Matteo Renzi proclamato segretario dall’Assemblea Pd e dal palco del Marriott di Roma indica l’agenda del nuovo corso dei democratici: sostegno al governo, ma senza errori, e ripartenza dalle priorità che sono “lavoro, casa e mamme”. E la legge elettorale, ma “l’iniziativa spetta ad altri”. Di alleanze parla Andrea Orlando, che dopo la premessa sull’errore della scissione avverte così il segretario: “Caro Matteo, a Berlusconi preferisco ancora Bersani”.
Renzi a Mattarella: “Reponsabilità della legge elettorale tocca ad altri”
video di Manolo Lanaro e Alberto Sofia
I lavori si sono aperti con un applauso al premier Gentiloni (a 24 ore dalle polemiche sulle dichiarazioni di sfiducia di Renzi riportate dal Corriere). La nuova assemblea si è riunita per la prima volta dopo le primarie per proclamare il segretario, eleggere il presidente e la direzione. Confermati i dati sulle primarie filtrati nei giorni scorsi: sono stati eletti 700 delegati delle liste collegate a Renzi, 88 delegati nelle liste di Emiliano e 212 nelle liste di Orlando. In assemblea nazionale 449 donne e 551 uomini. Sono i dati ufficiali del congresso Pd, letti dal capo della commissione congresso Roberto Montanari all’assemblea riunita all’Hotel Marriott.
Gli interventi di Orlando ed Emiliano
Andrea Orlando mette qualche punto fermo al nuovo corso del Pd uscito dalle primarie che lo hanno visto sconfitto: “La scissione è stato un errore drammatico ma tra Berlusconi e Bersani continuo a preferire Bersani. Il Pd deve prendere il 40 per cento ma non a tutti i costi: senza il centrosinistra il Pd è costretto all’alleanza con Berlusconi, dobbiamo provare a ricostruire il centrosinistra, è doloroso, faticoso ma non tutte le alleanze sono un male di per sè, lo sono state in un certa stagione ma grandi alleanze hanno aiutato a cambiare i paesi”. E qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie: “Diciamolo con franchezza: in questi anni non è andata così come si era detto, non c’è stato un rinnovamento delle classi dirigenti, abbiamo assunto le peggiori prassi della politica, come il clientelismo ed il nepotismo, l’ idea che il consenso si costruisca con il potere. La rottamazione non ha funzionato”.
Temi rimarcati a stretto giro dall’altro sfidante, Michele Emiliano: “Un nuovo fallimento avrebbe proporzioni gravissime. E un nuovo fallimento del Pd non fa comodo ai tuoi avversari interni, Matteo”, dice Emiliano dal palco. “Io vedo la tua sofferenza. E allora questa sofferenza mostrala. Perché questa gente non ha bisogno di superuomini al comando. A vincere è la comunità”. Nel salutare il segretario del Pd Matteo Renzi torna a citare Che Guevara: “Hasta la victoria, signor segretario”, dice il presidente della Puglia.
Il discorso di Renzi: “Nessuno mette in discussione governo Gentiloni”
Visibilmente soddisfatto, Renzi parte dall’autoanalisi. “Grazie a chi oggi si rimette in cammino. Cinque mesi fa, il 7 dicembre, concludevo l’assemblea Pd dimettendomi da premier”. Questa è “l’esperienza di un popolo che si rimette in gioco. Questo è un popolo che non ha paura di ripartire e di rimontare mettendo al centro una comunità politica che cerca di fare il bene dell’Italia”.
