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Mauritania, Cristian Provvisionato è libero. Era in carcere dal 2015 per presunta truffa ai danni dello Stato

Lui si era sempre dichiarato innocente e completamente estraneo ai fatti. L'arresto risaliva ad agosto 2015
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“Dopo 21 mesi di attesa le speranze si affievolivano: adesso siamo felicissimi, provo una gioia grande, potremo riabbracciare nostro figlio dopo mesi di attesa”. A parlare è Doina Coman, madre di Cristian Provvisionato, liberato venerdì dopo quasi due anni di carcere in Mauritania. Ad annunciare la liberazione dell’uomo è stato il ministro degli Esteri Angelino Alfano su Twitter. Provvisionato, arrestato alla fine di agosto del 2015, era da allora in custodia cautelare con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. In quel Paese le indagini possono durare, secondo la normativa locale, sino ad un massimo di tre anni. Il 26 aprile scorso, la Farnesina aveva ricevuto la madre, assicurandole il massimo impegno per risolvere la vicenda.

Provvisionato era partito per la Mauritania ad agosto 2015 per un incarico di lavoro affidato dalla società di investigazioni milanese Vigilar Group per conto dell’indiana Wolf Intelligence, che si occupa di tecnologie per le intercettazioni. In Africa avrebbe dovuto sostituire un connazionale che doveva rientrare in Italia per motivi familiari. Al suo arrivo in aeroporto, però, gli era stato ritirato il passaporto e contestata l’accusa di truffa informatica, mentre il collega era rientrato tranquillamente in Italia. “Un’accusa fittizia, mai precisata, anche perché Provvisionato non ha competenza di sicurezza informatica”, ha spiegato Fabio Schembri, il suo legale. Lo stesso Provvisionato, in una lettera a Mattarella dopo i primi otto mesi di detenzione, aveva affermato di essere stato incastrato, “mandato con l’inganno per togliere da una brutta fine l’altro italiano”. E che i mauritani non lo avrebbero rilasciato senza un risarcimento. Dal fermo è cominciato il suo calvario, aggravato dal diabete: ha raccontato di aver perso 30 chili in pochi mesi, chiuso nella stanza di una caserma per 23 ore al giorno.

“È un prigioniero politico, non ha commesso assolutamente alcun reato né in Italia né tantomeno in Mauritania”, aveva detto sua madre l’8 maggio, affacciata al balcone dello Speaker’s corner di Edicola Fiore. “È stato inviato in Mauritania dal suo datore di lavoro di Milano e dopo 14 giorni è stato trattenuto in arresto”, aveva raccontato. “Per quattro mesi non abbiamo saputo più nulla di lui”.

Anche il premier Paolo Gentiloni ha commentato la vicenda su Twitter, e Palazzo Chigi rende noto che ha ringraziato il presidente della Mauritania Mohamed Ould Abdel Aziz per la liberazione di Provvisionato. “Una notizia davvero molto buona, attesa, è un grande risultato”, ha invece commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Dopo tanto tempo è una soddisfazione saperlo libero. È stato un lavoro lungo, complesso ma finalmente arrivato a risultato”.

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