“Non è che faccio il boss, sono io e basta, comando io. Io rompo i coglioni di misura ma il risultato c’è sempre con me…”. Diceva anche questo Guido Fanelli, il luminare della terapia del dolore, docente di Anestesia e Rianimazione all’Università di Parma, titolare di diversi incarichi pubblici ed estensore della legge sulla Terapia del Dolore del 2010, finito ai domiciliari nell’inchiesta che porta il nome di uno yacht. Perché così il professor, per gli inquirenti il perno dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione che ha portato all’emissione di 19 misure cautelari, aveva chiamato la barca pagata dalla case farmaceutiche che riusciva a favorire. Nelle strutture di cui era responsabile venivano svolte sperimentazioni cliniche illegittime “a discapito della salute – scrive il giudice per le indagini preliminari di Parma Maria Cristina Sarli – degli ignari pazienti”, a spese del sistema sanitario nazionale. Lo scopo era promuovere e divulgare i prodotti farmaceutici delle ditte ‘amiche’ (con la collaborazione di un dirigente del ministero della Salute) e in cambio il professore riceveva denaro e altri benefit, tra cui appunto lo yacht Pasimafi.
Oltre al professore ai domiciliari sono finite altre 18 persone (tra manager di case farmaceutiche, medici e imprenditori) nell’ambito dell’operazione in cui sono indagate anche 75 persone e 17 case farmaceutiche. 52, inoltre, le perquisizioni effettuate in sette regioni d’Italia (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio) da oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei locali Comandi Provinciali, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Parma. Minimo comune denominatore è il settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici. Persone che secondo il gip hanno dimostrato “una inusuale e a volte irrefrenabile capacità criminale”.
IL RUOLO DI FANELLI, DA LUMINARE A “DOMINUS DELLA CORRUTTELA”
Per chi indaga – come detto – Guido Fanelli è il dominus del sistema. Fino a poche ore fa era conosciuto in quanto punto di riferimento in Italia per le terapie del dolore, ordinario di Anestesia e Rianimazione all’università di Parma, già componente della Commissione Programmazione e presidente della Commissione Terapia del Dolore e Cure Palliative del Ministero del Lavoro, della Salute, delle Politiche Sociali e relatore del Piano oncologico nazionale del 2008. Secondo gli inquirenti, il professore avrebbe favorito i colossi farmaceutici attraverso l’attività di sperimentazione e in cambio avrebbe ricevuto – attraverso società di comodo costituite ad hoc – denaro, beni immobili e anche uno yacht, il Pasimafi V. Che, appunto, ha dato il nome all’operazione in cui sono coinvolte ben 17 case farmaceutiche. Sono state avviate le procedure per l’emissione di misure interdittive nei confronti di 5 persone, tra cui un dirigente del ministero della Sanità. Secondo gli investigatori non solo Fanelli era consapevole delle sperimentazioni illegittime (ma a quanto pare non dannose) sugli ignari pazienti a spesa del sistema sanitario nazionale, ma anche i congressi medici organizzati direttamente o indirettamente dallo stesso professore erano di fatto pilotati e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire quote di mercato. Il flusso di denaro in entrata era coperto da attività commerciali fittizie, grazie a prestanome e documenti falsi. I reati contestati agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori. In tal senso, fa sapere il Nas di Parma, è in corso anche “il sequestro preventivo di due società di comodo allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite ed il sequestro, ai fini della confisca, di quasi mezzo milione d’euro” ritenuto profitto “per la commissione del reato di corruzione“.
