Ancora violenze in Venezuela, dove si vota per l’Assemblea costituente. Un’esplosione si è verificata durante una protesta anti-governativa nella capitale Caracas e diversi poliziotti sono rimasti feriti. Un oppositore è stato ucciso questa mattina e altri sei nelle ultime 24 ore. Secondo quanto reso noto su twitter dalla procura della Repubblica, un candidato è stato ucciso la notte scorsa a casa sua. “Un gruppo ha fatto irruzione” nell’abitazione del 39enne José Felix Pineda, avvocato, a Ciudad Bolivar, “e gli ha esploso numerosi colpi d’arma da fuoco”. Pineda è il secondo candidato assassinato in Venezuela: prima di lui, il 10 luglio scorso, era stato ucciso José Luis Rivas, mentre faceva campagna elettorale nella città di Macaray. Ucciso anche Ricardo Campos, giovane leader del partito oppositore Azione Democratica (Ad) – freddato a Cumanà, capitale dello stato di Sucre (Nordest del paese). Due persone sono state poi uccise a San Jacinto, nell’ovest del Venezuela e un altro è stato ucciso oggi mentre manifestava contro la Costituente di Maduro a Barquisimeto, quarta città più importante del Venezuela. La vittima è un 43enne freddato uno sparo alla testa mentre partecipava in una manifestazione. Si tratta della settima persona uccisa durante manifestazioni antigovernative in Venezuela nelle ultime 24 ore, e la 116/a dall’inizio dell’ondata di protesta nel paese, nello scorso aprile. Nonostante questo secondo il governo e per bocca del ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez “in tutto il paese c’è una calma totale” e le elezioni per l’Assemblea Costituente “stanno andando molto bene”, mentre la responsabile del Consiglio Nazionale Elettorale, Tibisay Lucena, ha dichiarato che “il 99% dei venezuelani sta votando”.
GLI SCONTRI E IL VOTO – Le tensioni sono proseguite l’indomani nella parte occidentale di Caracas, nel distretto di El Paraiso, le forze di sicurezza hanno usato veicoli blindati e lacrimogeni per disperdere i manifestanti che violano il coprifuoco imposto da Maduro, usando anche colpi di arma da fuoco di avvertimento. Intanto il presidente ha aperto le urne e ha votato nel suo seggio della capitale per l’elezione dell’Assemblea dei cittadini composta da 545 membri. “Sono il primo elettore del Paese. Chiedo a Dio che ci protegga in modo che il popolo possa esercitare liberamente il suo diritto democratico di voto”, ha detto, accompagnato dalla moglie Cilia Flores, candidata.
L’INCIDENTE DI MADURO – Un incidente imbarazzante ha segnato oggi il momento in cui Maduro ha votato, trasmesso in diretta dalla televisione pubblica venezuelana. Dopo aver votato, Maduro ha spiegato come funziona il meccanismo di registrazione del voto attraverso il “carnet de la patria”, un documento non ufficiale che è stato distribuito a milioni di cittadini dal partito di governo. Quando una funzionaria del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) ha verificato in diretta il documento di Maduro, però, sullo schermo del suo terminale portatile è comparso il messaggio “questa persona non esiste o il carnet è stato annullato”. La funzionaria del Cne ha fatto finta di nulla -“Tutto a posto?”, ha chiesto Maduro, “Sì, sì” ha risposto lei – e le telecamere si sono allontanate dallo schermo del suo terminale, ma il fermo immagine del messaggio è stato catturato da molti telespettatori, e si sta diffondendo rapidamente attraverso i social network.L’opposizione accusa il governo di usare il “carnet de la patria” – indispensabile per ricevere assistenza sociale e cibo a prezzo sussidiato – come strumento per la gestione clientelare dell’elettorato e di pressione sulle fasce più deboli perché partecipino nelle elezioni di oggi.
