“A me risulta che ci sia un dossier dei servizi segreti italiani che certificano i contatti tra trafficanti, malavita, scafisti e alcune associazioni. Se esiste questo dossier, ed è in mano al presidente del Consiglio Gentiloni e il premier lo tiene nel cassetto, sarebbe una cosa gravissima. Se esiste lo renda pubblico a tutti gli italiani e lo dia al Procuratore capo di Catania”. Il leader della Lega Matteo Salvini torna all’attacco sulla polemica innescata alcuni giorni fa dalle dichiarazioni del magistrato Carmelo Zuccaro. Durante la trasmissione “In mezz’ora”, su Raitre, il segretario del Carroccio, che ha definito Angelino Alfano, ministro con delega all’invasione, ha aggiunto:”Da tre anni chiediamo chiarimenti, depositeremo domani un’altra interrogazione parlamentare”.
E infatti Paolo Arrigoni, senatore leghista e componente del comitato Schengen annuncia l’iniziativa:”Il governo garantisca al procuratore Zuccaro l’acquisizione di prove per poter aprire il fascicolo d’indagine al fine di far luce sul ruolo delle Ong nel traffico dei migranti. Pensiamo che Gentiloni sia in possesso di tutte le informazioni necessarie a Zuccaro per proseguire il lavoro per garantire al Paese l’accertamento della verità. Per questo presentiamo un’interrogazione parlamentare visto che Gentiloni ha la delega ai servizi segreti. Vogliamo sapere se il DIS e dunque la Presidenza del Consiglio dei ministri disponga di un dossier predisposto dall’intelligence in ordine a contatti, interlocuzioni e rapporti tra Ong e scafisti/facilitatori coinvolti sul traffico di migranti. Se la Procura di Catania abbia chiesto, e se sì quando, di poter accedere al dossier dei servizi segreti e infine se tale dossier sia stato rilasciato, ovvero se è in corso di rilascio, oppure se ne sia stato vietato l’utilizzo”. Due giorni fa nel pieno della bufera il presidente del Copasir Giacomo Stucchi (Lega), rispondendo a una domanda, aveva dichiarato: “La possibilità di svolgere audizioni sarà valutata, come sempre, collegialmente in seno al Comitato”.
Intanto dal apporto sull’attività di ricerca e soccorso (Sar) effettuata l’anno scorso dalla Guardia Costiera emerge che su un totale di 638 chiamate di soccorso effettuate con i telefoni satellitari nel Mediterraneo centrale del 2016, soltanto lo 0,8% è arrivato direttamente alle Organizzazioni non governative. Sono le Ong, però, ad aver avvistato per prime il 30,3% dei 786 tra barconi, gommoni e piccole imbarcazioni salpate dalla Libia senza satellitari e, dunque, senza la possibilità di dare l’allarme. Non sono, infatti, ancora disponibili i dati disaggregati relativi ai primi 4 mesi del 2017, periodo nel quale sono state già soccorse circa 36mila persone in 315 interventi di soccorso, coordinati dal Maritime Rescue Coordination Centre (Mrcc), la centrale operativa della Guardia Costiera che da Roma coordina tutti gli interventi.
L’anno scorso sono state 1.424 le operazioni di soccorso, il 52% in più rispetto al 2015: e dei 178.415 migranti salvati, le dieci Ong operanti (Moas, Seawatch, Sos Mediterranee, Sea Eye, Msf, Proactiva Open Arms, Life Boat, Jugend Retted, Boat Refugee, Save The Children) ne hanno recuperati 46.796, più del doppio di quanti ne avevano soccorsi l’anno precedente (20.063). “Nel 2016 – dice il rapporto – si è assistito, nel Mediterraneo centrale, ad un consistente aumento della presenza di unità Ong, con l’obiettivo di concorrere alle operazioni Sar”. Un incremento che ha dato i suoi frutti soprattutto nei mesi di giugno, luglio e ottobre, quando le organizzazioni hanno recuperato circa 25mila migranti.
Nel documento la Guardia Costiera indica poi i fattori che hanno portato ad un “netto peggioramento delle condizioni di sicurezza” per i migranti che partono dalla Libia. Innanzitutto la drastica riduzione della presenza a bordo di telefoni satellitari (dei 938 interventi Sar del 2015, 747, vale a dire l’80%, sono scattati proprio in seguito ad una chiamata, mentre nel 2016 la percentuale si è fermata al 45%), che determina una maggiore difficoltà per chi deve cercare i migranti e, soprattutto, un maggiore pericolo per chi è a bordo di barconi e gommoni. Ad aumentare i rischi, anche l’aumento delle partenze di notte e con il mare molto mosso, il maggior numero di migranti sui gommoni, (da una media di 103 a bordo nel 2015 si è passati a 122 nel 2016, con un +18%), l’aumento del numero dei gommoni utilizzati rispetto ai barconi (da 674 a 1.094). Quanto all’area di intervento, il rapporto sottolinea che “la presenza di tanti mezzi, l’incremento degli avvistamenti e l’invio delle richieste di soccorso da parte dei migranti dopo la partenza dalla Libia, hanno fatto sì che dal 2012 ad oggi la distanza dalle coste libiche dei punti di intercetto da parte dei soccorritori sia diminuita, arrivando fino al limite delle acque territoriali. Oltre, le autorità libiche, richiedono una loro autorizzazione per consentire l’attività di soccorso”.
