“Temo di aver commesso un omicidio”. Con queste parole, pronunciate al citofono della Polizia Stradale di Palmanova, Francesco Mazzega, 34 anni, ha confessato di aver strangolato ieri sera la fidanzata 21enne Nadia Orlando. Lo riferisce il vicequestore aggiunto di Udine, Massimiliano Ortolan, al termine dell’interrogatorio dell’uomo che questa mattina si è presentato al Comando con il cadavere della ragazza a bordo della proprio automobile. Il corpo era reclinato sul posto a fianco del guidatore ed è stato rimosso verso le ore 11.30. La vettura, una Toyota Yaris, è stata esaminata nel parcheggio della caserma dalla Polizia scientifica e dal medico legale.
L’omicidio è avvenuto in macchina, a seguito di un litigio per quelle che l’uomo ha definito “piccole problematiche, che erano viste come molto grandi da lui e forse sottovalutate da lei”. Discussioni che sarebbero legate, in particolare, alla gelosia dell’uomo nei confronti di una fidanzata di 13 anni più giovane. “La differenza di età all’interno della coppia sembra che rappresentasse un problema – spiega il vicequestore – Ieri sera c’è stata l’ennesima lite, forse è volata qualche parola di troppo, almeno secondo quanto sostiene il reo confesso, e a quel punto l’uomo ha preso al collo la fidanzata fino a stordirla e farle perdere conoscenza, tragico preludio al decesso”.
La vittima e l’omicida erano colleghi e lavoravano nell’azienda ‘Lima’ di San Daniele del Friuli, specializzata in protesi ortopediche. I due erano attesi al lavoro stamani alle ore 9.00 ma non si erano presentati: la coppia era infatti scomparsi da ieri sera. Secondo quanto emerge dall’interrogatorio, il 34enne, dopo aver ucciso la ragazza intorno alle 22, ha vagato senza meta nel friulano per circa 11 ore con il suo corpo in macchina.
“Ci ha riferito di aver girato senza meta – ha detto Ortolan – e di non aver chiamato nessuno al telefono, circostanza che sarebbe confermata dal fatto che le utenze della coppia risultavano sempre irraggiungibili quando i genitori di lei provavano a contattarle”. La scelta di costituirsi alla Polizia Stradale di Palmanova sarebbe tuttavia casuale. “Transitava da queste parti e ha deciso di fermarsi. Dalle immagini della videosorveglianza abbiamo anche notato una certa titubanza nella manovra di avvicinamento, ma poi ha scelto di parcheggiare e assumersi ogni responsabilità”.
Gli investigatori hanno inoltre chiarito che l’allarme era scattato in piena notte. “Intorno 6 – ha riferito il vicequestore – non vedendo la ragazza rientrare, nonostante avesse annunciato di voler uscire col fidanzato solo per un breve giro nei dintorni, i genitori hanno denunciato la scomparsa; da quel momento sono scattati gli accertamenti delle forze dell’ordine, interrotti soltanto quando l’uomo si è presentato spontaneamente”. Secondo le prime informazioni l’uomo era andato a prendere Nadia ieri sera nell’abitazione dove viveva con i genitori e un fratello, per poi uscire insieme in auto.
“Mi vergogno troppo per ciò che ho fatto: non voglio incontrare i miei genitori”. Ha affermato il reo confesso rivolgendosi agli investigatori che gli avevano concesso un breve colloquio con i familiari al termine dell’interrogatorio prima di essere trasferito in carcere. Mazzega ha però rifiutato. “Non se la sentiva – ha spiegato il vicequestore – I genitori, che erano in vacanza in montagna, erano venuti appena avvisati della tragedia. Hanno atteso tutto il giorno, ma poi li abbiamo congedati spiegando loro le motivazioni del figlio”.
Il responsabile dell’omicidio ha anche avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche: un’ambulanza ha raggiunto il comando della Polizia per valutare le sue condizioni di salute. Da quanto si è appreso, era molto provato dalla vicenda, accusava palpitazioni e necessitava di una terapia farmacologica che potesse attenuare la tensione. Dopo la visita, che ha escluso complicazioni, è stato trasferito in carcere.