A due giorni dai morti palestinesi a Gerusalemme alla Spianata delle Moschee e quelli israeliani in una colonia vicina a Ramallah i servizi segreti di Tel Aviv e l’esercito hanno arrestato nel corso di un blitz in Cisgiordania 25 membri di Hamas, tra cui anche alcuni funzionari e ufficiali di alto livello del settore della West Bank della organizzazione. Secondo il quotidiano Israel Hayom, tra gli arrestati c’è anche un deputato, Omar Abd Al-Razak, notizia che però non è stata confermata dall’esercito. Forse proprio per reazione all’operazione dalla striscia di Gaza è partito un razzo diretto verso il territorio israeliano che è esploso in volo e non ha fatto vittime.
Dopo i tre morti di venerdì, è salito il numero delle vittime palestinesi con la morte di altri due manifestanti. Un giovane di 24 anni è stato ucciso, colpito da un colpo al petto, durante gli scontri scoppiati nel villaggio di al-Eizariya, nella periferia Est di Gerusalemme. Un altro sarebbe rimasto ferito dai proiettili esplosi durante la protesta, secondo il sito Ynet. Un quinto, 17 anni, è deceduto in seguito alle ferite riportate per l’esplosione di una bottiglia molotov a nord-ovest di Nablus. A queste cinque vittime si aggiungono i tre coloni israeliani accoltellati a Nevé Tsuf vicino Ramallah. Entrato in casa un 19enne palestinese si è avventato con un coltello contro i presenti che stavano cenando uccidendo subito il padre di famiglia, di circa 60 anni, e i due figli, un uomo e una donna, di circa 40 anni. La madre, di oltre 60 anni, è stata pugnalata ripetutamente alla schiena, ma è sopravvissuta. Nel frattempo un’altra donna presente nell’appartamento è riuscita senza farsi notare a chiudersi in una stanza assieme con alcuni bambini che erano in quel momento nell’appartamento. Dalla stanza, per telefono ha dato l’allarme all’unità di pronto intervento dell’insediamento. Secondo i soccorritori, da quella stanza i bambini hanno udito le urla disperate dei loro congiunti, mentre venivano uccisi dal palestinese, colpito dal fuoco di un militare in licenza e ricoverato in condizioni gravi in un ospedale israeliano. Il giorno dopo i soldati israeliani hanno fatto irruzione nel villaggio dell’aggressore hanno perquisito la sua abitazione ed arrestato il fratello.
Benyamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di difesa del governo per esaminare la situazione creatasi a Gerusalemme dopo la installazione di metal detector che hanno scatenato le proteste palestinesi e questi nuove tensioni. In una intervista alla radio militare il ministro della sicurezza interna Ghilad Erdan ha detto che vengono presi in esame anche altri sistemi di sicurezza, ma almeno per ora la polizia ritiene che i metal detector diano la maggiore affidabilità. La scorsa notte, alla Porta dei Leoni della Città Vecchia sono anche state installate telecamere di sorveglianza. Dieci giorni prima tre arabi israeliani hanno ucciso due agenti di polizia, sparando loro a bruciapelo, per poi essere abbattuti a loro volta a pochi passi dalla Moschea al-Aqsa. In una reazione a caldo Israele ha allora installato metal detector agli accessi principali: una misura normale di sicurezza, agli occhi israeliani, un grave cambiamento dello status quo per il Waqf, l’ente per la protezione dei beni islamici in Palestina. Quindi venerdì è arrivata la Giornata della collera con scontri e vittime e a fine serata Anu Mazen ha congelato i rapporti con Israele.
“Seguo con trepidazione – ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus – le gravi tensioni e le violenze di questi giorni a Gerusalemme. Sento il bisogno di esprimere un accorato appello alla moderazione e al dialogo. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di riconciliazione e di pace”.