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Google car, niente più “ovetti”. In pensione la microcar che si guida da sola

La prima fase di sperimentazione su strada si è conclusa. Così, dopo oltre 4 milioni di km percorsi Big G ha deciso di ritirare la stravagante vetturetta Firefly. I test proseguiranno con le Chrysler Pacifica fornite da Fca con l'accordo firmato un anno fa. Nel frattempo i rivali di Apple escono allo scoperto: "quella della guida autonoma è una tecnologia fondamentale"
Google car, niente più “ovetti”. In pensione la microcar che si guida da sola
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Dopo 4 milioni di chilometri macinati sulle strade americane, Google manda in pensione la buffa microcar utilizzata sino ad oggi per i test sulle tecnologia di guida autonoma: la piccola “Firefly” (lucciola) finirà in un museo, sostituita dalle Chrysler Pacifica fornite da FCA in seguito a un accordo firmato un anno fa.

E mentre l’internet company più famosa del mondo si prepara a far testare l’autonomous driving a un pubblico selezionato, i rivali di Apple confermano per la prima volta in maniera ufficiale il loro interesse per le auto che guidano da sole: “È una tecnologia fondamentale che riteniamo molto importante”, ha affermato l’ad Tim Cook a Bloomberg. “La vediamo come la madre di tutti i progetti di intelligenza artificiale” e “probabilmente è uno di quelli più difficili a cui lavorare”.

Per entrambe i colossi statunitensi l’interesse è quello di diventare fornitori di hardware e software per la guida autonoma da vendere poi a costruttori terzi. Non a caso la Firefly “era pensata come una piattaforma per sperimentare e apprendere, non per la produzione di massa”, spiega Waymo, azienda satellite di Google dedicata alla guida autonoma. “Ora che siamo passati alla prossima fase – lasciando usare ad alcuni cittadini le nostre auto nella loro quotidianità – siamo pronti a ritirare la flotta di Firefly e a concentrarci sull’integrazione della nostra tecnologia in veicoli come la Pacifica“.

Apple e Google sono solo 2 dei pesi massimi impegnati nello sviluppo del pilota automatico per auto, una sfida in cui sono alacremente impegnati colossi come Uber con Volvo, la cinese Baidu, Tesla, oltre a una serie di case automobilistiche da Audi e Bmw a Ford e General Motors. Obiettivo è accaparrarsi una fetta di un mercato, quello della guida autonoma, che secondo gli analisti di McKinsey varrà 6.700 miliardi di dollari nel 2030.

Tuttavia la tecnologia di guida autonoma dovrà comunque fare i conti con i consumatori, non tutti pronti a lasciare volante e pedali ad un computer, perlomeno in Italia: secondo il sondaggio Aci di cui vi abbiamo dato conto oggi in queste pagine motori, solo il 48% degli italiani è disposto a provare l’auto senza conducente, mentre il 25% non ci salirebbe mai.

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