GIUDICI, GIORNALISTI E REGISTI – E’ invece il ministro degli Esteri cileno, Heraldo Munoz, a informare che uno dei 33 magistrati designati dal Parlamento venezuelano, in mano all’opposizione, per fare parte del Tribunale Supremo di Giustizia si è rifugiata nell’ambasciata e si trova “sotto la protezione” della autorità di quel paese. Elenis del Valle Rodriguez, questo il nome della magistrata, fa parte di un gruppo di giudici che il Parlamento ha designato per sostituire quelli scelti in modo irregolare nel dicembre del 2015, dopo la dura sconfitta del chavismo nelle elezioni politiche. Almeno uno di questi magistrati, Angel Zerpa, è già stato arrestato dal Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin), dopo che il presidente Nicolas Maduro ha promesso che “ognuno di questi giudici finirà in galera, gli congeleremo i beni e i conti in banca e nessuno li difenderà”.
L’intelligence venezuelana ha arrestato un giornalista dell’emittente privata Venevision, Euclides Sotillo, nel corso di una protesta a El Paraiso, nella zona ovest di Caracas. Lo riferisce il sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp), secondo cui il giornalista è stato “colpito, trascinato a terra e il suo telefono è stato distrutto durante l’arresto da parte dei militari”. Il reporter è stato liberato poco dopo. Finisce agli arresti anche un regista, Oscar Rivas Gamboa, che ha diretto il film d’azione ‘Suspended Death’ del 2015 in cui recitò Oscar Perez, il poliziotto anti Maduro che lo scorso 27 giugno ha guidato un elicottero sui cieli di Caracas lanciando granate sulla Corte suprema e sparando sul ministero dell’Interno. Pare che l’arresto sia legato proprio al poliziotto Oscar Perez.
Mondo
Venezuela, ucciso in casa candidato a Costituente. Blindati disperdono i cortei dell’opposizione. Sette vittime in 24 ore
Altissima tensione durante il voto per la Costituente. Le manifestazioni sono vietate, i blindati le disperdono. Nella notte uccisi altri quattro membri dell'opposizione, uno era candidato all'assemblea costituente. Sette vittime in 24 ore ma per il governo "c'è calma nel Paese". Un giudice si rifugia in ambasciata cilena, arrestato giornalista e regista. Maduro ai seggi ma l'operazione di voto elettronico è una figuraccia
Ancora violenze in Venezuela, dove si vota per l’Assemblea costituente. Un’esplosione si è verificata durante una protesta anti-governativa nella capitale Caracas e diversi poliziotti sono rimasti feriti. Un oppositore è stato ucciso questa mattina e altri sei nelle ultime 24 ore. Secondo quanto reso noto su twitter dalla procura della Repubblica, un candidato è stato ucciso la notte scorsa a casa sua. “Un gruppo ha fatto irruzione” nell’abitazione del 39enne José Felix Pineda, avvocato, a Ciudad Bolivar, “e gli ha esploso numerosi colpi d’arma da fuoco”. Pineda è il secondo candidato assassinato in Venezuela: prima di lui, il 10 luglio scorso, era stato ucciso José Luis Rivas, mentre faceva campagna elettorale nella città di Macaray. Ucciso anche Ricardo Campos, giovane leader del partito oppositore Azione Democratica (Ad) – freddato a Cumanà, capitale dello stato di Sucre (Nordest del paese). Due persone sono state poi uccise a San Jacinto, nell’ovest del Venezuela e un altro è stato ucciso oggi mentre manifestava contro la Costituente di Maduro a Barquisimeto, quarta città più importante del Venezuela. La vittima è un 43enne freddato uno sparo alla testa mentre partecipava in una manifestazione. Si tratta della settima persona uccisa durante manifestazioni antigovernative in Venezuela nelle ultime 24 ore, e la 116/a dall’inizio dell’ondata di protesta nel paese, nello scorso aprile. Nonostante questo secondo il governo e per bocca del ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez “in tutto il paese c’è una calma totale” e le elezioni per l’Assemblea Costituente “stanno andando molto bene”, mentre la responsabile del Consiglio Nazionale Elettorale, Tibisay Lucena, ha dichiarato che “il 99% dei venezuelani sta votando”.
