Trentamila euro di risarcimento per danno erariale. E’ quanto dovranno pagare il sindaco di Bologna Virginio Merola, la sua giunta e due dirigenti comunali per aver assunto come capo di gabinetto Marco Lombardelli, sprovvisto di laurea, titolo di studio necessario per ricoprire l’incarico.
La terza sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha confermato la condanna in primo grado del novembre del 2014 che aveva però ridimensionato il danno erariale provocato, quantificandolo in 30mila euro, mentre la Procura della magistratura contabile contestava la cifra di 45mila e 539 euro (corrispondenti alle spese sostenute dal Comune per pagare Lombardelli). La maggior parte del danno, il 60%, era stato riconosciuto in capo al primo cittadino, poi per il 10%, in parti uguali, ai 10 componenti della giunta, per il 20% dal capo dipartimento Organizzazione Anna Rita Iannucci, e per il 10% dal direttore del Settore Personale Giancarlo Angeli. Merola aveva deciso di ricorrere in appello. I 5 Stelle vanno all’attacco di Merola e del Pd. “Se Merola avesse un decimo delle attenzioni nazionali riservate a Virginia Raggi si sarebbe già dimesso 5 anni fa” commenta il capogruppo M5s in Comune Massimo Bugani, fedelissimo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. “In casa dem – prosegue – nominano mogli e mariti, finanziano le associazioni dei consorti degli assessori, nominano persone senza nemmeno il diploma e vanno avanti col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe”.
Il ‘caso Lombardelli’ era scoppiato a gennaio 2012, quando la Procura aveva aperto un’indagine. Il capo di gabinetto del Comune nel frattempo si era dimesso, dopo essere finito nel mirino delle opposizioni che avevano attaccato l’amministrazione: il dirigente Pd – accusavano – era sfornito sia di laurea che di diploma (aveva un’abilitazione professionale da ottico), pur essendo stato nominato in una posizione dirigenziale. Federica Salsi del Gruppo misto (all’epoca nel Movimento 5 stelle) e Lucia Borgonzoni della Lega Nord avevano presentato un esposto sul fatto alla Corte dei conti. La questione, in realtà, era stata sollevata già nel novembre precedente dall’ex assessore alla Casa della giunta Cofferati (dimessosi dopo solo due anni di mandato) Antonio Amorosi che aveva fatto presente come Lombardo fosse stato inquadrato nella categoria ‘D’ dei contratti pubblici, per la quale la laurea è obbligatoria. Nella sua denuncia, l’ex assessore sottolineava che nella delibera di assunzione era specificato come Lombardelli non fosse “dirigente, ma nella direttiva successiva gli si dava la categoria D che permette di giustificarne lo stipendio da 68.700 euro lordi annui”.
I magistrati contabili ritengono ci sia stato un danno erariale perché è stata retribuita una persona che non avrebbe dovuto ricoprire quell’incarico, non avendo i requisiti di legge. C’è poi la questione dell’ “emolumento sostitutivo unico, quantificato in 45.000 euro annui lordi” da Merola in una lettera inviata il 3 giugno 2011 a Iannucci, in cui il sindaco “indicava i nominativi delle persone che avrebbero dovuto rivestire incarichi posti alle proprie dirette dipendenze e fiduciariamente designati”. La lettera, scrivono i giudici contabili, “non riportava con chiarezza, la categoria e il profilo professionale, demandandone ad altri l’inserimento di fatto in una categoria professionale più rispondente alle mansioni per cui Lombardelli avrebbe dovuto svolgere la propria attività”, e inoltre “recava una non motivata attribuzione allo stesso Lombardelli dell’emolumento sostitutivo unico in assenza della bencéè minima motivazione della sua congruità rispetto alla professionalità posseduta e alle prestazioni richieste”. Tra l’altro, si legge nella sentenza, la “determinazione dell’emolumento” da parte di Merola è “inammissibile”, perché si trattava di “un’indicazione che spettava alla giunta”.
Nella citazione in giudizio per il sindaco di Bologna, la Procura regionale della Corte dei Conti scriveva che, “dando per scontato” che Merola avesse previamente visto il curriculum da cui emergeva che Lombardelli non aveva mai conseguito la laurea, “appare evidente la inescusabile leggerezza con la quale lo propose per il posto di responsabile”.
