Appalti da centinaia di migliaia di euro in deroga, lettere di aggiudicazione firmate dopo gli eventi, ribassi quasi inesistenti, integrazioni che a distanza di pochi mesi fanno risalire le commesse. Così il comitato promotore di Roma 2024 ha speso in gare circa 2,5 milioni di euro, muovendosi con disinvoltura tra le maglie larghe del vecchio codice degli appalti, ma pure fra quelle più strette del nuovo. Grazie anche ad un parere legale che in nome della “eccezionalità” e della “specialità” ha sacrificato spesso le procedure ordinarie. Senza dimenticare tutti gli affidamenti diretti: oltre un centinaio in due anni, spesso immediatamente sotto la soglia di 40mila euro prevista dalla legge. Aggiungendo stipendi, affitti, viaggi e spese varie, in totale fra il 2015 e il 2016 se ne sono andati 12,5 milioni di euro, quasi tutti pubblici, per il sogno olimpico di Giovanni Malagò e Luca Cordero di Montezemolo. Svanito nel nulla dopo il no di Virginia Raggi, lasciando in eredità solo le fatture della Coni Servizi.
UNA SOLA GARA “APERTA”. AL MANAGER DELLA PELLEGRINI – L’appalto “anomalo” assegnato dopo, e non prima l’evento di presentazione del logo di Roma 2024 (tanto da finire al centro di un’indagine interna dell’Organismo di vigilanza, rivelata da ilfattoquotidiano.it a cui ha fatto seguito un esposto all’Anac del Movimento 5 stelle) non è l’unica procedura ad essere stata attenzionata nei corridoi del Foro Italico. Negli ultimi due anni, sotto la supervisione dell’allora responsabile comunicazione e marketing di Roma 2024 Fabio Guadagnini (da poco passato a dirigere l’ufficio stampa del Milan), sono state aggiudicate sette gare. E altre ancora ne erano state progettate, già pronte a partire, se il Comune non avesse ritirato la candidatura. Contratti da centinaia di migliaia di euro, ma quasi sempre in deroga. Di fatto per Roma 2024 è stata fatta una sola gara “aperta”, per trovare un’agenzia di pr. E l’ha vinta Dmtc (in partnership con Ketchum Public Relations), l’agenzia di Marco Del Checcolo, che è anche il media manager di Federica Pellegrini, pupilla Aniene di Giovanni Malagò (oltre che di vari atleti di alto livello). Il bando da 845mila euro si era concluso con un ribasso notevole del 42%. Ma dopo appena un mese è arrivata un’integrazione da 120mila euro che ha fatto di nuovo lievitare il prezzo.
IL PARERE LEGALE E LE PROCEDURE IN DEROGA – A febbraio 2016, invece, fu organizzato un altro evento per la presentazione del dossier, da 575mila euro. Anche in questo caso si scopre ora che l’aggiudicazione avvenne in abbondante ritardo, una settimana dopo la manifestazione; ma qui siamo di fronte ad una procedura negoziata senza bando, per cui il Comitato aveva potuto contattare direttamente l’azienda (anche perché l’evento era stato deciso all’ultimo momento, solo il 21 gennaio dopo il viaggio al Cio dell’ex premier Matteo Renzi). Ancora più pesante il contratto da 900mila euro per l’advisor internazionale, cifre per cui di solito si ricorre ad una gara pubblica. Invece per l’ “estrema urgenza di provvedere alla predisposizione del bid” e “la necessità di individuare un soggetto dall’esperienza pluriennale che mal si presta ad una gara comunitaria”, il Comitato ha potuto scegliere chi preferiva. Il meglio sul mercato: per la giornata di gala al PalaEur Filmmaster Events, società milanese famosa nel mondo, che si è occupata anche della cerimonia inaugurale di Rio 2016 o di Expo 2015; per il dossier Csm Sport & Enternainment, che aveva già curato la candidatura di Londra 2012. È tutto nero su bianco in un parere legale, che per due anni ha dato mani libere al Comitato.
AFFIDAMENTI IN “SALDO” A 39.900 EURO – Poi ci sono gli affidamenti diretti, dove gli importi scendono e le gare non sono più neanche necessarie. Per conto di Roma 2024 se ne contano circa 130 in due anni. E la curiosità è che in diversi casi si ripete lo stesso, identico importo: 39.900 euro (o giù di lì), appena sotto la soglia di 40mila euro prevista dalla legge. Praticamente tutti i progetti, dall’arena smontabile al velodromo, dal parco naturalistico al bacino remiero, passando per il rifacimento dell’Olimpico, sono costati la stessa cifra. Un tanto al chilo, come al mercato. Nella lunga serie di affidamenti diretti si trova di tutto, piccoli e fisiologici acquisti di acqua, mobili o catering, o consulenze più importanti. Ad esempio i ben 36mila euro spesi per realizzare il (pessimo) sito ufficiale della candidatura, di cui ormai non resta più alcuna traccia sul web. E ancora: stampe, pubblicità, abbonamenti ai giornali, taxi, auto blu (oltre 40mila euro per le esigenze dei soli Guadagnini e Diana Bianchedi, coordinatrice del Comitato). Ci sono persino 29mila euro di taccuini Moleskine e 5mila euro di braccialetti in silicone griffati Roma 2024. Indossarli adesso sarebbe davvero fuori moda.