Il primo punto, “da cinque mesi lo diciamo, nessuno del Pd metterà in discussione il sostegno al governo. E lo diremo fino alla fine della legislatura”. Ma a certe condizioni: “La durata della legislatura non dipende da noi ma dal governo stesso e dal lavoro Parlamentare”. E ancora: “Staremo insieme fino al 2021, pensate un po’… Vorrei garantirvi che non ci vedremo tutti i giorni, ma molto più di quel che pensate e meno di quel che qualcuno spera. Fermiamoci un secondo, visto che è la prima volta. Diciamoci parole di verità: chi siamo noi oggi? O lo capiamo o perdiamo la ragione dello stare assieme. Dopo un viaggio così faticoso e tanta polemica vorrei partire dicendo grazie dal profondo del cuore ad Andrea Orlando e Michele Emiliano”. Spazio anche per l’autocritica: “Dobbiamo fare di più. E’ un punto in cui io non sono stato all’altezza. C’è un doppio binario, il territorio con una presenza di circoli che è unica. Ma dobbiamo tenerli aperti e vivi. Poi c’è il web, un luogo in cui dobbiamo essere protagonisti. Definii un’assurdità quello che diceva Gianroberto Casaleggio che una cosa ripetuta sul web diventa vera. Ma siamo in un momento in cui anche una bugia possa diventare verità dobbiamo dare una risposta. E la piattaforma “Bob” che useremo risponde anche a questo perché c’è una connessione tra territorio e rete”.
Orfini confermato alla presidenza, i vice alle minoranze
Matteo Orfini è stato eletto presidente del Pd dall’assemblea Pd: tutti favorevoli tranne 16 no e 60 astenuti. I niet sono arrivati, annunciati, dagli orlandiani. Barbara Pollastrini (mozione Orlando) e Domenico De Santis (mozione Emiliano), vicepresidenti. Francesco Bonifazi è stato confermato tesoriere con 11 astenuti. Le minoranze del Pd entrano nell’ufficio di presidenza del partito coi due vicepresidenti: si tratta della orlandiana Barbara Pollastrini e del rappresentante della mozione Emiliano Domenico De Santis. I vicepresidenti sono stati eletti con 1 voto contrario e 10 astenuti.
Legge elettorale: “Pd non è capro espiatorio. Pronti ad accordo purché decente”
“Rosico per il voto di stasera ” con il doppio turno in Francia “perché il ballottaggio avrebbe dato ai cittadini la possibilità di scegliere”. E ancora: “Non ci facciamo prendere in giro dalle altre forze politiche”. Renzi parla a chi ha votato “no” al referendum ma tira in ballo chi ha sostenuto quella posizione: “Ci hanno portato nella palude e lo dicevo. Quelle forze politiche che hanno agitato il rischio autoritario hanno una responsabilità perché abbiamo proposto di tutto, dall’estensione dell’Italicum al sistema alla tedesca. Loro hanno la maggioranza in prima commissione al Senato e devono avanzare una proposta. Non saremo noi a farci inchiodare dalle responsabilità di una classe dirigente che aveva garantito agli italiani una soluzione migliore. Il ballottaggio dava una certezza al cittadino. Adesso che è stata bocciata la riforma restano le larghe intese. Se avete proposte tiratele fuori purché siano decenti. Nel frattempo governiamo col governo Gentiloni con onestà. Noi assicuriamo il governo, la legge elettorale dipende dagli altri”.
Non più sindaci, ma 20 “millennials” in direzione
“Abbiamo un problema con i ragazzi, è vero, e per risolverlo vanno coinvolti. Sapete che il segretario può scegliere 20 nomi per la direzione, propongo che i 20 nomi siano ragazzi della generazione Millenials che hanno meno di 30 anni”.
Legittima difesa: “Non inseguiamo la destra”
“Essere capaci di difendere la propria casa significa essere nella tradizione democratica, non è inseguire la destra becera”. Così il neosegretario parlando della legge sulla legittima difesa che tante polemiche ha sollevato. “Non abbiamo mai inseguito la destra su questa temi. “Ma non la spieghi una distinzione tra giorno e notte sulla legittima difesa. O accetti che la legittima difesa è un valore o non la spieghi – aggiunge – Noi lavoreremo per avere più poliziotti e carabinieri e contemporaneamente più centri di aggregazione”.
