È in corso il “sequestro” di tutte le istituzioni del paese da parte di un unico mandante, il partito del presidente. La denuncia arriva da Julio Borges, presidente del parlamento venezuelano, controllato dall’opposizione, dopo la rimozione della procuratrice generale Luisa Ortega Díaz da parte dell’Assemblea costituente. “Noi respingiamo e disconosciamo la destituzione del procuratore generale. Si tratta di un atto non valido, illegale e incostituzionale”.
Il leader dell’opposizione, parlando alla stampa, ha sottolineato come l’unica istituzione che potrebbe rimuovere l’alto magistrato e sostituirlo è l’Assemblea nazionale (il parlamento), controllato dall’opposizione il cui destino è ignoto dopo l’insediamento dell’Assemblea costituente imposta dal presidente Nicolas Maduro. Borges però ha poi assicurato che “questo paese non si sta arrendendo e non ci sconfiggeranno usando la forza”. “Continueremo a fare il nostro lavoro e lunedì mattina saremo al nostro posto come abbiamo sempre fatto“, ha aggiunto, assicurando che il Parlamento continuerà a lavorare normalmente: “Continueremo a onorare la volontà dei milioni di venezuelani che ci hanno scelto il 6 dicembre 2015”. “Questo non è un governo forte, ma un governo totalmente marcio e senza morale che ha sostenuto la violenza istituzionale”, ha aggiunto, concludendo che le forze armate hanno ormai deciso di diventare la “guardia del corpo” del governo Maduro.
Intanto il leader dell’opposizione venezuelana, Leopoldo Lopez, dopo l’arresto con irruzione in casa alcuni giorni fa, è tornato agli arresti domiciliari. A darne notizia è la moglie di Lopez, Lilian Tintori, che in un messaggio su Twitter ha scritto che lei e suo marito si batteranno per “la pace e la libertà in Venezuela”.
Acaban de trasladar a Leopoldo a la casa. Seguimos con más convicción y firmeza para lograr la Paz y la libertad de Venezuela!
— Lilian Tintori (@liliantintori) 6 agosto 2017
Lopez era stato rilasciato dalla prigione l’8 luglio scorso e messo ai domiciliari dopo aver scontato 3 dei 13 anni di prigione ai quali è stato condannato per aver incitato violenza durante alcune manifestazioni dell’opposizione. Martedì scorso, nel cuore della notte, era stato trasferito di nuovo in prigione, insieme con l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, in quello che in molti definirono come l’ennesimo attacco all’opposizione in vista dell’elezione della Costituente.
Sulla rimozione della procuratrice è intervenuto anche il premier Gentiloni su Twitter: “#Venezuela Immagine della procuratrice Luisa Ortega Diaz destituita che fugge in moto impone una risposta diplomatica europea contro la deriva autoritaria”.