di Monica Di Sisto*

Continua la mobilitazione contro Ceta e Ttip. Mentre il trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Canada si dibatte nelle difficoltà tecniche (la sua applicazione provvisoria è stata rinviata al 21 settembre), il governo italiano continua a spingerne la ratifica almeno in Senato prima dell’estate.

In una tempestosa riunione di gruppo con il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina e quello dello Sviluppo economico Carlo Calenda, molti parlamentari del Pd hanno manifestato le loro incertezze rispetto ai benefici del trattato: “Ho chiesto loro più volte di portarci garanzie rispetto al rispetto della qualità delle nostre produzioni e l’applicabilità dei requisiti di sicurezza alimentare vigenti in Italia dopo il trattato – ha raccontato l’onorevole Colomba Mongiello, tra i parlamentari Pd contrari al Ceta, in una recente iniziativa sul tema in Parlamento – ma più che generiche dichiarazioni non sono stati in grado di fornirci”.

Anche in Forza Italia, l’altro gruppo che in commissione Affari esteri del Senato aveva espresso voto favorevole alla ratifica accelerata del Ceta, crescono le perplessità. “Il Ceta maltratta gli agricoltori del Sud”: con questo slogan alla Camera nasce l’intergruppo parlamentare che dice no all’accordo di libero scambio.

L’idea di costruire un gruppo politico trasversale a tutela delle eccellenze agricole del Meridione è nata nel corso del focus di approfondimento sui trattati internazionali organizzato da Azzurra Libertà e Meridiana con i deputati di Forza Italia Paolo Russo, Roberto Occhiuto, Francesco Paolo Sisto e Basilio Catanoso, le cui tesi sono state supportate dalla testimonianza dei presidenti di alcuni tra i consorzi dei prodotti a marchio del Sud: dal pecorino siciliano al pomodoro San Marzano, dall’olio di Sicilia alla mandorla d’Avola e dal pane di Altamura alle cipolle di Tropea.

Il pollice verso ha avuto un unico filo conduttore: l’esclusione dal paniere di prodotti agricoli ricompresi nel Ceta di tutte le eccellenze del Sud, eccezion fatta per la mozzarella di bufala campana Dop e il conseguente, irrimediabile, danno alle attività produttive che hanno investito risorse, energie e forza lavoro.

Forti del sostegno di centinaia di migliaia di cittadini contrari a questo trattato e preoccupati per i loro diritti e la loro salute, le organizzazioni della Campagna Stop Ttip Italia chiedono che la ratifica del Ceta venga bloccata per riaprire in Europa il tema della struttura e dell’impatto di operazioni come queste. A maggior ragione si ritiene che l’accelerazione, impressa dal Governo per l’approvazione, sia intollerabile e ingiusta e che si apra in autunno un confronto più ampio e ragionato con le parti sociali e i cittadini, senza forzare la mano oltre.

Contro il Ceta si sono espresse anche numerose Regioni, votando delibere contrarie e chiedendo al Senato di fermare il processo. Lazio, Lombardia, Liguria, Veneto, Puglia, Calabria, Marche e Valle d’Aosta, oltre a centinaia di Comuni, hanno intimato al Parlamento di aprire una consultazione ampia sugli effetti del trattato. Anche il Comune di Rignano sull’Arno, dove l’ex premier Renzi, superfan degli accordi di liberalizzazione come Ttip e Ceta, è nato e ha mosso i suoi primi passi nella politica, ha approvato ieri pomeriggio una mozione contro il Ceta.

Dal Canada arrivano, nel frattempo, altre preoccupanti informazioni: Brian Innes, il president della Canadian Agri-Food Trade Alliance, il coordinamento nazionale degli esportatori agroalimentari, ha stimato in un recente intervento pubblico che 1,5 miliardi e mezzo di dollari frutteranno al settore le nuove esportazioni verso l’Europa. Innes, tuttavia, ha espresso preoccupazioni per “il mancato mutuo riconoscimento tra i requisiti di sicurezza sanitaria di Canada e Europa”, dichiarandosi fiducioso “che le cose cambieranno grazie al Ceta, anche se non dal “giorno uno”.

Con un tweetstorm e una mobilitazione online via email che riparte oggi, di cui tutte le istruzioni si trovano sul sito del coordinamento di Stop Ttip Italia, la Campagna Stop Ttip Italia invita tutti i cittadini e gli amministratori preoccupati, a far sentire forte la propria voce per fermare questa corsa a tappe forzate verso un danno certo.

*vicepresidente di Fairwatch, portavoce della campagna Stop Ttip Italia.

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