I lettori del Fatto Quotidiano questa storia la conoscono da tempo, almeno tre anni. I fondi Expo senza gara per ben 16 milioni di euro, stanziati con decreto legge nel 2008, per rendere, tra le altre cose, informaticamente efficiente il palazzo di giustizia di Milano in occasione appunto dell’Esposizione Universale. In un paio d’anni vengono spesi circa 10 milioni, quasi tutti ad affidamento diretto cioè senza gara d’appalto. Li incassano, tra gli altri, Elsag Datamat, allora gruppo Finmeccanica (1,4 milioni) e Net Service (1,8 milioni) che lavorano per realizzare il Processo Civile Telematico. A febbraio, quando ormai l’Expo è un ricordo e l’allora commissario è diventato sindaco, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, invia i finanzieri ad acquisire la documentazione relativa ai fondi negli uffici del Comune di Milano (che erogava e gestiva i fondi insieme al ministero della Giustizia).
La lettura di quelle carte hanno “prodotto” un esposto presentato alla Corte dei conti, alla Procura Generale della Cassazione (per eventuali profili disciplinari a carico di magistrati), e alla Procura di Milano per gli eventuali rilievi penali. Nella relazione dell’Anticorruzione si evidenzia, come scrive il Corriere della Sera, che almeno 18 delle 72 procedure d’appalti per oltre 8 dei 16 milioni di euro di fondi sono stati viziati fra il 2010 e il 2015 da una miriade di violazioni: sia del codice degli appalti, sia del codice penale. Questo perché gli affidamenti diretti e quindi senza gara sono stati giustificati dall’unicità del fornitore per straordinarie ragioni tecniche oppure da anomali frazionamenti pianificati o da accorpamenti illogici, da convenzioni senza motivo con enti esterni come la Camera di Commercio. Infine l’Anac ha rilevato potenziali conflitti di interesse nei tavoli tecnici.
La “bomba” lanciata dall’Anac ha come naturale creato scompiglio nella cittadella giudiziaria tanto che oggi, dopo una riunione con i presidenti delle corti, il presidente del Tribunale Roberto Bichi ha emesso una nota in cui si chiede di accertare le “singole responsabilità” su “eventuali comportamenti illeciti nel più celere tempo possibile, per dirimere dubbi, evitare illazioni, e per non ledere l’immagine e il ruolo del Tribunale di Milano, impegnato nel garantire il massimo di legalità in un’area così importante per il tessuto sociale ed economico dell’Italia”. Bichi, nel corso della riunione, ha riferito parlato dei dati presenti sulla tabella “Riepilogo delle acquisizioni per il ministero della Giustizia aggiornata al 9 marzo 2017, trasmessa dal Comune di Milano e portata alla conferenza permanente dei capi degli uffici nelle sedute del 16 e 30 marzo, in cui si dà informazione in merito all’utilizzo dei 16 milioni di finanziamento Expo 2010-2015″ e ha elencato come sono stati impiegati: implementazione di nuovi servizi e acquisizione di dotazioni informatiche destinate ai vari uffici giudiziari milanesi, organizzazione di servizi comuni agli uffici giudiziari (tra cui l’ufficio relazioni con il pubblico dell’atrio di Porta Vittoria), sistemi integrati di segnalazione interna e esterna, interventi di cablaggio per uffici, allestimento di dotazioni e servizi per la palazzina di via San Barnaba”, dove sono state trasferite le sezioni Lavoro, Famiglia e Minori del Tribunale di Milano. “Inoltre, e in larga parte, i fondi sono stati destinati allo sviluppo e all’implementazione del progetto ministeriale del processo civile telematico – poi destinato con vincolo di obbligatorietà a tutti gli uffici giudiziari italiani – e alla creazione di sala server-ced, al servizio degli uffici giudiziari di varie regioni del Nord Italia. Emerge – si legge infine nella nota – che tali impegni sono stati effettuati tramite gare d’appalto con affidamento complementare o con adesione a convenzioni Consip. Non risulta che il Tribunale abbia mai assunto il ruolo di stazione appaltante”. Che infatti è il Comune di Milano.
