La Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 persone per il crac della Vecchia Banca Marche e della controllata Medioleasing, per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta all’ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Le conclusioni sono state sottoposte a luglio al Gup Carlo Cimini che fisserà l’udienza entro qualche mese, ma la notizia è stata resa pubblica solo il 18 agosto. Fra gli ex vertici per i quali i pm chiedono il processo ci sono l’ex direttore generale dell’istituto Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa. Rispetto ai 18 indagati che a gennaio avevano ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno sollecitato l’archiviazione completa delle accuse solo per l’ex vice direttore generale Leonardo Cavicchia. Mentre per Claudio Dell’Aquila (ex vice dg di Bm fino al 2009 e presidente del cda di Medioleasing fino al 2013) la procura ha chiesto di archiviare gli addebiti relativi al default di Bm, e di rinviare il manager giudizio per le accuse relative a Medioleasing.
Bianconi è già a processo per corruzione tra privati, insieme agli imprenditori Davide Degennaro e Vittorio Casale. Un procedimento nato da un’indagine stralcio rispetto a quella principale, ormai giunta la termine, sul crac della vecchia Banca Marche, affondata da un buco da 920 milioni di euro e poi sottoposta a procedura di risoluzione. A metà luglio, a sorpresa, è comparso in Tribunale ad Ancona davanti al collegio giudicante. Gli altri due sono stati rappresentati dai rispettivi legali. Al centro del processo un presunto scambio di favori: l’affidamento di finanziamenti contro il passaggio di una palazzina di pregio a Roma, in via Archimede, a una società intestata a familiari di Bianconi.
Secondo la procura, il patrimonio di Banca Marche, dichiarata insolvente nel marzo del 2016, sarebbe stato distrutto anche con ”operazioni dolose”: una sessantina i finanziamenti nel mirino degli inquirenti. Soldi concessi tra il 2007 e il 2012, con “abuso di poteri e violazione di doveri“, stando all’accusa, per “conseguire un ingiusto profitto a danno della società”, in una “strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi”. Le difese respingono gli addebiti, sostenendo che non vi fu dolo nella gestione creditizia della banca, che non vi sarebbe alcun elemento per contestare la bancarotta e alcuna rilevanza di rapporti personali per gli affidamenti. Ora sarà il Gup a prendere una decisione su eventuali processi o proscioglimenti.
Le prassi che secondo la procura di Ancona avrebbero contribuito al dissesto da 920 milioni di euro della banca comprendevano finanziamenti lampo senza istruttoria concessi a società che versavano in situazioni economiche e patrimoniali difficili,garanzie non effettive o carenti, importi erogati per estinguere debiti pregressi. A distruggere il patrimonio societario, per l’accusa, furono “operazioni dolose“: finanziamenti concessi tra il 2007 e il 2012 con “abuso di poteri e violazione di doveri” per “conseguire un ingiusto profitto a danno della società”, in una “strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il direttore generale Massimo Bianconi”.
Resta al vaglio della Procura la posizione di altri funzionari della banca e imprenditori coinvolti nell’indagine ‘madre’, che ha riguardato più di 40 persone. Al momento dunque rischiano un processo Giuseppe Michele Ambrosini (ex presidente Bm), Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Giuseppe Barchiesi (dg Medioleasing), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (Cda Bm), Massimo Bianconi (ex dg), Bruno Brusciotti (cda Bm), Lauro Costa (presidente Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D’Angelo (Cda Bm e presidente del collegio sindacale di Medioleasing), Stefano Gioacchini (Nucleo tecnico Medioleasing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Tonino Perini (vice presidente Bm), Marco Pierluca (Cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente del collegio sindacale di Bm), Stefano Vallesi (vice dg di Bm e membro del Cda Medioleasing), oltre a Dell’Aquila. Uno degli indagati, stando a indiscrezioni, avrebbe chiesto di patteggiare.
