Luciana Alpi guarda fisso negli occhi, chiunque sia il suo interlocutore. Non è certo lei che deve abbassare gli occhi per la vergogna. “Questa vicenda non riguarda solo la nostra famiglia. Riguarda chiunque, nel nostro Paese, stia attendendo una verità”. Luciana non butta la spugna. Non aveva parlato molto da quando, lunedì, la Procura di Roma ha chiuso con una richiesta di archiviazione – per impossibilità di risalire al movente e agli autori – l’inchiesta sui fatti avvenuti 23 anni fa quando Ilaria, figlia di Luciana Alpi venne ammazzata. “Cosa dire? Sono disillusa e amareggiata, provata acciaccata e stanca, ma vado avanti. Sono anni – dice – che aspetto e spero che sentenze e giudici facciano emergere la verità, ma è tutto inutile perché dietro le quinte ci sono persone che cercano di occultare e nascondere. Non ricordo neppure le numerosi solenni promesse che ho ricevuto. Mi aspettavo che la gravità dei fatti denunciati dalla Procura di Perugia provocassero un piccolo terremoto istituzionale dal Quirinale in giù e anche la stampa desse rilievo. Nulla. Non è accaduto nulla”.
Resta un gigante la signora Alpi, donna minuta, se paragonata a quanti coprono la verità sul duplice assassinio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994 in cui morirono Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 e il collega Miran Hrovatin. L’occasione di ascoltare questa donna è la presentazione nazionale del suo libro Esecuzione con depistaggi di Stato di Kaos Edizioni – dedicato a Giorgio Alpi – che si è svolta a Roma alla Federazione Nazionale della Stampa. Un testo che oggi è solo un nuovo capitolo di una storia ancora tutta da svelare, anche se è trascorso più di un ventennio. Presenti, tra gli altri, i vertici FNSI Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, il segretario dell’Usigrai, il deputato Walter Verini, la presidente e la portavoce dell’associazione Articolo21, i giornalisti Rai Chiara Cazzaniga e Fabrizio Feo oltre a Giovanni D’Amati, legale della famiglia Alpi.
IL LIBRO
Il senso di questa pubblicazione scritta da Luciana Alpi è racchiuso in una frase sintetica e diretta dell’autrice, lo sguardo fisso negli occhi di chi guardava fingendo di non vedere: “A futura memoria”. Un ennesimo richiamo al dovere e alle coscienze di quanti occultano la verità, trincerandosi dietro silenzi che continuavano a coprire i mandanti del duplice assassinio. Luciana Alpi dice “noi” parlando come se il marito Giorgio fosse ancora accanto a lei, come sempre, da quando questa coppia di genitori ha iniziato il calvario verso una verità ancora del tutto sepolta. Il libro, seguito naturale del precedente dal titolo L’Esecuzione, in cui sono illustrati i moventi più probabili del duplice assassinio, da ricercarsi nei traffici di armi, di rifiuti tossici e mala-cooperazione su cui stavano lavorando i due professionisti. Esecuzione con depistaggi di Stato contiene la recente sentenza di assoluzione dell’unico indagato Omar Hassan Hashi che i Giudici di Perugia hanno definito unicamente un “capro espiatorio”.
COME PROSEGUIRE DOPO L’ARCHIVIAZIONE
Nelle conclusioni delle 80 cartelle di archiviazione Roma afferma: “La Procura di Roma è assolutamente consapevole di quanto sia deludente il fatto che dopo oltre 20 anni di indagini, di processi e accertamenti della Commissione parlamentare di inchiesta non abbiano consentito di fare alcun modo luce sui responsabili della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. E tuttavia ritiene che debba essere richiesta l’archiviazione del procedimento sia perché da un punto di vista formale, sono già scaduti i termini delle indagini per il reato di omicidio sia – e soprattutto – perché non vi è stato alcuna nuova ed ulteriore indagine che appaia idonea a conseguire risultati positivi né in relazione al delitto più grave né in ordine agli altri ipotizzati”.
Nel testo inoltre viene sottolineato come abbia avuto rilievo anche la situazione politica – di allora e di oggi – della Somalia. Condizioni negative che hanno determinato e determinano tuttora la sostanziale impossibilità di raggiungere alcun risultato positivo. Infine si legge di “la totale inaffidabilità delle dichiarazioni rese in qualunque veste processuale, da cittadini somali anche se trasferiti all’estero”.
