Razzista, sessista, destrorsa e ora anche omofoba: la deriva Pd da uscita reazionaria non si ferma più. L’ultima segnalazione riguarda un video che fa la parodia dei gay e a realizzarlo è stato Fabio Ragni, giovanissimo e candidato renziano alla segreteria del Pd di Ancona. Si chiama “Acqua di Frogio” e Ragni, 25enne studente di giurisprudenza a Bologna e membro dei Giovani democratici della Marche con velleità di regista e segretario, lo ha realizzato con gli amici dell’università. Girato, sostiene poi l’autore, quattro anni fa voleva essere (forse) una goliardata e invece ha indignato la comunità gay e i militanti Pd, al punto da indurlo a cancellarlo dalla rete. Come spesso succede però è stato salvato per tempo e rilanciato, in questo caso dalla redazione di Gaypost.it che lo ha diffuso nuovamente a imperitura memoria.
Il filmato dura cinque minuti e inanella una serie di stereotipi, volgarità e civetterie sugli omosessuali degni dei peggiori B-move anni Settanta: il protagonista conduce una vita monotona, rimarcata dal bianco e nero, solo e senza chances in amore finché non prova l’acqua di Frogio, che dà il titolo al video, elisir che lo trasforma di colpo in un carismatico e attraente omosessuale mentre il mondo intorno a lui si colora all’improvviso. Una scritta introduttiva si premura di negare ogni intento offensivo e motiva l’opera come un modo come un altro di “fare una pausa di studio, facendosi un po’ di risate”. Peggio delle gag sono le scritte e i titoli di coda che recitano – ad esempio – “con la collaborazione di Saro brutto racchio, ma c’ho il cazzo che è n’batacchio“. E ancora: “Con il patrocinio di Arcifrogi”. C’è anche l’autoironia verso il partito, se qualcuno mai volesse tirare in ballo la questione: “Un ringraziamento particolare al finanziatore del filmato. Matteo Renzi con i suoi 80 euro“.
Sulla pagina facebook di Fabio Ragni si materializzano le proteste. Scrive un utente: “Se il rinnovamento generazionale e di idee è in mano a uno che passa i suoi giorni a pensare, progettare e realizzare stupidi video parodie sui gay vecchie di trenta-quaranta anni fa, vien voglia di sperare che i dinosauri della politica campino almeno per un altro secolo”. Furiosi alcuni militanti Pd: “posso assicurarti che il tuo video non è ironico né divertente ma offensivo e denigratorio. Lo sconcerto è vedere che sei candidato alla Segreteria provinciale del Partito di Ancona”. Sono intervenuti anche alcuni ‘big’ del partito: l’europarlamentare Daniele Viotti lo ha invitato a prendersi “un anno sabbatico” e fare volontario in associazioni Lgbt, mentre il sottosegretario Ivan Scalfarotto dice: “Se un iscritto del Pd in gioventù avesse postato in rete dei contenuti apertamente razzisti, dubiterei moltissimo della sua idoneità a ricoprire incarichi direttivi nel partito”.
A notte fonda l’autore si scusa e sostiene che era un video di tre anni fa, senza dire perché lo ha postato proprio ora ma ammettendo che sia di cattivo gusto. Seguono post solidali di amici e parenti. Alla fine, domenica mattina, Ragni interviene anche attraverso il Corriere Adriatico: “Ho fatto una cavolata senza se e senza ma, ma è una goliardiata universitaria. Non ho giustificazioni”. Il quotidiano marchigiano parla anche di un video riguardante Zio Paperone antisemita, che il candidato Pd bolla come un semplice “doppiaggio a un cartoon” così la temperatura delle polemiche non si abbassa e Ragni, nel polverone di accuse, gioca la carta del complotto ai suoi danni: “Il video ce l’avevo io: è stato girato 4 anni fa e poi, a febbraio-marzo scorsi, rimosso da Youtube. Qualcuno lo ha scaricato prima, poi l’ha tenuto per rimetterlo in rete e sbugiardarmi. Una macchina del fango costruita a regola d’arte”, si sfoga con l’Ansa Fabio Ragni. “Guarda caso – spiega – è successo tutto quando, con un gruppo di giovani, ma anche noti esponenti del Pd, ci siamo messi in moto in vista del rinnovo della segreteria provinciale, per rinnovare in maniera seria il partito. Una sfida, non per ambizione ma negli intenti, che a qualcuno evidentemente non è piaciuta”. Le polemiche? “Se il partito si concentrasse sui problemi – chiosa – e non su vicende come questa, saremmo all’altezza delle scelte del domani”.
Ha gioco facile, a questo punto, il sito Gaypost a rigirare il coltello nella piaga di un Pd afflitto dall’emersione continua di posizioni politiche e pulsioni individuali slegate dalla realtà sociale e dalla sensibilità ai temi etici e civili da partito di centro-sinistra. A suon di scivoloni social (“Aiutiamoli a casa loro”), uscite autolesionistiche (è di Ancona il consigliere poi espulso che avrebbe suggerito a suo figlio di prendere meglio la mira contro Carlo Giuliani), passando per le dichiarazioni di Patrizia Prestipino che vuole “conservare la razza” italiana. E il sito conclude: “Che il video sia stato tolto o no, rimane un interrogativo che da tempo aleggia tra i potenziali ex elettori del Pd: ma come viene selezionata la futura classe dirigente nel partito dell’ex premier?”.