Politica
Assemblea Pd, Renzi proclamato segretario. Orlando: “Scissione errore, ma a Berlusconi preferisco Bersani”
Inno di Mameli e applausi. Aperta l'assemblea nazionale del Partito Democratico. In platea il premier Gentiloni. Confermati i numeri e i delegati che dovranno votare la nuova direzione. Renzi: "Sosterremo Gentiloni fino alla fine. Priorità: lavoro, casa e mamme. Altri facciano proposta per legge elettorale". Emiliano: "Il popolo Pd non ha bisogno di superuomini". Orfini confermato presidente
Matteo Renzi proclamato segretario dall’Assemblea Pd e dal palco del Marriott di Roma indica l’agenda del nuovo corso dei democratici: sostegno al governo, ma senza errori, e ripartenza dalle priorità che sono “lavoro, casa e mamme”. E la legge elettorale, ma “l’iniziativa spetta ad altri”. Di alleanze parla Andrea Orlando, che dopo la premessa sull’errore della scissione avverte così il segretario: “Caro Matteo, a Berlusconi preferisco ancora Bersani”.
Renzi a Mattarella: “Reponsabilità della legge elettorale tocca ad altri”
video di Manolo Lanaro e Alberto Sofia
I lavori si sono aperti con un applauso al premier Gentiloni (a 24 ore dalle polemiche sulle dichiarazioni di sfiducia di Renzi riportate dal Corriere). La nuova assemblea si è riunita per la prima volta dopo le primarie per proclamare il segretario, eleggere il presidente e la direzione. Confermati i dati sulle primarie filtrati nei giorni scorsi: sono stati eletti 700 delegati delle liste collegate a Renzi, 88 delegati nelle liste di Emiliano e 212 nelle liste di Orlando. In assemblea nazionale 449 donne e 551 uomini. Sono i dati ufficiali del congresso Pd, letti dal capo della commissione congresso Roberto Montanari all’assemblea riunita all’Hotel Marriott.
Gli interventi di Orlando ed Emiliano
Andrea Orlando mette qualche punto fermo al nuovo corso del Pd uscito dalle primarie che lo hanno visto sconfitto: “La scissione è stato un errore drammatico ma tra Berlusconi e Bersani continuo a preferire Bersani. Il Pd deve prendere il 40 per cento ma non a tutti i costi: senza il centrosinistra il Pd è costretto all’alleanza con Berlusconi, dobbiamo provare a ricostruire il centrosinistra, è doloroso, faticoso ma non tutte le alleanze sono un male di per sè, lo sono state in un certa stagione ma grandi alleanze hanno aiutato a cambiare i paesi”. E qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie: “Diciamolo con franchezza: in questi anni non è andata così come si era detto, non c’è stato un rinnovamento delle classi dirigenti, abbiamo assunto le peggiori prassi della politica, come il clientelismo ed il nepotismo, l’ idea che il consenso si costruisca con il potere. La rottamazione non ha funzionato”.
Temi rimarcati a stretto giro dall’altro sfidante, Michele Emiliano: “Un nuovo fallimento avrebbe proporzioni gravissime. E un nuovo fallimento del Pd non fa comodo ai tuoi avversari interni, Matteo”, dice Emiliano dal palco. “Io vedo la tua sofferenza. E allora questa sofferenza mostrala. Perché questa gente non ha bisogno di superuomini al comando. A vincere è la comunità”. Nel salutare il segretario del Pd Matteo Renzi torna a citare Che Guevara: “Hasta la victoria, signor segretario”, dice il presidente della Puglia.
Il discorso di Renzi: “Nessuno mette in discussione governo Gentiloni”
Visibilmente soddisfatto, Renzi parte dall’autoanalisi. “Grazie a chi oggi si rimette in cammino. Cinque mesi fa, il 7 dicembre, concludevo l’assemblea Pd dimettendomi da premier”. Questa è “l’esperienza di un popolo che si rimette in gioco. Questo è un popolo che non ha paura di ripartire e di rimontare mettendo al centro una comunità politica che cerca di fare il bene dell’Italia”.
Il primo punto, “da cinque mesi lo diciamo, nessuno del Pd metterà in discussione il sostegno al governo. E lo diremo fino alla fine della legislatura”. Ma a certe condizioni: “La durata della legislatura non dipende da noi ma dal governo stesso e dal lavoro Parlamentare”. E ancora: “Staremo insieme fino al 2021, pensate un po’… Vorrei garantirvi che non ci vedremo tutti i giorni, ma molto più di quel che pensate e meno di quel che qualcuno spera. Fermiamoci un secondo, visto che è la prima volta. Diciamoci parole di verità: chi siamo noi oggi? O lo capiamo o perdiamo la ragione dello stare assieme. Dopo un viaggio così faticoso e tanta polemica vorrei partire dicendo grazie dal profondo del cuore ad Andrea Orlando e Michele Emiliano”. Spazio anche per l’autocritica: “Dobbiamo fare di più. E’ un punto in cui io non sono stato all’altezza. C’è un doppio binario, il territorio con una presenza di circoli che è unica. Ma dobbiamo tenerli aperti e vivi. Poi c’è il web, un luogo in cui dobbiamo essere protagonisti. Definii un’assurdità quello che diceva Gianroberto Casaleggio che una cosa ripetuta sul web diventa vera. Ma siamo in un momento in cui anche una bugia possa diventare verità dobbiamo dare una risposta. E la piattaforma “Bob” che useremo risponde anche a questo perché c’è una connessione tra territorio e rete”.
Orfini confermato alla presidenza, i vice alle minoranze
Matteo Orfini è stato eletto presidente del Pd dall’assemblea Pd: tutti favorevoli tranne 16 no e 60 astenuti. I niet sono arrivati, annunciati, dagli orlandiani. Barbara Pollastrini (mozione Orlando) e Domenico De Santis (mozione Emiliano), vicepresidenti. Francesco Bonifazi è stato confermato tesoriere con 11 astenuti. Le minoranze del Pd entrano nell’ufficio di presidenza del partito coi due vicepresidenti: si tratta della orlandiana Barbara Pollastrini e del rappresentante della mozione Emiliano Domenico De Santis. I vicepresidenti sono stati eletti con 1 voto contrario e 10 astenuti.
Legge elettorale: “Pd non è capro espiatorio. Pronti ad accordo purché decente”
“Rosico per il voto di stasera ” con il doppio turno in Francia “perché il ballottaggio avrebbe dato ai cittadini la possibilità di scegliere”. E ancora: “Non ci facciamo prendere in giro dalle altre forze politiche”. Renzi parla a chi ha votato “no” al referendum ma tira in ballo chi ha sostenuto quella posizione: “Ci hanno portato nella palude e lo dicevo. Quelle forze politiche che hanno agitato il rischio autoritario hanno una responsabilità perché abbiamo proposto di tutto, dall’estensione dell’Italicum al sistema alla tedesca. Loro hanno la maggioranza in prima commissione al Senato e devono avanzare una proposta. Non saremo noi a farci inchiodare dalle responsabilità di una classe dirigente che aveva garantito agli italiani una soluzione migliore. Il ballottaggio dava una certezza al cittadino. Adesso che è stata bocciata la riforma restano le larghe intese. Se avete proposte tiratele fuori purché siano decenti. Nel frattempo governiamo col governo Gentiloni con onestà. Noi assicuriamo il governo, la legge elettorale dipende dagli altri”.
Non più sindaci, ma 20 “millennials” in direzione
“Abbiamo un problema con i ragazzi, è vero, e per risolverlo vanno coinvolti. Sapete che il segretario può scegliere 20 nomi per la direzione, propongo che i 20 nomi siano ragazzi della generazione Millenials che hanno meno di 30 anni”.
Legittima difesa: “Non inseguiamo la destra”
“Essere capaci di difendere la propria casa significa essere nella tradizione democratica, non è inseguire la destra becera”. Così il neosegretario parlando della legge sulla legittima difesa che tante polemiche ha sollevato. “Non abbiamo mai inseguito la destra su questa temi. “Ma non la spieghi una distinzione tra giorno e notte sulla legittima difesa. O accetti che la legittima difesa è un valore o non la spieghi – aggiunge – Noi lavoreremo per avere più poliziotti e carabinieri e contemporaneamente più centri di aggregazione”.