Le gare, fino al 2015, erano proseguite in nome della “continuità tecnologica” coinvolgendo soltanto il Tribunale guidato da Livia Pomodoro e l’“ufficio innovazione” di cui era responsabile il vicepresidente dei gip di Milano Claudio Castelli ora a presidente della corte d’Appello di Brescia. Lasciando anche a bocca asciutta Corte d’appello, Procura generale e Udi (Ufficio distrettuale informatica) che poi avevano chiesto che i 6 milioni non ancora spesi fossero assegnati con gara. Interpellata dal FattoQuotidiano.it Livia Pomodoro si dice serena perché è stata rispettata la procedura e che non si sente chiamata in causa: “Assolutamente no, non sono compiti del Tribunale. Bisogna che qualcuno verifichi e ci dica di chi sono le responsabilità”. Di cosa le responsabilità? Allo stato il procuratore capo dei Milano ha aperto un fascicolo a modello 44, quindi senza indagati, con l’ipotesi di turbativa d’asta. Una eventuale iscrizione di magistrati catapulterebbe l’inchiesta a Brescia.
La ricostruzione dell’Anac riguarda i tecnici del Comune stazione appaltante (sindaci prima Moratti e poi Pisapia); i vertici del Tribunale, i dirigenti della Dgsia (Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati) e della Cisia (Coordinamenti Interdistrettuali per i Sistemi Informativi Automatizzati) durante i ministeri di Alfano, Severino, Cancellieri e infine Orlando), della Camera di Commercio, di magistrati e consulenti. L’ipotesi è che i membri del “gruppo di lavoro per l’infrastrutturazione informatica degli uffici giudiziari di Milano” in molti casi avesserogià stabilito di saltare la fase del bando e di consegnare molti dei lavori esse a società, come dire, particolarmente fortunate come Net Service e Elsag Datamat; e che il Comune-stazione appaltante, oltre a individuarle preliminarmente, incaricasse poi il ministeriale Dgsia/Cisia di escogitare il modo per poterle giustificare. A questo si aggiunge che nonostante la vieti la legge la verifica della conformità o del funzionamento delle commesse appaltate risulti essere stata svolta in 13 occasioni da commissioni di collaudo delle quali facevano parte anche nove magistrati, alcuni provenienti anche da fuori Milano.
Giustizia & Impunità
Tribunale Milano, appalti senza gara. Atto di accusa di Anac: “Violazione dei codici in 18 delle 72 procedure”
L'Anticorruzione ha presentato un esposto presentato alla Corte dei conti, alla Procura Generale della Cassazione, alla Procura di Milano per gli eventuali rilievi penali. Il presidente del Tribunale Bichi chiede che si verifichino le "singole responsabilità" su "eventuali comportamenti illeciti nel più celere tempo possibile". Aperto un fascicolo per turbativa d'asta al momento senza indagati
I lettori del Fatto Quotidiano questa storia la conoscono da tempo, almeno tre anni. I fondi Expo senza gara per ben 16 milioni di euro, stanziati con decreto legge nel 2008, per rendere, tra le altre cose, informaticamente efficiente il palazzo di giustizia di Milano in occasione appunto dell’Esposizione Universale. In un paio d’anni vengono spesi circa 10 milioni, quasi tutti ad affidamento diretto cioè senza gara d’appalto. Li incassano, tra gli altri, Elsag Datamat, allora gruppo Finmeccanica (1,4 milioni) e Net Service (1,8 milioni) che lavorano per realizzare il Processo Civile Telematico. A febbraio, quando ormai l’Expo è un ricordo e l’allora commissario è diventato sindaco, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, invia i finanzieri ad acquisire la documentazione relativa ai fondi negli uffici del Comune di Milano (che erogava e gestiva i fondi insieme al ministero della Giustizia).
