Pubblici funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Venezia che si mettono in vendita o si fanno comprare. Imprenditori del ricco Veneto pronti a corrompere per non pagare le tasse sui proventi delle loro attività. Professionisti compiacenti che si prestano a fare da collegamento. E finanzieri pronti a chiudere non un occhio, ma tutti e due, se il contraccambio è un Rolex Daytona, del valore di 8-9mila euro, tre mesi del loro stipendio. Il romanzo delle tangenti è sempre lo stesso. Ma ogni volta che lo si sfoglia riserva varianti e sorprese. Ad esempio una funzionaria incorruttibile.
Accade a Venezia dove 16 persone sono state arrestate (due ai domiciliari) per una lunga sfilza di reati. E’ il segno di un andazzo così generalizzato da far dire al comandante provinciale della Finanza, Alberto Reda: “Questa è la più grande inchiesta contro il fenomeno della corruzione dopo il Mose”. E al procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi: “E’ emerso un contesto criminale vasto e articolato, che travalica i singoli episodi contestati”. E al generale Antonino Maggiore, comandante regionale della Finanza in Veneto: “E’ un’inchiesta dolorosa perché coinvolge due nostri ufficiali”.
La ricerca di coperture politiche – Uno dei principali indagati è Elio Borrelli, ex direttore del Centro Operativo delle Entrate di Venezia. Secondo il gip Alberto Scaramuzza, oltre agli episodi di corruzione vi sarebbe stato anche un suo tentativo di cercare appoggi politici per ottenere un posto di prestigio, nell’ordine la direzione regionale di Venezia, un trasferimento a Verona o a Roma. Nel 2015 chiamò al telefono il commercialista mestrino Arcangelo Boldrin, esponente del Pd veneziano, chiedendogli un appoggio presso il sottosegretario Pier Paolo Baretta a Roma. “Cerca di farmi andare a Verona che cambia la vita anche a te”, è la frase intercettata. Secondo il gip è “una promessa esplicita di favorire le pratiche del commercialista”. Ma il professionista non abboccò, il sottosegretario non venne interessato e Borrelli finì a dirigere l’ufficio Pesaro-Urbino, da cui però continuava a seguire le vicende venete, avvalendosi anche dell’appoggio del direttore provinciale delle Entrate, Massimo Esposito, che è pure stato arrestato.
I complimenti del presidente Bedoni – Borrelli lo troviamo dappertutto, anche nei favori concessi a Cattolica assicurazioni: la compagnia veronese si vide ridurre da 8,8 milioni di euro a poco più di due milioni e mezzo il debito definito nel dicembre 2016 da un atto di adesione unificata. In quel capitolo spuntano due Daytona regalati a Christian David, capo ufficio grandi contribuenti regionale delle Entrate, e al tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado, in servizio al comando regionale veneto. Nel marchingegno per ridurre l’accertamento fiscale sono coinvolte molte persone, due dirigenti della Cattolica, tra cui il direttore amministrativo Giuseppe Milone. I fotografarono una cena a cui partecipò anche il presidente della società Paolo Bedoni (che non risulta indagato), chiamato nelle intercettazioni “il piemontese”. Dalle carte emerge che quando il debito con le Entrate venne abbattuto, anche Bedoni ne fu informato, dopo un incontro cruciale con uno dei funzionari arrestati. E si complimentò con i subalterni. “E’ andà da Dio a Mestre eh!” gli dice nell’ottobre 2016 Albino Zatachetto, che è segretario del presidente del Cda di Cattolica. E Milone aggiunge: “Ciao è andata bene oggi, sì ho tagliato ancora, duesette-dueotto”. Sono le cifre della contestazione ridotta a fini Irap, Ires e Iva. E Bedoni: “Bravo!”. Milone: “No, so’ sta bravi tutti… poi va bè ti spieghiamo”. Il presidente, entusiasta: “Bravissimi, bravi, ecco bravi!! Complimenti ancora”.
