La notizia che rischia di far collassare il governo del presidente Michel Temer e mettere in crisi l’intero sistema politico brasiliano, arriva alle 19,30 del 17 maggio dal sito del quotidiano O globo. Il giornalista Lauro Jardin, rivela che gli imprenditori Joesley Batista e il fratello Wesley, titolari della Jbs, impresa leader mondiale nella trasformazione di carne, hanno consegnato alla polizia e alla procura federale prove inconfutabili della responsabilità del presidente, in carica dopo l’impeachment di Dilma Rousseff, in un enorme schema di corruzione. In cambio di favori da parte del governo, gli imprenditori avrebbero versato, oltre alle cifre ‘stabilite’ per risolvere i ‘problemi’ dell’azienda, anche una rata settimanale di 500mila Real (150mila euro), da consegnare per i successivi 20 anni all’ex presidente della Camera Eduardo Cunha, in carcere per una condanna a 15 anni di carcere per corruzione e riciclaggio, per pagare il suo silenzio.
In cambio di uno sconto di pena e altri enormi benefici nell’ambito dell’inchiesta sul caso di frode per le carni avariate in cui l’azienda è stata coinvolta negli scorsi mesi, gli imprenditori hanno negoziato con la magistratura l’impegno a svelare un antico e strutturato rapporto di corruzione tra l’azienda e la politica. E l’inchiesta lampo è partita così dal vertice della Repubblica.
L’imprenditore Joesley Batista, seguito dagli inquirenti, incontra il presidente nella sua residenza lo scorso 7 marzo. Dopo uno scambio di battute sull’economia, Michel Temer indica a Batista che sarà il deputato Rodrigo Rocha Loures del Pmdb a dover ricevere il denaro della Jbs per ‘risolvere un problema’ della holding. A quel punto Batista conferma al presidente di essere in procinto di consegnare anche la prima trance dei 500mila Real in favore di Cunha, perché questi non ceda ai tentativi di seduzione da parte degli investigatori e cominci a collaborare con la giustizia. Consapevole del rischio che nascerebbe per lui dal ‘pentimento’ dell’ex presidente della Camera, Temer si assicura: “Tem que manter isso, viu?“, ovvero “Bisogna tenerlo, vedi?”. Cioè: “Continuate così”.
Caduto nell’imboscata, Temer parla liberamente, ignaro del fatto che la conversazione venisse registrata dalla polizia federale su autorizzazione della procura federale. Così come le valigette con il denaro sarebbero state successivamente ‘seguite’ con un localizzatore gps e le banconote tracciate attraverso il numero di serie. Sia quelle destinate a Cunha, sia quelle per il deputato Loures. Il processo di collaborazione dei dirigenti della Jbs ha avuto per la prima volta l’onore dell’utilizzo di una ‘azione controllata’: strumento giuridico mai usato prima ma previsto dall’ordinamento brasiliano, che prevede la supervisione diretta, l’appoggio tecnologico e l’eventuale intervento delle autorità durante il processo di raccolta delle prove in flagrante da parte del collaboratore.
Quanto i vertici della Jbs siano in possesso di informazioni in grado di inguaiare i politici brasiliani, è testimoniato dallo stesso Cunha che, durante una conversazione ‘spiata’ nel carcere di Curitiba, si lascia sfuggire: “Se la Jbs parla, sarà la fine della Repubblica”. A tremare è l’intero mondo politico brasiliano. Quella contro Temer è infatti solo una piccola parte della storia che i potenti imprenditori, corruttori per anni, aiuteranno a rivelare. Nei soli due mesi di collaborazione dei due (e altri 5 dirigenti), sono stati già seguiti i flussi di ben tre milioni di Real destinati a vari soggetti politici. Joesley Batista ha registrato anche la conversazione nella quale il leader del Psdb Aecio Neves, altro fautore dell’impeachment della Rousseff, chiede 2 milioni di Real di tangenti. Denaro consegnato poco dopo, sotto l’occhio delle telecamere della polizia federale, all’impresa del senatore Zeze Perrella. Batista ha poi dichiarato che Guido Mantega, ex ministro dei governi Lula e Dilma, era il suo ‘referente’ con il Partito dei lavoratori con il quale negoziava le mazzette che sarebbero poi state divise tra i vertici del partito.
