“Lo Stato sono io qua, Pé… Controlla… La mafia, la mafia originale, non la scadente”. A parlare è Giuseppe “Ringo” Morabito, nipote del boss di Africo Peppe Morabito conosciuto con il nome di Tiradritto. L’intercettazione è nel provvedimento di fermo che ha portato stanotte a una maxi-retata nella Locride, in provincia di Reggio Calabria. Su richiesta della Dda, i carabinieri del Ros hanno arrestato 116 persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, truffa ed altri reati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta.
L’operazione “Mandamento jonico” è scattata prima dell’alba e ha colpito l’ala operativa e militare di 23 clan tra la zona jonica della provincia di Reggio Calabria e la stessa città dello Stretto. Una sorta di rivisitazione dell’inchiesta “Reale” che, grazie a una microspia piazzata dagli uomini del Ros a casa del boss Giuseppe Pelle, era riuscita a registrare quella che gli inquirenti avevano definito l’intercettazione più importante della storia della lotta alla ‘ndrangheta. La Dda guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho ha intrecciato quell’indagine con altri filoni investigativi che oggi hanno portato a questo nuovo maxi-blitz che ha impegnato oltre mille carabinieri.
In manette sono finiti boss e gregari della cosca Pelle, ma anche dei Ficara-Latella e dei Serraino di Reggio, dei Morabito di Africo e degli Alvaro di Sinopoli. Famiglie mafiose, considerate il punto di riferimento per tutta la ‘ndrangheta e capaci di mettere radici anche al Nord Italia e all’estero. “Sono state individuate – scrivono i carabinieri in una nota – nuove cariche e strutture tra loro sovraordinate di cui la ‘ndrangheta si è dotata negli ultimi anni”. Nell’inchiesta sembra non siamo emersi rapporti con la politica, a parte il coinvolgimento di alcuni amministratori del Comune di Natile di Careri. D’altronde, ritornando proprio alla famosa microspia a casa Pelle, era già emerso come la ‘ndrangheta aveva influenzato la campagna elettorale per le Regionali del 2010.
In attesa della conferenza stampa di magistrati e investigatori, quello che trapela è che gli investigatori sono riusciti ad accertare anche le modalità di funzionamento di veri e propri “tribunali” competenti a giudicare quegli affiliati sospettati di violazioni delle regole del sodalizio criminale e le procedure da applicare per sanare faide all’interno delle ‘ndrine.
“Nel 2017 – dice il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho – assistiamo a forme di schiavizzazione e di controllo del territorio tali che diventa persino difficile credere che possano essere attuati”. Racconta il procuratore che questa stessa operazione “riguarda la pressione esercitata dalla ‘ndrine per accaparrarsi tutti i lavori. Dove non riuscivano ad averli si infiltravano con subappalti a ditte di mano d’opera o di nolo a caldo e a freddo. E tutto senza che venisse data comunicazione agli organi competenti. E’ successo anche per i lavori al palazzo di giustizia di Locri. Le cosche esercitano una pressione tale che i controlli, se non svolti direttamente sul cantiere, non sarebbero in grado di rilevare le infiltrazioni. In un caso, alcuni imprenditori impegnanti in lavori sulla statale 106 che si rifiutavano di pagare una mazzetta da 80mila euro, sono stati prelevati e portati al cospetto degli ‘ndranghetisti e poi costretti ad andare a prendere il denaro. E’ un sistema che impone la pressione estorsiva o sotto forma di denaro o con le infiltrazioni negli appalti”.
Mafie
‘Ndrangheta, maxi-blitz in Calabria: 116 arresti. Il nipote di “u Tiradrittu” intercettato: “Lo Stato sono io, qua”
Retata nella Locride decapita 23 clan, comprese le cosche Pelle, Ficara-Latella, Morabito, Alvaro. I carabinieri hanno scoperto non solo nuove cariche e strutture, ma anche veri e propri "tribunali" per chi violava le regole del sodalizio
“Lo Stato sono io qua, Pé… Controlla… La mafia, la mafia originale, non la scadente”. A parlare è Giuseppe “Ringo” Morabito, nipote del boss di Africo Peppe Morabito conosciuto con il nome di Tiradritto. L’intercettazione è nel provvedimento di fermo che ha portato stanotte a una maxi-retata nella Locride, in provincia di Reggio Calabria. Su richiesta della Dda, i carabinieri del Ros hanno arrestato 116 persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, truffa ed altri reati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta.