La lettura di quelle carte hanno “prodotto” un esposto presentato alla Corte dei conti, alla Procura Generale della Cassazione (per eventuali profili disciplinari a carico di magistrati), e alla Procura di Milano per gli eventuali rilievi penali. Nella relazione dell’Anticorruzione si evidenzia, come scrive il Corriere della Sera, che almeno 18 delle 72 procedure d’appalti per oltre 8 dei 16 milioni di euro di fondi sono stati viziati fra il 2010 e il 2015 da una miriade di violazioni: sia del codice degli appalti, sia del codice penale. Questo perché gli affidamenti diretti e quindi senza gara sono stati giustificati dall’unicità del fornitore per straordinarie ragioni tecniche oppure da anomali frazionamenti pianificati o da accorpamenti illogici, da convenzioni senza motivo con enti esterni come la Camera di Commercio. Infine l’Anac ha rilevato potenziali conflitti di interesse nei tavoli tecnici.
La “bomba” lanciata dall’Anac ha come naturale creato scompiglio nella cittadella giudiziaria tanto che oggi, dopo una riunione con i presidenti delle corti, il presidente del Tribunale Roberto Bichi ha emesso una nota in cui si chiede di accertare le “singole responsabilità” su “eventuali comportamenti illeciti nel più celere tempo possibile, per dirimere dubbi, evitare illazioni, e per non ledere l’immagine e il ruolo del Tribunale di Milano, impegnato nel garantire il massimo di legalità in un’area così importante per il tessuto sociale ed economico dell’Italia”. Bichi, nel corso della riunione, ha riferito parlato dei dati presenti sulla tabella “Riepilogo delle acquisizioni per il ministero della Giustizia aggiornata al 9 marzo 2017, trasmessa dal Comune di Milano e portata alla conferenza permanente dei capi degli uffici nelle sedute del 16 e 30 marzo, in cui si dà informazione in merito all’utilizzo dei 16 milioni di finanziamento Expo 2010-2015″ e ha elencato come sono stati impiegati: implementazione di nuovi servizi e acquisizione di dotazioni informatiche destinate ai vari uffici giudiziari milanesi, organizzazione di servizi comuni agli uffici giudiziari (tra cui l’ufficio relazioni con il pubblico dell’atrio di Porta Vittoria), sistemi integrati di segnalazione interna e esterna, interventi di cablaggio per uffici, allestimento di dotazioni e servizi per la palazzina di via San Barnaba”, dove sono state trasferite le sezioni Lavoro, Famiglia e Minori del Tribunale di Milano. “Inoltre, e in larga parte, i fondi sono stati destinati allo sviluppo e all’implementazione del progetto ministeriale del processo civile telematico – poi destinato con vincolo di obbligatorietà a tutti gli uffici giudiziari italiani – e alla creazione di sala server-ced, al servizio degli uffici giudiziari di varie regioni del Nord Italia. Emerge – si legge infine nella nota – che tali impegni sono stati effettuati tramite gare d’appalto con affidamento complementare o con adesione a convenzioni Consip. Non risulta che il Tribunale abbia mai assunto il ruolo di stazione appaltante”. Che infatti è il Comune di Milano.
Le gare, fino al 2015, erano proseguite in nome della “continuità tecnologica” coinvolgendo soltanto il Tribunale guidato da Livia Pomodoro e l’“ufficio innovazione” di cui era responsabile il vicepresidente dei gip di Milano Claudio Castelli ora a presidente della corte d’Appello di Brescia. Lasciando anche a bocca asciutta Corte d’appello, Procura generale e Udi (Ufficio distrettuale informatica) che poi avevano chiesto che i 6 milioni non ancora spesi fossero assegnati con gara. Interpellata dal FattoQuotidiano.it Livia Pomodoro si dice serena perché è stata rispettata la procedura e che non si sente chiamata in causa: “Assolutamente no, non sono compiti del Tribunale. Bisogna che qualcuno verifichi e ci dica di chi sono le responsabilità”. Di cosa le responsabilità? Allo stato il procuratore capo dei Milano ha aperto un fascicolo a modello 44, quindi senza indagati, con l’ipotesi di turbativa d’asta. Una eventuale iscrizione di magistrati catapulterebbe l’inchiesta a Brescia.
