Ne aveva parlato perfino il Tg1: per la prima volta il Quirinale sceglie con una selezione pubblica per titoli il nuovo direttore della tenuta di Castelporziano, residenza estiva del presidente con annessi seimila ettari di macchia mediterranea incontaminata. Basta nomine a chiamata diretta, viva la trasparenza e la meritocrazia. E che sia d’esempio agli italiani tutti. La selezione per quel ruolo di assoluto prestigio, che vale un compenso annuo di 125.080 euro, effettivamente viene fatta con tanto di avviso (a dicembre) e commissione di valutazione di saggi (a marzo). La competizione è durissima: 577 candidati e 17 selezionati per il colloquio conoscitivo.
Tra il 6 e 7 marzo 2017 sfilano davanti al Segretario generale della Presidenza Ugo Zampetti e all’apposita commissione candidati con curriculum più che importanti e attinenti all’incarico: ex direttori di Parchi nazionali, docenti universitari, dirigenti forestali con lunghi anni di esperienza nella gestione delle riserve naturali dello Stato. L’esito è che la più idonea a dirigere la tenuta presidenziale in vita sua non ha mai diretto un parco o una riserva naturale. Dubbi sono anche i requisiti minimi per partecipare al bando, come la formazione post laurea e un’esperienza “almeno decennale” con compiti di “direzione, programmazione e coordinamento in settori che abbiano attinenza con il presente avviso e con le attività svolte presso la Tenuta di Castelporziano”.
A lasciare di sasso gli esclusi è però un altro dettaglio: la nuova numero 1 di Castelporziano è infatti la figlia della ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, e cioè lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Ad aggiudicarsi il prestigioso incarico è infatti Giulia Bonella, 44 anni, che a Castelporziano ha svolto un tirocinio nel 1998 sul tema “La rinnovazione del Punus pinea in presenza di carico eccessivo di cinghiali”. Il Colle ribatte di aver tenuto conto dell’avviso unanime del gruppo di lavoro motivato “dall’eccellente livello delle sue competenze ed esperienze professionali, maturate in ambito pubblico e privato ed anche in sede europea”. E sulla parentela con la professoressa Carmela Decaro, docente alla Luiss di Roma, nominata da Carlo Azeglio Ciampi vice segretario generale tra il 1999 e il 2006, risponde che l’incarico è cessato 11 anni fa e che “l’avviso di selezione stabiliva che il cv dei candidati fosse redatto ‘in conformità del vigente modello europeo’, il quale, come è noto, non contiene voci relative alle generalità di parenti”.
I candidati esclusi promettono battaglia e la stessa Associazione italiana direttori e funzionari aree protette (Aidap) si appresta a scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire a tutela della riserva e a garanzia della correttezza della procedura, sbandierata come prova di trasparenza e valorizzazione delle competenze ma risolta poi con una soluzione che sa di nepotismo. Si attrezza a ricorrere lo stesso presidente Aidap, Andrea Gennai, che ha partecipato alla selezione senza accedere al colloquio. “Sono due volte in imbarazzo, come candidato e come presidente”, racconta. “Mi pare evidente la sproporzione tra i titoli e le esperienze di molti professionisti e quello della nuova direttrice. Il punto non sono i suoi ascendenti familiari, ma che la selezione sia stata fatta nel rispetto dei requisiti del bando. A fine marzo ho fatto richiesta di accesso agli atti per avere il verbale conclusivo della commissione d’esame e il cv del vincitore. Non ho ricevuto risposta”.
Vero è che Castelporziano è un parco anomalo, dice Gennai, perché è un’area protetta ma nasce come tenuta presidenziale e perciò unica, “anzi doppia perché c’è anche la gemella di San Rossore (Pisa) che dal 1999 è della Regione Toscana. Io ne sono stato direttore per tre anni e mezzo e avevo 14 dipendenti del Colle laggiù. Confermo che le due tenute hanno una gestione peculiare, ma siccome l’ho fatta e m’hanno escluso ritengo abbiano seguito criteri diversi”. Sconcertato è pure Giorgio Boscagli, 64 anni, direttore del Parco nazionale Foreste casentinesi e per 20 anni biologo ispettore di sorveglianza del Parco d’Abruzzo. È tra i 17 che hanno superato di slancio la preselezione, ma il colloquio? “Non posso dire che sia stata una farsa ma francamente non ho avuto la sensazione di un reale interesse ad approfondire competenze e conoscenze. Poi ho letto il curriculum della professionista scelta e non fatico ad ammettere che altri erano assolutamente preponderanti”.