La supermazzetta del costruttore – Aldo Bison di Jesolo è a capo di un gruppo importante nel settore edilizio. Grazie all’interessamento di Borrelli ed Esposito avrebbe goduto del rallentamento degli avvisi degli accertamenti fiscali di alcune sue ditte dal 2008 al 2011. E le imposte e sanzioni dovute sarebbero state ridotte dell’80 per cento, da 41 a 8,3 milioni di euro. Secondo gli investigatori il premio per Borrelli ed Esposito sarebbe stato di 300mila euro. Secondo l’accusa, Bison ne aveva consegnati 140mila, alla fine del 2016, in tre rate pagate a Chioggia e a Pesaro.
Trasferimento per la funzionaria integerrima – La chiamavano “la stronza”. Era Anna Boneschi, una funzionaria delle Entrate che non si faceva corrompere e aveva ordinato nuovi accertamenti su Bison. La paura di Borrelli era che l’imprenditore si rivolgesse direttamente alla donna. Al telefono gli dice: “Aldo, non pensare con il cervello tuo. Un anno fa com’eri? Disperato, dovevi pagare 50 milioni di euro. Ok? Eri disperato… incasinato. Non sapevi da dove uscire e ne stiamo uscendo anche benissimo. Stai tranquillo. Dobbiamo lasciarla stare perché lei è stata bypassata”. Il ricorso aveva, infatti, tolto la competenza alla funzionaria. “Ma se tu vai da lei, lei ci fa saltare tutto, perché va dal direttore generale” aggiunge Borrelli. La funzionaria integerrima verrà trasferita. Lo dice Borrelli a Bison durante una cena: “Siamo riusciti a toglierci dai coglioni la Boneschi. E’ a Treviso dall’1 gennaio (2016, ndr), ma l’abbiamo messa sotto un direttore provinciale che la odia… infatti sta piangendo da due giorni”. E Bison commenta: “Chi semina vento raccoglie tempesta”.
Il colonnello chiacchierone e il giudice – Dal filone riguardante Cattolica Assicurazioni emerge il ruolo che avrebbero avuto il tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado e il giudice tributario Cesare Rindone, componente della Commissione tributaria regionale, nell’abbattimento del debito verso l’Erario. Il loro obiettivo era di far assumere in Cattolica un loro amico, dipendente comunale a Verona. Anzi, Corrado aveva prospettato anche una sua assunzione, in caso si fosse congedato dalla Finanza. Sorprendentemente l’ufficiale e il giudice ne parlavano al telefono. Annotano i finanzieri che li ascoltavano nell’ottobre 2016: “Rindone, nella paura di essere intercettato, si altera per il linguaggio troppo esplicito utilizzato dal Corrado, che sembra che voglia qualcosa in cambio”. Il giudice dice: “Fai parlare me. Tu devi capire che quando si parla di ste robe qua, anche se in questo momento mentre io e te parliamo c’è il maresciallo che ci sta ascoltando… la cosa che dobbiamo proprio escludere è che tu voglia qualcosa, mi sono spiegato”. E Corrado: “No sto facendo un favore allo Stato, all’Erario, anche perché rischia di non incassare un cazzo se va in contenzioso”. Peccato che poi abbia ricevuto la promessa di un Rolex Daytona, simile a quello che gli fu consegnato per il pubblico ufficiale David. E abbia accettato. “Però un oggettino… cioè una cosa similare mi piace! Non è che non mi piace… Cioè… Cioè….”.
Ex assessore indagato (e poi archiviato) – Dalle carte dell’inchiesta veneziana spunta un filone inedito, legato alle intercettazioni sul Mose. Il gip Scaramuzza scriveva che l’imprenditore Pierluigi Alessandri della Sacaim nel 2013 avrebbe pagato una mazzetta da 100mila euro all’ex assessore comunale veneziano Enrico Mingardi, per lavori stradali a Mestre. Mingardi commentava: “E’ una follia, un’enormità. Il Comune non si occupò di quell’appalto e fu aggiudicato nel 2011 quando non ero più assessore da 6 mesi perché Massimo Cacciari mi aveva tolto le deleghe. Non contavo più nulla”. La posizione di Mingardi è stata poi archiviata nel 2020: “Dalle indagini – scrive la gip Roberta Marchiori – non sono emersi elementi a sostegno dell’originaria ipotesi investigativa che vedeva gli indagati coinvolti in fatti corruttivi e inerenti a false fatturazioni”.