La ricostruzione dell’Anac riguarda i tecnici del Comune stazione appaltante (sindaci prima Moratti e poi Pisapia); i vertici del Tribunale, i dirigenti della Dgsia (Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati) e della Cisia (Coordinamenti Interdistrettuali per i Sistemi Informativi Automatizzati) durante i ministeri di Alfano, Severino, Cancellieri e infine Orlando), della Camera di Commercio, di magistrati e consulenti. L’ipotesi è che i membri del “gruppo di lavoro per l’infrastrutturazione informatica degli uffici giudiziari di Milano” in molti casi avesserogià stabilito di saltare la fase del bando e di consegnare molti dei lavori esse a società, come dire, particolarmente fortunate come Net Service e Elsag Datamat; e che il Comune-stazione appaltante, oltre a individuarle preliminarmente, incaricasse poi il ministeriale Dgsia/Cisia di escogitare il modo per poterle giustificare. A questo si aggiunge che nonostante la vieti la legge la verifica della conformità o del funzionamento delle commesse appaltate risulti essere stata svolta in 13 occasioni da commissioni di collaudo delle quali facevano parte anche nove magistrati, alcuni provenienti anche da fuori Milano.
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Consip, Cassazione accoglie ricorso Romeo contro l’arresto e rinvia al tribunale. L’imprenditore resta in carcere
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Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Max blitz antidroga dei carabinieri tra Napoli e Salerno: smantellate 15 piazze di spaccio e indagato a piede per favoreggiamento anche un sacerdote. I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 51 soggetti (dei quali 15 in carcere, 17 agli arresti domiciliari e 19 sottoposti all'obbligo di presentazione alla p.g.) gravemente indiziati dei reati di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di 48 indagati, mentre dei restanti tre, due sono attualmente all'estero e il terzo è tuttora attivamente ricercato. Tra questi anche il tiktoker Antonio Gemignani, noto come Papusciello.
Avvalendosi di corrieri della droga provenienti da Napoli e Roma - si legge in una nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso - gli indagati avrebbero posto in essere un giro di affari di circa otto milioni di euro, con oltre 500.000 euro in contanti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini. Le investigazioni, condotte attraverso una poderosa attività di intercettazione telefonica e ambientale, che si è protratta per diversi mesi, hanno consentito di documentare e ricostruire le dinamiche relative alla gestione dell'attività di spaccio in ben 15 piazze di diverse città, in provincia di Napoli e di Salerno, nonché di recuperare e sequestrare complessivamente 19 chilogrammi di cocaina. Dalle indagini è emerso che alcuni indagati si servivano delle abitazioni di soggetti incensurati e anziani per occultare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, mentre altri sfruttavano la presenza di neonati per eludere eventuali controlli.
E tra gli indagati figura anche un sacerdote di Torre Annunziata. Inoltre, una donna è stata ripresa durante lo spaccio di droga con un neonato in braccio. L'approvvigionamento delle varie piazze di spaccio avveniva mediante il ricorso a fidati corrieri che, a tal fine, utilizzavano autovetture dotate di scomparti segreti in cui lo stupefacente veniva abilmente occultato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno operato sette arresti in flagranza di reato, individuando anche soggetti in possesso di armi detenute illegalmente.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Domani, venerdì 7 marzo, dalle ore 15 alle ore 17, presso ExtraLibera, Via Stamira 5, a Roma, si terrà l’assemblea dei soggetti che fanno parte del comitato promotore del Referendum cittadinanza. Interverranno, tra gli altri, Emma Bonino, Riccardo Magi, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Deepika Salhan, Sonny Olumati, Francesca Druetti, Antonella Soldo, Katia Scannavini, Pippo Civati, Paolo Bonetti, Natale Di Cola, Ileana Bello, Walter Massa e molti altri.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower.
