTRATI IN POLITICA? NON SI PUO’ IMPEDIRE”
E dalle indagini a chi indaga e magari poi lascia la toga per fare politica. L’indomani della svolta dell’Anm, che sposa la linea dura su chi rientra nei ranghi della magistratura, il magistrato napoletano al vertice dell’Anac non ha dubbi: “Vanno regolamentate in maniera chiara ma credo che non si posso impedire a un magistrato di fare politica perché rappresenterebbe una violazione di un diritto”. Anche qui un messaggio alla politica che è alle prese con i casi Emiliano e Finocchiaro e con il ddl che promette di mettere paletti appena approvato alla Camera e rimandato al senato che lo aveva approvato tre anni prima.
CONTRATTI RAI, “IL MIO PIU’ GRANDE INSUCCESSO”
E’ su La7 Cantone, ma parla anche di Rai e di contratti. “E’ stato il mio più grande insuccesso e mi pesa. Abbiamo ricevuto risposte formalistiche sulle assunzioni e in audizione Campo Dall’Orto ha risposto in modo parziale. Abbiamo trasmesso l’informativa alla Procura della Repubblica che sta indagando”. Vicenda urticante per Cantone che era stato chiamato dal sindacato Usigrai a valutare la regolarità delle nome effettuate dall’ad di Viale Mazzini dopo l’entrata in vigore, il 26 gennaio scorso, del nuovo statuto aziendale che, proprio nelle disposizioni anticorruzione prevede procedure più rigide per la scelta dei dirigenti. Almeno 11 dei 21 esterni chiamati in Rai, aveva rilevato l’Anac, sarebbero illegittimi. Nel mirino, tra gli altri, quelli di Daria Bignari (Rai3), Gabriele Romagnoli (Rai Sport) e la pluriennale consulenza per Francesco Merlo.
“RIFORMA FEDERALE DELLA COSTITUZIONE: CRIMINOGENA”
Fuori dal mondo catodico invece il dramma, vero, che si consuma sotto gli occhi di tutti e con effetti dirompenti è l’insostenibile effetto della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001. “Una delle riforme più criminogene del Paese, il cui effetto più devastante è nella sanità dove ci sono troppi soldi che girano e c’è grande discrezionalità nell’utilizzo”. Cantone promuove invece la Severino “della della quale spesso si chiedono modifiche che invece ha funzionato”. A suo avviso, con questa normativa “per la prima volta viene messa al centro l’amministrazione per prevenire la corruzione, e non più un’amministrazione da criminalizzare”. Cantone, infine, pur escludendo che ci siano vere e proprie infiltrazioni mafiose nel fronte antimafia, sottolinea tuttavia che “qualcuno si è voluto mettere il distintivo di antimafioso senza esserlo approfittando del brand”.
Giustizia & Impunità
Anticorruzione, parla Cantone: “Comma su appalti cancellati? Si è fatta retromarcia su molte cose”
Per il presidente dell'Anac il codice sugli appalti "è stata una rivoluzione copernicana solo che si è fatta retromarcia su molte cose e non si è data la possibilità di attuarlo. Credo che fosse una buona riforma ma il fatto di andare avanti e indietro è un classico del nostro Paese". E poi contratti Rai: "Il mio più grande insuccesso". Promossa la Severino: "Funziona"
“L’Italia è il Paese di Masaniello”. Dei commi cancellati e dei passi indietro. Il pasticcio del governo sul depotenziamento dell’Anac è tutto in una battuta di Raffaele Cantone durante la registrazione del Faccia a Faccia, il programma condotto da Giovanni Minoli che andrà in onda stasera alle 22,30 su La7 e del quale sono state diffuse le anticipazioni. Il presidente dell’Anticorruzione parla dopo giorni di furibonde polemiche innescate dalla vicenda della riduzione dei poteri dell’Autorità che presiede da tre anni in fatto di appalti e terminata con un solenne impegno del governo a fare dietrofront. Scotta il tema dei poteri cancellati in sordina, sopprimendo il comma che nel testo originario del codice riformato consentiva all’Anac di intervenire su sospette irregolarità prima dei giudici. Vicenda spinosa che ha provocato irritazioni, accuse incrociate e tentativi degli esponenti più vicini al dossier appalti di scaricare la colpa sui tecnici. Ma parla anche di altro. Della Rai ad esempio, “il mio più grande insuccesso e mi pesa”. Il male peggiore dell’Italia? La riforma federale del titolo V, “fra le più criminogene del Paese”. Il giornalista incalza l’ospite passando dai temi professionali al vissuto privato che pure s’incrociano, quando Cantone ammette – ad esempio – che l’incarico al fratello da Romeo è stato “inopportuno”. Oppure quando parla di Masaniello, appunto, nel quale non si riconosce e dal quale anzi si sente distante, al punto da cercare “un antidoto nella normalità e nella famiglia”.