Non è finita. La parola finale di questo romanzo non è ancora stata scritta. Il pubblico ministero Stefano Ancilotto, che conduce l’inchiesta su delega del procuratore Bruno Cherchi, ha già iscritto almeno un’altra decina di persone nel registro degli indagati. Si tratta di pubblici ufficiali – militari della guardia di Finanza e personale delle Agenzie delle Entrate – e di imprenditori. Nei loro confronti non esistevano elementi tali da chiedere provvedimenti restrittivi, eppure ci sarebbero elementi per ritenerli coinvolti in qualche episodio vecchio o nuovo. Nel frattempo non è ancora stato ultimato il giro degli interrogatori di garanzia. Molti si stanno avvalendo della facoltà di non rispondere. Ma Elio Borrelli e Massimo Esposito, funzionari delle Entrate, avrebbero già chiesto di essere interrogati dal pm. C’è aria di collaborazione.
Articolo aggiornato il 9 maggio 2020 da redazioneweb
Giustizia & Impunità
Venezia, dai Rolex ai finanzieri alla rimozione della funzionaria onesta: storie di corruzione per non pagare le tasse
Dalle carte dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 16 persone, tra cui dirigenti pubblici e ufficiali delle Fiamme Gialle, emerge un vero e proprio "romanzo delle tangenti". Tra ricerca di coperture politiche, mazzette a rate per ridimensionare le sanzioni fiscali e insulti alla dirigente delle Entrate che ordinava troppi accertamenti. E il presidente di Cattolica assicurazioni si complimentava con i subalterni che erano riusciti a far ridurre una contestazione milionaria
Pubblici funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Venezia che si mettono in vendita o si fanno comprare. Imprenditori del ricco Veneto pronti a corrompere per non pagare le tasse sui proventi delle loro attività. Professionisti compiacenti che si prestano a fare da collegamento. E finanzieri pronti a chiudere non un occhio, ma tutti e due, se il contraccambio è un Rolex Daytona, del valore di 8-9mila euro, tre mesi del loro stipendio. Il romanzo delle tangenti è sempre lo stesso. Ma ogni volta che lo si sfoglia riserva varianti e sorprese. Ad esempio una funzionaria incorruttibile.
Accade a Venezia dove 16 persone sono state arrestate (due ai domiciliari) per una lunga sfilza di reati. E’ il segno di un andazzo così generalizzato da far dire al comandante provinciale della Finanza, Alberto Reda: “Questa è la più grande inchiesta contro il fenomeno della corruzione dopo il Mose”. E al procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi: “E’ emerso un contesto criminale vasto e articolato, che travalica i singoli episodi contestati”. E al generale Antonino Maggiore, comandante regionale della Finanza in Veneto: “E’ un’inchiesta dolorosa perché coinvolge due nostri ufficiali”.
La ricerca di coperture politiche – Uno dei principali indagati è Elio Borrelli, ex direttore del Centro Operativo delle Entrate di Venezia. Secondo il gip Alberto Scaramuzza, oltre agli episodi di corruzione vi sarebbe stato anche un suo tentativo di cercare appoggi politici per ottenere un posto di prestigio, nell’ordine la direzione regionale di Venezia, un trasferimento a Verona o a Roma. Nel 2015 chiamò al telefono il commercialista mestrino Arcangelo Boldrin, esponente del Pd veneziano, chiedendogli un appoggio presso il sottosegretario Pier Paolo Baretta a Roma. “Cerca di farmi andare a Verona che cambia la vita anche a te”, è la frase intercettata. Secondo il gip è “una promessa esplicita di favorire le pratiche del commercialista”. Ma il professionista non abboccò, il sottosegretario non venne interessato e Borrelli finì a dirigere l’ufficio Pesaro-Urbino, da cui però continuava a seguire le vicende venete, avvalendosi anche dell’appoggio del direttore provinciale delle Entrate, Massimo Esposito, che è pure stato arrestato.