Difficile dire come finirà. Eventuali ricorsi devono essere proposti alla stessa presidenza della Repubblica, che è organo costituzionale e come tale autodetermina i propri giudizi, salvo che un altro organo di giustizia non intervenga, aprendo la strada al conflitto d’attribuzione. Improbabile. Così come il passo indietro sul nome del nuovo capo della Riserva presidenziale accolto con fior di riserve. Di sicuro la vicenda non aiuta lo sforzo profuso finora dal presidente Mattarella a convertire l’ex reggia reale in uno spazio aperto ai cittadini e alle regole che governano la pubblica amministrazione vincolandola a procedure trasparenti. Neppure a lavare le vecchie macchie che, proprio a Castelporiziano, hanno imbrattato l’immagine della Presidenza.
Di pochi giorni fa la notizia, rilanciata da Repubblica, del conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale contro la Corte dei Conti davanti alla Consulta proprio per una vicenda di ruberie e nepotismo nella tenuta emersa nel 2009, quando un’ispezione rivelò un ammanco di quasi 5 milioni di euro dalle casse tra spese ed esborsi ingiustificati. Ne era scaturita un’indagine penale e un procedimento civile che avevano coinvolto anche l’ex segretario generale Gaetano Gifuni e suo nipote per abusi edilizi ed ex dipendenti della contabilità che furono condannati a risarcire 4,6 milioni di euro, oltre a cento milioni per danno all’immagine. Su questa parte, però, la Corte dei Conti nel 2016, è arrivata a conclusioni differenti, non riconoscendo i danni d’immagine e chiedendo il risarcimento solo all’imputato assolto per omessa vigilanza. Contro la decisione il presidente della Repubblica ricorre alla Consulta. Di mezzo equità e giustizia. Le stesse che i candidati direttori scartati per una sospetta raccomandazione ritengono ancora perse per la tenuta.
LE PRECISAZIONI DEL QUIRINALE E LA NOSTRA RISPOSTA
Palazzi & Potere
Bando per la tenuta di Castelporziano: scelta la figlia dell’ex vicesegretario del Quirinale. “Non ha i requisiti richiesti”
Per la prima volta l'incarico triennale da 125mila euro l'anno viene affidato tramite selezione pubblica. Partecipano in 577 e 16 sostengono i colloqui tra direttori di parchi e aree protette, docenti universitari e dirigenti forestali. Risultato? A dirigere la residenza estiva del Presidente viene scelta Giulia Bonella, 44 anni, figlia dell’ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Il Quirinale: “Ha tutti i titoli e il cv europeo non contempla l’indicazione delle parentele”
Ne aveva parlato perfino il Tg1: per la prima volta il Quirinale sceglie con una selezione pubblica per titoli il nuovo direttore della tenuta di Castelporziano, residenza estiva del presidente con annessi seimila ettari di macchia mediterranea incontaminata. Basta nomine a chiamata diretta, viva la trasparenza e la meritocrazia. E che sia d’esempio agli italiani tutti. La selezione per quel ruolo di assoluto prestigio, che vale un compenso annuo di 125.080 euro, effettivamente viene fatta con tanto di avviso (a dicembre) e commissione di valutazione di saggi (a marzo). La competizione è durissima: 577 candidati e 17 selezionati per il colloquio conoscitivo.
Tra il 6 e 7 marzo 2017 sfilano davanti al Segretario generale della Presidenza Ugo Zampetti e all’apposita commissione candidati con curriculum più che importanti e attinenti all’incarico: ex direttori di Parchi nazionali, docenti universitari, dirigenti forestali con lunghi anni di esperienza nella gestione delle riserve naturali dello Stato. L’esito è che la più idonea a dirigere la tenuta presidenziale in vita sua non ha mai diretto un parco o una riserva naturale. Dubbi sono anche i requisiti minimi per partecipare al bando, come la formazione post laurea e un’esperienza “almeno decennale” con compiti di “direzione, programmazione e coordinamento in settori che abbiano attinenza con il presente avviso e con le attività svolte presso la Tenuta di Castelporziano”.