GLI SCONTRI E IL VOTO – Le tensioni sono proseguite l’indomani nella parte occidentale di Caracas, nel distretto di El Paraiso, le forze di sicurezza hanno usato veicoli blindati e lacrimogeni per disperdere i manifestanti che violano il coprifuoco imposto da Maduro, usando anche colpi di arma da fuoco di avvertimento. Intanto il presidente ha aperto le urne e ha votato nel suo seggio della capitale per l’elezione dell’Assemblea dei cittadini composta da 545 membri. “Sono il primo elettore del Paese. Chiedo a Dio che ci protegga in modo che il popolo possa esercitare liberamente il suo diritto democratico di voto”, ha detto, accompagnato dalla moglie Cilia Flores, candidata.
L’INCIDENTE DI MADURO – Un incidente imbarazzante ha segnato oggi il momento in cui Maduro ha votato, trasmesso in diretta dalla televisione pubblica venezuelana. Dopo aver votato, Maduro ha spiegato come funziona il meccanismo di registrazione del voto attraverso il “carnet de la patria”, un documento non ufficiale che è stato distribuito a milioni di cittadini dal partito di governo. Quando una funzionaria del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) ha verificato in diretta il documento di Maduro, però, sullo schermo del suo terminale portatile è comparso il messaggio “questa persona non esiste o il carnet è stato annullato”. La funzionaria del Cne ha fatto finta di nulla -“Tutto a posto?”, ha chiesto Maduro, “Sì, sì” ha risposto lei – e le telecamere si sono allontanate dallo schermo del suo terminale, ma il fermo immagine del messaggio è stato catturato da molti telespettatori, e si sta diffondendo rapidamente attraverso i social network.L’opposizione accusa il governo di usare il “carnet de la patria” – indispensabile per ricevere assistenza sociale e cibo a prezzo sussidiato – come strumento per la gestione clientelare dell’elettorato e di pressione sulle fasce più deboli perché partecipino nelle elezioni di oggi.
GIUDICI, GIORNALISTI E REGISTI – E’ invece il ministro degli Esteri cileno, Heraldo Munoz, a informare che uno dei 33 magistrati designati dal Parlamento venezuelano, in mano all’opposizione, per fare parte del Tribunale Supremo di Giustizia si è rifugiata nell’ambasciata e si trova “sotto la protezione” della autorità di quel paese. Elenis del Valle Rodriguez, questo il nome della magistrata, fa parte di un gruppo di giudici che il Parlamento ha designato per sostituire quelli scelti in modo irregolare nel dicembre del 2015, dopo la dura sconfitta del chavismo nelle elezioni politiche. Almeno uno di questi magistrati, Angel Zerpa, è già stato arrestato dal Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin), dopo che il presidente Nicolas Maduro ha promesso che “ognuno di questi giudici finirà in galera, gli congeleremo i beni e i conti in banca e nessuno li difenderà”.
L’intelligence venezuelana ha arrestato un giornalista dell’emittente privata Venevision, Euclides Sotillo, nel corso di una protesta a El Paraiso, nella zona ovest di Caracas. Lo riferisce il sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp), secondo cui il giornalista è stato “colpito, trascinato a terra e il suo telefono è stato distrutto durante l’arresto da parte dei militari”. Il reporter è stato liberato poco dopo. Finisce agli arresti anche un regista, Oscar Rivas Gamboa, che ha diretto il film d’azione ‘Suspended Death’ del 2015 in cui recitò Oscar Perez, il poliziotto anti Maduro che lo scorso 27 giugno ha guidato un elicottero sui cieli di Caracas lanciando granate sulla Corte suprema e sparando sul ministero dell’Interno. Pare che l’arresto sia legato proprio al poliziotto Oscar Perez.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.