Si aggrava il debito delle Ferrovie Sud: ritardi e cancellazioni di collegamenti, ormai all’ordine del giorno da almeno un paio di anni, costeranno 8,5 milioni di euro. A tanto ammonta, infatti, la maximulta comminata dalla Regione Puglia all’azienda condotta al fallimento dalla precedente gestione i cui sprechi, tuttora oggetto di diverse inchieste giudiziarie, hanno portato a un accumulo di 350 milioni di debiti. Fse dovrà pagare questa somma a titolo di sanzioni, come previsto dal contratto di servizio con la Regione e non è certo una buona notizia per chi cerca di uscire dal baratro. Dopo un commissariamento durato più di un anno, l’azienda è passata infatti nelle mani di Ferrovie dello Stato. E mentre si attende la data del 16 maggio, quando sarà presentato in tribunale il piano di salvataggio nell’ambito del concordato preventivo, arriva l’ennesima tegola. Che conterà inevitabilmente nel bilancio.

I DISSERVIZI CHE HANNO PORTATO ALLA MULTA – Diversi gli episodi che hanno spinto la Regione a utilizzare il pugno duro. L’ultimo proprio nel fine settimana scorso, quando un Atr-220 si è fermato tra le stazioni di Bari centrale e Bari Sud-Est. I passeggeri sono stati costretti a scendere dal convoglio e a camminare sui binari. Ma la verità è che negli ultimi anni la situazione è totalmente fuori controllo. Non è un caso se la multa fa riferimento a ritardi e cancellazioni avvenuti dal 2014. Quotidianamente, infatti, i pendolari segnalano disservizi, anche se a far scattare la multa sarebbe stata la lettera di un sindacato arrivata negli uffici dell’assessorato regionale ai Trasporti, in cui si denunciavano i soliti ritardi sulle tratte. Da qui la decisione presa in base a quanto previsto nel contratto di servizio stipulato tra la Regione e l’azienda, che scade nel 2021 e prevede un corrispettivo di circa 135 milioni all’anno. Nero su bianco sono prescritte sanzioni per ogni tipo di violazioni: dalla pulizia al monitoraggio (si va dai mille ai 10mila euro), fino alla regolarità del servizio. E i ritardi? Basti pensare che ogni punto percentuale di scostamento sulla puntualità costa 12mila euro per i treni e 4mila per i bus.

SI APRE IL CONFRONTO – In considerazione della particolare situazione dell’azienda, però, l’assessorato ai Trasporti della Regione ha deciso di aprire un confronto con la Sud-Est per concordare la modalità di restituzione delle somme. Tutto questo a pochi giorni dall’emissione della fattura, da parte dell’azienda, da 34 milioni di euro come corrispettivo contrattuale per il trimestre gennaio-marzo. È l’effetto della decisione, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, con cui la Fallimentare ha sospeso per 60 giorni il contratto di pegno stipulato nel 2012 con la Bnl, principale creditrice di Ferrovie Sud Est, dall’ex amministratore unico della società, Luigi Fiorillo. Contratto di pegno che prevedeva, a fronte di un finanziamento da 120 milioni, la garanzia su tutti gli incassi futuri. Il provvedimento di sospensione è stato contestato dalla Bnl, che ha impugnato il blocco del pagamento in Appello ma, nel frattempo, la Regione si atterrà a quanto stabilito dal Tribunale e pagherà i 34 milioni di euro, che serviranno per la gestione ordinaria delle Sud-Est. Necessari per l’azienda in piena crisi di liquidità.

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