Rewind. Riecco i doppi incarichi per i politici locali. Riecco il lavoro occasionale: lo strumento non si chiama più voucher, ma la strada per gli abusi resta spianata. E nuovi direttori dei musei, che secondo il Tar sono stati nominati senza rispettare la legge? Dopotutto potranno rimanere in sella. La manovrina di primavera, su cui il governo alla Camera ha chiesto e ottenuto la fiducia, doveva essere un decreto agile per racimolare i 3,4 miliardi di euro necessari a correggere i conti, come imposto da Bruxelles. Poi è iniziato l’assalto alla diligenza dei partiti e dello stesso governo con le solite mance e prebende, ma soprattutto l’irresistibile tentazione di restaurare norme morte e sepolte riportando indietro le lancette della storia. Ora poi, mentre prende corpo l’ipotesi di elezioni in autunno con annessi dubbi sui tempi della legge di Bilancio, addio indugi: bisogna assicurarsi di salvare il salvabile. Da Alitalia agli appalti Consip fino alle concessioni per il Bingo e al rinnovo della “vita tecnica” degli skilift abruzzesi. Proroga e restaurazione in 13 mosse, così l’Italia cammina verso il futuro. A passo di gambero.
- Direttori musei: indietro tutta
E’ la norma che dà il timbro alla manovra: un emendamento salva-direttori riesce nell’impresa di spostare le lancette della legge di 16 anni, reinterpretando la norma del 2001 che limitava i concorsi internazionali nella Pa in base alla quale il Tar del Lazio ha bocciato le nomine del ministro Franceschini per la direzione dei musei. L’eccezione fa riferimento alla “tutela dell’interesse nazionale”. Che non è più la sicurezza o il mantenimento di garanzie civili del Paese ma il salvataggio da una figuraccia.
- Doppi incarichi per politici locali: due è meglio che uno
Non avendo ridotto i compensi per i politici a Roma, nel 2012 affamarono quelli di tutta Italia impedendo a consiglieri regionali e comunali di contrarre incarichi da amministrazioni pubbliche. Bene o male che fosse, la manovra fa saltare ogni vincolo, salvo che per l’amministrazione in cui il professionista è stato eletto. Basta andare nel comune a fianco e il gioco è fatto: il consigliere potrà farsi incaricare da una Pa per fare il geometra, il collaudatore o l’avvocato.
- Voucher cambiano nome. Il rischio di abuso resta
Si chiameranno “libretti famiglia” e “contratto di prestazione occasionale”, a seconda che ad usarli siano i privati cittadini o le piccole imprese con un massimo di 5 dipendenti a tempo indeterminato. Prevedono paletti più rigidi, come il tetto di 5mila euro ai compensi che un singolo datore di lavoro potrà versare. Secondo la Cgil, che aveva promosso il referendum contro i “vecchi” buoni lavoro, il rischio di abuso resta eccome. Anzi: le nuove norme, per come sono scritte, sono addirittura un incentivo ai pagamenti in nero.
- A riecco Alitalia
Per la serie “storie già viste” ecco il decreto Alitalia e il prestito ponte da 600 milioni che vengono assorbiti nella manovra. E pazienza se doveva essere “correttiva”. Alla vigilia tutti a chiedersi se fosse giusto, dopo i 7 miliardi pagati in 30 anni dagli Italiani, foderare ancora di soldi pubblici i vecchi sedili della compagnia decotta. Ora tutti a chiedersi se questi soldi, benché concessi a tassi di mercato per evitare l’aiuto di Stato, torneranno mai indietro o finiranno anch’essi nel buco nero. Sempre che la pulizia dei conti e la ricerca di un socio vada a buon fine.
- Barbareschi: 4 milioni per la “restaurazione”
La manovrina della restaurazione non è un modo di dire. Al teatro Eliseo di Roma di cui è amministratore unico Luca Barbareschi arrivano non 1,2 ma ben 4 milioni di euro. Aveva quasi pianto, lottato, ammonito l’algido attore improvvisato imprenditore spiegando di aver rilevato il teatro spendendo 4 milioni in restauri dietro l’impegno del ministro ad un sostegno. Detto fatto: 4 ha speso e 4 entrano. Peccato sia un teatro al 100% privato. E la manovra di “restaurazione” del teatro, alla fine dei conti, la paghiamo tutta noi.
- Appalti Consip nel mirino, ma le scuole vanno pulite
Non c’è tre senza quattro. La manovra proroga anche gli appalti Consip per i servizi di pulizia nelle scuole fino all’inizio dell’anno scolastico 2018/2019. Nonostante quegli appalti siano stati oggetto nel 2015 di una multa dell’Antitrust per cartello tra imprese, poi sospese dalla stessa Consip, e nonostante il parere contrario dell’autorità anticorruzione. Perché? Perché nessuno, nel frattempo, ha risolto il problema di come collocare 12mila Lsu che grazie a quelle gare lavorano. Pulizia sì, ma mai a fondo. La roulette degli affidamenti in proroga è prorogata.