Tecnicamente ora sarà necessario – spiega Giovanni D’Amati – “indicare un oggetto dell’investigazione suppletiva e i relativi elementi di prova”. In casi come questi non è infatti sufficiente porsi solo in disaccordo con la richiesta di archiviazione ma motivarla sotto una diversa prospettiva. Trovare nuovi elementi di prova è un lavoro non certo facile, considerando quanto è già stato fatto da Domenico D’Amati che ha accompagnato i coniugi Alpi in una battaglia in solitaria combattuta sin dall’inizio di questa storia contraddistinta dalla parola “depistaggio”, reato a tutti gli effetti.
“Pignatone in occasione di un precedente incontro ci aveva annunciato l’apertura di un nuovo secondo fascicolo di indagine diventato poi oggetto di questa archiviazione anche perché i contenuti erano oggetto di prescrizione” dettaglia D’Amati. “Noi speravamo che il lavoro svolto a Perugia diventasse un nuovo filone. Noi stiamo valutando comunque l’opportunità di presentare opposizione”. Anche perché. dice Luciana “ci sono elementi nuovi nel filone d’inchiesta di Perugia che Roma non può non considerare”.
Presenti in sala anche i rappresentanti di associazioni che portano il nome di Ilaria Alpi, a loro Giulietti della FNSI insieme ad Articolo21 propone di costruire una rete che impedisca “l’archiviazione nelle coscienze di questa vicenda che interessa tutti. Perché non è solo un caso privato”. Importante potrebbe essere anche la posizione della struttura Rai, “non solo per realizzare servizi sulla intitolazione di una scuola o di una strada dedicate a Ilaria Alpi” commenta il giornalista Rai Fabrizio Feo che ha seguito il processo di Perugia. Negli atti desecretati ci sono molti accadimenti e diverse figure con responsabilità precise che non vanno tralasciati.
STRALCI DELLA SENTENZA DI PERUGIA: TESTIMONIANZE CONTRADDITTORIE, INATTENDIBILI E PLAUSIBILMENTE FALSE
L’ultima sentenza della Corte di Perugia ha ribadito anzitutto che la precedente condanna di Hashi Omar Hassan a 26 anni di reclusione si fondò sulla deposizione “contraddittoria, inattendibile e presumibilmente falsa” resa dal teste somalo Ali Ahmed Rade detto Gelle alla Digos e alla Procura della Repubblica di Roma. La Corte ha quindi constatato che il Gelle aveva mentito sia quando disse all’Autorità Giudiziaria e alla Polizia italiana di aver visto Hashi sul luogo dell’omicidio, mentre egli era addirittura fuori Mogadiscio, sia quando riferì di avere avuto in seguito un colloquio con Hashi nel corso del quale costui avrebbe rivelato le modalità e le ragioni dell’attacco armato. Ed invece dopo il fatto tra Hashi e Gelle non vi fu alcun incontro. Ne è conseguito il proscioglimento di Hashi Omar Hassan, ma ciò non pone termine alla vicenda iniziata nel 1992. Infatti la Corte di Appello di Perugia ha anche accertato che la falsa ricostruzione degli avvenimenti recitata da Gelle davanti alla Corte di Roma gli era stata suggerita da italiani, soffermandosi sui rapporti avuti da Gelle con l’ambasciatore italiano Cassini il cui ruolo “ambiguo – anche se in buona fede – era stato quantomeno strumentalizzato da cittadini somali”. La Corte d’Appello di Perugia ha altresì definito “ondivaghe” le dichiarazioni di un altro testimone, Sid Abdi, l’autista di Ilaria e Miran, in seguito deceduto.
Cronaca
Ilaria Alpi, la madre Luciana presenta il libro “Esecuzione con depistaggi di Stato”. “E’ una vicenda che riguarda tutti noi”
Presenti in sala anche i rappresentanti di associazioni che portano il nome di Ilaria Alpi, a loro Giulietti della FNSI insieme ad Articolo21 propone di costruire una rete che impedisca “l’archiviazione nelle coscienze di questa vicenda che interessa tutti. Perché non è solo un caso privato”. Importante potrebbe essere anche la posizione della struttura Rai, “non solo per realizzare servizi sulla intitolazione di una scuola o di una strada dedicate a Ilaria Alpi” commenta il giornalista Rai Fabrizio Feo che ha seguito il processo di Perugia. Negli atti desecretati ci sono molti accadimenti e diverse figure con responsabilità precise che non vanno tralasciati.