L’operazione “Mandamento jonico” è scattata prima dell’alba e ha colpito l’ala operativa e militare di 23 clan tra la zona jonica della provincia di Reggio Calabria e la stessa città dello Stretto. Una sorta di rivisitazione dell’inchiesta “Reale” che, grazie a una microspia piazzata dagli uomini del Ros a casa del boss Giuseppe Pelle, era riuscita a registrare quella che gli inquirenti avevano definito l’intercettazione più importante della storia della lotta alla ‘ndrangheta. La Dda guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho ha intrecciato quell’indagine con altri filoni investigativi che oggi hanno portato a questo nuovo maxi-blitz che ha impegnato oltre mille carabinieri.
In manette sono finiti boss e gregari della cosca Pelle, ma anche dei Ficara-Latella e dei Serraino di Reggio, dei Morabito di Africo e degli Alvaro di Sinopoli. Famiglie mafiose, considerate il punto di riferimento per tutta la ‘ndrangheta e capaci di mettere radici anche al Nord Italia e all’estero. “Sono state individuate – scrivono i carabinieri in una nota – nuove cariche e strutture tra loro sovraordinate di cui la ‘ndrangheta si è dotata negli ultimi anni”. Nell’inchiesta sembra non siamo emersi rapporti con la politica, a parte il coinvolgimento di alcuni amministratori del Comune di Natile di Careri. D’altronde, ritornando proprio alla famosa microspia a casa Pelle, era già emerso come la ‘ndrangheta aveva influenzato la campagna elettorale per le Regionali del 2010.
In attesa della conferenza stampa di magistrati e investigatori, quello che trapela è che gli investigatori sono riusciti ad accertare anche le modalità di funzionamento di veri e propri “tribunali” competenti a giudicare quegli affiliati sospettati di violazioni delle regole del sodalizio criminale e le procedure da applicare per sanare faide all’interno delle ‘ndrine.
“Nel 2017 – dice il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho – assistiamo a forme di schiavizzazione e di controllo del territorio tali che diventa persino difficile credere che possano essere attuati”. Racconta il procuratore che questa stessa operazione “riguarda la pressione esercitata dalla ‘ndrine per accaparrarsi tutti i lavori. Dove non riuscivano ad averli si infiltravano con subappalti a ditte di mano d’opera o di nolo a caldo e a freddo. E tutto senza che venisse data comunicazione agli organi competenti. E’ successo anche per i lavori al palazzo di giustizia di Locri. Le cosche esercitano una pressione tale che i controlli, se non svolti direttamente sul cantiere, non sarebbero in grado di rilevare le infiltrazioni. In un caso, alcuni imprenditori impegnanti in lavori sulla statale 106 che si rifiutavano di pagare una mazzetta da 80mila euro, sono stati prelevati e portati al cospetto degli ‘ndranghetisti e poi costretti ad andare a prendere il denaro. E’ un sistema che impone la pressione estorsiva o sotto forma di denaro o con le infiltrazioni negli appalti”.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Mundys ha visto confermata la propria leadership sulla sostenibilità, rimanendo anche quest’anno in cima alla prestigiosa 'A-list' di Cdp, l’organizzazione internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali delle aziende. Questo risultato testimonia l’impegno continuo delle società del Gruppo che contribuiscono alla realizzazione di una strategia di decarbonizzazione che include oltre 150 iniziative mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. Sul piano industriale questo si traduce in investimenti nell'efficienza e nella transizione energetica delle infrastrutture, nella massiccia adozione di illuminazione a Led, nella sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l'elettrificazione delle flotte aziendali, nella realizzazione di impianti solari sulle infrastrutture gestite e l’installazione di punti di ricarica elettrica per i veicoli. Tutto questo ha permesso a Mundys di posizionarsi tra le eccellenze globali, su un totale di oltre 24.800 aziende analizzate, ottenendo il punteggio massimo 'A' su una scala che va da 'D-' a 'A'.
