Ha fatto a pezzi la sorella. Poi ha gettato le gambe in un cassonetto del quartiere residenziale dei Parioli, mentre ha lasciato busto e testa in un secondo contenitore dell’immondizia, in un’altra zona, nel quartiere Flaminio. Un Ferragosto shock nei quartieri bene di Roma. Maurizio Diotallevi, 62 anni, ha confessato l’omicidio della sorella Nicoletta, di tre anni più giovane. Vivevano insieme in un’abitazione vicina a uno dei cassonetti. Era stato lui, due giorni fa, a denunciare la scomparsa della sorella. Ma il suo piano è fallito nel giro di poche ore. A ritrovare le gambe (legate tra loro con nastro adesivo da pacchi) nel bidone ai Parioli, in via Maresciallo Pilsudsky, è stata una nomade che stava rovistando all’interno del contenitore e che ha dato subito l’allarme. In un terzo bidone, in un’altra strada del quartiere Flaminio, sono stati trovati i vestiti della donna e alcuni oggetti personali.
Da qui sono partite le ricerche e le indagini della squadra mobile della polizia che hanno portato in questura Diotallevi, interrogandolo per diverse ore fino alla piena confessione. Ora il 62enne è a Rebibbia: dovrà rispondere di omicidio e occultamento di cadavere. Ancora da definire il movente: secondo quanto emerge da fonti della questura, alla base del delitto c’è una lite per denaro, che lui chiedeva e lei non concedeva. La sorella era tornata in quella casa, ereditata dal padre ufficiale dell’esercito, nel 2005, in seguito alla morte della madre. Spesso, secondo gli inquirenti, i due avevano liti per questioni economiche: a lavorare era solo la sorella e Maurizio le faceva spesso richieste di denaro. L’ennesima discussione il giorno prima di Ferragosto sarebbe stata la causa del delitto. Il legale di Diotallevi Gaetano Scalise ha detto tuttavia di escludere i motivi economici.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori coordinati dal pm Marcello Cascini, Nicoletta Diotallevi è stata strangolata. Solo dopo il fratello ha deciso di far scomparire il corpo tagliandolo a pezzi. E’ passato almeno un giorno dalla denuncia di scomparsa alla decisione di disfarsi del corpo, un tempo – l’intera giornata di Ferragosto – durante il quale probabilmente Diotallevi ha dovuto pensare a come liberarsi del cadavere decidendosi poi che l’unico modo fosse sezionarlo per riuscire a trasportarlo in strada e magari anche ritardare l’identificazione. La polizia deve ancora ritrovare l’arma che Diotallevi ha utilizzato per fare a pezzi il corpo.
A piegare in poco tempo le resistenze di Diotallevi due circostanze, in particolare. La prima: da subito ha fornito versioni contrastanti. La seconda: i sistemi di videosorveglianza di zone diverse lo hanno filmato mentre caricava un sacco nero in auto e poi lo scaricava proprio dentro il bidone dell’immondizia di via Pilsudsky. L’intera area è ampiamente sorvegliata dalle telecamere di sicurezza. Il palazzo dove abitavano i fratelli peraltro si trova tra una caserma dell’esercito e una delle sedi della questura di Roma, davanti alla scuola superiore di polizia.