La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo torna a condannare l’Italia per le torture alla scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. Era già accaduto nell’aprile del 2015 nel caso Cestaro contro Italia. La sentenza di oggi riguarda 42 ricorrenti, per molti dei quali i giudici di Strasburgo hanno riconosciuto risarcimenti che vanno dai 45.000 ai 59.000 euro ciascuno. Fatevi i conti. Violare i diritti umani costa.
Ma non è ovviamente questa la preoccupazione maggiore nel leggere la sentenza. Ben più grande è quella per la quale ogni cittadino italiano deve oggi domandarsi perché, a quasi trent’anni dalla ratifica della Convenzione Onu contro la tortura, l’Italia non sia stata ancora capace di votare una legge che introduce questo reato nel nostro ordinamento. Ogni cittadino italiano deve domandarsi cosa spinga le nostre autorità a discutere in Parlamento un testo di legge impresentabile, nel quale la tortura si avrebbe solo in presenza di più condotte criminose e non ne basterebbe una sola, e nel quale il trauma psichico da essa derivato dovrebbe essere verificabile? (come? Da chi? Con quali strumenti?). Perché è andata così negli ultimi trent’anni, e ogni discussione è terminata in un nulla di fatto, se non per garantire uno spazio di impunità alla parte disonesta delle nostre forze dell’ordine, che invece noi vorremmo poter ben distinguere dalla stragrande parte onesta?
E, tuttavia, non è neanche questa oggi la preoccupazione maggiore che ogni cittadino italiano deve avere nel leggere la sentenza. La Corte di Strasburgo ci dice che a Genova ci fu tortura. All’Italia riconosciamo oggi nuovamente la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, quello che proibisce la tortura e i trattamenti inumani o degradanti. I ragazzi nella scuola Diaz subirono tortura. Non nel terzo mondo, non nel Medioevo. In una delle democrazie europee più avanzate, nel luglio del 2001.
Ma all’Italia si riconosce anche la violazione di troppi altri articoli fondamentali della Convenzione. A Genova ci fu tortura, si violò la libertà di espressione e di riunione, si violò l’obbligo di informare le persone arrestate dei motivi del loro arresto, si mancò di accertare le responsabilità, si usò violenza per punire opinioni politiche. A Genova ci fu una sospensione generale dello Stato di diritto. Ogni cittadino italiano, da quel luglio 2001 che comincia a farsi lontano, non deve smettere di indignarsi.
E allora: chiediamo che immediatamente venga approvata una legge che istituisce il reato di tortura in accordo con le Convenzioni internazionali e senza lasciare colpevoli spazi all’impunità. Chiediamo che il governo istituisca immediatamente i numeri identificativi sulle divise delle forze dell’ordine, un provvedimento che si può prendere anche da domani stesso. E chiediamo che venga subito istituita una commissione parlamentare di inchiesta sui fatti di Genova 2001. Non ci bastano le responsabilità giudiziarie. Vogliamo conoscere anche le responsabilità politiche. Un Paese che già una volta ha rinunciato in maniera così massiccia allo Stato di diritto, chiudendo gli occhi su come ciò sia potuto accadere, potrebbe tornare a farlo. I giudici non possono essere lasciati soli nell’impedirlo. E non possono essere lasciati soli gli organismi internazionali. Vogliamo che si uniscano a loro anche i nostri politici.
Susanna Marietti
Coordinatrice Antigone
Giustizia & Impunità - 22 Giugno 2017
G8 Genova, alla Diaz ci fu tortura. Ora stabiliamo le responsabilità politiche
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo torna a condannare l’Italia per le torture alla scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. Era già accaduto nell’aprile del 2015 nel caso Cestaro contro Italia. La sentenza di oggi riguarda 42 ricorrenti, per molti dei quali i giudici di Strasburgo hanno riconosciuto risarcimenti che vanno dai 45.000 ai 59.000 euro ciascuno. Fatevi i conti. Violare i diritti umani costa.
Ma non è ovviamente questa la preoccupazione maggiore nel leggere la sentenza. Ben più grande è quella per la quale ogni cittadino italiano deve oggi domandarsi perché, a quasi trent’anni dalla ratifica della Convenzione Onu contro la tortura, l’Italia non sia stata ancora capace di votare una legge che introduce questo reato nel nostro ordinamento. Ogni cittadino italiano deve domandarsi cosa spinga le nostre autorità a discutere in Parlamento un testo di legge impresentabile, nel quale la tortura si avrebbe solo in presenza di più condotte criminose e non ne basterebbe una sola, e nel quale il trauma psichico da essa derivato dovrebbe essere verificabile? (come? Da chi? Con quali strumenti?). Perché è andata così negli ultimi trent’anni, e ogni discussione è terminata in un nulla di fatto, se non per garantire uno spazio di impunità alla parte disonesta delle nostre forze dell’ordine, che invece noi vorremmo poter ben distinguere dalla stragrande parte onesta?
E, tuttavia, non è neanche questa oggi la preoccupazione maggiore che ogni cittadino italiano deve avere nel leggere la sentenza. La Corte di Strasburgo ci dice che a Genova ci fu tortura. All’Italia riconosciamo oggi nuovamente la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, quello che proibisce la tortura e i trattamenti inumani o degradanti. I ragazzi nella scuola Diaz subirono tortura. Non nel terzo mondo, non nel Medioevo. In una delle democrazie europee più avanzate, nel luglio del 2001.
Ma all’Italia si riconosce anche la violazione di troppi altri articoli fondamentali della Convenzione. A Genova ci fu tortura, si violò la libertà di espressione e di riunione, si violò l’obbligo di informare le persone arrestate dei motivi del loro arresto, si mancò di accertare le responsabilità, si usò violenza per punire opinioni politiche. A Genova ci fu una sospensione generale dello Stato di diritto. Ogni cittadino italiano, da quel luglio 2001 che comincia a farsi lontano, non deve smettere di indignarsi.
E allora: chiediamo che immediatamente venga approvata una legge che istituisce il reato di tortura in accordo con le Convenzioni internazionali e senza lasciare colpevoli spazi all’impunità. Chiediamo che il governo istituisca immediatamente i numeri identificativi sulle divise delle forze dell’ordine, un provvedimento che si può prendere anche da domani stesso. E chiediamo che venga subito istituita una commissione parlamentare di inchiesta sui fatti di Genova 2001. Non ci bastano le responsabilità giudiziarie. Vogliamo conoscere anche le responsabilità politiche. Un Paese che già una volta ha rinunciato in maniera così massiccia allo Stato di diritto, chiudendo gli occhi su come ciò sia potuto accadere, potrebbe tornare a farlo. I giudici non possono essere lasciati soli nell’impedirlo. E non possono essere lasciati soli gli organismi internazionali. Vogliamo che si uniscano a loro anche i nostri politici.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.