1444 persone su una nave che ne poteva trasportare al massimo 600, per tre giorni in cerca di un porto dove poter attraccare con a bordo emergenza cibo e igiene dovuta al sovraffollamento. La nave di Medici senza frontiere “Vos prudence” giovedì scorso ha salvato centinaia di migranti nel Mediterraneo, ma a causa delle disposizioni del G7 di Taormina e nonostante il grido d’allarme lanciato alle istituzioni non ha potuto fermarsi nei porti della Sicilia. Dopo tre giorni di navigazione ha potuto finalmente attraccare questa mattina a Napoli. Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha replicato dicendo che sono “polemiche da cortile di casa“: “E’ stata una vicenda, a mio giudizio, strumentalizzata” visto che era collegato “quasi esclusivamente all’impegno gravoso che avevano le forze di polizia” e “le persone soccorse sono state 11mila a significare che sono polemiche da cortile di casa”. “Sarebbe stato complicato sottoporre le forze di polizia a ulteriori impegni”, ha concluso, “e sono cose di facile percezione, ma che nel nostro Paese hanno difficoltà a essere percepite per il verso giusto, c’è sempre la dietrologia, la strumentalizzazione. E questo mi dispiace un po’. In un evento perfetto si va a trovare qualcosa. Ma anche questo a parte del prezzo del biglietto”.
di Veronica Bencivenga
Alle 21 di ieri, dopo l’ennesimo allarme sull’assenza di generi di prima necessità, la nave ha potuto approdare a Palermo, ma senza che le persone potessero scendere. A bordo c’erano 207 donne, almeno 22 di queste incinte, 45 bambini, uno dei quali di appena una settimana e due cadaveri recuperati da un gommone. Si tratta di migranti partiti dalla Libia e per la maggior parte provenienti dalla Nigeria. I migranti sono stati salvati a nord delle coste della Libia, in 10 salvataggi da gommone e due da barche a legna. “Molti di loro – ha denunciato Michele Trainiti di Medici senza frontiere – presentano fratture in varie parti del corpo, conseguenze del clima di violenza nel Paese. Un giovane che abbiamo soccorso era stato torturato per mesi. Lo abbiamo raccolto da un gommone e trasferito in ospedale a Lampedusa dove però purtroppo è morto. Ci sono tanti che avevano una famiglia e un lavoro ma che hanno preferito fuggire da una situazione terribile”.
Trainiti ha evidenziato alla stampa anche come nelle operazioni di salvataggio, effettuate ininterrottamente su dodici barconi, dalle 7 del mattino alle 5 del pomeriggio non si sia vista in zona nessuna altra nave. Venerdì “nella nostra zona eravamo assolutamente soli”, ha continuato. “Non c’era nessuna altra imbarcazione in zona. Il mercantile più vicino era a sette-otto ore di navigazione. Dobbiamo dire grazie alla guardia costiera per il coordinamento e l’appoggio. E chiediamo a tutti quelli che ci hanno criticato in questi giorni dov’erano. Cosa sarebbe successo a queste persone se non ci fosse stata la nostra nave? Ci chiediamo dove fosse Frontex. Eravamo a 20 miglia nautiche dalla costa della Libia, i gommoni arrivavano uno dietro l’altro. Abbiamo dovuto sovraccaricarci per non lasciare le persone in mare”. La nave ha attraccato a Napoli, spiega, a causa delle restrizioni imposte dal G7. “E’ inaccettabile che si chiuda una zona famosa per l’accoglienza rallentando i soccorsi. Abbiamo casi urgenti, tante persone ustionate dalla miscela di acqua salata e benzina”.
Save in #Napoli. Supply #VosPrudence arrived with more than 1000 People after rescue operation of #Libya Coast #MSF pic.twitter.com/bd7riLxRnK
— Frank Behling?? (@KielDolphin) May 28, 2017