IL TAGLIO DEI POTERI: “RETROMARCE TIPICHE DEL NOSTRO PAESE”
Non attribuisce particolari colpe Cantone, non punta il dito, ma formula un j’accuse alla classe politica che farà discutere. Inserisce l’operazione in un preciso contesto, fatto di resistenze e interferenze che arrivano dall’alto: la riforma del codice, infatti, è stata “una rivoluzione copernicana, solo che poi si è fatta retromarcia su molte cose e non si è data la possibilità di attuarlo il codice. Io credo che fosse una buona riforma e il fatto di andare avanti e indietro è un classico del nostro Paese. Ci sono tante opere incompiute in tutta Italia. Il problema vero è che qualcuno ha pensato che bisogna fare realizzare opere pubbliche per smuovere l’economia non perchè davvero servono. E non smuovono nulla”.
CONSIP: “NESSUNA GUERRA TRA PROCURE”
Dagli appalti all’appalto: vicenda Consip. Cantone non entra nel merito ma chiarisce che dal suo punto di vista l’indagine non è figlia ne madre di una lotta tra le procure di Napoli e Roma. “Se le procure controllano fino in fondo la polizia è una garanzia per i cittadini” dice, riferendosi alla nota revisione degli aspetti investigativi che ha portato a indagare il carabiniere del Noe che aveva commesso errori ed omissioni nelle informative trasmesse ai pm campani (attribuendo la frase su Tiziano Renzi a Romeo invece che a Bocchino, omettendo che parte delle sospette inferenze dei servizi sulle indagini erano state fugate).
“MAGISTRATI IN POLITICA? NON SI PUO’ IMPEDIRE”
E dalle indagini a chi indaga e magari poi lascia la toga per fare politica. L’indomani della svolta dell’Anm, che sposa la linea dura su chi rientra nei ranghi della magistratura, il magistrato napoletano al vertice dell’Anac non ha dubbi: “Vanno regolamentate in maniera chiara ma credo che non si posso impedire a un magistrato di fare politica perché rappresenterebbe una violazione di un diritto”. Anche qui un messaggio alla politica che è alle prese con i casi Emiliano e Finocchiaro e con il ddl che promette di mettere paletti appena approvato alla Camera e rimandato al senato che lo aveva approvato tre anni prima.
CONTRATTI RAI, “IL MIO PIU’ GRANDE INSUCCESSO”
E’ su La7 Cantone, ma parla anche di Rai e di contratti. “E’ stato il mio più grande insuccesso e mi pesa. Abbiamo ricevuto risposte formalistiche sulle assunzioni e in audizione Campo Dall’Orto ha risposto in modo parziale. Abbiamo trasmesso l’informativa alla Procura della Repubblica che sta indagando”. Vicenda urticante per Cantone che era stato chiamato dal sindacato Usigrai a valutare la regolarità delle nome effettuate dall’ad di Viale Mazzini dopo l’entrata in vigore, il 26 gennaio scorso, del nuovo statuto aziendale che, proprio nelle disposizioni anticorruzione prevede procedure più rigide per la scelta dei dirigenti. Almeno 11 dei 21 esterni chiamati in Rai, aveva rilevato l’Anac, sarebbero illegittimi. Nel mirino, tra gli altri, quelli di Daria Bignari (Rai3), Gabriele Romagnoli (Rai Sport) e la pluriennale consulenza per Francesco Merlo.
“RIFORMA FEDERALE DELLA COSTITUZIONE: CRIMINOGENA”
Fuori dal mondo catodico invece il dramma, vero, che si consuma sotto gli occhi di tutti e con effetti dirompenti è l’insostenibile effetto della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001. “Una delle riforme più criminogene del Paese, il cui effetto più devastante è nella sanità dove ci sono troppi soldi che girano e c’è grande discrezionalità nell’utilizzo”. Cantone promuove invece la Severino “della della quale spesso si chiedono modifiche che invece ha funzionato”. A suo avviso, con questa normativa “per la prima volta viene messa al centro l’amministrazione per prevenire la corruzione, e non più un’amministrazione da criminalizzare”. Cantone, infine, pur escludendo che ci siano vere e proprie infiltrazioni mafiose nel fronte antimafia, sottolinea tuttavia che “qualcuno si è voluto mettere il distintivo di antimafioso senza esserlo approfittando del brand”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.