Se raccontassi ai miei amici americani di Dallas il dibattito cui ho assistito stasera in televisione su La7 nel programma pre-serale della Gruber, sono certo che mi guarderebbero dubbiosi pensando che sto cercando di prenderli in giro. Il dibattito vedeva ospiti in studio Nicola Porro e Vittorio Zucconi, in collegamento invece Marco Travaglio che, col suo giornale, era chiamato a rispondere della fuga di notizie (coperte da segreto istruttorio) relative alle indagini condotte dal pubblico ministero del tribunale di Napoli, Henry John Woodcock.
Ora, nemmeno negli Usa stupisce che un pubblico ministero, cioè la pubblica accusa nei processi, possa essere a sua volta indagato, anche se normalmente è lui quello che fa le indagini sugli altri. Basterebbe però aggiungere che lui sta indagando su un caso dove, per cerchi concentrici, sono inquisiti personaggi di altissimo livello in campo istituzionale (da un paio di generalissimi fino al top del potere esecutivo della democrazia italiana) includendo ovviamente nelle indagini anche i vertici di Consip, la più grande società pubblica italiana nella gestione degli appalti pubblici, per accorgersi che anche il semplice cow-boy texano intuisce agevolmente che c’è “qualcosa” nel sistema che non quadra affatto.
Però anche in Texas un pubblico ministero che passa informazioni su indagini riservate viene indagato e, se risulta colpevole, condannato. Certo. Ma non viene organizzato un dibattito con tre giornalisti di gran nome, nell’orario di maggiore ascolto serale, per vedere due dei tre giornalisti affannarsi nella speranza (ovviamente mai concretizzatasi) di spingere il terzo (Travaglio) ad ammettere che sì, è stato il pm Woodcock a far filtrare le notizie sulle indagini in corso tramite la sua amica del cuore che fa la giornalista.
Tuttavia, non solo Travaglio, ma anche gli altri due giornalisti ammettono che, come giornalisti, sentono sì, il dovere di pubblicare certe notizie non appena ne vengono a conoscenza, ma mai e poi mai farebbero il nome della “talpa” che le ha fornite sottobanco. Quindi a che serve questa manfrina?
Travaglio comunque è andato più in là, dicendo più volte che la notizia NON è uscita dalle carte di Woodcock. Che sia vero o no ha poca importanza perché un serio direttore di giornale non fa il nome di un collaboratore che, anche se in modo traverso, fornisce notizie vere. Specialmente se sono notizie utili a scoperchiare una di quelle putride piaghe che raggiungono ormai col loro marciume persino i livelli più alti delle nostre desolate istituzioni statali lasciate in pasto ad avvoltoi senza scrupoli.
In Texas, la serata televisiva avrebbe avuto al centro del dibattito i nomi dei generali, ancora al loro posto con pieno potere. E il ministro, che invece di “blindare” col suo potere e con la sua protezione il numero uno di Consip, unico personaggio pubblico di alto livello non sospettato di illegalità, costringe invece a dimettersi l’intero Consiglio d’amministrazione della Consip, così da eliminare quel pericoloso e pervicace amministratore onesto costretto a muoversi in un “brodo” che non è in linea col sistema.
E naturalmente si parlerebbe del numero uno esecutivo, che dopo essersi sbugiardato da solo come soggetto inaffidabile, è ancora là a dettar legge (nel senso letterale della parola, dato che fa più leggi lui, tramite i decreti e la sua maggioranza inaffondabile nel Parlamento, che il Parlamento stesso attraverso le sue normali procedure legislative).
Purtroppo, nell’Italia di questa legislatura che non finisce mai fa più scandalo uno che si mette le dita nel naso durante una ripresa televisiva piuttosto che un sistema politico e istituzionale messo sotto i piedi da uno che non si vergogna nemmeno di aver già perso la faccia.
In altre parti del mondo, si potrebbe sperare almeno in un intervento del Capo dello Stato per cercare di rimettere su corretti binari un sistema istituzionale ormai disarticolato, ma anche il Capo dello Stato è stato scelto da lui. Potrà dunque l’Italia sciogliersi dal ferale abbraccio dell’implacabile rottamatore che riesce irresistibilmente a rottamare tutto quello che tocca?