IL MODUS OPERANDI DEL PROFESSOR FANELLI
Per quanto riguarda il modus operandi con cui Fanelli incassava i benefit delle case farmaceutiche, i carabinieri hanno scritto che “per mascherare l’afflusso di denaro a titolo di retribuzione per i proventi illeciti assicurati all’industria – si legge in una nota dei Nas – venivano allestite una serie di attività commerciali fittizie le quali, attraverso prestanomi non direttamente riconducibili al medico ma dallo stesso controllate, erano in grado di incamerare e monetizzare le somme elargite dalle ditte, attraverso l’emissione di documentazione fittizia, reinvestondole nella gestione in beni di ingente valore (autovetture, yacht, appartamenti, eccetera) ovvero stornarle su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l’identificazione e la provenienza dei flussi di danaro”. Ed è in questo quadro che emerge il caso dello yacht Pasimafi V, “il quale, seppur intestato a una delle suddette società di comodo, manteneva a carico delle ditte coinvolte nel sodalizio criminale in disamina la gestione degli oneri di manutenzione e implementazione tecnologica con acquisto diretto della strumentazione di bordo“. Lo stesso Fanelli poi confessa in una intercettazione di fare un vero e proprio “spionaggio industriale” a favore delle aziende amiche. “Mi sono arrivati dei files bellissimi – dice in una conversazione intercettata il 3 agosto 2015 con la moglie – notizie scientifiche molto interessanti” poi girate via whatsapp agli amici: “Sai è il mio lavoro lo spionaggio industriale…”
I NOMI DEGLI ARRESTATI E DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE COINVOLTE
Lungo l’elenco distribuito dagli inquirenti in conferenza stampa: Alteco Medical ab, Spindial Spa; Ibsa Institute Biochimique; Ibsa Farmaceutici Italia Srl; Mundipharma Pharmaceuticals Srl; Grunenthal Italia S.r.l; Grunenthal; L.Molteni & C.; Aziende chimiche riunite Angelini Francesco Spa; Teleflex Medical; Prostrakan S.r.l., (ora Kyowa Kirin S.r.l.); St. Jude Medical Italia S.p.a.; Advanced Medical System Group S.r.l. e Medinat S.r.l. Coinvolti anche, per quanto riguarda l’informazione ai medici, Emphasis Srl e Fedra congressi di Raffaella Greco e C. S.a.s.. Oltre a Guido Fanelli, sono finite ai domiciliari altre 18 persone: si tratta del commercialista Giulio Corno, del dirigente medico Massimo Allegri e degli imprenditori Giovanni Capasso, Dario Concari, Ugo Grondelli, Marcello Grondelli, Enzo Lucherini, Giuseppe Vannucci, Marco Filippini, Riccardo Cerbai, Alberto Grua, Thilo Karl Stadler, Fabio De Luca, Paolo carlo Crippa e Noher Ivan Ias Boninsegni (tutti rappresentanti – con vari ruoli – delle società farmaceutiche coinvolte).
OSPEDALE PARMA SOSPENDE I MEDICI COINVOLTI
Non si è fatta attendere la reazione dell’Azienda ospedaliera della città emiliana, che ha avviato la sospensione dei sanitari coinvolti nell’operazione Pasimafi. E’ quanto si legge in una nota secondo cui i provvedimenti hanno natura d’urgenza in considerazione del quadro accusatorio disegnato dalla Procura. A seguito dell’indagine, si legge, “la Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria comunica di aver avviato tutte le procedure per sospendere i sanitari coinvolti, Guido Fanelli e Massimo Allegri, dall’attività assistenziale con conseguente sospensione dello stipendio“. Quindi, viene puntualizzato, “al fine di garantire la continuità di cura e il funzionamento del reparto ha affidato la direzione dell’Unità Operativa 2/a anestesia, rianimazione e terapia antalgica al dottor Maurizio Leccabue. La direzione aziendale – chiosa la nota – attende fiduciosa la conclusione dell’indagine e si riserva in futuro di valutare la possibilità di dichiararsi parte lesa in un eventuale procedimento”. Presa di posizione simile è quella della società di ricerca farmaceutica Grunenthal Italia Srl, che ha dichiarato la propria “totale estraneità ai fatti riportati dagli organi di stampa”. “Avendo piena fiducia nell’azione accertativa della magistratura – è scritto nella nota dell’azienda – la società resta a totale disposizione degli inquirenti per fornire ogni chiarimento fosse necessario”.
Aggiornamento del 31 maggio 2017
“Sulla vicenda ‘Pasimafi’ il 27 Maggio 2017, il Gip di Parma, D.ssa Maria Cristina Sarli si è pronunciata per il ‘non luogo a provvedere’ sulla richiesta di interdizione avanzata nei confronti della Medinat ed anche revocata dallo stesso Pubblico Ministero, Dr. Giuseppe Amara”. Lo rende noto il legale dell’azienda partenopea Medinat, Avvocato Valerio De Maio, che chiarisce: “La notizia di richiesta di responsabilità ai sensi della legge 231/01 è stata impropriamente addebitata alla nostra azienda. Grati per la celerità con la quale la magistratura ha accertato la totale estraneità dell’azienda ai fatti legati al caso ‘Pasimafi’.
Aggiornamento del 16 settembre 2021
Segnaliamo che, in data 15 febbraio 2021, il Gip presso il Tribunale di Lecco ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti del dott. Alberto Grua e delle società Ibsa Institute Biochimique SA e St. Jude Medical Italia S.p.A.