A lasciare di sasso gli esclusi è però un altro dettaglio: la nuova numero 1 di Castelporziano è infatti la figlia della ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, e cioè lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Ad aggiudicarsi il prestigioso incarico è infatti Giulia Bonella, 44 anni, che a Castelporziano ha svolto un tirocinio nel 1998 sul tema “La rinnovazione del Punus pinea in presenza di carico eccessivo di cinghiali”. Il Colle ribatte di aver tenuto conto dell’avviso unanime del gruppo di lavoro motivato “dall’eccellente livello delle sue competenze ed esperienze professionali, maturate in ambito pubblico e privato ed anche in sede europea”. E sulla parentela con la professoressa Carmela Decaro, docente alla Luiss di Roma, nominata da Carlo Azeglio Ciampi vice segretario generale tra il 1999 e il 2006, risponde che l’incarico è cessato 11 anni fa e che “l’avviso di selezione stabiliva che il cv dei candidati fosse redatto ‘in conformità del vigente modello europeo’, il quale, come è noto, non contiene voci relative alle generalità di parenti”.
I candidati esclusi promettono battaglia e la stessa Associazione italiana direttori e funzionari aree protette (Aidap) si appresta a scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire a tutela della riserva e a garanzia della correttezza della procedura, sbandierata come prova di trasparenza e valorizzazione delle competenze ma risolta poi con una soluzione che sa di nepotismo. Si attrezza a ricorrere lo stesso presidente Aidap, Andrea Gennai, che ha partecipato alla selezione senza accedere al colloquio. “Sono due volte in imbarazzo, come candidato e come presidente”, racconta. “Mi pare evidente la sproporzione tra i titoli e le esperienze di molti professionisti e quello della nuova direttrice. Il punto non sono i suoi ascendenti familiari, ma che la selezione sia stata fatta nel rispetto dei requisiti del bando. A fine marzo ho fatto richiesta di accesso agli atti per avere il verbale conclusivo della commissione d’esame e il cv del vincitore. Non ho ricevuto risposta”.
Vero è che Castelporziano è un parco anomalo, dice Gennai, perché è un’area protetta ma nasce come tenuta presidenziale e perciò unica, “anzi doppia perché c’è anche la gemella di San Rossore (Pisa) che dal 1999 è della Regione Toscana. Io ne sono stato direttore per tre anni e mezzo e avevo 14 dipendenti del Colle laggiù. Confermo che le due tenute hanno una gestione peculiare, ma siccome l’ho fatta e m’hanno escluso ritengo abbiano seguito criteri diversi”. Sconcertato è pure Giorgio Boscagli, 64 anni, direttore del Parco nazionale Foreste casentinesi e per 20 anni biologo ispettore di sorveglianza del Parco d’Abruzzo. È tra i 17 che hanno superato di slancio la preselezione, ma il colloquio? “Non posso dire che sia stata una farsa ma francamente non ho avuto la sensazione di un reale interesse ad approfondire competenze e conoscenze. Poi ho letto il curriculum della professionista scelta e non fatico ad ammettere che altri erano assolutamente preponderanti”.
Difficile dire come finirà. Eventuali ricorsi devono essere proposti alla stessa presidenza della Repubblica, che è organo costituzionale e come tale autodetermina i propri giudizi, salvo che un altro organo di giustizia non intervenga, aprendo la strada al conflitto d’attribuzione. Improbabile. Così come il passo indietro sul nome del nuovo capo della Riserva presidenziale accolto con fior di riserve. Di sicuro la vicenda non aiuta lo sforzo profuso finora dal presidente Mattarella a convertire l’ex reggia reale in uno spazio aperto ai cittadini e alle regole che governano la pubblica amministrazione vincolandola a procedure trasparenti. Neppure a lavare le vecchie macchie che, proprio a Castelporiziano, hanno imbrattato l’immagine della Presidenza.
