La Camera dà il via libera all’abolizione dei vitalizi dopo 24 ore di polemiche in aula. Favorevoli 348 deputati, contrari in 17 e 28 astenuti, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto bollando come “incostituzionale” la legge, che ora passerà all’esame del Senato. Il via libera è arrivato tra gli “oooooh…” di attesa dei pentastellati e i festeggiamenti di una parte dell’aula dopo che la presidentessa Laura Boldrini ha dichiarato chiusa la votazione, alla quale si è giunti dopo diversi scontri tra i parlamentari. I Cinque Stelle hanno accusato il Pd di fare ostruzionismo e a loro volta i dem hanno accusato i grillini di aver voluto fare interventi troppo lunghi. Il voto, dopo le polemiche, era stato fissato per le 18.30. La pdl Richetti ha ricevuto l’appoggio di Pd, M5s, Fdi, Lega Nord e dei civatiani. Si sono astenuti gli ex democratici di Mdp: “E’ stata messa una toppa, ma non basta”, ha detto il deputato Alfredo D’Attorre. Ha annunciato il suo voto contrario il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio: “Lo faccio per la dignità di quest’Aula”.
Video di Manolo Lanaro
Le reazioni – In disaccordo con il proprio gruppo hanno votato – a favore della pdl Richetti – le forziste Maria Stella Gelmini e Daniela Santanché, oltre all’alfaniana Rosanna Scopelliti. I primi ad esultare sono stati i deputati 5 stelle: “Con la forza dell’opposizione li abbiamo portati sul nostro campo, hanno votato la nostra proposta con le facce da funerale di Lenin: è una una soddisfazione enorme che dedichiamo a tutto il popolo italiano vessato da questi politici che hanno fatto del popolo macelleria sociale”, ha detto Alessandro Di Battista durante un brindisi con i colleghi del Movimento alla buvette della Camera. “Brindiamo qui – ha aggiunto – a un lavoro fatto per il popolo italiano, offre Clemente Mastella o Cirino Pomicino“. Secondo Ettore Rosato, “abbiamo fatto una cosa importante” senza correre “dietro alla antipolitica, ma abbiamo scelto di farle tirare su la testa dimostrando che sa mettersi in sintonia con il Paese che chiede sobrietà. È una legge giusta”. “Ci battiamo qui e ci batteremo in Senato perché sia approvata – ha spiegato il capogruppo dem durante le dichiarazioni di voto – I cittadini ci chiedono più sobrietà, a loro rispondiamo. Stiamo adeguando la politica a un mondo diverso, la adeguiamo anche agli altri Paesi europei”. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha parlato di “bellissima giornata” e si è detto rammaricato dal fatto che “Forza Italia non abbia votato a favore”. Durante il suo intervento alla festa del Pd a Brescia, anche Matteo Renzi è entrato nel dibattito sulla paternità dell’abolizione: “Quella sui vitalizi è la proposta Richetti, che abbraccio. M5S parla parla ma poi non stringe – ha commentato il segretario dem – Lo si è visto nei passaggi fondamentali. Il Pd invece le cose le fa”.
Lo scontro Pd-M5s sui tempi del voto – L’approvazione è arrivata in fondo a una giornata di polemiche scoppiate sull’orario del voto, inizialmente previsto alle 14 come deciso dai gruppi. La questione è stata posta innanzitutto dal grillino Toninelli che ha accusato il Pd: “Stanno violando l’accordo, che prevedeva che entro le due di oggi pomeriggio, si arrivava al via libera, al voto, con il silenzio del Pd. Vogliamo votare oggi, come era previsto, siamo disposti a non intervenire più, ma vogliamo sapere che cosa vuole fare il Pd perché rinviare a settembre significa non fare mai più la legge”. All’esponente pentastellato ha risposto il capogruppo dem Ettore Rosato accusando a sua volta i Cinque Stelle di essere “imbarazzanti”: “Sono loro a fare ostruzionismo, che faccia tosta. I vecchi partiti fanno ostruzionismo, noi facciamo di tutto per abrogarli, anche rinunciare ai nostri interventi. Smettete voi al più presto di fare ostruzionismo, visto che da stamattina avete fatto lunghi interventi e ve ne uscite ora con questa cosa”.
L’emendamento sulla legge Fornero – I toni tra Pd e 5 stelle si erano inaspriti già su un emendamento del 5 stelle Luigi Di Maio che chiedeva che la legge Fornero, che d’ora in poi sarà applicata anche ai parlamentari, fosse operativa da questa legislatura. “La casta del Pd si tiene la pensione privilegiata”, ha detto il grillino. “Qui in Aula sta succedendo di tutto. Il Pd fa finta di essere come noi, ma in realtà è sempre la solita casta: ha votato contro per tenersi il privilegio: vogliono che venga applicata dopo le elezioni. A loro no. I loro privilegi sono intoccabili e noi dobbiamo continuare a pagarglieli. Mentre noi abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, e restituito milioni di euro di stipendi, loro decidono di tenersi stretto il trattamento privilegiato alla faccia di tutti i cittadini a cui la legge Fornero è stata applicata dall’oggi al domani”. A Di Maio ha replicato lo stesso Richetti: “Noi non la rinviamo, la applichiamo subito la Fornero”, ma “c’è un problema sull’età, oggi è 65 anni, poi si continua a crescere. Si tratta di un punto che in Commissione non ha trovato l’opposizione di nessuno”, ha concluso.
Un secondo emendamento approvato in mattinata prevede che il ricalcolo interamente su base contributiva dei vitalizi dei parlamentari non sia “in nessun caso applicato alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti ed autonomi”. L’emendamento, presentato stamani in Aula, tiene conto della “difformità tra la natura ed il regime giuridico dei vitalizi e dei trattamenti pensionistici comunque denominati dei titolari di cariche elettive e quelli dei trattamenti pensionistici ordinari”, e smina una delle critiche avanzate da chi è contrario al ricalcolo dei vitalizi pregressi sostenendo che questo si applicherebbe poi a tutte le pensioni.
Fi e Ap: “Incostituzionale”. Giuristi: “Si può fare” – Tra le polemiche sollevate in queste ore, c’è quella (sostenuta in particolare da Forza Italia e in parte da Area popolare) che il testo sia incostituzionale perché retroattivo. Nel merito però, molti giuristi sostengono che il pericolo è meno concreto di quello che potrebbe sembrare. “Si sta agitando uno spauracchio”, ha detto all’Ansa il giurista Gianluigi Pellegrino, “da parte di chi non la vuole: se vengono rispettati criteri di ragionevolezza e progressività, questa norma si può fare, non vedo grandi ostacoli. Anzi, mi sembra sacrosanto allineare i principi contributivi. Quando, in questo caso, si parla retroattività si usa un termine improprio. Retroattiva sarebbe una norma che azzeri la pensione già percepita o dica: ti abbiamo dato 5mila euro, ma abbiamo deciso di ricalcolare l’assegno con altri parametri e te ne spettavano 4mila, quindi ce ne devi mille. Ma dire che, da un certo momento in poi a seguito dell’approvazione di una nuova legge, la pensione sarà calcolata con metodo diverso, quello contributivo, e che questo abbasserà i trattamenti in corso, non quelli già erogati, non implica retroattività, perché si va a incidere sì su pensioni che si è già cominciato a percepire, ma la quota corrisposta in passato non viene intaccata”.
Politica
Vitalizi, la Camera approva l’abolizione. Forza Italia non vota: ‘È incostituzionale’. Via libera dopo 24 ore di polemiche
Approvato il provvedimento con i voti di Pd, M5s, Lega, Fdi e civatiani. I forzisti non partecipano e lasciano l'aula. Il via libera è arrivato dopo una giornata di polemiche e scontri. Di Battista: "Enorme soddisfazione". Rosato: "È una legge giusta, il Paese chiede sobrietà". Renzi rivendica la paternità: "Proposta è di Richetti, noi facciamo le cose. I Cinque Stelle parlano"
La Camera dà il via libera all’abolizione dei vitalizi dopo 24 ore di polemiche in aula. Favorevoli 348 deputati, contrari in 17 e 28 astenuti, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto bollando come “incostituzionale” la legge, che ora passerà all’esame del Senato. Il via libera è arrivato tra gli “oooooh…” di attesa dei pentastellati e i festeggiamenti di una parte dell’aula dopo che la presidentessa Laura Boldrini ha dichiarato chiusa la votazione, alla quale si è giunti dopo diversi scontri tra i parlamentari. I Cinque Stelle hanno accusato il Pd di fare ostruzionismo e a loro volta i dem hanno accusato i grillini di aver voluto fare interventi troppo lunghi. Il voto, dopo le polemiche, era stato fissato per le 18.30. La pdl Richetti ha ricevuto l’appoggio di Pd, M5s, Fdi, Lega Nord e dei civatiani. Si sono astenuti gli ex democratici di Mdp: “E’ stata messa una toppa, ma non basta”, ha detto il deputato Alfredo D’Attorre. Ha annunciato il suo voto contrario il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio: “Lo faccio per la dignità di quest’Aula”.
Le reazioni – In disaccordo con il proprio gruppo hanno votato – a favore della pdl Richetti – le forziste Maria Stella Gelmini e Daniela Santanché, oltre all’alfaniana Rosanna Scopelliti. I primi ad esultare sono stati i deputati 5 stelle: “Con la forza dell’opposizione li abbiamo portati sul nostro campo, hanno votato la nostra proposta con le facce da funerale di Lenin: è una una soddisfazione enorme che dedichiamo a tutto il popolo italiano vessato da questi politici che hanno fatto del popolo macelleria sociale”, ha detto Alessandro Di Battista durante un brindisi con i colleghi del Movimento alla buvette della Camera. “Brindiamo qui – ha aggiunto – a un lavoro fatto per il popolo italiano, offre Clemente Mastella o Cirino Pomicino“. Secondo Ettore Rosato, “abbiamo fatto una cosa importante” senza correre “dietro alla antipolitica, ma abbiamo scelto di farle tirare su la testa dimostrando che sa mettersi in sintonia con il Paese che chiede sobrietà. È una legge giusta”. “Ci battiamo qui e ci batteremo in Senato perché sia approvata – ha spiegato il capogruppo dem durante le dichiarazioni di voto – I cittadini ci chiedono più sobrietà, a loro rispondiamo. Stiamo adeguando la politica a un mondo diverso, la adeguiamo anche agli altri Paesi europei”. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha parlato di “bellissima giornata” e si è detto rammaricato dal fatto che “Forza Italia non abbia votato a favore”. Durante il suo intervento alla festa del Pd a Brescia, anche Matteo Renzi è entrato nel dibattito sulla paternità dell’abolizione: “Quella sui vitalizi è la proposta Richetti, che abbraccio. M5S parla parla ma poi non stringe – ha commentato il segretario dem – Lo si è visto nei passaggi fondamentali. Il Pd invece le cose le fa”.