Politica
Ong-trafficanti, Salvini: “A me risulta dossier dei servizi su contatti. Se esiste Gentiloni lo renda pubblico”
Il leader della Lega Matteo Salvini torna all'attacco sulla polemica innescata alcuni giorni fa dalle dichiarazioni del magistrato Carmelo Zuccaro. Durante la trasmissione "In mezz'ora", su Raitre, il segretario del Carroccio ha aggiunto: "Da tre anni chiediamo chiarimenti, depositeremo domani un’altra interrogazione parlamentare"
“A me risulta che ci sia un dossier dei servizi segreti italiani che certificano i contatti tra trafficanti, malavita, scafisti e alcune associazioni. Se esiste questo dossier, ed è in mano al presidente del Consiglio Gentiloni e il premier lo tiene nel cassetto, sarebbe una cosa gravissima. Se esiste lo renda pubblico a tutti gli italiani e lo dia al Procuratore capo di Catania”. Il leader della Lega Matteo Salvini torna all’attacco sulla polemica innescata alcuni giorni fa dalle dichiarazioni del magistrato Carmelo Zuccaro. Durante la trasmissione “In mezz’ora”, su Raitre, il segretario del Carroccio, che ha definito Angelino Alfano, ministro con delega all’invasione, ha aggiunto:”Da tre anni chiediamo chiarimenti, depositeremo domani un’altra interrogazione parlamentare”.
E infatti Paolo Arrigoni, senatore leghista e componente del comitato Schengen annuncia l’iniziativa:”Il governo garantisca al procuratore Zuccaro l’acquisizione di prove per poter aprire il fascicolo d’indagine al fine di far luce sul ruolo delle Ong nel traffico dei migranti. Pensiamo che Gentiloni sia in possesso di tutte le informazioni necessarie a Zuccaro per proseguire il lavoro per garantire al Paese l’accertamento della verità. Per questo presentiamo un’interrogazione parlamentare visto che Gentiloni ha la delega ai servizi segreti. Vogliamo sapere se il DIS e dunque la Presidenza del Consiglio dei ministri disponga di un dossier predisposto dall’intelligence in ordine a contatti, interlocuzioni e rapporti tra Ong e scafisti/facilitatori coinvolti sul traffico di migranti. Se la Procura di Catania abbia chiesto, e se sì quando, di poter accedere al dossier dei servizi segreti e infine se tale dossier sia stato rilasciato, ovvero se è in corso di rilascio, oppure se ne sia stato vietato l’utilizzo”. Due giorni fa nel pieno della bufera il presidente del Copasir Giacomo Stucchi (Lega), rispondendo a una domanda, aveva dichiarato: “La possibilità di svolgere audizioni sarà valutata, come sempre, collegialmente in seno al Comitato”.
Intanto dal apporto sull’attività di ricerca e soccorso (Sar) effettuata l’anno scorso dalla Guardia Costiera emerge che su un totale di 638 chiamate di soccorso effettuate con i telefoni satellitari nel Mediterraneo centrale del 2016, soltanto lo 0,8% è arrivato direttamente alle Organizzazioni non governative. Sono le Ong, però, ad aver avvistato per prime il 30,3% dei 786 tra barconi, gommoni e piccole imbarcazioni salpate dalla Libia senza satellitari e, dunque, senza la possibilità di dare l’allarme. Non sono, infatti, ancora disponibili i dati disaggregati relativi ai primi 4 mesi del 2017, periodo nel quale sono state già soccorse circa 36mila persone in 315 interventi di soccorso, coordinati dal Maritime Rescue Coordination Centre (Mrcc), la centrale operativa della Guardia Costiera che da Roma coordina tutti gli interventi.
L’anno scorso sono state 1.424 le operazioni di soccorso, il 52% in più rispetto al 2015: e dei 178.415 migranti salvati, le dieci Ong operanti (Moas, Seawatch, Sos Mediterranee, Sea Eye, Msf, Proactiva Open Arms, Life Boat, Jugend Retted, Boat Refugee, Save The Children) ne hanno recuperati 46.796, più del doppio di quanti ne avevano soccorsi l’anno precedente (20.063). “Nel 2016 – dice il rapporto – si è assistito, nel Mediterraneo centrale, ad un consistente aumento della presenza di unità Ong, con l’obiettivo di concorrere alle operazioni Sar”. Un incremento che ha dato i suoi frutti soprattutto nei mesi di giugno, luglio e ottobre, quando le organizzazioni hanno recuperato circa 25mila migranti.
Nel documento la Guardia Costiera indica poi i fattori che hanno portato ad un “netto peggioramento delle condizioni di sicurezza” per i migranti che partono dalla Libia. Innanzitutto la drastica riduzione della presenza a bordo di telefoni satellitari (dei 938 interventi Sar del 2015, 747, vale a dire l’80%, sono scattati proprio in seguito ad una chiamata, mentre nel 2016 la percentuale si è fermata al 45%), che determina una maggiore difficoltà per chi deve cercare i migranti e, soprattutto, un maggiore pericolo per chi è a bordo di barconi e gommoni. Ad aumentare i rischi, anche l’aumento delle partenze di notte e con il mare molto mosso, il maggior numero di migranti sui gommoni, (da una media di 103 a bordo nel 2015 si è passati a 122 nel 2016, con un +18%), l’aumento del numero dei gommoni utilizzati rispetto ai barconi (da 674 a 1.094). Quanto all’area di intervento, il rapporto sottolinea che “la presenza di tanti mezzi, l’incremento degli avvistamenti e l’invio delle richieste di soccorso da parte dei migranti dopo la partenza dalla Libia, hanno fatto sì che dal 2012 ad oggi la distanza dalle coste libiche dei punti di intercetto da parte dei soccorritori sia diminuita, arrivando fino al limite delle acque territoriali. Oltre, le autorità libiche, richiedono una loro autorizzazione per consentire l’attività di soccorso”.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.