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Banca Marche, chiesto il rinvio a giudizio per 17 ex dirigenti. Anche l’ex dg Bianconi e l’ex presidente Ambrosini
Secondo l'accusa l'istituto concedeva finanziamenti lampo senza istruttoria a società in situazioni economiche e patrimoniali difficili, con garanzie carenti e senza chiedere prima l'estinzione dei debiti pregressi. Bianconi è già a processo per corruzione tra privati
La Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 persone per il crac della Vecchia Banca Marche e della controllata Medioleasing, per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta all’ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Le conclusioni sono state sottoposte a luglio al Gup Carlo Cimini che fisserà l’udienza entro qualche mese, ma la notizia è stata resa pubblica solo il 18 agosto. Fra gli ex vertici per i quali i pm chiedono il processo ci sono l’ex direttore generale dell’istituto Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa. Rispetto ai 18 indagati che a gennaio avevano ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno sollecitato l’archiviazione completa delle accuse solo per l’ex vice direttore generale Leonardo Cavicchia. Mentre per Claudio Dell’Aquila (ex vice dg di Bm fino al 2009 e presidente del cda di Medioleasing fino al 2013) la procura ha chiesto di archiviare gli addebiti relativi al default di Bm, e di rinviare il manager giudizio per le accuse relative a Medioleasing.
Bianconi è già a processo per corruzione tra privati, insieme agli imprenditori Davide Degennaro e Vittorio Casale. Un procedimento nato da un’indagine stralcio rispetto a quella principale, ormai giunta la termine, sul crac della vecchia Banca Marche, affondata da un buco da 920 milioni di euro e poi sottoposta a procedura di risoluzione. A metà luglio, a sorpresa, è comparso in Tribunale ad Ancona davanti al collegio giudicante. Gli altri due sono stati rappresentati dai rispettivi legali. Al centro del processo un presunto scambio di favori: l’affidamento di finanziamenti contro il passaggio di una palazzina di pregio a Roma, in via Archimede, a una società intestata a familiari di Bianconi.
Secondo la procura, il patrimonio di Banca Marche, dichiarata insolvente nel marzo del 2016, sarebbe stato distrutto anche con ”operazioni dolose”: una sessantina i finanziamenti nel mirino degli inquirenti. Soldi concessi tra il 2007 e il 2012, con “abuso di poteri e violazione di doveri“, stando all’accusa, per “conseguire un ingiusto profitto a danno della società”, in una “strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi”. Le difese respingono gli addebiti, sostenendo che non vi fu dolo nella gestione creditizia della banca, che non vi sarebbe alcun elemento per contestare la bancarotta e alcuna rilevanza di rapporti personali per gli affidamenti. Ora sarà il Gup a prendere una decisione su eventuali processi o proscioglimenti.
Le prassi che secondo la procura di Ancona avrebbero contribuito al dissesto da 920 milioni di euro della banca comprendevano finanziamenti lampo senza istruttoria concessi a società che versavano in situazioni economiche e patrimoniali difficili,garanzie non effettive o carenti, importi erogati per estinguere debiti pregressi. A distruggere il patrimonio societario, per l’accusa, furono “operazioni dolose“: finanziamenti concessi tra il 2007 e il 2012 con “abuso di poteri e violazione di doveri” per “conseguire un ingiusto profitto a danno della società”, in una “strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il direttore generale Massimo Bianconi”.
Resta al vaglio della Procura la posizione di altri funzionari della banca e imprenditori coinvolti nell’indagine ‘madre’, che ha riguardato più di 40 persone. Al momento dunque rischiano un processo Giuseppe Michele Ambrosini (ex presidente Bm), Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Giuseppe Barchiesi (dg Medioleasing), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (Cda Bm), Massimo Bianconi (ex dg), Bruno Brusciotti (cda Bm), Lauro Costa (presidente Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D’Angelo (Cda Bm e presidente del collegio sindacale di Medioleasing), Stefano Gioacchini (Nucleo tecnico Medioleasing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Tonino Perini (vice presidente Bm), Marco Pierluca (Cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente del collegio sindacale di Bm), Stefano Vallesi (vice dg di Bm e membro del Cda Medioleasing), oltre a Dell’Aquila. Uno degli indagati, stando a indiscrezioni, avrebbe chiesto di patteggiare.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.