E cinque. Nel rispetto dell’usanza tutta italiana delle inaugurazioni plurime della stessa opera, martedì 6 giugno ritocca per la quinta volta alla stazione ferroviaria di Afragola, in provincia di Napoli. Un’infrastruttrura pomposamente battezzata la Porta del Sud la cui costruzione è stata però un calvario: cominciarono a parlarne 21 anni fa, decisero di costruirla nel 2003 e nel 2008 doveva essere finita. Il nastro viene quindi tagliato con una decina d’anni di ritardo e stando così le cose più che una festosa cerimonia martedì ad Afragola dovrebbero celebrare un rito collettivo di pubbliche scuse nei confronti dei cittadini italiani, per l’ennesima volta costretti a pagare gli sprechi di pessime conduzioni dei lavori.
L’inaugurazione precedente si tenne a luglio del 2015 e in quell’occasione Vincenzo De Luca, eletto da poco governatore della Campania, fu ottimista e perentorio: “Questa non è la quarta inaugurazione, è l’ultima“. Purtroppo, non gli hanno dato retta. Sul palco anche in questa occasione saranno schierati tutti i pezzi grossi: è annunciata la presenza del capo del governo, Paolo Gentiloni, del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, più i capataz delle Ferrovie, Renato Mazzoncini, amministratore delegato, e Gioia Ghezzi, presidente. Al loro fianco le autorità locali: di nuovo il governatore De Luca e il sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo.
Quasi sicuramente le personalità illustreranno l’utilità, la funzionalità e l’avveniristica bellezza dell’opera costata 70 milioni di euro e progettata dall’archistar Zaha Hadid (scomparsa di recente): una specie di sinuoso serpentone nell’agro campano in cui si alternano metallo, cemento e vetro. Su quei binari ogni giorno si fermeranno 36 treni diretti verso nord e verso sud: 18 Frecce di Trenitalia e 18 treni Italo di Ntv. Ma a parte i tempi di costruzione eccessivamente lunghi, altre ombre si allungano sulla avveniristica infrastruttura. Prima di tutto quella della camorra, in particolare del clan Moccia, come ha raccontato Arnaldo Capezzuto sul suo blog sul fattoquotidiano.it nel febbraio 2017.
Poi c’è chi sostiene che quella enorme stazione sia sovradimensionata rispetto al traffico previsto, una specie di cattedrale nel deserto, quasi del tutto scollegata dal restante traffico ferroviario della regione, non raggiunta né da alcuna metropolitana né dalla Circumvesuviana. Lo stesso sindaco di Afragola, che pure si dice soddisfatto, aveva avanzato a febbraio il dubbio che la nuova infrastruttura diventasse “un’astronave abbandonata nei campi”. Il dubbio è stato ripetuto autorevolmente in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario dal Procuratore generale della Corte dei conti della Campania: “Mi chiedo se quell’opera sarà davvero dimensionata al reale numero di viaggiatori che prenderanno ad Afragola un treno per la Calabria o per Bari. La popolazione che usa la Tav vuole arrivare nei grandi centri. È un investimento decisamente eccessivo“. Al momento l’Alta velocità si ferma a Napoli, ma il ministro Delrio e le Fs di Mazzoncini hanno avviato i lavori per prolungarla fino a Bari. Con una spesa prevista di 6 miliardi e 200 milioni di euro, una cifra colossale, ingigantita dalla scelta di costruire binari che vadano bene pure per il traffico merci che in quella tratta è però praticamente inesistente.