Un attacco “disgustoso” contro la libertà di culto e i “nostri valori”: così Theresa May ha parlato dell’attacco contro i fedeli musulmani della notte scorsa all’uscita della moschea londinese di Finsbury Park, dopo una riunione di emergenza dell’unità di crisi Cobra. Un atto “ripugnante esattamente come gli altri atti di terrorismo che hanno colpito il Regno Unito, dalla strage di Manchester del 22 maggio all’attentato di London Bridge e Borough Market del 3 giugno”. Particolarmente grave il fatto che abbia colpito i fedeli “vicino al loro posto di preghiera; come ogni altro atto di terrorismo cerca di dividerci“.
“Non ci fermeremo davanti a nulla contro l’estremismo”, ha detto la premier parlando davanti a Downing Street, senza fare distinzione fra una matrice e l’altra. Aggiungendo che in Gran Bretagna in questi anni “c’è stata troppa tolleranza nei confronti dell’estremismo, in diverse forme, anche l’islamofobia. Per questo il mio governo agirà per isolare le ideologie dell’odio, anche su Internet”, ha spiegato il primo ministro ribadendo un concetto già espresso all’indomani dell’attacco sul London Bridge: “Quando è troppo è troppo, ora deve essere rivista la strategia anti-terrorismo“, annunciava la premier il 4 giugno.
La May ha poi confermato che le prime indicazioni investigative puntano sulla pista dell’aggressore solitario. La polizia è intervenuta in un minuto, dopo avere ricevuto la segnalazione telefonica di un furgoncino che si era scagliato sulla folla che usciva la preghiera di rottura serale del Ramadan. In otto minuti, spiega la premier, è stata in grado di dichiarare che si trattava di terrorismo: “Il conducente, di 48 anni, è stato bloccato con coraggio dalle persone e poi arrestato dalle forze dell’ordine”.
“Quando ho pronunciato il mio primo discorso da premier in estate” ha continuato Theresa May “ho parlato della necessità di credere nel Regno Unito” che “è il vincolo che unisce tutti i loro concittadini, qualsiasi sia loro origine, e all’inizio di questo vincolo ci sono i nostri valori, cioè la libertà di parola, la libertà di culto”. L’attacco di stanotte, secondo la premier, mirava a “distruggere queste libertà“. Nel frattempo la polizia britannica sta “valutando la sicurezza nelle moschee, per fornire ulteriori risorse prima della fine del Ramadan, che durerà ancora una settimana”.