Lady Etruria
di Davide Vecchi 11.4€ Acquista su AmazonArticolo Precedente
Pd, Richetti: “Partito di Renzi? No, segretario è stato eletto, non c’è stata auto-acclamazione”. Cuperlo. “Ora legge elettorale”
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Boschi commissaria i ministri, governo in fuga. Orlando: “Non me ne sono accorto”. De Vincenti: “Atto ineccepibile”
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Mondo
A Gaza è finita la tregua: Israele colpisce Hamas sulla Striscia. “Oltre 350 morti, molti bambini”. Tel Aviv: “Colpiremo fino alla restituzione di tutti gli ostaggi”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Trump-Putin, oggi la telefonata. Media: “Usa pensano a riconoscere la Crimea come russa”. Tasse e debito: corsa al riarmo dell’Est Europa
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“Borse Hermès false regalate a Pascale”, Santanchè ora denuncia. E come testimone citerà Sallusti
(Adnkronos) - Serie di attacchi aerei di Israele nella Striscia di Gaza, ripresi nella notte su ordine di Benjamin Netanyahu, che ha ordinato "la ripresa della guerra" contro Hamas, dopo che gli sforzi per estendere il cessate il fuoco sono falliti. Il bilancio delle vittime continua a salire. Secondo il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, i morti sono saliti "ad almeno 330, per la maggior parte donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia"
Secondo quanto appreso dall'Afp da due fonti del movimento di resistenza islamico, tra le vittime c'è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, che era a capo del ministero dell'Interno del governo di Hamas.
L'ufficio del primo ministro Netanyahu ha dichiarato che lui e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di intraprendere “un'azione forte contro l'organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza. “Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d'ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riportata dal Times of Israel, aggiungendo che i piani per la ripresa delle operazioni militari sono stati approvati la scorsa settimana dalla leadership politica.
Israele continuerà a combattere a Gaza "fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi", ha affermato Katz.
La Casa Bianca dal canto suo ha confermato che Israele ha consultato l'amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di raid. "Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza.
Dal canto suo Hamas ha dichiarato che Netanyahu, con la sua decisione di "riprendere la guerra", "ha condannato a morte gli ostaggi" che si trovano ancora a Gaza. "Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l'accordo di cessate il fuoco - accusa il movimento in una nota - La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell'occupazione e di imporre loro la condanna a morte”. Hamas denuncia poi che il premier israeliano continua a usare la guerra a Gaza come "una scialuppa di salvataggio" per distrarre dalla crisi politica interna.
Hamas ha quindi esortato i mediatori internazionali a “ritenere l'occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell'accordo” e ha sottolineato la necessità di “fermare immediatamente l'aggressione”.
Il cessate il fuoco era rimasto in vigore per circa due settimane e mezzo dopo la conclusione della prima fase, mentre i mediatori lavoravano per mediare nuovi termini per l'estensione della tregua. Hamas ha insistito per attenersi ai termini originali dell'accordo, che sarebbe dovuto entrare in vigore nella sua seconda fase all'inizio del mese. Questa fase prevedeva che Israele si ritirasse completamente da Gaza e accettasse di porre fine definitivamente alla guerra in cambio del rilascio degli ostaggi ancora in vita. Sebbene Israele abbia firmato l'accordo, Netanyahu ha insistito a lungo sul fatto che Israele non porrà fine alla guerra fino a quando le capacità militari e di governo di Hamas non saranno state distrutte. Di conseguenza, Israele ha rifiutato anche solo di tenere colloqui sui termini della fase due, che avrebbe dovuto iniziare il 3 febbraio.
Gli Houthi dello Yemen "condannano la ripresa dell'aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza". "I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto", minaccia il Consiglio politico supremo degli Houthi, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, come riportano le tv satellitari arabe.
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.