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Ora anche la Germania chiede meno vincoli sui conti: la linea del rigore si sgretola per le armi
Seul, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - L'aeronautica militare sudcoreana ha reso noto che un suo aereo da combattimento ha sganciato accidentalmente otto bombe nel posto sbagliato durante un'esercitazione, provocando feriti tra i civili. "Otto bombe multiuso MK-82 sono state sganciate in modo anomalo da un aereo KF-16 dell'Aeronautica Militare, cadendo al di fuori del poligono di tiro designato", ha affermato l'Aeronautica Militare.
L'incidente è avvenuto intorno alle 10 ora locale a Pocheon, circa 25 chilometri a sud del confine pesantemente fortificato con il Nord dotato di armi nucleari. "Siamo profondamente dispiaciuti per il rilascio involontario delle bombe, che ha causato vittime civili, e auguriamo ai feriti una pronta guarigione", ha affermato l'Aeronautica Militare in una nota.
Washington, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - "Liberate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, altrimenti per voi è finita". Lo ha scritto su Truth Social il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo aver incontrato gli ostaggi liberati. "Questo è per voi l'ultimo avvertimento! Per la leadership, ora è il momento di lasciare Gaza, finché ne avete ancora la possibilità", ha aggiunto.
Trump ha affermato che "invierà a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per portare a termine il lavoro", mentre la sua amministrazione accelera l'investimento di miliardi di dollari in armi. E rivolgendosi "alla gente di Gaza - ha detto - vi aspetta un futuro meraviglioso, ma non se tenete degli ostaggi. Se lo fate, siete morti!".
Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Maxi blitz antidroga a Napoli. Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata stanno eseguendo una misura cautelare emessa dal Tribunale oplontino a carico di decine di persone. Oltre 200 i militari impiegati nell’area vesuviana, in quella stabiese e nel salernitano. Tra gli episodi ripresi dalle telecamere, anche una donna che spaccia droga con un bambino in braccio.
Kiev, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - Un attacco missilistico russo contro un hotel a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre 31, di cui circa la metà versa in gravi condizioni. Lo ha reso noto Sergiy Lysak, governatore della regione di Dnipropetrovsk.
Oltre all'hotel, sono stati danneggiati anche 14 palazzi residenziali, un ufficio postale, circa due decine di auto, un istituto culturale e 12 negozi, hanno affermato le autorità.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - L’estensione giornaliera del ghiaccio marino globale, che combina le estensioni del ghiaccio marino in entrambe le regioni polari, ha raggiunto un nuovo minimo storico all’inizio di febbraio ed è rimasta al di sotto del precedente record di febbraio 2023 per il resto del mese. E' quanto rileva il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, il ghiaccio marino artico ha raggiunto la sua estensione mensile più bassa per il mese di febbraio, pari all’8% sotto la media: questo segna il terzo mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino stabilisce un record per il mese corrispondente. È importante notare - sottolinea C3S - che il nuovo record registrato nell’Artico a febbraio non è un minimo storico: il ghiaccio marino artico si sta attualmente avvicinando alla sua estensione massima annuale, che in genere si verifica a marzo.
Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la quarta estensione mensile più bassa nel mese di febbraio, il 26% sotto la media. L’estensione giornaliera del ghiaccio marino potrebbe aver raggiunto il suo minimo annuale verso la fine del mese. Se confermato, sarebbe il secondo minimo più basso registrato dal satellite. Questa conferma sarà possibile solo all’inizio di marzo.
Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo a livello globale, rileva inoltre il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, febbraio 2025 ha registrato una temperatura media di 13,36°C, 0,63°C al di sopra della media di febbraio 1991-2020, e solo di poco più alta, 0,03°C, rispetto al quarto febbraio più caldo del 2020. Il mese scorso è stato, poi, di 1,59°C al di sopra della media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale, posizionandosi come il 19esimo mese, degli ultimi 20, in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
“Quando 'Innamòrati di Te' ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto - commenta Imma Romano Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia - . Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”. Dopo Lecce, il progetto itinerante 'Innamòrati di Te' farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
“Quando 'Innamòrati di Te' ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto - commenta Imma Romano Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia - . Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”. Dopo Lecce, il progetto itinerante 'Innamòrati di Te' farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.