- “Stretta sull’Ace”. Anzi no
Per far cassa il governo aveva stabilito di “rideterminare la base Ace”, l’incentivo alla capitalizzazione delle imprese già ridotto in legge di Bilancio. Risultato: meno sgravi per le aziende che reinvestono utili nella propria attività. Poi qualcuno s’è accorto che per le banche in crisi, da Mps alle due ex popolari venete, il ricalcolo dell’Ace si sarebbe tradotto in centinaia di milioni di crediti fiscali da recuperare in un colpo solo. Con equivalenti minori introiti per lo Stato. Così è arrivata la marcia indietro: la stretta sull’Ace è stata allentata, sgonfiando il regalo.
- I dirigenti del Fisco bocciati dalla Consulta restano in sella
Il problema è annoso, la soluzione lontana. Tanto vale rimandare. Così i dirigenti delle amministrazioni finanziarie le cui nomine nel 2015 sono state bocciate dalla Consulta potranno mantenere i loro “contratti transitori” fino al 30 giugno 2018. Le Agenzie fiscali erano state autorizzate ad annullare i concorsi non ancora conclusi e farne di nuovi, da portare a termine entro il 31 dicembre 2016. Il Milleproroghe ha dato un anno in più. Ora il problema è rinviato di altri sei mesi. Con il vantaggio che questi dirigenti “a tempo” vengono pagati un po’ meno degli altri.
- Bail in sì, ma non per tutti
Ora che Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono sull’orlo del fallimento, rimangiarsi i decreti con cui nel 2015 è stata recepita la normativa europea sul bail in è il sogno di molti. Ma non si può fare. In compenso è arrivato un salvacondotto per i fondi pensione: le somme di denaro depositate e gli strumenti finanziari in cui hanno investito non potranno essere usati per coprire le perdite nel caso in cui la banca depositaria sia messa in risoluzione. E’ saltato però, nell’ultima versione dell’emendamento, il riferimento agli enti di previdenza obbligatoria come le casse professionali.
- La biomassa lo chiede: “Prorogami”
Il redde rationem per gli inceneritori dove scattare il 31 dicembre 2016. Entro quel termine i titolari dovevano trasmettere al Mise, per girarli alla Ue, la documentazione per la verifica di compatibilità con gli aiuti di Stato. Tipo quote latte, insomma. Siccome nulla è successo si proroga al 31 dicembre 2017. Al fine di “salvaguardare la produzione”, poi, gli impianti fotovoltaici non certificati o non rispondenti che beneficiano di tariffe incentivanti subiscono un calo della tariffa del 20% e non le maggiorazioni (sanzioni) introdotte nel 2011..
- Prorogare la concessione del bingo? E’ un gioco
Se hai una concessione statale per il Bingo scaduta puoi partecipare lo stesso versando una somma mensile come penalità. Così aveva stabilito la legge di Stabilità 2016 limitando la partecipazione solo in caso di perdita del locale. Ed ecco che la manovrina soccorre i titolari che si trovassero sfrattati. Il Bingo non c’è ma la licenza resta. Il divieto di partecipare alle gare per il rinnovo può anche essere disatteso se il titolare trova speditamente un altro locale nello stesso comune. La licenza resta, anche se il Bingo non c’è. Bingo!
- Lunga vita agli skilift abruzzesi
Il terremoto e le pesanti nevicate invernali hanno messo a dura prova il turismo in Abruzzo. Così, per dare una mano ai gestori degli impianti di risalita, tra le norme per le zone colpite dal sisma è stata inserita anche la proroga di un anno della “vita tecnica” degli skilift abruzzesi, in deroga al decreto del 2015 sulle revisione periodiche dei “servizi di pubblico trasporto effettuati con funivie, funicolari, sciovie e slittinovie. Se poi qualcuno ne approfitta o capitasse un incidente? E’ la proroga, bellezza.
- Su consorzi agrari e gli atenei la restaurazione non passa
Infine le restaurazioni fallite. Sul salvataggio dei consorzi agrari indebitati (vicenda crac Fedit 1991) il governo ha fatto dietrofront per evitare l’accusa di “marchetta”. Lunedì sera il viceministro Enrico Morando ha tentato l’ultimo blitz per aggirare la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittima la ripartizione del fondo di finanziamento ordinario delle università in base al “costo standard per studente”. L’emendamento Morando voleva prorogare le norme. Non è passato.
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