di Giovanni Furfari *
In altre occasioni e sempre su questa rubrica, ci si è occupati delle questioni relative alla difficoltà di accesso al fondo di garanzia e al tortuoso e costoso iter che il lavoratore deve seguire per recuperare dall’Inps il proprio Tfr. Tuttavia, riteniamo utile ritornare sull’argomento, proprio in ragione del fatto che le difficoltà di accesso al fondo di garanzia Inps per il Tfr sono in aumento, e a pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori.
Quanto esamineremo è un esempio dell’applicazione delle norme vigenti in senso sfavorevole al lavoratore, anche da parte dell’Inps nelle ipotesi in cui l’Istituto venga chiamato a supplire alle inadempienze delle aziende (ma anche proprie, come nel caso di omessa o intempestiva vigilanza sui versamenti dei contributi da parte del datore di lavoro). Facciamo l’ipotesi, sempre più frequente, di dichiarazione di fallimento di una società con chiusura immediata dello stesso senza che avvenga la disamina delle insinuazioni del credito anche tempestive. Questo può accadere quando non esistono beni da ripartire (attivo fallimentare). Ma cosa succede al Tfr del lavoratore che non ha agito in tempo per precostituirsi un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo o sentenza)? Ecco l’iter potenzialmente pregiudizievole per il lavoratore.
Questi cessa il rapporto di lavoro e non gli viene pagato né il trattamento di fine rapporto né le ultime mensilità. Lo stesso lavoratore, per negligenza oppure perché confida in una soluzione bonaria, non si attiva giudizialmente per il recupero delle proprie spettanze. Il pagamento auspicato, tuttavia, non avviene e nel frattempo la società – su istanza di altri creditori – viene dichiarata fallita con sentenza del Tribunale. Il lavoratore, di norma, se riceve comunicazione dal curatore del fallimento della società, si insinua tempestivamente e pur in assenza di un titolo emesso dal Tribunale che accerti il suo credito, chiede di essere ammesso allo stato passivo per poi, una volta ammesso, rivolgersi al fondo di garanzia dell’Inps.
Tuttavia può accadere, e i casi stanno aumentando a dismisura, che il tribunale “con decreto motivato da adottarsi prima dell’udienza per l’esame dello stato passivo su istanza del curatore depositata almeno 20 gg prima dell’udienza stessa, dispone di non farsi luogo al procedimento di accertamento del passivo relativamente ai crediti concorsuali se risulta che non può essere acquisito attivo da distribuire ad alcuno dei creditori che abbiano chiesto l’ammissione allo stato passivo” (articolo 102 Legge fallimentare). Nel caso in cui il fallimento non prenda in esame le insinuazioni, il lavoratore – allegando copia della sentenza di fallimento e del decreto di chiusura dello stesso – può rivolgersi direttamente all’Inps quale gestore del fondo di garanzia per avere il pagamento del Tfr e delle ultime tre mensilità di retribuzioni.
L’Inps tuttavia, in tale ultimo caso, non sempre riconosce il pagamento del Tfr e delle tre mensilità ove il lavoratore non si sia attivato per ottenere dal giudice del lavoro il riconoscimento del credito in forma “sacramentale” (con sentenza, decreto ingiuntivo, diffida accertativa). Per l’Inps, “mancando il titolo esecutivo, non sono soddisfatti tutti i presupposti richiesti dalla circolare Inps n. 31/2010”. E ciò indipendentemente dal fatto che vi siano le regolari buste paga o il Cud ad attestare la sussistenza del credito. In tal caso, che fare per tutelare il lavoratore, privo di qualsiasi titolo di accertamento del credito per contrastare la posizione dell’Inps, inflessibile alle ragioni del creditore? Si precisa che l’articolo 102 della legge fallimentare è stato modificato dal decreto legislativo n. 5 del 2006, mentre la legge istitutiva del fondo di garanzia risale al 1982 (l. n. 297/82).
La circolare Inps del 2010, non ha ritenuto di adeguare la propria normativa alla nuova circostanza, introdotta con l’art. 102, Legge Fallimentare, penalizzando di fatto il lavoratore. Quando è stata approvata la legge 297/1982 – dopo diversi richiami da parte della Comunità Europea allo Stato Italiano per mancato recepimento della direttiva Cee – la vecchia formulazione dell’articolo 102 della Legge fallimentare non prevedeva la possibilità di chiusura anticipata del Fallimento per mancanza di attivo. Il lavoratore, quindi, anche in assenza di un titolo esecutivo, si insinuava nel passivo fallimentare e, ottenuto l’accertamento del credito, si rivolgeva all’Inps consegnando copia dello stato passivo insieme ad altra documentazione compilata dal curatore.