Di pochi giorni fa la notizia, rilanciata da Repubblica, del conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale contro la Corte dei Conti davanti alla Consulta proprio per una vicenda di ruberie e nepotismo nella tenuta emersa nel 2009, quando un’ispezione rivelò un ammanco di quasi 5 milioni di euro dalle casse tra spese ed esborsi ingiustificati. Ne era scaturita un’indagine penale e un procedimento civile che avevano coinvolto anche l’ex segretario generale Gaetano Gifuni e suo nipote per abusi edilizi ed ex dipendenti della contabilità che furono condannati a risarcire 4,6 milioni di euro, oltre a cento milioni per danno all’immagine. Su questa parte, però, la Corte dei Conti nel 2016, è arrivata a conclusioni differenti, non riconoscendo i danni d’immagine e chiedendo il risarcimento solo all’imputato assolto per omessa vigilanza. Contro la decisione il presidente della Repubblica ricorre alla Consulta. Di mezzo equità e giustizia. Le stesse che i candidati direttori scartati per una sospetta raccomandazione ritengono ancora perse per la tenuta.
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Meloni: “Serve un vertice Usa-Ue-alleati”. Da Tusk a Macron, i leader europei schierati con Kiev
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Caro presidente, le immagini dello scontro di ieri alla Casa Bianca hanno suscitato angoscia in tutto il mondo, cambiando nei fatti i connotati della politica estera e del quadro internazionale". Inizia così la lettera che Davide Faraone ed Enrico Borghi, capigruppo di Italia viva alla Camera e al Senato, hanno inviato ai presidenti dei due rami del Parlamento Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa per chiedere che la premier Meloni riferisca in aula.
"Un fatto politico di primaria grandezza, che interpella da vicino tutte le coscienze, che provoca inquietudini in ampi settori dell’opinione pubblica e e che esige una riflessione politico-istituzionale nel luogo naturale della nostra democrazia, il Parlamento", proseguono.
"All’indomani del vertice che si terrà a Londra domani e prima del Consiglio dell’Unione Europa straordinario del 6 marzo sull’Ucraina è inevitabile ed improcrastinabile che la Presidente del Consiglio venga a riferire nelle Aule di Camera e Senato, al fine di svolgere la naturale funzione di indirizzo che la nostra Costituzione attribuisce alle Camere", chiedono gli esponenti di Iv.
(Adnkronos) - "È in gioco il futuro dell’Unione e la centralità del Parlamento non può essere messa in discussione. Ti chiedo quindi di farti portavoce presso la Presidenza del Consiglio perché a partire da lunedi la Presidente del Consiglio venga a riferire in Aula nel quadro di un dibattito che si rende di ora in ora sempre più indispensabile”, concludono Faraone e Borghi.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Se il provvedimento sarà fatto bene siamo pronti a votarlo in aula". Lo dice Matteo Renzi, al 'Foglio', sulla provvedimento sul nucleare votato ieri dal Cdm. "Siamo a favore del nucleare da sempre ma visti i precedenti qualche dubbio c'è. Noi non dimentichiamo che su questi temi la premier Meloni e una bandieruola", spiega il leader di Iv.
"Non prendiamoci in giro. Riaprire il dibattito sul nucleare, in piena emergenza bollette, è la classica mossa da influencer”, prosegue Renzi che poi spiega: "Sul Tap mi contestava in Puglia e meno male che abbiamo retto. In Abruzzo mi attaccava sulle trivelle. E’ successo anche sul petrolio in Basilicata, a Piombino con il rigassificatore. Stesso discorso per il termovalorizzatore, da Roma alla Toscana".
"Per avere energia – prosegue – serve un mix e invece Meloni ha sempre detto no a tutto. Ovunque. Comunque se ora ha cambiato idea, bene. Ma per pagare le bollette il mese prossimo servono risorse vere, non le poche stanziate oggi".
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Con l'attuale maggioranza ci sono distanze molto forti, che non prevedo si possano attenuare. Sul premierato, dico solo questo: nel mondo già girano troppi comandi solitari, che creano disordine e pericoli. I primi giorni di Trump, in questo senso, sono tremendi". Lo dice Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, all''Unione sarda' in occasione della partecipazione alla Scuola di formazione politica dei Riformatori Sardi.
"Sulla giustizia, ho una posizione molto personale. Sono figlio di un avvocato penalista repubblicano. Il garantismo e il rispetto umano delle persone, anche se colpevoli, mi scorre nel sangue. Detto questo, il clima generale che si è creato contro l'esercizio della legalità pare a me molto inquietante", aggiunge Bettini.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".