Cronaca
Corruzione sui farmaci per la terapia del dolore: “Sperimentazioni cliniche su pazienti ignari”. 19 arresti in tutta Italia
Ai domiciliari Guido Fanelli, già consulente del ministero. Dalle prime ore della mattinata, oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Parma
“Non è che faccio il boss, sono io e basta, comando io. Io rompo i coglioni di misura ma il risultato c’è sempre con me…”. Diceva anche questo Guido Fanelli, il luminare della terapia del dolore, docente di Anestesia e Rianimazione all’Università di Parma, titolare di diversi incarichi pubblici ed estensore della legge sulla Terapia del Dolore del 2010, finito ai domiciliari nell’inchiesta che porta il nome di uno yacht. Perché così il professor, per gli inquirenti il perno dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione che ha portato all’emissione di 19 misure cautelari, aveva chiamato la barca pagata dalla case farmaceutiche che riusciva a favorire. Nelle strutture di cui era responsabile venivano svolte sperimentazioni cliniche illegittime “a discapito della salute – scrive il giudice per le indagini preliminari di Parma Maria Cristina Sarli – degli ignari pazienti”, a spese del sistema sanitario nazionale. Lo scopo era promuovere e divulgare i prodotti farmaceutici delle ditte ‘amiche’ (con la collaborazione di un dirigente del ministero della Salute) e in cambio il professore riceveva denaro e altri benefit, tra cui appunto lo yacht Pasimafi.
Oltre al professore ai domiciliari sono finite altre 18 persone (tra manager di case farmaceutiche, medici e imprenditori) nell’ambito dell’operazione in cui sono indagate anche 75 persone e 17 case farmaceutiche. 52, inoltre, le perquisizioni effettuate in sette regioni d’Italia (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio) da oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei locali Comandi Provinciali, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Parma. Minimo comune denominatore è il settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici. Persone che secondo il gip hanno dimostrato “una inusuale e a volte irrefrenabile capacità criminale”.
IL RUOLO DI FANELLI, DA LUMINARE A “DOMINUS DELLA CORRUTTELA”
Per chi indaga – come detto – Guido Fanelli è il dominus del sistema. Fino a poche ore fa era conosciuto in quanto punto di riferimento in Italia per le terapie del dolore, ordinario di Anestesia e Rianimazione all’università di Parma, già componente della Commissione Programmazione e presidente della Commissione Terapia del Dolore e Cure Palliative del Ministero del Lavoro, della Salute, delle Politiche Sociali e relatore del Piano oncologico nazionale del 2008. Secondo gli inquirenti, il professore avrebbe favorito i colossi farmaceutici attraverso l’attività di sperimentazione e in cambio avrebbe ricevuto – attraverso società di comodo costituite ad hoc – denaro, beni immobili e anche uno yacht, il Pasimafi V. Che, appunto, ha dato il nome all’operazione in cui sono coinvolte ben 17 case farmaceutiche. Sono state avviate le procedure per l’emissione di misure interdittive nei confronti di 5 persone, tra cui un dirigente del ministero della Sanità. Secondo gli investigatori non solo Fanelli era consapevole delle sperimentazioni illegittime (ma a quanto pare non dannose) sugli ignari pazienti a spesa del sistema sanitario nazionale, ma anche i congressi medici organizzati direttamente o indirettamente dallo stesso professore erano di fatto pilotati e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire quote di mercato. Il flusso di denaro in entrata era coperto da attività commerciali fittizie, grazie a prestanome e documenti falsi. I reati contestati agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori. In tal senso, fa sapere il Nas di Parma, è in corso anche “il sequestro preventivo di due società di comodo allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite ed il sequestro, ai fini della confisca, di quasi mezzo milione d’euro” ritenuto profitto “per la commissione del reato di corruzione“.
