“I risultati delle amministrative 2017 sono a macchia di leopardo“. È quasi l’una e trenta di notte, la débacle del centrosinistra è già chiara da due ore, quando Matteo Renzi rilascia un post su facebook in cui già dalla prima frase si capisce che l’intenzione non è quella di ammettere una sconfitta. Infatti parte con una rivendicazione: “Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del Pd, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché”, concede il segretario Pd: “Ci fanno male alcune sconfitte, a cominciare da Genova e l’Aquila ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce”. Li chiama tutti per nome, anche se si tratta di tre profili, quelli di Giordani, Melucci, Salvemini, ben lontani dalla dirigenza del partito e che hanno fatto una campagna “civica”, pur accettando il sostegno dem.
Poi Renzi mette le mani avanti: “Ovviamente i commenti per una settimana saranno i soliti, consueti, apocalittici. Qualcuno dirà che ci voleva la coalizione, ignorando che c’era la coalizione sia dove si è vinto, sia dove si è perso. Qualcuno dirà che questo risultato è un campanello d’allarme, non si capisce per cosa e perché visto che in un comune perdi, in quello accanto vinci. Gente che non ha mai preso un voto commenterà con enfasi dimenticando che i candidati contano più del dibattito nazionale nello scegliere un sindaco”. Quindi, esplicitamente, il segretario nega il campanello d’allarme, lo stesso che solo mezz’ora prima del post aveva suonato il suo sfidante alle Primarie Andrea Orlando, che aveva parlato di “necessità di rifondazione urgente del centrosinistra”.
Ma il segretario va oltre e continua la sua analisi con una morale che prova ad allontanare la partita dal piano politico nazionale: “Le elezioni amministrative sono un’altra cosa rispetto alle elezioni politiche. E chi come me ha vestito la fascia tricolore sa benissimo che cosa significhi fare il sindaco: occuparsi dei sogni e dei bisogni dei cittadini, non inseguire le polemiche della politica politicante. Andando a letto, allora, un pensiero ai sindaci eletti, a quelli del mio partito ma anche agli altri. Da stasera rappresentate la vostra comunità”. Chiusura con l’augurio di buon lavoro. Non una parola sul ritorno del centrodestra che ha espugnato roccaforti di sinistra, significative elettoralmente e simbolicamente.