Sarà ricordato come il lunedì nero delle università italiane: 5.444 docenti di 79 atenei diversi hanno proclamato uno sciopero degli esami per protestare contro il blocco degli scatti stipendiali relativi al quinquennio 2011-2015. Una protesta che non si vedeva da oltre quarant’anni in Italia: è dagli anni Settanta che non vi è una mobilitazione di questo genere che è destinata a creare disagi a migliaia di studenti.
L’iniziativa, promossa da una rete di docenti riuniti nel “Movimento per la dignità della docenza universitaria”, è capitanata dal professor Carlo Vincenzo Ferraro del Politecnico di Torino. “Il 7 giugno ci hanno chiesto delle proposte che abbiamo fatto ma sono cadute nel vuoto. La ministra in tutte le sedi parla di trattativa aperta ma in realtà non esiste alcuna negoziazione visto che non abbiamo avuto responsi”, spiega il docente. Ferraro definisce l’atteggiamento del ministero “una mancanza di volontà”: “Non serve uno sforzo finanziario tale da mandare in rovina il Paese per risolvere questa questione che non è solo economica ma di dignità. Abbiamo sofferto con tutto il pubblico impiego questa situazione ma mentre al 1 gennaio 2015 hanno sbloccato per tutti, per noi è stato chiesto un ulteriore anno di blocco. Il problema è che quei cinque anni per noi sono inesistenti: noi ci siamo addormentati nel 2010 e risvegliati nel 2015 buttando all’aria cinque anni di professionalità come se non avessimo lavorato. Questo è un danno per la nostra pensione ma anche per i giovani ricercatori”.
Ma quella di oggi è solo la prima battaglia di una guerra che si preannuncia lunga. Ferraro è pronto a lanciare un’azione per chiedere un piano organico di assunzioni per i ricercatori e per gli associati. Intanto da stamattina i docenti si asterranno dal tenere il primo degli appelli degli esami già programmati tra il 28 agosto e il 31 ottobre, per la durata massima di 24 ore. Tutti gli esami verranno spostati all’appello successivo. Unica concessione per chi è alla tappa finale: nel caso in cui lo sciopero impedisse ad uno studente di laurearsi i professori sono disposti a fare un secondo appello qualche giorno dopo, sempre che l’ateneo lo autorizzi.
Nessuna sospensione, invece, delle lezioni che si svolgeranno regolarmente. Il disagio comunque ci sarà perché le adesioni alla protesta sono previste in tutt’Italia: a Pisa sono 264 i docenti che incroceranno le braccia, a Bologna 213, a Bari 162, a Firenze 120, a Genova 118, a Siena 96, 90 a Catania e Torino e 86 a Salerno. I docenti d’altro canto vogliono far sentire a tutti le loro ragioni: “Chiediamo un provvedimento legislativo dove le classi e gli scatti stipendiali bloccati dal 2011 al 2015 vengano sbloccati dal 1 gennaio 2015 anziché come attualmente dal 1 gennaio 2016. Inoltre vogliamo che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1 gennaio 2015”, spiegano i promotori della protesta che sono – oltre a Ferrero – Carmela Cappelli, Carla Cuomo e Paolo D’Achille.
Una vicenda che si trascina dal 2014 e che negli ultimi mesi ha visto una trattativa finita nel nulla tra i professori e la ministra Valeria Fedeli: “Questo sciopero- spiega D’Achille dell’Università Roma Tre – era stato indetto già per il febbraio scorso quando ancora c’era il governo Renzi. Dopo il referendum abbiamo sospeso la nostra iniziativa in attesa della nomina della nuova ministra. Valeria Fedeli contrariamente a Stefania Giannini che non ci ha mai risposto ci ha ricevuto nel mese di marzo impegnandosi a dare qualche risposta entro due mesi”. Quel riscontro non è mai arrivato. A maggio i docenti hanno sollecitato un nuovo incontro ma non c’è stata alcuna svolta. “A quel punto – prosegue D’Achille – abbiamo proclamato lo sciopero. La Commissione di Garanzia ci ha convocati in luglio: a quel tavolo c’era anche un delegato del ministero che ha precisato che non si considerava chiusa la trattativa. Di fronte a questa disponibilità siamo stati invitati a trovare un accordo. Il presidente della Commissione di Garanzia ha scritto alla ministra ma non abbiamo più ricevuto alcun riscontro da viale Trastevere. Non ci resta che scioperare”.
A seguire la vicenda sono anche i sindacati confederali: “Ci siamo accorti – spiega Francesco De Simone della Cisl – che per il personale docente universitario non essendo contrattualizzato non vi era stata la possibilità di rimuovere quel blocco che incide sul trattamento stipendiale. Abbiamo chiesto un intervento normativo per superare la questione. È una questione di giustizia. Molti lamentano il fatto che i docenti universitari hanno stipendi molto alti rispetto alle altre categorie del pubblico impiego ma se li confrontiamo con altri Paesi ci accorgiamo che non è vero. Serve una ricostruzione di carriera per questi docenti”.