IL MODUS OPERANDI DEL PROFESSOR FANELLI
Per quanto riguarda il modus operandi con cui Fanelli incassava i benefit delle case farmaceutiche, i carabinieri hanno scritto che “per mascherare l’afflusso di denaro a titolo di retribuzione per i proventi illeciti assicurati all’industria – si legge in una nota dei Nas – venivano allestite una serie di attività commerciali fittizie le quali, attraverso prestanomi non direttamente riconducibili al medico ma dallo stesso controllate, erano in grado di incamerare e monetizzare le somme elargite dalle ditte, attraverso l’emissione di documentazione fittizia, reinvestondole nella gestione in beni di ingente valore (autovetture, yacht, appartamenti, eccetera) ovvero stornarle su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l’identificazione e la provenienza dei flussi di danaro”. Ed è in questo quadro che emerge il caso dello yacht Pasimafi V, “il quale, seppur intestato a una delle suddette società di comodo, manteneva a carico delle ditte coinvolte nel sodalizio criminale in disamina la gestione degli oneri di manutenzione e implementazione tecnologica con acquisto diretto della strumentazione di bordo“. Lo stesso Fanelli poi confessa in una intercettazione di fare un vero e proprio “spionaggio industriale” a favore delle aziende amiche. “Mi sono arrivati dei files bellissimi – dice in una conversazione intercettata il 3 agosto 2015 con la moglie – notizie scientifiche molto interessanti” poi girate via whatsapp agli amici: “Sai è il mio lavoro lo spionaggio industriale…”
I NOMI DEGLI ARRESTATI E DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE COINVOLTE
Lungo l’elenco distribuito dagli inquirenti in conferenza stampa: Alteco Medical ab, Spindial Spa; Ibsa Institute Biochimique; Ibsa Farmaceutici Italia Srl; Mundipharma Pharmaceuticals Srl; Grunenthal Italia S.r.l; Grunenthal; L.Molteni & C.; Aziende chimiche riunite Angelini Francesco Spa; Teleflex Medical; Prostrakan S.r.l., (ora Kyowa Kirin S.r.l.); St. Jude Medical Italia S.p.a.; Advanced Medical System Group S.r.l. e Medinat S.r.l. Coinvolti anche, per quanto riguarda l’informazione ai medici, Emphasis Srl e Fedra congressi di Raffaella Greco e C. S.a.s.. Oltre a Guido Fanelli, sono finite ai domiciliari altre 18 persone: si tratta del commercialista Giulio Corno, del dirigente medico Massimo Allegri e degli imprenditori Giovanni Capasso, Dario Concari, Ugo Grondelli, Marcello Grondelli, Enzo Lucherini, Giuseppe Vannucci, Marco Filippini, Riccardo Cerbai, Alberto Grua, Thilo Karl Stadler, Fabio De Luca, Paolo carlo Crippa e Noher Ivan Ias Boninsegni (tutti rappresentanti – con vari ruoli – delle società farmaceutiche coinvolte).
OSPEDALE PARMA SOSPENDE I MEDICI COINVOLTI
Non si è fatta attendere la reazione dell’Azienda ospedaliera della città emiliana, che ha avviato la sospensione dei sanitari coinvolti nell’operazione Pasimafi. E’ quanto si legge in una nota secondo cui i provvedimenti hanno natura d’urgenza in considerazione del quadro accusatorio disegnato dalla Procura. A seguito dell’indagine, si legge, “la Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria comunica di aver avviato tutte le procedure per sospendere i sanitari coinvolti, Guido Fanelli e Massimo Allegri, dall’attività assistenziale con conseguente sospensione dello stipendio“. Quindi, viene puntualizzato, “al fine di garantire la continuità di cura e il funzionamento del reparto ha affidato la direzione dell’Unità Operativa 2/a anestesia, rianimazione e terapia antalgica al dottor Maurizio Leccabue. La direzione aziendale – chiosa la nota – attende fiduciosa la conclusione dell’indagine e si riserva in futuro di valutare la possibilità di dichiararsi parte lesa in un eventuale procedimento”. Presa di posizione simile è quella della società di ricerca farmaceutica Grunenthal Italia Srl, che ha dichiarato la propria “totale estraneità ai fatti riportati dagli organi di stampa”. “Avendo piena fiducia nell’azione accertativa della magistratura – è scritto nella nota dell’azienda – la società resta a totale disposizione degli inquirenti per fornire ogni chiarimento fosse necessario”.
Aggiornamento del 31 maggio 2017
“Sulla vicenda ‘Pasimafi’ il 27 Maggio 2017, il Gip di Parma, D.ssa Maria Cristina Sarli si è pronunciata per il ‘non luogo a provvedere’ sulla richiesta di interdizione avanzata nei confronti della Medinat ed anche revocata dallo stesso Pubblico Ministero, Dr. Giuseppe Amara”. Lo rende noto il legale dell’azienda partenopea Medinat, Avvocato Valerio De Maio, che chiarisce: “La notizia di richiesta di responsabilità ai sensi della legge 231/01 è stata impropriamente addebitata alla nostra azienda. Grati per la celerità con la quale la magistratura ha accertato la totale estraneità dell’azienda ai fatti legati al caso ‘Pasimafi’.
Aggiornamento del 16 settembre 2021
Segnaliamo che, in data 15 febbraio 2021, il Gip presso il Tribunale di Lecco ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti del dott. Alberto Grua e delle società Ibsa Institute Biochimique SA e St. Jude Medical Italia S.p.A.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.