Ebbene, nella situazione sopra illustrata, stante la posizione dell’Inps (ribadita con la circolare 2010 e confermata nella sostanza dall’intervento chiarificatore dell’aprile 2017) l’esito non è più certo. L’auspicio è che i giudici del lavoro, caso per caso, esaminando la disposizione dell’articolo 102 Legge Fallimentare come modificata dal Decreto Legislativo n. 5/2006, ritengano che tale modifica di fatto abbia superato la norma restrittiva di cui all’art. 5 l. 297/ 1982. Con la conseguenza che, se il lavoratore dimostra (con le buste paga o il Cud o una diffida anche stragiudiziale) che il credito vantato per Tfr e per le ultime tre mensilità è vero, accolga la domanda tesa ad ottenere il pagamento del fondo di garanzia.
Per concludere, il legislatore per ignoranza, superficialità, scelta strategica, con la modifica dell’articolo 102 Legge Fallimentare – se da un lato ha inserito una disposizione tesa ad evitare inutili costi allo Stato – dall’altro ha penalizzato una miriade di lavoratori, i quali, come spesso accade, non si rivolgono alle organizzazioni sindacali o ai legali per poter ottenere un titolo esecutivo, rischiando di perdere il loro Tfr e di essere pesantemente penalizzati anche sul piano sociale.
* Avvocato giuslavorista, socio Agi – Associazione giuslavoristi italiani – sin dalla costituzione dell’associazione. Ho scelto, in linea con la mia cultura e convinzione politica, di stare esclusivamente dalla parte di chi lavora (o vuole lavorare ma illegalmente gli viene impedito l’accesso al lavoro). Opero come legale di riferimento della Cgil di Milano e Cremona per la tutela dei diritti dei lavoratori – individuali e collettivi – e delle organizzazioni sindacali, sia in fase giudiziale sia con azioni di sostegno in ambito lavorativo e contrattuale. Sono autore di numerose pubblicazioni su riviste specializzate. Vivo e ho studiato a Milano.
Area pro labour
Giuristi per il lavoro
Lavoro & Precari - 31 Maggio 2017
Inps e Tfr, ecco cosa succede al lavoratore che non ha agito in tempo
di Giovanni Furfari *
In altre occasioni e sempre su questa rubrica, ci si è occupati delle questioni relative alla difficoltà di accesso al fondo di garanzia e al tortuoso e costoso iter che il lavoratore deve seguire per recuperare dall’Inps il proprio Tfr. Tuttavia, riteniamo utile ritornare sull’argomento, proprio in ragione del fatto che le difficoltà di accesso al fondo di garanzia Inps per il Tfr sono in aumento, e a pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori.
Quanto esamineremo è un esempio dell’applicazione delle norme vigenti in senso sfavorevole al lavoratore, anche da parte dell’Inps nelle ipotesi in cui l’Istituto venga chiamato a supplire alle inadempienze delle aziende (ma anche proprie, come nel caso di omessa o intempestiva vigilanza sui versamenti dei contributi da parte del datore di lavoro). Facciamo l’ipotesi, sempre più frequente, di dichiarazione di fallimento di una società con chiusura immediata dello stesso senza che avvenga la disamina delle insinuazioni del credito anche tempestive. Questo può accadere quando non esistono beni da ripartire (attivo fallimentare). Ma cosa succede al Tfr del lavoratore che non ha agito in tempo per precostituirsi un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo o sentenza)? Ecco l’iter potenzialmente pregiudizievole per il lavoratore.
Questi cessa il rapporto di lavoro e non gli viene pagato né il trattamento di fine rapporto né le ultime mensilità. Lo stesso lavoratore, per negligenza oppure perché confida in una soluzione bonaria, non si attiva giudizialmente per il recupero delle proprie spettanze. Il pagamento auspicato, tuttavia, non avviene e nel frattempo la società – su istanza di altri creditori – viene dichiarata fallita con sentenza del Tribunale. Il lavoratore, di norma, se riceve comunicazione dal curatore del fallimento della società, si insinua tempestivamente e pur in assenza di un titolo emesso dal Tribunale che accerti il suo credito, chiede di essere ammesso allo stato passivo per poi, una volta ammesso, rivolgersi al fondo di garanzia dell’Inps.
Tuttavia può accadere, e i casi stanno aumentando a dismisura, che il tribunale “con decreto motivato da adottarsi prima dell’udienza per l’esame dello stato passivo su istanza del curatore depositata almeno 20 gg prima dell’udienza stessa, dispone di non farsi luogo al procedimento di accertamento del passivo relativamente ai crediti concorsuali se risulta che non può essere acquisito attivo da distribuire ad alcuno dei creditori che abbiano chiesto l’ammissione allo stato passivo” (articolo 102 Legge fallimentare). Nel caso in cui il fallimento non prenda in esame le insinuazioni, il lavoratore – allegando copia della sentenza di fallimento e del decreto di chiusura dello stesso – può rivolgersi direttamente all’Inps quale gestore del fondo di garanzia per avere il pagamento del Tfr e delle ultime tre mensilità di retribuzioni.