La bomba giudiziaria arriva in un momento economicamente difficile per il Paese, in crisi profonda e attraversato da malcontento e manifestazioni di protesta esplose soprattutto per contestare le riforme del lavoro e della previdenza attualmente in esame in Parlamento.
I possibili scenari che potrebbero schiudersi adesso sono numerosi. Sono già due le richieste di impeachment del presidente protocollate alla Camera dalle forze di opposizione. Ma questa sarebbe una soluzione con effetti a lungo termine. Nel medio termine è più facile immaginare una caduta del governo e, attraverso alcuni passaggi parlamentari previsti dalla Costituzione, alla convocazione di nuove elezioni politiche. Nel brevissimo termine è difficile fare previsioni.
Dopo la diffusione delle notizie, sono già numerose le perquisizioni effettuate nelle abitazioni di numerosi politici tra i quali Aecio Neves e non sono esclusi altri eclatanti sviluppi. Temer, pur essendo stato incastrato in maniera eclatante, ha ovviamente dichiarato di essere estraneo ai fatti, ma la sua credibilità si è praticamente polverizzata, anche agli occhi di chi, come il movimento Brasil Livre che ora gli chiede un passo indietro, lo ha sostenuto nella battaglia contro Dilma Rousseff. Presidente allontanata dal suo incarico a seguito di un impeachment tutto politico, mascherato da prove di una responsabilità che mai è venuta fuori né su irregolarità nei conti, né su vicende di corruzione. Per il Brasile si apre una nuova caotica fase politica. Una fase che potrebbe costare cara alla giovane democrazia brasiliana e al suo popolo sempre più provato.
Mondo
Brasile, “Temer autorizzò il pagamento di mazzette”: un audio inguaia il presidente
Il capo dello Stato sarebbe stato registrato da uno dei proprietari del gigante della carne JBS, Joesley Batista, e dal fratello Wesley, mentre avallerebbe tangenti per comprare il silenzio dell’ex presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha, principale artefice della caduta di Dilma Rousseff e ora in carcere per la vicenda di corruzione intorno a Petrobras
La notizia che rischia di far collassare il governo del presidente Michel Temer e mettere in crisi l’intero sistema politico brasiliano, arriva alle 19,30 del 17 maggio dal sito del quotidiano O globo. Il giornalista Lauro Jardin, rivela che gli imprenditori Joesley Batista e il fratello Wesley, titolari della Jbs, impresa leader mondiale nella trasformazione di carne, hanno consegnato alla polizia e alla procura federale prove inconfutabili della responsabilità del presidente, in carica dopo l’impeachment di Dilma Rousseff, in un enorme schema di corruzione. In cambio di favori da parte del governo, gli imprenditori avrebbero versato, oltre alle cifre ‘stabilite’ per risolvere i ‘problemi’ dell’azienda, anche una rata settimanale di 500mila Real (150mila euro), da consegnare per i successivi 20 anni all’ex presidente della Camera Eduardo Cunha, in carcere per una condanna a 15 anni di carcere per corruzione e riciclaggio, per pagare il suo silenzio.
In cambio di uno sconto di pena e altri enormi benefici nell’ambito dell’inchiesta sul caso di frode per le carni avariate in cui l’azienda è stata coinvolta negli scorsi mesi, gli imprenditori hanno negoziato con la magistratura l’impegno a svelare un antico e strutturato rapporto di corruzione tra l’azienda e la politica. E l’inchiesta lampo è partita così dal vertice della Repubblica.
L’imprenditore Joesley Batista, seguito dagli inquirenti, incontra il presidente nella sua residenza lo scorso 7 marzo. Dopo uno scambio di battute sull’economia, Michel Temer indica a Batista che sarà il deputato Rodrigo Rocha Loures del Pmdb a dover ricevere il denaro della Jbs per ‘risolvere un problema’ della holding. A quel punto Batista conferma al presidente di essere in procinto di consegnare anche la prima trance dei 500mila Real in favore di Cunha, perché questi non ceda ai tentativi di seduzione da parte degli investigatori e cominci a collaborare con la giustizia. Consapevole del rischio che nascerebbe per lui dal ‘pentimento’ dell’ex presidente della Camera, Temer si assicura: “Tem que manter isso, viu?“, ovvero “Bisogna tenerlo, vedi?”. Cioè: “Continuate così”.