I complimenti del presidente Bedoni – Borrelli lo troviamo dappertutto, anche nei favori concessi a Cattolica assicurazioni: la compagnia veronese si vide ridurre da 8,8 milioni di euro a poco più di due milioni e mezzo il debito definito nel dicembre 2016 da un atto di adesione unificata. In quel capitolo spuntano due Daytona regalati a Christian David, capo ufficio grandi contribuenti regionale delle Entrate, e al tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado, in servizio al comando regionale veneto. Nel marchingegno per ridurre l’accertamento fiscale sono coinvolte molte persone, due dirigenti della Cattolica, tra cui il direttore amministrativo Giuseppe Milone. I fotografarono una cena a cui partecipò anche il presidente della società Paolo Bedoni (che non risulta indagato), chiamato nelle intercettazioni “il piemontese”. Dalle carte emerge che quando il debito con le Entrate venne abbattuto, anche Bedoni ne fu informato, dopo un incontro cruciale con uno dei funzionari arrestati. E si complimentò con i subalterni. “E’ andà da Dio a Mestre eh!” gli dice nell’ottobre 2016 Albino Zatachetto, che è segretario del presidente del Cda di Cattolica. E Milone aggiunge: “Ciao è andata bene oggi, sì ho tagliato ancora, duesette-dueotto”. Sono le cifre della contestazione ridotta a fini Irap, Ires e Iva. E Bedoni: “Bravo!”. Milone: “No, so’ sta bravi tutti… poi va bè ti spieghiamo”. Il presidente, entusiasta: “Bravissimi, bravi, ecco bravi!! Complimenti ancora”.
La supermazzetta del costruttore – Aldo Bison di Jesolo è a capo di un gruppo importante nel settore edilizio. Grazie all’interessamento di Borrelli ed Esposito avrebbe goduto del rallentamento degli avvisi degli accertamenti fiscali di alcune sue ditte dal 2008 al 2011. E le imposte e sanzioni dovute sarebbero state ridotte dell’80 per cento, da 41 a 8,3 milioni di euro. Secondo gli investigatori il premio per Borrelli ed Esposito sarebbe stato di 300mila euro. Secondo l’accusa, Bison ne aveva consegnati 140mila, alla fine del 2016, in tre rate pagate a Chioggia e a Pesaro.
Trasferimento per la funzionaria integerrima – La chiamavano “la stronza”. Era Anna Boneschi, una funzionaria delle Entrate che non si faceva corrompere e aveva ordinato nuovi accertamenti su Bison. La paura di Borrelli era che l’imprenditore si rivolgesse direttamente alla donna. Al telefono gli dice: “Aldo, non pensare con il cervello tuo. Un anno fa com’eri? Disperato, dovevi pagare 50 milioni di euro. Ok? Eri disperato… incasinato. Non sapevi da dove uscire e ne stiamo uscendo anche benissimo. Stai tranquillo. Dobbiamo lasciarla stare perché lei è stata bypassata”. Il ricorso aveva, infatti, tolto la competenza alla funzionaria. “Ma se tu vai da lei, lei ci fa saltare tutto, perché va dal direttore generale” aggiunge Borrelli. La funzionaria integerrima verrà trasferita. Lo dice Borrelli a Bison durante una cena: “Siamo riusciti a toglierci dai coglioni la Boneschi. E’ a Treviso dall’1 gennaio (2016, ndr), ma l’abbiamo messa sotto un direttore provinciale che la odia… infatti sta piangendo da due giorni”. E Bison commenta: “Chi semina vento raccoglie tempesta”.