L’Inps tuttavia, in tale ultimo caso, non sempre riconosce il pagamento del Tfr e delle tre mensilità ove il lavoratore non si sia attivato per ottenere dal giudice del lavoro il riconoscimento del credito in forma “sacramentale” (con sentenza, decreto ingiuntivo, diffida accertativa). Per l’Inps, “mancando il titolo esecutivo, non sono soddisfatti tutti i presupposti richiesti dalla circolare Inps n. 31/2010”. E ciò indipendentemente dal fatto che vi siano le regolari buste paga o il Cud ad attestare la sussistenza del credito. In tal caso, che fare per tutelare il lavoratore, privo di qualsiasi titolo di accertamento del credito per contrastare la posizione dell’Inps, inflessibile alle ragioni del creditore? Si precisa che l’articolo 102 della legge fallimentare è stato modificato dal decreto legislativo n. 5 del 2006, mentre la legge istitutiva del fondo di garanzia risale al 1982 (l. n. 297/82).
La circolare Inps del 2010, non ha ritenuto di adeguare la propria normativa alla nuova circostanza, introdotta con l’art. 102, Legge Fallimentare, penalizzando di fatto il lavoratore. Quando è stata approvata la legge 297/1982 – dopo diversi richiami da parte della Comunità Europea allo Stato Italiano per mancato recepimento della direttiva Cee – la vecchia formulazione dell’articolo 102 della Legge fallimentare non prevedeva la possibilità di chiusura anticipata del Fallimento per mancanza di attivo. Il lavoratore, quindi, anche in assenza di un titolo esecutivo, si insinuava nel passivo fallimentare e, ottenuto l’accertamento del credito, si rivolgeva all’Inps consegnando copia dello stato passivo insieme ad altra documentazione compilata dal curatore.
Ebbene, nella situazione sopra illustrata, stante la posizione dell’Inps (ribadita con la circolare 2010 e confermata nella sostanza dall’intervento chiarificatore dell’aprile 2017) l’esito non è più certo. L’auspicio è che i giudici del lavoro, caso per caso, esaminando la disposizione dell’articolo 102 Legge Fallimentare come modificata dal Decreto Legislativo n. 5/2006, ritengano che tale modifica di fatto abbia superato la norma restrittiva di cui all’art. 5 l. 297/ 1982. Con la conseguenza che, se il lavoratore dimostra (con le buste paga o il Cud o una diffida anche stragiudiziale) che il credito vantato per Tfr e per le ultime tre mensilità è vero, accolga la domanda tesa ad ottenere il pagamento del fondo di garanzia.
Per concludere, il legislatore per ignoranza, superficialità, scelta strategica, con la modifica dell’articolo 102 Legge Fallimentare – se da un lato ha inserito una disposizione tesa ad evitare inutili costi allo Stato – dall’altro ha penalizzato una miriade di lavoratori, i quali, come spesso accade, non si rivolgono alle organizzazioni sindacali o ai legali per poter ottenere un titolo esecutivo, rischiando di perdere il loro Tfr e di essere pesantemente penalizzati anche sul piano sociale.
* Avvocato giuslavorista, socio Agi – Associazione giuslavoristi italiani – sin dalla costituzione dell’associazione. Ho scelto, in linea con la mia cultura e convinzione politica, di stare esclusivamente dalla parte di chi lavora (o vuole lavorare ma illegalmente gli viene impedito l’accesso al lavoro). Opero come legale di riferimento della Cgil di Milano e Cremona per la tutela dei diritti dei lavoratori – individuali e collettivi – e delle organizzazioni sindacali, sia in fase giudiziale sia con azioni di sostegno in ambito lavorativo e contrattuale. Sono autore di numerose pubblicazioni su riviste specializzate. Vivo e ho studiato a Milano.
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L’Anac mette nel mirino il Ponte sullo Stretto: chiesti documenti a 3 ministeri, anche quello di Salvini
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Siamo pronti domani mattina a parlare di educazione alla sessualità nei licei dai 14 anni in su, a parlare di incremento delle pene per chi aggredisce in base all'orientamento sessuale e di libertà educativa che vuol dire però che uno ha diritto di dire sì e di dire no e non bisogna imporre asterischi, schwa o corsi che portano confusione. Quella è ideologia". Lo ha detto Matteo Salvini presentando alla Camera il libro del deputato leghista Rossano Sasso 'Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli'.
