La fonte Tritone sembrava sparita, ma Maurizio Tramonte è stato arrestato, su segnalazione del Ros, dalla polizia portoghese a Fatima. I carabinieri hanno anche notificato il provvedimento a Carlo Maria Maggi, gravemente malato, a Venezia. Entrambi sono stati condannati ieri all’ergastolo dalla Cassazione per la strage di Piazza della Loggia a Brescia. Tramonte risultava irreperibile. “Non ho parlato con lui dopo la sentenza, non ci siamo sentiti” aveva detto l’avvocato Marco Agosti. Residente a Brescia, l’ex informatore dei servizi segreti risultava irraggiungibile da alcuni giorni e il cellulare era staccato. Tramonte era arrivato in auto dopo aver attraversato Spagna e Francia: a Fatima stava affrontando un percorso spirituale dopo che a Pasquetta era stato invece a Lourdes. Il 28 maggio, in occasione dell’ anniversario della Strage, Tramonte all’Ansa aveva detto: “Sono sicuro che avrò giustizia e così anche i familiari delle vittime perché mi assolveranno e cercheranno i veri colpevoli“. L’ipotesi è che l’uomo si sia allontanato per evitare il carcere.
Ieri la suprema Corte aveva confermato le condanne al fine pena mai per lui, l’informatore ‘Tritone’ dei servizi segreti, e il neofascista di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, accusati del massacro avvenuto a Brescia il 28 maggio 1974. Il verdetto è arrivato dopo quattro ore di camera di consiglio. I giudici hanno confermato il verdetto emesso in Corte d’assise d’appello di Milano il 22 luglio 2014, nell’ambito del processo d’appello bis.
“L’esito premia l’impegno della Procura di Brescia che non è mai venuto meno in tanti anni. La Procura di Milano non ha fatto altrettanto ed ha usato la maggior parte delle sue energie soprattutto per attaccare il giudice istruttore” ha commentato subito dopo la sentenza Guido Salvini, giudice istruttore nel processo di Milano sulla strage di Piazza Fontana. “Se così non fosse stato – ha spiegato Salvini – certamente anche per piazza Fontana sarebbe stato possibile andare al di là di quella responsabilità storica che comunque le sentenze hanno accertato in modo indiscutibile nei confronti delle stesse cellule di Ordine Nuovo al centro del processo per piazza della Loggia. Ho comunque la soddisfazione – ha aggiunto – dei frutti che ha dato la mia collaborazione come giudice istruttore con la Procura di Brescia, in assenza di un interlocutore a Milano: infatti, proprio durante un mio accesso al Sid di Padova negli anni ’90 fu possibile identificare in Maurizio Tramonte, oggi condannato, la fonte Tritone”.
Nelle motivazioni del processo d’appello i giudici scrissero nelle motivazioni che la strage, che provocò 8 morti e 102 feriti, fu “opera della destra eversiva” e che “Maggi ebbe appoggio dei servizi segreti anche stranieri”