Il colonnello chiacchierone e il giudice – Dal filone riguardante Cattolica Assicurazioni emerge il ruolo che avrebbero avuto il tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado e il giudice tributario Cesare Rindone, componente della Commissione tributaria regionale, nell’abbattimento del debito verso l’Erario. Il loro obiettivo era di far assumere in Cattolica un loro amico, dipendente comunale a Verona. Anzi, Corrado aveva prospettato anche una sua assunzione, in caso si fosse congedato dalla Finanza. Sorprendentemente l’ufficiale e il giudice ne parlavano al telefono. Annotano i finanzieri che li ascoltavano nell’ottobre 2016: “Rindone, nella paura di essere intercettato, si altera per il linguaggio troppo esplicito utilizzato dal Corrado, che sembra che voglia qualcosa in cambio”. Il giudice dice: “Fai parlare me. Tu devi capire che quando si parla di ste robe qua, anche se in questo momento mentre io e te parliamo c’è il maresciallo che ci sta ascoltando… la cosa che dobbiamo proprio escludere è che tu voglia qualcosa, mi sono spiegato”. E Corrado: “No sto facendo un favore allo Stato, all’Erario, anche perché rischia di non incassare un cazzo se va in contenzioso”. Peccato che poi abbia ricevuto la promessa di un Rolex Daytona, simile a quello che gli fu consegnato per il pubblico ufficiale David. E abbia accettato. “Però un oggettino… cioè una cosa similare mi piace! Non è che non mi piace… Cioè… Cioè….”.
Ex assessore indagato (e poi archiviato) – Dalle carte dell’inchiesta veneziana spunta un filone inedito, legato alle intercettazioni sul Mose. Il gip Scaramuzza scriveva che l’imprenditore Pierluigi Alessandri della Sacaim nel 2013 avrebbe pagato una mazzetta da 100mila euro all’ex assessore comunale veneziano Enrico Mingardi, per lavori stradali a Mestre. Mingardi commentava: “E’ una follia, un’enormità. Il Comune non si occupò di quell’appalto e fu aggiudicato nel 2011 quando non ero più assessore da 6 mesi perché Massimo Cacciari mi aveva tolto le deleghe. Non contavo più nulla”. La posizione di Mingardi è stata poi archiviata nel 2020: “Dalle indagini – scrive la gip Roberta Marchiori – non sono emersi elementi a sostegno dell’originaria ipotesi investigativa che vedeva gli indagati coinvolti in fatti corruttivi e inerenti a false fatturazioni”.
Non è finita. La parola finale di questo romanzo non è ancora stata scritta. Il pubblico ministero Stefano Ancilotto, che conduce l’inchiesta su delega del procuratore Bruno Cherchi, ha già iscritto almeno un’altra decina di persone nel registro degli indagati. Si tratta di pubblici ufficiali – militari della guardia di Finanza e personale delle Agenzie delle Entrate – e di imprenditori. Nei loro confronti non esistevano elementi tali da chiedere provvedimenti restrittivi, eppure ci sarebbero elementi per ritenerli coinvolti in qualche episodio vecchio o nuovo. Nel frattempo non è ancora stato ultimato il giro degli interrogatori di garanzia. Molti si stanno avvalendo della facoltà di non rispondere. Ma Elio Borrelli e Massimo Esposito, funzionari delle Entrate, avrebbero già chiesto di essere interrogati dal pm. C’è aria di collaborazione.
Articolo aggiornato il 9 maggio 2020 da redazioneweb
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Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Maxi blitz antidroga a Napoli. Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata stanno eseguendo una misura cautelare emessa dal Tribunale oplontino a carico di decine di persone. Oltre 200 i militari impiegati nell’area vesuviana, in quella stabiese e nel salernitano. Tra gli episodi ripresi dalle telecamere, anche una donna che spaccia droga con un bambino in braccio.
Kiev, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - Un attacco missilistico russo contro un hotel a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre 31, di cui circa la metà versa in gravi condizioni. Lo ha reso noto Sergiy Lysak, governatore della regione di Dnipropetrovsk.