Giustizia & Impunità
Virginio Merola, confermata la condanna per danno erariale: “Ha assunto capo di gabinetto senza laurea”
Il caso sollevato dall'ex assessore alla Casa prima e poi con un esposte dall'ex M5s Salsi e dalla leghista Bergonzoni. La Corte dei conti ha stabilito che il primo cittadino di Bologna dovrà pagare un risarcimento da 30mila euro
Trentamila euro di risarcimento per danno erariale. E’ quanto dovranno pagare il sindaco di Bologna Virginio Merola, la sua giunta e due dirigenti comunali per aver assunto come capo di gabinetto Marco Lombardelli, sprovvisto di laurea, titolo di studio necessario per ricoprire l’incarico.
La terza sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha confermato la condanna in primo grado del novembre del 2014 che aveva però ridimensionato il danno erariale provocato, quantificandolo in 30mila euro, mentre la Procura della magistratura contabile contestava la cifra di 45mila e 539 euro (corrispondenti alle spese sostenute dal Comune per pagare Lombardelli). La maggior parte del danno, il 60%, era stato riconosciuto in capo al primo cittadino, poi per il 10%, in parti uguali, ai 10 componenti della giunta, per il 20% dal capo dipartimento Organizzazione Anna Rita Iannucci, e per il 10% dal direttore del Settore Personale Giancarlo Angeli. Merola aveva deciso di ricorrere in appello. I 5 Stelle vanno all’attacco di Merola e del Pd. “Se Merola avesse un decimo delle attenzioni nazionali riservate a Virginia Raggi si sarebbe già dimesso 5 anni fa” commenta il capogruppo M5s in Comune Massimo Bugani, fedelissimo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. “In casa dem – prosegue – nominano mogli e mariti, finanziano le associazioni dei consorti degli assessori, nominano persone senza nemmeno il diploma e vanno avanti col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe”.
Il ‘caso Lombardelli’ era scoppiato a gennaio 2012, quando la Procura aveva aperto un’indagine. Il capo di gabinetto del Comune nel frattempo si era dimesso, dopo essere finito nel mirino delle opposizioni che avevano attaccato l’amministrazione: il dirigente Pd – accusavano – era sfornito sia di laurea che di diploma (aveva un’abilitazione professionale da ottico), pur essendo stato nominato in una posizione dirigenziale. Federica Salsi del Gruppo misto (all’epoca nel Movimento 5 stelle) e Lucia Borgonzoni della Lega Nord avevano presentato un esposto sul fatto alla Corte dei conti. La questione, in realtà, era stata sollevata già nel novembre precedente dall’ex assessore alla Casa della giunta Cofferati (dimessosi dopo solo due anni di mandato) Antonio Amorosi che aveva fatto presente come Lombardo fosse stato inquadrato nella categoria ‘D’ dei contratti pubblici, per la quale la laurea è obbligatoria. Nella sua denuncia, l’ex assessore sottolineava che nella delibera di assunzione era specificato come Lombardelli non fosse “dirigente, ma nella direttiva successiva gli si dava la categoria D che permette di giustificarne lo stipendio da 68.700 euro lordi annui”.
I magistrati contabili ritengono ci sia stato un danno erariale perché è stata retribuita una persona che non avrebbe dovuto ricoprire quell’incarico, non avendo i requisiti di legge. C’è poi la questione dell’ “emolumento sostitutivo unico, quantificato in 45.000 euro annui lordi” da Merola in una lettera inviata il 3 giugno 2011 a Iannucci, in cui il sindaco “indicava i nominativi delle persone che avrebbero dovuto rivestire incarichi posti alle proprie dirette dipendenze e fiduciariamente designati”. La lettera, scrivono i giudici contabili, “non riportava con chiarezza, la categoria e il profilo professionale, demandandone ad altri l’inserimento di fatto in una categoria professionale più rispondente alle mansioni per cui Lombardelli avrebbe dovuto svolgere la propria attività”, e inoltre “recava una non motivata attribuzione allo stesso Lombardelli dell’emolumento sostitutivo unico in assenza della bencéè minima motivazione della sua congruità rispetto alla professionalità posseduta e alle prestazioni richieste”. Tra l’altro, si legge nella sentenza, la “determinazione dell’emolumento” da parte di Merola è “inammissibile”, perché si trattava di “un’indicazione che spettava alla giunta”.
Nella citazione in giudizio per il sindaco di Bologna, la Procura regionale della Corte dei Conti scriveva che, “dando per scontato” che Merola avesse previamente visto il curriculum da cui emergeva che Lombardelli non aveva mai conseguito la laurea, “appare evidente la inescusabile leggerezza con la quale lo propose per il posto di responsabile”.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.