Negli ultimi tempi, racconta chi lo conosce, Guerlin Butungu, presunto capobranco degli stupratori di Rimini, aveva risposto elusivamente alle domande sugli abiti costosi che era solito indossare. Però, il racconto della presidente della cooperativa dove era stato ospite il 20enne congolese è quello di un uomo tranquillo, che non aveva mai dato problemi. A Rtv San Marino, Cristina Ugolini, responsabile della Sezione Migranti della coop Labirinto ha spiegato che Butungu era entrato nella comunità di Acquaviva di Cagli, in provincia di Pesaro-Urbinoo, il 25 novembre 2015.

Il percorso di Butungu – Era sbarcato nello stesso anno a Lampedusa, Butungu. E, dopo aver ricevuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari in scadenza nel 2018, era stato trasferito nello Sprar Invictus di Pesaro da settembre 2016 fino al 22 aprile 2017, abitando nella struttura collettiva Freedom di Pesaro che accoglie 15 rifugiati. Ha seguito corsi di cameriere dal 19 dicembre 2016 all’11 gennaio 2017 nel ristorante “La Perla” di Fano e svolto anche un tirocinio lavorativo prima di lasciare lo Sprar. “Mai creato problemi né avuto comportamenti inadeguati, seguendo le regole del servizio”, ha detto Ugolini.

Insulti sui social – Poi qualcosa dev’essere cambiato nella vita di Butungu, almeno stando a sentire chi lo frequentava negli ultimi mesi e scorrendo il suo profilo sui social. Vestiti alla moda, discoteche, abiti firmati. Ma Butungu non aveva spiegato come potesse permetterseli. Proprio su Facebook, dopo che la sua identità è stata rivelata, il congolese è diventato bersaglio di insulti. Sono decine i commenti ad un suo post pubblico del 17 luglio in cui il giovane parla in francese di un suo amico morto, sono tanti quelli che augurano a lui la morte e che fanno riferimento alla necessità della pena capitale, con diverse offese razziste.

Bonaccini: “Parte civile”. E Renzi ritwitta – Mentre iniziano ad arrivare anche le prime reazioni politiche. Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, dopo gli arresti dei presunti autori dello stupro avvenuto a Rimini, ha scritto: “Grazie alle Forze dell’Ordine per consegna dei presunti responsabili stupri e violenze a Rimini. Noi ci costituiremo parte civile a processo”. Ed è stato ritwittato dal segretario del Pd Matteo Renzi. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando si augura che i presunti stupratori vengano puniti con “le pene che sono previste dal codice, che sono valutate e calcolate sulla base della congruità”. “Gli esempi vanno dati con la tempestività delle indagini e degli arresti – ha aggiunto il Guardasigilli – così come oggi è avvenuto”. Mentre Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha scritto: “Presi i presunti stupratori di Rimini. Il capo branco è un richiedente asilo che manteniamo con 37 euro al giorno. Ora questi vermi marciscano in galera”.

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