Un meccanico di Villa Literno, in provincia di Caserta, potrebbe diventare la ‘cavia’ della nuova normativa sulla legittima difesa in corso di approvazione in Parlamento, e in particolare sulla possibilità di difendersi “sparando di notte” contro i ladri che si introducono in casa. Si chiama Carlo Diana e nella notte tra il 20 e il 21 marzo 2016 sparò ed uccise un pregiudicato albanese di 37 anni che insieme a due complici mai catturati era entrato nella sua villetta. Ora la Procura di Napoli Nord guidata da Francesco Greco lo accusa di ‘omicidio volontario’ perché secondo quanto riportato dall’edizione casertana de Il Mattino la versione dei fatti dell’indagato “non è riscontrata dalle perizie balistiche”, e fa a cazzotti con la registrazione di un video delle telecamere di sorveglianza di un fabbricato nei pressi del luogo dove avvenne la sparatoria.
All’inizio Diana era stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di ‘eccesso di legittima difesa’, sulla base della prima ricostruzione fornita agli inquirenti. Diana fu svegliato dalla figlia che tornava da una festa e notò una Bmw vicino casa e un uomo aggirarsi nei pressi del garage, in cortile. Il meccanico esplose sette colpi. Disse di aver sparato dal balcone. I ladri fuggirono e scaricarono il complice già morto davanti all’ospedale di Aversa. Al Mattino Diana riferì alcuni dettagli in esclusiva, a bossoli ancora caldi: “Se ho reagito così è stato perché ho avuto paura, volevo solo salvaguardare la mia famiglia: mia figlia, di ritorno da una festa, mi ha chiamato dicendomi che c’era un uomo nel cortile. Ho pensato a lei, in strada, all’altro mio figlio, che dormiva nella sua cameretta e non ho capito più nulla: non volevo fare del male a nessuno, tantomeno ho sparato per uccidere, sto malissimo”.
L’uomo aveva subìto altri furti e per lui in nome del principio dell’autodifesa e della sicurezza in casa propria si mobilitò un intero territorio e tutti i vertici della politica locale. Il sindaco di Villa Literno Nicola Tamburrino organizzò per Diana un corteo al quale parteciparono anche il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino, il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, il sindaco di San Cipriano d’Aversa Vincenzo Caterino, il sindaco di Lusciano Nicola Esposito, il sindaco di Teverola Dario Di Metteo. E ovviamente centinaia e centinaia di comuni cittadini. Al momento dell’avviso di conclusione delle indagini però la Procura ha modificato il capo di imputazione, aggravandolo in omicidio volontario. Perizia balistica e video acquisito agli atti dell’inchiesta dimostrerebbero che le cose non andarono come disse Diana. Intanto il disegno di legge sulla nuova legittima difesa approvata alla Camera sta per passare al Senato. Se venisse approvata, potrebbe introdurre un elemento di ‘favor rei’ che potrebbe condurre dritti al proscioglimento del meccanico che sparò e uccise di notte per paura dei ladri in casa.