Quando il governo gli aveva impugnato la legge, aveva impiegato quattro giorni per replicare. Poi con uno dei suoi comunicati aveva sfidato l’esecutivo. “Bloccano il nostro regolamento? Da domani mi aspetto che siano impegnati l’Esercito, il Genio Militare, i Provveditorati alle Opere Pubbliche per procedere alle immediate demolizioni“, era stata la provocazione di Vincenzo De LucaUn tono completamente opposto a quello usato dal governatore della Campania nelle ore successive al terremoto di Ischia.

“L’abusivismo è una emergenza che ci trasciniamo da almeno trent’anni e su cui si è chiacchierato tanto senza mai muovere un dito. Per la Campania si tratta di almeno settantamila alloggi abusivi rispetto ai quali occorre il massimo rigore. Ad Ischia sono stati compiuti abusi di tipo criminale, con strutture costruite in zone a rischio idrogeologico che vanno abbattute il prima possibile”, ha detto l’ex sindaco di Salerno, intervenendo nella notte a Radio 1. Parole dure che però – in bocca a De Luca –  suonano quantomeno come una novità. Il perché lo spiega il Verde Angelo Bonelli. “De Luca ha appena detto che l’abusivismo è un’emergenza. Una affermazione assolutamente grave, pronunciata da un Presidente che ha fatto approvare a giugno dal Consiglio regionale della Campania una legge che blocca le demolizioni e che  su nostro ricorso, è stata meritoriamente impugnata dal Governo”, attacca del leader ambientalista. “L’8 agosto – ricorda sempre Bonelli – De Luca ha pronunciato una memorabile frase: Non ce ne frega niente e andiamo avanti. Un comportamento irresponsabile. Il presidente abbia l’onestà intellettuale di ritirare la sua legge “.

Il riferimento del coordinatore dei Verdi è per la legge regionale campana sottoscritta da De Luca il 22 giugno scorso. Una norma che nei fatti blocca le demolizioni. Ma come? Il principe della lotta all’abusivismo che firma una legge salva abusi? Sissignore. In gergo si chiamano “misure alternative agli abbattimenti” e sono un modo per non fare scoppiare la rivolta tra i proprietari delle circa settantamila case abusive che ci sono in Campania. La legge di De Luca prende spunto da una legge nazionale, e cioè il testo unico in materia edilizia del 2001, che prevede l’intervento del dirigente comunale in caso di abuso. Viene ordinata la demolizione dell’immobile a carico di ha commesso l’abuso, ma se non si prevede all’abbattimento la struttura viene acquisita dal comune. Che, però, a quel punto può anche dichiarare “l’esistenza di prevalenti interessi pubblici“: in pratica mantenere in piedi l’immobile. Il passo avanti fatto dalla legge campana è costituito dalle linee guida regionali da approvare nei consigli comunali. Il punto fondamentale della norma è quello che prevede l’affitto e la vendita dell’immobile abusivo acquisito dal comune con una preferenza per chi l’occupava in origine. Insomma un regolamento che somiglia molto a quello varato dalla giunta del M5s a Bagheria, in provincia di Palermo, e che nei giorni scorsi era stato attaccato frontalmente dallo stesso Bonelli.

Del resto, qualche giorno fa, anche De Luca confermava le caratteristiche della sua norma. “Il relazione a migliaia di costruzioni abusive e lasciate lì per vent’anni fra ideologismi e inconcludenze operative, non si ipotizzano affatto condoni, ma si prevede per i Comuni la facoltà, se essi lo riterranno, di valutare l’utilità sociale degli immobili. In questo caso si ipotizza la requisizione degli alloggi (altro che condono!), e la loro acquisizione al patrimonio pubblico. Il Comune può prevedere poi un uso sociale a favore di chi ha le stesse condizioni di reddito previste per poter richiedere un alloggio popolare”, diceva il governatore dopo che l’esecutivo di Paolo Gentiloni aveva deciso d’impugnare la legge campana. Uno stop che De Luca e il suo assessore Fulvio Bonavitacola avevano cercato di evitare: i giornali campani riferiscono di un vero e proprio pressing dei due politici sullo stesso premier e sul ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, complice anche la comune militanza nel Pd. Niente da fare però. Il governo alla fine aveva bloccato il regolamento di De Luca e un altro leader del Pd, il ministro Graziano Delrio, aveva rivendicato quello stop, definendo la legge campana come “ispirata a principi diversi da quelli dell’ interesse nazionale”, e indicandola come monito per nuove impugnazioni future.

Insomma uno schiaffo in piena faccia per De Luca che dopo quattro giorni di silenzio aveva ceduto alla replica. “Il Governo ha impugnato tale legge non nel merito, ma sollevando un problema di competenza sulla materia, ritenuta esclusivamente statale”, era il distinguo del presidente che non aveva rinunciato a provocare l’esecutivo. “Il Governo rivendica ed io concordo la propria competenza esclusiva in materia di condono. Mi aspetto dunque che coerentemente, da domani siano impegnati l’Esercito, il Genio Militare, i Provveditorati alle Opere Pubbliche per procedere alle immediate demolizioni”. Come dire: ci bloccate la legge? E allora venite a demolire. Non proprio l’espressione tipica di chi oggi considera l’abusivismo “un’emergenza”.

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