Scuola
Università, il lunedì nero degli atenei: più di 5mila docenti proclamano lo sciopero degli esami in tutta Italia
I professori di 79 università non terranno il primo appello d'esame: scioperano contro il blocco degli scatti stipendiali relativi al quinquennio 2011-2015. Una protesta che non si vedeva da oltre quarant’anni, destinata a creare disagi a migliaia di studenti. “Non è una questione solamente economica ma di dignità", dice il professor Carlo Vincenzo Ferraro del Politecnico di Torino
Sarà ricordato come il lunedì nero delle università italiane: 5.444 docenti di 79 atenei diversi hanno proclamato uno sciopero degli esami per protestare contro il blocco degli scatti stipendiali relativi al quinquennio 2011-2015. Una protesta che non si vedeva da oltre quarant’anni in Italia: è dagli anni Settanta che non vi è una mobilitazione di questo genere che è destinata a creare disagi a migliaia di studenti.
L’iniziativa, promossa da una rete di docenti riuniti nel “Movimento per la dignità della docenza universitaria”, è capitanata dal professor Carlo Vincenzo Ferraro del Politecnico di Torino. “Il 7 giugno ci hanno chiesto delle proposte che abbiamo fatto ma sono cadute nel vuoto. La ministra in tutte le sedi parla di trattativa aperta ma in realtà non esiste alcuna negoziazione visto che non abbiamo avuto responsi”, spiega il docente. Ferraro definisce l’atteggiamento del ministero “una mancanza di volontà”: “Non serve uno sforzo finanziario tale da mandare in rovina il Paese per risolvere questa questione che non è solo economica ma di dignità. Abbiamo sofferto con tutto il pubblico impiego questa situazione ma mentre al 1 gennaio 2015 hanno sbloccato per tutti, per noi è stato chiesto un ulteriore anno di blocco. Il problema è che quei cinque anni per noi sono inesistenti: noi ci siamo addormentati nel 2010 e risvegliati nel 2015 buttando all’aria cinque anni di professionalità come se non avessimo lavorato. Questo è un danno per la nostra pensione ma anche per i giovani ricercatori”.
Ma quella di oggi è solo la prima battaglia di una guerra che si preannuncia lunga. Ferraro è pronto a lanciare un’azione per chiedere un piano organico di assunzioni per i ricercatori e per gli associati. Intanto da stamattina i docenti si asterranno dal tenere il primo degli appelli degli esami già programmati tra il 28 agosto e il 31 ottobre, per la durata massima di 24 ore. Tutti gli esami verranno spostati all’appello successivo. Unica concessione per chi è alla tappa finale: nel caso in cui lo sciopero impedisse ad uno studente di laurearsi i professori sono disposti a fare un secondo appello qualche giorno dopo, sempre che l’ateneo lo autorizzi.
Nessuna sospensione, invece, delle lezioni che si svolgeranno regolarmente. Il disagio comunque ci sarà perché le adesioni alla protesta sono previste in tutt’Italia: a Pisa sono 264 i docenti che incroceranno le braccia, a Bologna 213, a Bari 162, a Firenze 120, a Genova 118, a Siena 96, 90 a Catania e Torino e 86 a Salerno. I docenti d’altro canto vogliono far sentire a tutti le loro ragioni: “Chiediamo un provvedimento legislativo dove le classi e gli scatti stipendiali bloccati dal 2011 al 2015 vengano sbloccati dal 1 gennaio 2015 anziché come attualmente dal 1 gennaio 2016. Inoltre vogliamo che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1 gennaio 2015”, spiegano i promotori della protesta che sono – oltre a Ferrero – Carmela Cappelli, Carla Cuomo e Paolo D’Achille.
Una vicenda che si trascina dal 2014 e che negli ultimi mesi ha visto una trattativa finita nel nulla tra i professori e la ministra Valeria Fedeli: “Questo sciopero- spiega D’Achille dell’Università Roma Tre – era stato indetto già per il febbraio scorso quando ancora c’era il governo Renzi. Dopo il referendum abbiamo sospeso la nostra iniziativa in attesa della nomina della nuova ministra. Valeria Fedeli contrariamente a Stefania Giannini che non ci ha mai risposto ci ha ricevuto nel mese di marzo impegnandosi a dare qualche risposta entro due mesi”. Quel riscontro non è mai arrivato. A maggio i docenti hanno sollecitato un nuovo incontro ma non c’è stata alcuna svolta. “A quel punto – prosegue D’Achille – abbiamo proclamato lo sciopero. La Commissione di Garanzia ci ha convocati in luglio: a quel tavolo c’era anche un delegato del ministero che ha precisato che non si considerava chiusa la trattativa. Di fronte a questa disponibilità siamo stati invitati a trovare un accordo. Il presidente della Commissione di Garanzia ha scritto alla ministra ma non abbiamo più ricevuto alcun riscontro da viale Trastevere. Non ci resta che scioperare”.
A seguire la vicenda sono anche i sindacati confederali: “Ci siamo accorti – spiega Francesco De Simone della Cisl – che per il personale docente universitario non essendo contrattualizzato non vi era stata la possibilità di rimuovere quel blocco che incide sul trattamento stipendiale. Abbiamo chiesto un intervento normativo per superare la questione. È una questione di giustizia. Molti lamentano il fatto che i docenti universitari hanno stipendi molto alti rispetto alle altre categorie del pubblico impiego ma se li confrontiamo con altri Paesi ci accorgiamo che non è vero. Serve una ricostruzione di carriera per questi docenti”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.