Una sì, venti no. È questa la decisione presa dalla Giunta per le Immunità del Senato circa la richiesta di utilizzo delle intercettazioni telefoniche della parlamentare Cinzia Bonfrisco, storica senatrice berlusconiana, ma ora appartenente al gruppo Federazione delle Libertà. La Bonfrisco è indagata dalla procura di Verona, che ipotizza nei suoi confronti i reati di corruzione e associazione a delinquere. La proposta formulata dal relatore Enrico Buemi (poi approvata, con il solo voto contrario del M5S che voleva autorizzare l’uso di tutti gli ascolti) non concede l’utilizzo delle intercettazioni captate successivamente al 9 marzo 2015, mentre autorizza l’uso nel processo di una sola conversazione, quella del 26 febbraio 2015. Ora la proposta della Giunta dovrà passare il vaglio dell’Aula di Palazzo Madama.
Secondo la Procura di Verona, la senatrice aveva usufruito di una serie di benefit e in cambio aveva ottenuto l’approvazione di un emendamento a favore del Consorzio Energia Veneto, un’aggregazione di enti pubblici, diretto da Gaetano Zoccattelli. In particolare, secondo la ricostruzione dei magistrati veneti, la Bonfrisco, “indebitamente riceveva” il pagamento di “un soggiorno in Costa Smeralda per lei e altre tre persone”, l’assunzione di una persona “dietro sua richiesta presso la E-Global Service Spa il cui legale rappresentante era Gaetano Zocatelli”, la corresponsione “dietro sua richiesta di un bonifico pari a 4mila euro disposto il 26 maggio 2015 da Zocatelli per finanziare la campagna elettorale di Davide Bendinelli alle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Veneto“, definito negli atti “il delfino” della parlamentare.
In cambio Bonfrisco avrebbe garantito – sempre secondo le accuse – il suo “concreto interessamento” all’iter legislativo che consentiva al Cev di “rientrare tra i 35 soggetti aggregatori a livello nazionale”, cioè le 35 grandi stazioni appaltanti, “presentando un emendamento a sua firma” e “parlando personalmente con la relatrice del disegno di legge in questione Raffaella Mariani, al fine di garantire le modifiche favorevoli al CEV” e alle società “Global Power Spa e E-Global Service Spa”, riconducibili sempre allo Zocatelli. Un emendamento che alla fine era stato approvato. “Con tale condotta – ha scritto il giudice – la senatrice promuoveva il sodalizio criminoso fornendo un contributo decisivo allo sviluppo del CEV e alla sua espansione“. La Bonfrisco, infine, secondo la sintesi delle intercettazioni che viene fornita dal tribunale di Verona, si sarebbe anche adoperata a far “incontrare Zocatelli con Raffaele Fitto” e altri vertici istituzionali considerati utili dall’imprenditore.
Palazzi & Potere
Cinzia Bonfrisco indagata, Giunta Immunità dice no all’utilizzo di 20 intercettazioni della senatrice
Ammesso l'uso al processo di una sola conversazione, quella risalente al febbraio 2015. La parlamentare di Federazione delle Libertà è accusata dalla Procura di Verona di corruzione e associazione a delinquere
Una sì, venti no. È questa la decisione presa dalla Giunta per le Immunità del Senato circa la richiesta di utilizzo delle intercettazioni telefoniche della parlamentare Cinzia Bonfrisco, storica senatrice berlusconiana, ma ora appartenente al gruppo Federazione delle Libertà. La Bonfrisco è indagata dalla procura di Verona, che ipotizza nei suoi confronti i reati di corruzione e associazione a delinquere. La proposta formulata dal relatore Enrico Buemi (poi approvata, con il solo voto contrario del M5S che voleva autorizzare l’uso di tutti gli ascolti) non concede l’utilizzo delle intercettazioni captate successivamente al 9 marzo 2015, mentre autorizza l’uso nel processo di una sola conversazione, quella del 26 febbraio 2015. Ora la proposta della Giunta dovrà passare il vaglio dell’Aula di Palazzo Madama.
Secondo la Procura di Verona, la senatrice aveva usufruito di una serie di benefit e in cambio aveva ottenuto l’approvazione di un emendamento a favore del Consorzio Energia Veneto, un’aggregazione di enti pubblici, diretto da Gaetano Zoccattelli. In particolare, secondo la ricostruzione dei magistrati veneti, la Bonfrisco, “indebitamente riceveva” il pagamento di “un soggiorno in Costa Smeralda per lei e altre tre persone”, l’assunzione di una persona “dietro sua richiesta presso la E-Global Service Spa il cui legale rappresentante era Gaetano Zocatelli”, la corresponsione “dietro sua richiesta di un bonifico pari a 4mila euro disposto il 26 maggio 2015 da Zocatelli per finanziare la campagna elettorale di Davide Bendinelli alle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Veneto“, definito negli atti “il delfino” della parlamentare.
In cambio Bonfrisco avrebbe garantito – sempre secondo le accuse – il suo “concreto interessamento” all’iter legislativo che consentiva al Cev di “rientrare tra i 35 soggetti aggregatori a livello nazionale”, cioè le 35 grandi stazioni appaltanti, “presentando un emendamento a sua firma” e “parlando personalmente con la relatrice del disegno di legge in questione Raffaella Mariani, al fine di garantire le modifiche favorevoli al CEV” e alle società “Global Power Spa e E-Global Service Spa”, riconducibili sempre allo Zocatelli. Un emendamento che alla fine era stato approvato. “Con tale condotta – ha scritto il giudice – la senatrice promuoveva il sodalizio criminoso fornendo un contributo decisivo allo sviluppo del CEV e alla sua espansione“. La Bonfrisco, infine, secondo la sintesi delle intercettazioni che viene fornita dal tribunale di Verona, si sarebbe anche adoperata a far “incontrare Zocatelli con Raffaele Fitto” e altri vertici istituzionali considerati utili dall’imprenditore.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.