Caduto nell’imboscata, Temer parla liberamente, ignaro del fatto che la conversazione venisse registrata dalla polizia federale su autorizzazione della procura federale. Così come le valigette con il denaro sarebbero state successivamente ‘seguite’ con un localizzatore gps e le banconote tracciate attraverso il numero di serie. Sia quelle destinate a Cunha, sia quelle per il deputato Loures. Il processo di collaborazione dei dirigenti della Jbs ha avuto per la prima volta l’onore dell’utilizzo di una ‘azione controllata’: strumento giuridico mai usato prima ma previsto dall’ordinamento brasiliano, che prevede la supervisione diretta, l’appoggio tecnologico e l’eventuale intervento delle autorità durante il processo di raccolta delle prove in flagrante da parte del collaboratore.
Quanto i vertici della Jbs siano in possesso di informazioni in grado di inguaiare i politici brasiliani, è testimoniato dallo stesso Cunha che, durante una conversazione ‘spiata’ nel carcere di Curitiba, si lascia sfuggire: “Se la Jbs parla, sarà la fine della Repubblica”. A tremare è l’intero mondo politico brasiliano. Quella contro Temer è infatti solo una piccola parte della storia che i potenti imprenditori, corruttori per anni, aiuteranno a rivelare. Nei soli due mesi di collaborazione dei due (e altri 5 dirigenti), sono stati già seguiti i flussi di ben tre milioni di Real destinati a vari soggetti politici. Joesley Batista ha registrato anche la conversazione nella quale il leader del Psdb Aecio Neves, altro fautore dell’impeachment della Rousseff, chiede 2 milioni di Real di tangenti. Denaro consegnato poco dopo, sotto l’occhio delle telecamere della polizia federale, all’impresa del senatore Zeze Perrella. Batista ha poi dichiarato che Guido Mantega, ex ministro dei governi Lula e Dilma, era il suo ‘referente’ con il Partito dei lavoratori con il quale negoziava le mazzette che sarebbero poi state divise tra i vertici del partito.
La bomba giudiziaria arriva in un momento economicamente difficile per il Paese, in crisi profonda e attraversato da malcontento e manifestazioni di protesta esplose soprattutto per contestare le riforme del lavoro e della previdenza attualmente in esame in Parlamento.
I possibili scenari che potrebbero schiudersi adesso sono numerosi. Sono già due le richieste di impeachment del presidente protocollate alla Camera dalle forze di opposizione. Ma questa sarebbe una soluzione con effetti a lungo termine. Nel medio termine è più facile immaginare una caduta del governo e, attraverso alcuni passaggi parlamentari previsti dalla Costituzione, alla convocazione di nuove elezioni politiche. Nel brevissimo termine è difficile fare previsioni.
Dopo la diffusione delle notizie, sono già numerose le perquisizioni effettuate nelle abitazioni di numerosi politici tra i quali Aecio Neves e non sono esclusi altri eclatanti sviluppi. Temer, pur essendo stato incastrato in maniera eclatante, ha ovviamente dichiarato di essere estraneo ai fatti, ma la sua credibilità si è praticamente polverizzata, anche agli occhi di chi, come il movimento Brasil Livre che ora gli chiede un passo indietro, lo ha sostenuto nella battaglia contro Dilma Rousseff. Presidente allontanata dal suo incarico a seguito di un impeachment tutto politico, mascherato da prove di una responsabilità che mai è venuta fuori né su irregolarità nei conti, né su vicende di corruzione. Per il Brasile si apre una nuova caotica fase politica. Una fase che potrebbe costare cara alla giovane democrazia brasiliana e al suo popolo sempre più provato.
Articolo Precedente
Instant karma. Il bullo lo tormenta, la reazione della vittima è da manuale
Articolo Successivo
Usa, spunta un audio del repubblicano McCarthy: “Penso che Putin paghi Trump”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".