Il consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine” soprattutto “nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, viene evidenziato nella nota.
L’approccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere ‘riunione per riunione’, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse “si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi”, ha sottolineato Lagarde, per la quale "i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso”.
“Un'escalation delle tensioni commerciali ridurrebbe la crescita dell’eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l'economia globale” e “il perdurare dell'incertezza sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare al ribasso gli investimenti”. Allo stesso modo “le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono un'importante fonte di incertezza. La crescita potrebbe diminuire se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo del previsto”.
La crescita dell’eurozona “potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell'inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita”, ha detto ancora la presidente della Bce.
Infine Lagarde spiega che "l'incertezza è aumentata e probabilmente peserà sugli investimenti e sulle esportazioni più di quanto previsto in precedenza”. La crescita “dovrebbe essere sostenuta dall'aumento dei redditi e dalla riduzione dei costi di finanziamento” e secondo le proiezioni dei tecnici “anche le esportazioni dovrebbero essere sostenute dall'aumento della domanda globale, a patto che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente”.
Le decisioni della Bce sui tassi di interesse quindi continueranno ad essere basate “sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
L'inflazione complessiva, indicano gli esperti, ora "si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”. “L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027”. Le misure dell’inflazione di fondo “suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”, evidenzia Francoforte. Tuttavia, “il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”.
“La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera”, si legge nella nota diffusa dalla Bce al termine del consiglio direttivo. “Al tempo stesso – sottolinea però l’Eurotower – l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto”.
La Bce rende inoltre noto che l’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027.
Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026, sottolinea l'Eurotower, "riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "C'è bisogno di un'Europa più coraggiosa, più forte e più giusta. Per questo è necessario andare avanti sulla strada del rafforzamento dell'Unione europea e della sua capacità di iniziativa politica". Così Pierfrancesco Majorino, componente della segreteria nazionale Pd.
"In questo quadro il vertice odierno del Pse ha visto in campo le proposte del Partito Democratico. Il contributo di Elly Schlein è stato essenziale e ha inevitabilmente messo in luce anche le contraddizioni del piano di Ursula von der Leyen. Un piano che ad oggi non porta alla difesa comune, ma al semplice riarmo generalizzato dei singoli Stati nazionali e a inevitabili tagli di voci che vanno invece assolutamente potenziate. Penso a coesione sociale e welfare".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Una riunione al vertice del Pse molto importante e impegnativa. Con la piena consapevolezza della gravità della situazione e della necessità di una risposta europea. La segretaria Elly Schlein ha portato il nostro punto di vista. Riarmare 27 eserciti nazionali non fa deterrenza". Così il responsabile Esteri nella segreteria nazionale Pd, Giuseppe Provenzano, appena terminato il prevertice socialista a Bruxelles a cui ha partecipato con la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Più che prestiti ai singoli paesi servirebbero investimenti europei in progetti comuni. Ma la sfida è più grande. Serve investire in sicurezza comune, ma non solo. Per l’autonomia strategica serve una politica estera, un’economia forte, una società coesa. La risposta dev’essere più coraggiosa, come è stato con la pandemia".
"Di certo, non si possono sostituire le spese sociali con le spese militari, consentendo di dirottare i fondi di coesione. Su questa nostra priorità, c’è stato consenso tra i socialisti europei. La nostra critica al Piano di Von der Leyen non è dunque per frenare la risposta europea. Ma per rafforzarla, per costruire un’Europa davvero unita, capace di compiere la svolta politica necessaria a costruire pace, giustizia e sicurezza".