Prima l’azione disciplinare, poi l’indagine del Csm, quindi gli attacchi di Matteo Renzi. Adesso ecco l’indagine di violazione del segreto d’ufficio. Con questa accusa la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il pubblico ministero della procura di Napoli, Henry John Woodcock. L’inchiesta è legata alle fughe di notizie avvenute durante il passaggio dell’inchiesta sugli appalti Consip da Napoli a Roma. L’indagine, infatti, era stata aperta dalla procura partenopea che indagava sull’imprenditore Alfredo Romeo: Woodcock era uno dei pm titolari del fascicolo, che a dicembre è passato nella Capitale per competenza. Nel frattempo, infatti, sotto inchiesta erano finiti anche il ministro Luca Lotti, il comandante dei carabinieri della Legione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette: i tre sono accusati di violazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento per aver fatto trapelare notizie relative alle indagini in corso.

Indagata anche conduttrice Chi l’ha Visto – Marco Lillo sul Fatto Quotidiano ha svelato in esclusiva sia l’esistenza dell’inchiesta sulla Consip che l’indagine a carico dell’ex sottosegretario di Matteo Renzi a Palazzo Chigi e dei due alti ufficiali dei carabinieri. La pubblicazione degli scoop del Fatto risale ai giorni successivi rispetto all’arrivo del fascicolo dell’indagine sui tavoli della procura di Roma. Per gli inquirenti capitolini, però, è Woodcock ad essere sospettato di essere uno degli artefici di quella fuga di notizie. Insieme al pm la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati – con l’accusa di concorso in rivelazione di segreto – anche la giornalista Federica Sciarelli, nota conduttrice del programma televisivo Chi l’ha visto?. Alla cronista è stato anche sequestrato il telefono cellulare. Per i pm capitolini la conduttrice sarebbe il tramite per la rivelazione delle notizie top secret. “Non posso aver rivelato nulla a nessuno – ha detto Sciarelli all’Ansa – semplicemente perché Woodcock non mi svela nulla delle sue inchieste, tantomeno ciò che è coperto da segreto”.

Il pm: “Amareggiato, fugherò ogni ombra” – “Ho appreso di essere indagato per il reato di rivelazione di segreto di ufficio. Ho assoluta fiducia nei colleghi della procura di Roma e sono quindi certo che potrò chiarire la mia posizione, fugando ogni dubbio ed ombra sulla mia correttezza professionale e personale”, è il breve commento del pm napoletano, che non ha negato “di essere molto amareggiato, e che questo è per me un momento molto difficile. Posso però affermare, in piena serenità che la mia attività è sempre stata ispirata dal solo intento di servire la Giustizia, nel rispetto delle regole”. Woodcock è stato convocato dai colleghi romani per un interrogatorio il 7 luglio prossimo. . La procura della Capitale ha comunicato l’indagine a carico di Woodcock al ministero della Giustizia, al Consiglio superiore della magistratura e alla Procura generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati.

L’azione disciplinare sull’intervista mai concessa – Già nei primi giorni di maggio, il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo aveva deciso di avviare un’azione disciplinare contro il pm di napoletano. Il motivo? Un articolo pubblicato in aprile dal quotidiano La Repubblica, in cui si riportavano frasi virgolettate del magistrato riferite alla vicenda Consip. Peccato però che in nessuna parte dell’articolo si evinceva che Woodcock avesse parlato con Repubblica. Liana Milella, autrice dell’articolo, ricordava che Woodcock ha sempre risposto ai giornalisti: “C’è una regola che mi impedisce di parlare e io non parlo”. Poi riportava frasi che sarebbero state pronunciate dal magistrato in alcuni colloqui con i colleghi, in particolare sui rapporti tra le procure di Napoli e Roma. Nello stesso articolo Woodcock definiva la fuga di notizie dell’inchiesta come “uno scempio, e un gravissimo danno per l’indagine, solo un pazzo avrebbe potuto provocarla danneggiando il proprio lavoro”. Proprio a causa delle fughe di notizie la procura di Roma aveva revocato nel marzo scorso la delega d’indagine al Noe dei carabinieri. Poi pm romani hanno aperto un indagine su un ufficiale Noe, Giampaolo Scafarto, accusato di falso. Quindi nel registro degli indagati è finito Alessandro Sessa, vicecomandante del Nucleo operativo ecologico, accusato di depistaggio.

La manovra a tenaglia: il Senato e il Csm – Su un presunto scontro tra le procure di Roma e Napoli nella gestione dell’inchiesta Consip si era occupato settimane fa anche il Csm, ma alla fine, però, il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli non aveva aperto alcun fascicolo per evitare “indebite sovrapposizioni e condizionamenti”. Al contrario, però, appena sette giorni fa il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di mettere al vaglio le presunte irregolarità commesse dalla procura di Napoli nell’indagare sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione. Nella stessa giornata in cui al Senato Pd e Forza Italia univano le forze per lasciare al suo posto il ministro indagato Lotti,e far fuori il suo grande accusatore Luigi Marroni, il Comitato di presidenza di presidenza investiva del caso Consip la Prima Commissione, competente sul trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati. Agli atti di Palazzo dei Marescialli sono arrivate le carte al procedimento per rivelazione di segreto di ufficio nei confronti del pm di Napoli, trasmesse dalla procura di Roma e subito secretate. Nei prossimi giorni la Commissione, presieduta dal laico del Pd Giuseppe Fanfani si riunirà per decidere la convocazione di un primo giro di audizioni.

Gli attacchi di Renzi – Una vera e propria manovra a tenaglia alla quale si sono affiancate in questi mesi le bordate lanciate contro Woodcock dall’ex premier Matteo Renzi, che ha visto suo padre Tiziano finire coinvolto nell’indagine Consip con l’accusa di traffico d’influenzeL’ultima bordata del segretario del Pd nei confronti del magistrato napoletano (e del nostro giornale) è arrivata proprio oggi nella rassegna stampa del Nazareno #OreNove. “Oggi – dice l’ex premier – il Fatto Quotidiano dedica un articolo molto interessante al pubblico ministero Woodcock, ‘l’ultimo nemico pubblico nel Paese dei furfanti’. Dalle sue indagini non so quante condanne siano arrivate, ma il Fatto in un passaggio dell’articolo parla degli italiani come “massa di ignoranti e deficienti”.

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