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Vaccini, a decidere sia la politica e non l’interesse multinazionale

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Lo Stato dovrebbe occuparsi principalmente dell’interesse nazionale, non dell’interesse multinazionale. La vexata quaestio dei vaccini obbligatori, con il mare infinito di discussioni che sta suscitando, merita di essere affrontata da una diversa angolatura. Lo sguardo di medici, tecnici e immunologi è indispensabile, ma anche insufficiente. Perché la questione dei vaccini coatti è anzitutto politica. E la politica non può essere lasciata ai tecnici, medici o ingegneri che siano.

Sappiamo che la società come “sistema dei bisogni deeticizzato” (Hegel) e come “modo capitalistico della produzione” (Marx) non si regge, purtroppo, sulla filantropia: la usa come vernice ideologica per occultare gli interessi materialismi del profitto e degli enti privati. Ecco perché come dietro la volontà delle ditte private (“non governative”) di salvare i migranti si nasconde il materialismo interesse del traffico delle vite umane. Ecco perché dietro la questione dei vaccini si nasconde troppe volte la volontà delle multinazionali di lucrare sulle vite umane.

Ricordate le mega tangenti scandalosamente legate ai vaccini per le epatite b? Occorre oggi più che mai lo sguardo spietato della critica per decostruire lo storytelling edulcorante ed edificante della società di mercato. Se fosse lo Stato come potenza eticizzante autonoma a imporre i vaccini, potremmo probabilmente accettarli più serenamente. Ma oggi lo Stato è disgregato: oggi è alla mercé del capitale e dei suoi agenti, “specialisti senza intelligenza ed edonisti senza cuore” (Weber). Per questo occorre dubitare e diffidare. Che siano in ballo le questioni e gli interessi del capitale più che la salute dei cittadini è palese. Fin dal settembre 2014, del resto, un consesso internazionale l’aveva annunciato apertamente:

“L’Italia guiderà nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. È quanto deciso al Global health security agenda (Ghsa) che si è svolto il 19 maggio scorso alla Casa Bianca. Il nostro Paese, rappresentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche l’ex presidente USA Barack Obama” ).

Nessun complotto, è tutto scritto: nero su bianco. Per chi abbia l’onestà e il coraggio di non compiere, ancora una volta, il vile gesto dello struzzo. L’Italia, mediante una decisione presa a Washington e non certo dal nostro Stato sovrano, è stata eletta capofila e apripista della nuova strategia mondiale di vaccinazione coatta (Global health security agenda). Da Foucault abbiamo appreso che il capitale è biopolitica: controllo capillare totalizzante del “bios”, della nuda vita. Non possiamo ignorarlo e, ancora una volta, compiere il gesto dello struzzo.

Occorre concentrare l’attenzione anche su quegli “interessi materiali” che la retorica egemonica sempre omette di rendere visibili. E questi interessi materiali rispondono anzitutto al nome di profitto privato, talvolta ottenuto sulla carne viva dei cittadini sempre più ridotti al rango di sudditi passivi nel nuovo medioevo capitalistico.

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