Il risultato ottenuto è parte di un percorso articolato che include la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ricevuta da Sbti (Science Based Target Initiative), il coinvolgimento a tavoli di lavoro internazionale sul tema della decarbonizzazione del settore trasporto e l’integrazione della sostenibilità nella propria strategia di finanziamento.
Mundys è stata tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040. Il riconoscimento arriva peraltro a seguito della recente inaugurazione da parte di Aeroporti di Roma, società controllata da Mundys, della nuova solar farm presso l’aeroporto di Fiumicino, il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in uno scalo aeroportuale europeo, che rappresenta uno dei principali progetti del piano di transizione climatica del Gruppo e la dimostrazione di come questo viene concretamente e progressivamente realizzato.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Con il Giappone c'è "un'amicizia crescente e lo sarà sempre più nel prossimo futuro, così come ho registrato nei giorni scorsi a Tokyo. Una collaborazione preziosa anche perché basata su valori di convivenza i più sani e più responsabili che vi siano in questo momento nella comunità internazionale e in cui Giappone e Italia si trovano perfettamente d'intesa". Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Qualcuno utilizza per fini ideologici un tema delicato e personale come il fine vita. Ma il fine vita è ambito di scelta della coscienza e della famiglia, non può essere merce di scambio politica o tema di contrasto politico perché un conto è il partito, un conto è la dignità della persona, l'accompagnamento, la cura, l'affetto, la fede. Il partito si deve fermare un metro prima rispetto a una scelta fondamentale". Lo ha detto Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Camer per presentare il libro del deputato della Lega Rossano Sasso 'Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli'.
Kyoto, 6 mar. (Adnkronos) - "Osaka con Expo sarà al centro del mondo come messaggio di sguardo sul futuro e sarà un'occasione particolarmente intensa di incontri, di attività". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando la comunità italiana a Kyoto, città nella quale il Capo dello Stato resterà oggi e domani, con impegni di carattere culturale, nell'ambito della visita ufficiale in Giappone.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Se uno dice, sei disposto a investire soldi sulle forze armate italiane per pagare meglio e di più le nostre forze dell'ordine, per avere dispositivi di sicurezza interna sempre più efficienti? Sì. Ma io il futuro di mio figlio in mano a Macron e alle sue testate nucleari non ce lo metto". Lo ha detto Matteo Salvini a margine di una conferenza stampa alla Camera.
"L'Europa è culla di civiltà, l'Europa deve mediare, deve essere un ponte. E nel momento in cui sia Trump che Zelensky dicono sediamoci, parliamo di pace, facciamo tacere i missili, garantendo una pace sicura e duratura, noi dovremmo accompagnare questo processo", ha spiegato ancora il vice premier sottolineando: "Non si può parlare di armi nucleari con seimila testate nucleari in Russia e seimila testate nucleari negli Stati Uniti.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Dobbiamo riarmarci di valori e di speranze. Andiamo a cercare valori e speranze mentre altri offrono ombrelli nucleari". Lo ha detto Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Sul tema del piano europeo di riarmo è grave che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non abbia parlato e non si sia confrontata con il Parlamento italiano". Lo ha detto l'europarlamentare Pd Matteo Ricci a Coffee break, su La7.
"Nel contempo, in Europa va preso atto che - con l'arrivo di Trump alla Casa Bianca, con la diretta mondiale durante la quale il Presidente Usa ha bullizzato il leader ucraino - il tempo è finito, è ora che l'Unione faccia sul serio e si comporti da soggetto politico unitario. Il che non sta accadendo, lo vediamo dalle iniziative in atto, condotte da singoli leader, come sta facendo Macron. Invece l'Europa dovrebbe avere un'unica politica estera e un'unica difesa", ha spiegato Matteo Ricci.
"Siamo pertanto contrari al piano proposto da Ursula von der Leyen, proprio perché non rappresenterebbe la costituzione di un esercito unico europeo, ma il tentativo di rafforzamento dei singoli eserciti nazionali, che rimarrebbero fragili e inconsistenti sullo scenario internazionale, peraltro al costo di ridurre la spesa per il sociale", ha aggiunto.