"Mi piacerebbe che il Parlamento riprendesse, senza ovviamente l'ideologia alla Zan che voleva creare una grande marmellata unica, la discussione per incrementare pene e sanzioni per chi discrimina in base all'orientamento sessuale. Da senatore la voto domani mattina" e "mi piacerebbe che nelle scuole, con l'adesione delle famiglie, ci sia educazione alla sessualità, alla prevenzione, alla spiegazione dei rischi di un sesso un tanto al chilo e non protetto, di spiegare cosa è utile fare e come proteggersi. Non alle elementari: non si può parlare di profilattici, sessualità, coiti con i bambini delle elementari. È giusto alla fine del ciclo delle medie".
"Il nostro faro, come Lega, è da sempre la libertà e le libertà. Nel 2025 nessuno si può permettere di discriminare, men che meno di aggredire, qualcuno perchè omosessuale, transessuale, eterosessuale. Ognuno ha il diritto di amare e condividere la propria vita con chiunque voglia", ha detto ancora Salvini che poi ha rivendicato: "Noi sfidiamo la sinistra nell'ottica della modernità".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Mundys ha visto confermata la propria leadership sulla sostenibilità, rimanendo anche quest’anno in cima alla prestigiosa 'A-list' di Cdp, l’organizzazione internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali delle aziende. Questo risultato testimonia l’impegno continuo delle società del Gruppo che contribuiscono alla realizzazione di una strategia di decarbonizzazione che include oltre 150 iniziative mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. Sul piano industriale questo si traduce in investimenti nell'efficienza e nella transizione energetica delle infrastrutture, nella massiccia adozione di illuminazione a Led, nella sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l'elettrificazione delle flotte aziendali, nella realizzazione di impianti solari sulle infrastrutture gestite e l’installazione di punti di ricarica elettrica per i veicoli. Tutto questo ha permesso a Mundys di posizionarsi tra le eccellenze globali, su un totale di oltre 24.800 aziende analizzate, ottenendo il punteggio massimo 'A' su una scala che va da 'D-' a 'A'.
Il risultato ottenuto è parte di un percorso articolato che include la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ricevuta da Sbti (Science Based Target Initiative), il coinvolgimento a tavoli di lavoro internazionale sul tema della decarbonizzazione del settore trasporto e l’integrazione della sostenibilità nella propria strategia di finanziamento.
Mundys è stata tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040. Il riconoscimento arriva peraltro a seguito della recente inaugurazione da parte di Aeroporti di Roma, società controllata da Mundys, della nuova solar farm presso l’aeroporto di Fiumicino, il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in uno scalo aeroportuale europeo, che rappresenta uno dei principali progetti del piano di transizione climatica del Gruppo e la dimostrazione di come questo viene concretamente e progressivamente realizzato.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Con il Giappone c'è "un'amicizia crescente e lo sarà sempre più nel prossimo futuro, così come ho registrato nei giorni scorsi a Tokyo. Una collaborazione preziosa anche perché basata su valori di convivenza i più sani e più responsabili che vi siano in questo momento nella comunità internazionale e in cui Giappone e Italia si trovano perfettamente d'intesa". Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Qualcuno utilizza per fini ideologici un tema delicato e personale come il fine vita. Ma il fine vita è ambito di scelta della coscienza e della famiglia, non può essere merce di scambio politica o tema di contrasto politico perché un conto è il partito, un conto è la dignità della persona, l'accompagnamento, la cura, l'affetto, la fede. Il partito si deve fermare un metro prima rispetto a una scelta fondamentale". Lo ha detto Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Camer per presentare il libro del deputato della Lega Rossano Sasso 'Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli'.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Osaka con Expo sarà al centro del mondo come messaggio di sguardo sul futuro e sarà un'occasione particolarmente intensa di incontri, di attività". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Se uno dice, sei disposto a investire soldi sulle forze armate italiane per pagare meglio e di più le nostre forze dell'ordine, per avere dispositivi di sicurezza interna sempre più efficienti? Sì. Ma io il futuro di mio figlio in mano a Macron e alle sue testate nucleari non ce lo metto". Lo ha detto Matteo Salvini a margine di una conferenza stampa alla Camera.
"L'Europa è culla di civiltà, l'Europa deve mediare, deve essere un ponte. E nel momento in cui sia Trump che Zelensky dicono sediamoci, parliamo di pace, facciamo tacere i missili, garantendo una pace sicura e duratura, noi dovremmo accompagnare questo processo", ha spiegato ancora il vice premier sottolineando: "Non si può parlare di armi nucleari con seimila testate nucleari in Russia e seimila testate nucleari negli Stati Uniti.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Dobbiamo riarmarci di valori e di speranze. Andiamo a cercare valori e speranze mentre altri offrono ombrelli nucleari". Lo ha detto Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera.