La Banca d’Italia sapeva già dal 2012 dei prestiti “baciati” della Popolare di Vicenza, quelli cioè concessi ai clienti solo a patto che comprassero azioni dell’istituto gonfiandone artificialmente il capitale. A raccontarlo, in un’intervista al Corriere del Veneto, è l’ex vice direttore generale della popolare, Paolo Marin, tra gli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto nell’inchiesta sul dissesto della banca messa in liquidazione dal governo. Palazzo Koch però “non ha formulato alcuna osservazione”.
“Mai ho ostacolato la vigilanza, tutt’altro”, sostiene il manager, all’epoca responsabile della divisione crediti. “Nel 2012 ho fornito agli ispettori, in assoluta serenità, qualsiasi informazione fosse in mio possesso, compresa una lista – che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con gli ispettori – dei principali soggetti affidati e del numero di azioni della Banca da loro acquistate attraverso i finanziamenti“. Del resto “non ho mai ritenuto di avere nulla da nascondere: per me le operazioni baciate erano perfettamente lecite; questa convinzione si è accentuata dopo aver constatato che la Banca d’Italia, resa edotta della prassi, non aveva formulato alcuna osservazione”, è il suo ragionamento.
Interrogato dai pm il 28 aprile scorso Marin, secondo uno stralcio di verbale riportato da Repubblica, disse di aver “consegnato operazioni baciate per 234 milioni agli ispettori”. La normativa in materia bancaria in effetti non vieta finanziamenti correlati all’acquisto di azioni della banca: richiede però che siano dedotti dal capitale di vigilanza. Cosa che Pop Vicenza non faceva.
Marin, nell’intervista, racconta anche che l’ex direttore generale Samuele Sorato “non tollerava il rigore” della sua struttura “nella gestione delle pratiche sottoposte alla nostra valutazione”. Per questo “ho avuto con lui diversi scontri, fino a dirgli che io non mi sarei sottratto per nessuna ragione al mio ruolo e, in particolare, alla scrupolosa osservanza dei regolamenti e delle politiche creditizie”. Fino a quando Sorato lo trasferì in Sicilia, promuovendolo direttore generale di Banca Nuova. “Promoveatur ut amoveatur”, è la sua interpretazione. Vale a dire che, stando alla sua versione, fu promosso per allontanarlo dal Veneto. Quanto al fatto che anche lui è indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, Marin ricorda di aver “sin dal 2011 acquistato azioni della Banca a 62,50 euro e partecipato agli aumenti di capitale 2013 e 2014 investendo i risparmi miei e della mia famiglia: non ho mai avuto dubbi sul fatto di lavorare in una banca solida e in espansione”.
Intanto dalle carte dell’inchiesta emergono nuovi particolari sulle accuse reciproche tra Sorato e l’ex padre padrone della banca Gianni Zonin sulle responsabilità delle presunte condotte illecite contestate dai pm: “Era impossibile fare una cosa all’insaputa di Zonin” all’interno della banca, si legge nel verbale dell’interrogatorio dell’ex dg davanti ai pm di Vicenza dello scorso 6 aprile, redatto in forma riassuntiva. “Era un mio ‘modus operandi’ informare il presidente di ogni attività della banca” e anche “sui rapporti ed incontri che avevo con terze persone attinenti all’attività di Bpvi”. Sorato si è poi detto convinto che Zonin “mi abbia chiesto di lasciare la Banca non già per il bene dell’istituto ma per un proprio interesse personale ovvero per ‘scaricarmi addosso’ le responsabilità evidenziate con il rapporto ispettivo dell’Audit in merito al capitale finanziato”. La considerazione messa a verbale è legata a una risposta data ai pm vicentini riguardo allo svolgimento di una ispezione Bce presso la banca nel 2015. Sorato aveva lasciato la banca all’inizio di maggio di quell’anno.
Zonin dal canto suo continua a sostenere che era all’oscuro delle scelte del management. In un’interrogatorio del 22 marzo, l’ex presidente ha poi affermato che “le azioni Generali davano meno garanzie rispetto alle azioni Bpvi”.
Lobby
Popolare di Vicenza, l’ex vice dg Marin: “Bankitalia sapeva dei prestiti baciati dal 2012 e non fece osservazioni”
Il manager, in un'intervista, sostiene che l'ex direttore generale Sorato lo trasferì in Sicilia per allontanarlo in quanto "non tollerava il rigore" della sua struttura "nella gestione delle pratiche sottoposte alla nostra valutazione". Intanto lo stesso Sorato e l'ex presidente Zonin continuano a rimpallarsi le responsabilità delle presunte condotte illecite contestate dai pm
La Banca d’Italia sapeva già dal 2012 dei prestiti “baciati” della Popolare di Vicenza, quelli cioè concessi ai clienti solo a patto che comprassero azioni dell’istituto gonfiandone artificialmente il capitale. A raccontarlo, in un’intervista al Corriere del Veneto, è l’ex vice direttore generale della popolare, Paolo Marin, tra gli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto nell’inchiesta sul dissesto della banca messa in liquidazione dal governo. Palazzo Koch però “non ha formulato alcuna osservazione”.
“Mai ho ostacolato la vigilanza, tutt’altro”, sostiene il manager, all’epoca responsabile della divisione crediti. “Nel 2012 ho fornito agli ispettori, in assoluta serenità, qualsiasi informazione fosse in mio possesso, compresa una lista – che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con gli ispettori – dei principali soggetti affidati e del numero di azioni della Banca da loro acquistate attraverso i finanziamenti“. Del resto “non ho mai ritenuto di avere nulla da nascondere: per me le operazioni baciate erano perfettamente lecite; questa convinzione si è accentuata dopo aver constatato che la Banca d’Italia, resa edotta della prassi, non aveva formulato alcuna osservazione”, è il suo ragionamento.
Interrogato dai pm il 28 aprile scorso Marin, secondo uno stralcio di verbale riportato da Repubblica, disse di aver “consegnato operazioni baciate per 234 milioni agli ispettori”. La normativa in materia bancaria in effetti non vieta finanziamenti correlati all’acquisto di azioni della banca: richiede però che siano dedotti dal capitale di vigilanza. Cosa che Pop Vicenza non faceva.
Marin, nell’intervista, racconta anche che l’ex direttore generale Samuele Sorato “non tollerava il rigore” della sua struttura “nella gestione delle pratiche sottoposte alla nostra valutazione”. Per questo “ho avuto con lui diversi scontri, fino a dirgli che io non mi sarei sottratto per nessuna ragione al mio ruolo e, in particolare, alla scrupolosa osservanza dei regolamenti e delle politiche creditizie”. Fino a quando Sorato lo trasferì in Sicilia, promuovendolo direttore generale di Banca Nuova. “Promoveatur ut amoveatur”, è la sua interpretazione. Vale a dire che, stando alla sua versione, fu promosso per allontanarlo dal Veneto. Quanto al fatto che anche lui è indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, Marin ricorda di aver “sin dal 2011 acquistato azioni della Banca a 62,50 euro e partecipato agli aumenti di capitale 2013 e 2014 investendo i risparmi miei e della mia famiglia: non ho mai avuto dubbi sul fatto di lavorare in una banca solida e in espansione”.
Intanto dalle carte dell’inchiesta emergono nuovi particolari sulle accuse reciproche tra Sorato e l’ex padre padrone della banca Gianni Zonin sulle responsabilità delle presunte condotte illecite contestate dai pm: “Era impossibile fare una cosa all’insaputa di Zonin” all’interno della banca, si legge nel verbale dell’interrogatorio dell’ex dg davanti ai pm di Vicenza dello scorso 6 aprile, redatto in forma riassuntiva. “Era un mio ‘modus operandi’ informare il presidente di ogni attività della banca” e anche “sui rapporti ed incontri che avevo con terze persone attinenti all’attività di Bpvi”. Sorato si è poi detto convinto che Zonin “mi abbia chiesto di lasciare la Banca non già per il bene dell’istituto ma per un proprio interesse personale ovvero per ‘scaricarmi addosso’ le responsabilità evidenziate con il rapporto ispettivo dell’Audit in merito al capitale finanziato”. La considerazione messa a verbale è legata a una risposta data ai pm vicentini riguardo allo svolgimento di una ispezione Bce presso la banca nel 2015. Sorato aveva lasciato la banca all’inizio di maggio di quell’anno.
Zonin dal canto suo continua a sostenere che era all’oscuro delle scelte del management. In un’interrogatorio del 22 marzo, l’ex presidente ha poi affermato che “le azioni Generali davano meno garanzie rispetto alle azioni Bpvi”.
Articolo Precedente
Tim, la francese Vivendi chiama Genish per trattare con il governo sulla fibra. E annuncia la nuova pay tv per l’Italia
Articolo Successivo
Evasione fiscale, per Bruxelles la trasparenza sulle tasse pagate dalle multinazionali deve restare un optional
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Commissione Covid, tutti contro Fdi per la conferenza stampa sullo ‘scandalo mascherine’. Proteste da Forza Italia e dall’opposizione
Mondo
Trump: “Zelensky? “Ha avuto 3 anni per fare la pace”. La replica: “Vive di disinformazione russa”. Putin: “Isteria di Kiev inappropriata, nessuna la esclude”
Politica
Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il momento più stressante? Quando i Duran Duran si sono presentati con un tir di strumenti loro e durante uno stacco pubblicitario abbiamo dovuto fare un miracolo per portare sul palco e collegare tutto. Ma ci siamo riusciti. Perché al lavoro sul festival c'è una squadra incredibile, tecnici di eccellenza". A parlare con grande orgoglio del lavoro fatto su Sanremo 2025 è Pippo Balistreri, direttore di palco del festival dal 1981: "Mi chiamò Ravera. Io facevo il dj. La mia fortuna fu parlare le lingue. Arrivarono i Dire Straits e nessuno riusciva a comunicarci, tranne io. Lì è iniziato tutto", racconta Balistreri in un'intervista all'Adnkronos.
Quest'anno con 29 artisti in gara, più le 4 Nuove Proposte, e una serata cover con oltre 140 artisti sul palco, il lavoro è stato frenetico: "A Sanremo tutte le edizioni sono impegnative. Certo la serata cover è sempre quella che ci mette più alla prova, con tutti quegli artisti ospiti, molti con strumenti sul palco. Dietro le quinte c'è un traffico che nemmeno nelle metropoli all'ora di punta". L'unico disguido è successo con Bresh e De André: "Sì ma la reazione di Cristiano De André non è stata carina, anche perché il body pack si era staccato perché lui si era mosso sullo sgabello. Può succedere e bisogna avere rispetto di chi lavora ai ritmi in cui si lavora a Sanremo. Non mi è piaciuto", sottolinea senza giri di parole. Così come, in maniera molto schietta, dice di non essere contento della vittoria di Olly: "Una vittoria muscolare. Musicalmente c'era di meglio", afferma. E confessa quello che sarebbe stato il suo podio ideale: "Giorgia al primo posto, Gabbani al secondo e Achille Lauro al terzo".
"Il momento più bello del festival? Per me il duetto di Giorgia con Annalisa sulle note di 'Skyfall'. Una performance stupenda. Ho fatto i complimenti a Giorgia, il suo festival è stato bellissimo. E non sono l'unico a pensare che meritasse lei la vittoria visto il boato di disapprovazione che si è sentito all'Ariston dopo l'annuncio della cinquina finalista che non prevedeva né lei né Lauro. Un peccato", insiste.
Negli ultimi due anni, Balistreri, a chi glielo ha chiesto subito dopo la fine del festival, ha detto che sarebbe stato il suo ultimo Sanremo. Ma a richiederglielo oggi, con qualche giorno di decompressione, la risposta cambia: "La domenica sono esausto e dico sempre: 'mai più'. Finiamo alle 2, andiamo a cena, andiamo a dormire alle 4, e io alle 9.30 sono di nuovo in piedi per andare alle prove. Impegnativo. Ma, se me lo chiederanno ancora, vedremo. Negli ultimi anni la Rai mi ha affiancato dei giovani, è normale che prima o poi ci sia un passaggio di consegne", dice senza sciogliere la riserva sul prossimo anno.
Di una cosa però Balistreri è certo: "Un festival di Sanremo fuori dalla Rai non ce lo vedo proprio. Nessuno può avere una competenza, un know how come quello accumulato da questa azienda. E questo dovrà pure pesare. I materiali e la tecnica della Rai su questo fronte non hanno eguali, non solo in Italia". (di Antonella Nesi)
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".