Oltre all'hotel, sono stati danneggiati anche 14 palazzi residenziali, un ufficio postale, circa due decine di auto, un istituto culturale e 12 negozi, hanno affermato le autorità.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - L’estensione giornaliera del ghiaccio marino globale, che combina le estensioni del ghiaccio marino in entrambe le regioni polari, ha raggiunto un nuovo minimo storico all’inizio di febbraio ed è rimasta al di sotto del precedente record di febbraio 2023 per il resto del mese. E' quanto rileva il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, il ghiaccio marino artico ha raggiunto la sua estensione mensile più bassa per il mese di febbraio, pari all’8% sotto la media: questo segna il terzo mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino stabilisce un record per il mese corrispondente. È importante notare - sottolinea C3S - che il nuovo record registrato nell’Artico a febbraio non è un minimo storico: il ghiaccio marino artico si sta attualmente avvicinando alla sua estensione massima annuale, che in genere si verifica a marzo.
Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la quarta estensione mensile più bassa nel mese di febbraio, il 26% sotto la media. L’estensione giornaliera del ghiaccio marino potrebbe aver raggiunto il suo minimo annuale verso la fine del mese. Se confermato, sarebbe il secondo minimo più basso registrato dal satellite. Questa conferma sarà possibile solo all’inizio di marzo.
Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo a livello globale, rileva inoltre il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, febbraio 2025 ha registrato una temperatura media di 13,36°C, 0,63°C al di sopra della media di febbraio 1991-2020, e solo di poco più alta, 0,03°C, rispetto al quarto febbraio più caldo del 2020. Il mese scorso è stato, poi, di 1,59°C al di sopra della media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale, posizionandosi come il 19esimo mese, degli ultimi 20, in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
“Quando 'Innamòrati di Te' ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto - commenta Imma Romano Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia - . Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”. Dopo Lecce, il progetto itinerante 'Innamòrati di Te' farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
“Quando 'Innamòrati di Te' ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto - commenta Imma Romano Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia - . Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”. Dopo Lecce, il progetto itinerante 'Innamòrati di Te' farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.
(Adnkronos) - Il Comune di Milano, alla luce delle indagini che recentemente hanno riguardato l’urbanistica, ricorda di aver già messo in atto diverse misure. Ad esempio con apposita delibera di Giunta, datata febbraio 2024, lo Sportello unico per l'edilizia (Sue) si è adeguato alle interpretazioni del gip in tema di pianificazione attuativa e ristrutturazione edilizia e lo scorso settembre è stato modificato il regolamento della Commissione per il paesaggio, "rafforzando ulteriormente il principio di trasparenza che lo guida e prevedendo che almeno 8 componenti su 15, compreso il presidente, per l’intera durata dell’incarico non svolgano attività di libera professione nel territorio comunale".
Lo scorso novembre sono state introdotte regole "molto restrittive" sui contatti tra funzionari dello Sportello unico per l'edilizia e gli utenti privati. E' invece datato primo marzo 2025 l’avvicendamento di alcuni dirigenti, mentre nel maggio 2023 il Consiglio comunale ha approvato la delibera di Giunta relativa all’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione e a novembre 2024 sono stati aggiornati anche i criteri di monetizzazione dello standard.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - Il 63% degli intervistati ritiene che il modello di gestione del calcio italiano sia in crisi, con una percezione più diffusa tra gli uomini (75%) e i tifosi (69%). E' quanto si evince dall'indagine condotta da 'Noto Sondaggi' su 'Gli italiani e il Calcio', un resoconto sul rapporto tra gli italiani e il mondo del calcio e la percezione del suo stato di salute, esplorando l'interesse per lo sport, il rapporto con il calcio, la percezione della salute del calcio, il ripensamento del modello di business e il sostegno pubblico al settore.