Lo scontro Pd-M5s sui tempi del voto – L’approvazione è arrivata in fondo a una giornata di polemiche scoppiate sull’orario del voto, inizialmente previsto alle 14 come deciso dai gruppi. La questione è stata posta innanzitutto dal grillino Toninelli che ha accusato il Pd: “Stanno violando l’accordo, che prevedeva che entro le due di oggi pomeriggio, si arrivava al via libera, al voto, con il silenzio del Pd. Vogliamo votare oggi, come era previsto, siamo disposti a non intervenire più, ma vogliamo sapere che cosa vuole fare il Pd perché rinviare a settembre significa non fare mai più la legge”. All’esponente pentastellato ha risposto il capogruppo dem Ettore Rosato accusando a sua volta i Cinque Stelle di essere “imbarazzanti”: “Sono loro a fare ostruzionismo, che faccia tosta. I vecchi partiti fanno ostruzionismo, noi facciamo di tutto per abrogarli, anche rinunciare ai nostri interventi. Smettete voi al più presto di fare ostruzionismo, visto che da stamattina avete fatto lunghi interventi e ve ne uscite ora con questa cosa”.
L’emendamento sulla legge Fornero – I toni tra Pd e 5 stelle si erano inaspriti già su un emendamento del 5 stelle Luigi Di Maio che chiedeva che la legge Fornero, che d’ora in poi sarà applicata anche ai parlamentari, fosse operativa da questa legislatura. “La casta del Pd si tiene la pensione privilegiata”, ha detto il grillino. “Qui in Aula sta succedendo di tutto. Il Pd fa finta di essere come noi, ma in realtà è sempre la solita casta: ha votato contro per tenersi il privilegio: vogliono che venga applicata dopo le elezioni. A loro no. I loro privilegi sono intoccabili e noi dobbiamo continuare a pagarglieli. Mentre noi abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, e restituito milioni di euro di stipendi, loro decidono di tenersi stretto il trattamento privilegiato alla faccia di tutti i cittadini a cui la legge Fornero è stata applicata dall’oggi al domani”. A Di Maio ha replicato lo stesso Richetti: “Noi non la rinviamo, la applichiamo subito la Fornero”, ma “c’è un problema sull’età, oggi è 65 anni, poi si continua a crescere. Si tratta di un punto che in Commissione non ha trovato l’opposizione di nessuno”, ha concluso.
Un secondo emendamento approvato in mattinata prevede che il ricalcolo interamente su base contributiva dei vitalizi dei parlamentari non sia “in nessun caso applicato alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti ed autonomi”. L’emendamento, presentato stamani in Aula, tiene conto della “difformità tra la natura ed il regime giuridico dei vitalizi e dei trattamenti pensionistici comunque denominati dei titolari di cariche elettive e quelli dei trattamenti pensionistici ordinari”, e smina una delle critiche avanzate da chi è contrario al ricalcolo dei vitalizi pregressi sostenendo che questo si applicherebbe poi a tutte le pensioni.
Fi e Ap: “Incostituzionale”. Giuristi: “Si può fare” – Tra le polemiche sollevate in queste ore, c’è quella (sostenuta in particolare da Forza Italia e in parte da Area popolare) che il testo sia incostituzionale perché retroattivo. Nel merito però, molti giuristi sostengono che il pericolo è meno concreto di quello che potrebbe sembrare. “Si sta agitando uno spauracchio”, ha detto all’Ansa il giurista Gianluigi Pellegrino, “da parte di chi non la vuole: se vengono rispettati criteri di ragionevolezza e progressività, questa norma si può fare, non vedo grandi ostacoli. Anzi, mi sembra sacrosanto allineare i principi contributivi. Quando, in questo caso, si parla retroattività si usa un termine improprio. Retroattiva sarebbe una norma che azzeri la pensione già percepita o dica: ti abbiamo dato 5mila euro, ma abbiamo deciso di ricalcolare l’assegno con altri parametri e te ne spettavano 4mila, quindi ce ne devi mille. Ma dire che, da un certo momento in poi a seguito dell’approvazione di una nuova legge, la pensione sarà calcolata con metodo diverso, quello contributivo, e che questo abbasserà i trattamenti in corso, non quelli già erogati, non implica retroattività, perché si va a incidere sì su pensioni che si è già cominciato a percepire, ma la quota corrisposta in passato non viene intaccata”.
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.