Minacce, avvertimenti, lanci di missili, pagine sui giornali del regime. La Corea del Nord, dopo avere già dichiarato di essere disposta alla guerra nucleare contro Washington, continua a mantenere alta la tensione con gli Stati Uniti. E questa volta lo fa dalle colonne del Rodong Sinmun, il quotidiano ufficiale del Partito dei Lavoratori. Accusando gli Usa di pianificare un attacco con armi chimiche contro il Paese, il regime di Kim Jong-un si dice pronto a “cancellare l’America dalla faccia della Terra” e, aggiunge, ad affondare la portaerei Usa Carl Vinson. Un atto che, prosegue l’editoriale, sarebbe “un vero esempio per dimostrare la nostra forza militare“.
Nel documento dal titolo “Piano di guerra biochimica contro la nazione coreana sotto attacco” e riportato sul giornale, Pyongyang afferma che Washington vuole “infliggere sulla nazione coreana un orribile disastro senza precedenti” e sostiene che le forze americane stazionate in Corea del Sud di recente hanno portato nel porto di Busan “attrezzature per cercare di portare avanti il Piano Giove (Jupiter Plan), uno scenario (che prevede) una guerra biochimica contro il nord”. Tuttavia, prosegue il documento, la Corea del Nord “non sarà mai uno spettatore inerte alle mosse degli Usa volte a provocare una guerra biochimica ma concluderà lo stallo con gli Usa, l’impero dei mali, cancellandoli dalla faccia della Terra“.
A queste minacce si aggiunge quella di affondare la portaerei Usa. “Le nostre forze rivoluzionarie sono pronte ad affondare la portaerei Usa a propulsione nucleare con un solo colpo”, si legge ancora sul Rodong Sinmun, in un editoriale a pagina 3 che segue un servizio dedicato alla visita del leader Kim Jong-un a una fattoria di maiali. Il giornale paragona la portaerei Usa a un “gigantesco animale” e afferma che un colpo sarebbe “un vero esempio per dimostrare la nostra forza militare“.
Terzo cittadino Usa in carcere – Salgono a tre i cittadini americani detenuti in Corea del Nord. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, si tratta di un coreano-americano di circa 50 anni che si trovava nel Paese da un mese per discutere di attività di assistenza. Identificato soltanto con il cognome Kim, è stato fermato all’aeroporto internazionale di Pyongyang, mentre era pronto a lasciare il Paese. Stando a fonti citate dall’agenzia sudcoreana, è un ex professore della cinese Yanbian University of Science and Technology (Yust), che ha una sede anche nella capitale nordcoreana.
In passato la Corea del Nord ha usato l’arresto di americani per ottenere visite di alto profilo da parte degli Stati Uniti, con cui non ha relazioni diplomatiche formali. Si tratta di Otto Warmbier, studente 22enne fermato a gennaio del 2016 e condannato a 15 anni di lavori forzati da un tribunale nordcoreano con l’accusa di avere provato a rubare un cartello di propaganda; e del coreano-americano Kim Dong Chul, 62 anni, che a marzo del 2016 è stato condannato a 10 anni di lavori forzati con l’accusa di sovversione. Nel 2012, inoltre, era stato arrestato il missionario Usa Kenneth Bae: condannato a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di crimini contro lo Stato, è stato rilasciato due anni dopo.