La maggioranza assoluta degli intervistati (67%) è tifoso di una squadra di calcio in particolare, con percentuali che superano il 90% tra chi lo pratica come sport e sfiorano l’80% tra gli uomini. È interessante rilevare come perfino una parte, seppur minoritaria, di chi non pratica né segue il calcio dichiari di avere una squadra del cuore. Chi ha seguito il calcio nell’ultimo anno lo ha fatto soprattutto in Tv (62% spesso, 28% qualche volta), mentre solo un appassionato su cinque si è recato allo stadio (34%, di cui 7% spesso). In entrambi i casi, la frequenza con cui si segue il calcio tende ad aumentare tra gli under 55, chi lo pratica come sport e chi è tifoso di una squadra. Coerentemente con la scelta di seguire il calcio in Tv piuttosto che allo stadio, la modalità più frequente per seguire la squadra del cuore è l’abbonamento alla PayTv (40%, con punte del 60% tra chi pratica il calcio), mentre l’11% segue la squadra in trasferta, il 10% ha un abbonamento allo stadio e l’8% dichiara di far parte di una tifoseria.
Una quota prevalente di intervistati (63% del totale) ritiene che il modello di gestione del calcio italiano sia crisi. Una percezione trasversale, ma più diffusa tra gli uomini (75%), i residenti nel Centro Italia (67%) e soprattutto tifosi e appassionati di calcio, ancor più se lo pratica (83%). Il compenso eccessivo di calciatori ed allenatori rappresenta il principale problema del calcio italiano odierno (indicato dal 64% del campione), ma all’interno di uno scenario ben più complesso fatto di tante criticità, tra cui spiccano l’indebitamento troppo elevato delle società (43%) e la scarsa valorizzazione dei settori giovanili (39%). Il 69% ritiene, inoltre, che la gestione economica delle società calcistiche italiane non sia trasparente. Crisi e problematiche spingono la maggioranza degli intervistati a giudicare il modello di gestione del calcio italiano per lo più equiparabile se non inferiore a quello di altri paesi europei (rispettivamente 38% e 32% del campione). Solo una parte minoritaria (appena il 12%) ritiene, inoltre, che il calcio italiano sia in una condizione finanziariamente più solida, mentre sull’effettiva capacità delle società sportive italiane di ripensare il proprio modello di business, adattandolo alle nuove regole Uefa, le opinioni sono discordanti.
La visione degli intervistati sul nuovo modello di business a cui le società calcistiche dovrebbero ispirarsi è ricca di sfumature. Coloro che ritengono che la solidità economica sia la cosa più importante per garantire la competitività sportiva di una squadra prevalgono, ma incalzati da chi ritiene non sia così (rispettivamente 43% e 32% del campione). La maggioranza assoluta ritiene che nel calcio chi ha più soldi abbia più probabilità di vincere (54%), ma non sono pochi coloro che, al contrario, ritengono che il talento vada formato e che, quindi, si dovrebbe investire nella formazione dei talenti anche se questo non garantisce sempre la vittoria (22%). Indipendentemente dai principi ispiratori, il nuovo modello di business delle società calcistiche dovrebbe prioritariamente puntare ad affrontare le tante problematiche del settore,a partire da quelle di natura finanziaria: costo di ingaggi, cartellini e commissioni fuori controllo o con regolamentazione inadeguata (indicato dal 46% del campione), indebitamento eccessivo (38%), investimenti insufficienti dei club nei settori giovanili (31%).
Tre intervistati su quattro (70% del totale, con scostamenti per lo più contenuti in relazione al profilo socio-demografico) sono contrari all’idea che il calcio professionistico in Italia sia finanziato e riceva sostegno pubblico, in quanto le società di calcio di primo livello debbano essere trattate allo stesso modo delle altre imprese. Solo il 18% si dichiara, viceversa, favorevole ad un’ipotesi di un intervento pubblico straordinario, sottolineando le ricadute positive che il calcio ha sulla collettività, mentre il restante 12% non esprime un’opinione in merito.
Le opinioni espresse sul ruolo dello Stato nella gestione finanziaria di impianti e strutture sportive sono più eterogenee. La maggioranza, in particolare giovani e appassionati di calcio, ritiene che lo Stato debba assumersi almeno in parte questa responsabilità. Tuttavia, il consenso varia a seconda dell’ambito di intervento: il 55% degli intervistati ritiene che lo Stato debba farsi in parte o totalmente carico dell’ammodernamento e della manutenzione degli impianti, mentre la stessa percentuale sale 64% con riferimento alla sicurezza dentro e fuori gli stadi.